Un diverso ammontare e struttura per il premio di partecipazione che, passata la crisi, deve tornare a riflettere il buon andamento dell’azienda. E’ la richiesta dei lavoratori dell’Industriale chimica di via Grieg che nell’ultima settimana hanno organizzato due scioperi e un presidio.
Mercoledì 14 novembre e martedì 20 novembre, i dipendenti dell’industriale chimica di via Grieg hanno incrociato le braccia per 4 ore (all’inizio dell’orario per i turnisti alla fine per chi fa giornata). Martedì 20 dalle 11 alle 14, hanno anche organizzato un presidio in via Grieg con un gazebo e lo striscione “Utili crescenti, premi incoerenti”. Al centro del contenzioso il premio di partecipazione.
“Lo sciopero ha interessato – spiega Davide Maragna funzionario della Filctem Cgil – l’80% dei 200 dipendenti dell’azienda mentre al presidio erano presenti una cinquantina di persone”.
Non è la prima volta che si registrano mobilitazioni nell’azienda di via Grieg, negli anni scorsi ci furono anche presidi e cortei.
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LA PIÙ GRANDE MENZOGNA
La più grossa menzogna per gli sfruttati è sentirsi parte di una nazione
Condividiamo da Assemblea Antifascista Saronnese
Questa sera, mercoledì 21 novembre, all’Aldo Moro di Saronno ci sarà l’incontro organizzato da Accademia 19 (associazione di estrema destra che vuole darsi una parvenza culturale). L’incontro partirà dal “Trattato del ribelle” di Ernst Junger per poi lasciare parola ad uno dei maggiori esponenti della mediocrità culturale del nostro tempo: Diego Fuff… Fusaro. Giusto per rendere l’idea vi diciamo due cose a riguardo: da qualche tempo scrive nel Primato Nazionale, giornale di informazione di CasaPound. Due settimane fa è stato ospite dei nazisti di Lealtà Azione nella loro sede, la skinhouse di Bollate. Non sappiamo se due indizi facciano effettivamente una prova, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa di una accurata ricerca individuale sul personaggio, ne troverete delle belle.
Non ci stupiamo che l’amministrazione di estrema destra che governa Saronno conceda spazi e fondi a questi figuri, né ci stupiamo che un’associazione (Accademia 19) nata col solo scopo di aprire uno spazio all’estrema destra in città chiami un personaggio di tale risma, infine nemmeno ci stupiamo del tentativo dei fascisti di oggi come quelli di ieri ci darsi la parvenza del ribelle, qando la loro massima aspirazione è quella di essere parte dell’esercito a difesa dello stato di cose presenti. Misteri della modernità.
Ci interessa invece andare un attimo più a fondo e scorgere come i movimenti di estrema destra stanno lavorando a livello ideologico e che ruolo hanno nel presente che viviamo.
Nessuno ha la percezione che domani possa essere un giorno migliore di oggi, viviamo in tempi abbruttiti e davanti ai tanti schermi che popolano la nostra giornata siamo sempre più soli di fronte alle angherie dell’economia. Mantenersi una casa, soddisfare in tranquillità i bisogni primari è sempre più un lusso. In questo malessere diffuso, di fronte alle ingiustizie di tutti i giorni, soltanto l’indifferenza dei più permette il ripetersi di questa agonia. Oltre a ciò ci sono anche i personaggi come Fusaro, capaci di creare il Nemico utile alla creazione dell’identità nazionale. Creare l’identità nazionale significa inculcare a tizio il sentimento di amore per il padrone che lo sfrutta, purché italiano, e il sentimento di rivalsa/odio verso il collega o per il disoccupato di turno, purché straniero. Questa abilità retorica e ideologica è particolarmente preziosa al mantenimento dello status quo in un periodo come questo, ed è per questo motivo che è necessario smascherare queste operazioni.
Operazioni naturalmente sostenute da quella ampia fetta politica che della guerra civile in potenza ha tutto da guadagnare, basti osservare attorno a quali parole ruota la campagna elettorale costante di Salvini: buonismo (neologismo passato ormai nella vulgata nazionale con cui non si descrive un atteggiamento, ma lo si denigra) e sovranismo (come se essere governati dalla banca italiana o da quella europea faccia una qualche differenza, come se il problema non fosse la radice di questa società, e quindi l’economia in sé – o il capitale, che dir si voglia).
La più grossa menzogna per gli sfruttati è di sentirsi parte di una nazione, è il fumo negli occhi necessario al capitalismo in questo momento storico. Oggi abbiamo la percezione di un’ondata di ritorno di fenomeni razzisti, e chi la avverte ha senza dubbio ragione. Ma questo razzismo è conditio sine qua non del capitalismo stesso, che per lunghi decenni ha permesso all’occidente uno stile di vita agiato basato sullo sfruttamento di popolazioni lontani da noi e sulla devastazione di territori di altri continenti. Oggi la contraddizione è forse più palese sotto i nostri occhi, e ancora più palesi sono i nemici contro cui combattere, prestando attenzione a chi, come Fusaro, getta fumo per confondere.
Se le grandi masse fossero così trasparenti, così compatte fin nei singoli atomi come sostiene la propaganda dello Stato, basterebbero tanti poliziotti quanti sono i cani che servono ad un pastore per le sue greggi. Ma le cose stanno diversamente, poiché tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto questi lupi sono forti in sé stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in un branco.
È questo l’incubo dei potenti.
E. Junger, Trattato del ribelle
Assemblea Antifascista Saronnese
RIMPATRIO
Rimpatrio a Saronno. Un tunisino di 22 anni (ricordate l’agente di Polizia Locale che si ruppe l’omero inseguendo un fuggitivo?) è stato braccato dalla Polizia Locale nei paraggi della stazione di Saronno. Questa volta i localotti non si sono rotti l’omero, ma anzi hanno consumato la loro personale vendetta. Gli sgherri dello sceriffo Fagioli lo hanno infatti consegnato alla Polizia di Stato. Poichè sprovvisto di documenti è stato coattamente portato all’aeroporto di Malpensa, imbarcato sul primo volo direzione Bari. Nel capoluogo pugliese è stato rinchiuso nel Cie, il Centro di identificazione ed espulsione, in vista dell’espulsione dall’Italia.
SENTENZA PROCESSO 25 APRILE 2014
Col solito dispiegamento di forze dell’ordine a caratterizzare al meglio il tribunale di Busto è arrivata la sentenza per il processo per la giornata del 25 aprile 2014. Prima i dati, poi le riflessioni.
La tesi accusatoria di Questura e Procura è stata sostanzialmente smontata: non c’è stata alcuna sovradeterminazione della manifestazione, e come già disse in aula l’allora sindaco Luciano Porro “la contestazione fu politica, non personale, e da considerarsi pienamente legittima”. Parole dette proprio da quello che fu principale bersaglio della contestazione.
Le sole condanne arrivate riguardano gli oltraggi e molestie, tutti assolti gli imputati accusati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Le pericolose aste di legno acuminate atte ad offendere sono tornate più mestamente ad essere aste di bandiera, usate per difendersi dalla carica indiscriminata della Polizia di Stato.
Dei diciannove sotto processo sono arrivare tre condanne a 2 mesi e 15 giorni, di cui solo due con sospensione della pena e non menzione, e cinque condanne a 20 giorni con sospensione e non menzione. I restanti undici imputati sono stati assolti da ogni accusa.
Finisce così il primo grado di questo processo farsa, uno dei più grandi provati dalla Questura di Varese, per il quale – è bene non dimenticare – vennero chieste diverse misure cautelari in carcere, poi respinte dal GIP. Finisce in un flop per le forze dell’ordine, e in qualche condanna per i manifestanti.
Non abbiamo però bisogno di un processo e di un tribunale per essere convinti della bontà di ogni azione di quella giornata di resistenza, non abbiamo bisogno di un tribunale per sapere che opporsi al fascismo, e a chi lo appoggia più o meno direttamente, è giusto e necessario. Non abbiamo bisogno di un tribunale che ci dica che la gestione della piazza è sempre più autoritaria, e che ogni margine di azione per il libero dissenso e la libera azione va strappato con le unghie e con i denti, a maggior ragione in un periodo storico in cui il pensiero unico sembra più inscalfibile che mai.
Non abbiamo bisogno di un tribunale per riconoscere nelle forze dell’ordine parte del mondo che ci opprime, e forse la più manifesta. Non abbiamo bisogno di un tribunale per riconoscere che chi quel giorno contestò la giunta Porro e resistette alla violenza in divisa delle forze dell’ordine era nel giusto, in una città come Saronno senza più alcuno spazio di aggregazione giovanile, con ormai il ripetersi – spesso in spazi comunali – di eventi di chiara ispirazione fascista, in una città in cui continuano a succedersi sfratti e retate della Polizia Locale contro i poveri, in centro e in periferia.
Noi oggi ci prendiamo le nostre condanne, consapevoli di essere nel giusto, con ancora più rabbia e determinazione nel rimarcare le nostre scelte, in direzione ostinata e contraria all’umore dei tempi, sempre alla ricerca di complici con cui ardire in questi giorni sempre uguali uno all’altro e alla ricerca della miccia che possa incendiare la polveriera.
QUEL 25 APRILE DEL 2014
Sarà giovedì 8 novembre alle 12.00 al tribunale di Busto Arsizio l’udienza finale del processo di primo grado per i fatti del 25 aprile 2014.
Qui trovate un audio della vecchia redazione dello Stroligh in cui emerge il racconto a più voci di quella giornata.
In quella giornata una manifestazione numerosa ed eterogenea attraversò, come d’abitudine, le vie di Saronno. Nella parte finale le forze dell’ordine decisero arbitrariamente di impedire ad alcune persone, individuate come pericolosi sobillatori, di proseguire la manifestazione. L’intervento dei reparti di celere si concretizzò in alcune cariche a freddo contro i manifestanti, anziani compresi. Qualche manifestante ricorse alle cure mediche.
Il seguente discorso dell’allora sindaco Luciano Porro fu subissato di fischi, sia per le politica poliziesca della sua giunta che qualche mese prima aveva sgomberato una casa occupata tagliando addirittura l’acqua, sia per la concessione di piazze a Forza Nuova e movimenti fascisti (e su questo le uniche opposizioni negli anni sono arrivate dalla piazza, come la mobilitazione contro Wolf of the ring nel novembre 2015), sia per le gestione imbarazzante dell’ordine pubblico in una giornata pesante come il 25 aprile.
Quel giorno in piazza c’eravamo tutti, invitiamo quindi alla presenza solidale giovedì fuori dal tribunale dalle 11.30.
SARONNO, UOVA SUGLI ESPONENTI NAZIONALI DI FDI
Apprendiamo dalla stampa locale che nella giornata di sabato 27 l’inaugurazione della nuova sede di Fratelli d’Italia, intitolata ad Italo Balbo, in via Ramazzotti 33 a Saronno, è stata accolta con calore dalla cittadinanza. Infatti attorno alle 18.30 i pochi presenti – fra loro Ignazio La Russa, Riccardo De Corato e il sindaco leghista Alessandro Fagioli – sono stati oggetto di un lancio di uova. Ad accompagnare il tutto anche qualche coro che ricordava loro che ruolo hanno nella guerra civile che stanno fomentando: fascisti di merda.
Nella foto i numerosi giovani accorsi alla presentazione:

OTTOBRE CON TEMPERATURE ALTE
Il mese di ottobre, oltre a un clima decisamente sopra le linee, ci ha regalato alcune pennellate utili a dare colore all’umore dei tempi, troppo spesso incolore, ma che la persona dotata di buon olfatto non fatica a riconoscere. E allora ecco la nostra carrellata di ottobre, tra notizie di merda e altre utili a rinfrancare lo spirito:
OMERO
Lo scorso 12 ottobre nel tardo pomeriggio, nel corso di una delle tante operazioni di controllo realizzata dalla sempre più militarizzata Polizia Locale a firma Alessandro Fagioli, è successo un inciampo. In zona stazione un agente della Locale si è rotto l’omero.
E’ successo in via Ferrari dove l’agente ha cercato di controllare due persone le quali, per una volta, si sono date alla fuga. L’agente, tutt’altro che agile e sportivo, cercando di trattenere uno dei due fuggitivi è rocambolescamente caduto riportando la frattura dell’omero.
NEGRI AL SUPERMERCATO
Il giorno dopo, nel capoluogo di provincia, uno dei tanti episodi che spesso rimangono nell’ombra è invece uscito alla ribalta nazionale. “Non voglio essere servita da un negro. Non mi va proprio”. Così una donna sulla quarantina, bianca, italiana, rispettosa della Legge, ha lasciato la spesa sul nastro trasportatore della cassa di un supermercato di Varese. Subito dopo ha lanciato alcune lattine in direzione del malcapitato e se n’è andata pur di non dover interagire con il cassiere di colore che in quel momento era l’unico a cui i clienti potevano rivolgersi.
NEGRI SULLE PANCHINE
Torniamo a Saronno, città in cui negli ultimi 5 anni si sono susseguite allucinanti ordinanze liberticide prima a tinta PD e poi Lega. Si è passati dal divieto di sedersi sui gradini o di bere dalle fontanelle, all’uso regolare del Daspo Urbano. Avete già i brividi? Ma il bello deve ancora arrivare. Allo sceriffo Fagioli è arriva una lettera con la firma di tanti commercianti di corso Italia per chiedere di “aumentare i controlli contro il degrado” e di “spostare le nuove panchine in altre location”.
A scatenare l’ultima presa di posizione, l’arrivo in centro di una dozzina di nuove panchine in piazza Volontari del Sangue, la preoccupazione dei negozianti è che invece di accogliere clienti affaticati tra un acquisto e l’altro servano ad altre persone per sedersi in non produttive attività di svago. “Tempo sfaccendato trascorso né a produrre né a consumare? Orrore! Sceriffo, pensaci tu!”
Parrebbe il Medioevo, per l’idea distorta che i più ne hanno, e invece è la quotidianità che ci viviamo. Finita qui? Ma va! L’ex assessore silurato Francesco Banfi direttamente dall’oratorio ci tiene a ricordare che “sbaglia chi legge un blando no alle panchine, al povero o un accenno di razzismo: nulla di tutto ciò. La richiesta che avanzano i commercianti è pulizia, ordine e decoro, da intendersi anche sprofondanti nelle questioni presidio del territorio e sicurezza: basterebbe questo per non avere sporcizia e panchine popolate da gente che beve alcolici, dorme, minaccia, fa risse o urina in bella vista. […]
Per dare un suggerimento all’amministrazione: occorre dare mandato alla Polizia Locale di controllare le panchine; può essere redatta una mappa della dislocazione dell’arredo urbano.”
Dobbiamo ammetterlo: non avremmo una fantasia tale da riuscire a inventare un racconto fantastico all’altezza.
PICCHETTO ALLA GLS A BRUNELLO
Il 23 ottobre a Brunello mattinata dei tensione ai cancelli dalla GLS, la compagnia di trasporto che ha una filiale gestita da un subappaltatore.
Un gruppo di lavoratori, 4 della ditta stessa e una decina di rappresentanti del sindacato Sol Cobas, ha bloccato attorno alle 7.30 l’ingresso della ditta fermando i camion in arrivo.
Ci sono stati momenti di alta tensione e uno dei titolari dell’azienda finito a terra è stato soccorso per un malore.
Sono intervenuti i carabinieri che hanno presidiato il picchetto di protesta.
I dipendenti lamentano la violazione dell’orario di lavoro con turni troppo pesanti e atteggiamenti intimidatori da parte dei manager.
NUOVA SEDE FDI A SARONNO
E infine torniamo nuovamente a Saronno, dove tra omeri fratturati e panchine vietate non ci si annoia mai. Il prossimo sabato 27 ottobre la città degli amaretti subirà l’ennesima violenza, è prevista l’inaugurazione del nuovo circolo Fratelli d’Italia, infatti in via Ramazzotti al civico 33 troverà casa la sezione di Saronno e di Cislago.
Dopo l’apertura, a fini esclusivamente elettoralistici, della sede adiacente corso Italia ora l’apertura di una nuova sede. E anche stavolta non mancano i nomi ad accompagnare la pantomima: annunciata la presenza di Ignazio La Russa e Daniela Santanchè, dell’onorevole Paola Frassinetti, Carlo Fidanza, Andrea del Mastro e degli assessori regionali Riccardo De Corato e Lara Magoni.
CHE MONDO VUOI?
Che mondo vuoi?, era questa la domanda scritta a titolo di uno dei due volantini (Sono stati distribuiti due volantini uno firmato Stroligh e l’altro dell’Assemblea Antifascista Saronnese) preparati per il presidio, molto partecipato ed eterogeneo, che si è svolto oggi a Saronno.
Come al solito la presenza spropositata di carabinieri e polizia, che suona più come provocazione, vista l’ingente disposizione di loro auto adiacenti al gazebo. Ancora una volta si cerca di ammutolire ogni voce fuori dal coro del perbenismo borghese e istituzionale.
Significativo l’interesse dei passanti che con attenzione si informavano sul perché del presidio; ciò a dimostrare che individualismo ed egoismo non hanno ancora inaridito il pensiero di tutti.
APPUNTAMENTI DI QUESTA SETTIMANA A SARONNO
Giovedì 14 giugno, ore 21, presso la Casa del Partigiano, via Maestri del Lavoro 2, Saronno.
Incontro sul carcere insieme al collettivo OLGa di Milano che da anni lotta per un mondo senza galere.
IL CARCERE NON È LA SOLUZIONE, È UNA PARTE DEL PROBLEMA.
Venerdì 15 giugno, ore 21,00, presso il Circolo la Teppa, via Guaragna, 6 Saronno Presentazione de “La Critica Radicale in Italia. Ludd 1967-1970.”
A cura di Leonardo Lippolis e Paolo Ranieri; Ed. Nautilus.
Sabato 16 giugno alle ore 16.oo in piazza Portici a Saronno
PRESIDIO CONTRO LE FRONTIERE
contro la politica razzista dei respingimenti per la libertà di circolazione degli individui
SARONNO – FASCISTI E DOVE TROVARLI
Qualche giorno fa un comunicato del Telos ci informava di una aggressione nazista, figlia di un’ecalatiòn. Veniva giustamente fatta notare la responsabilità politica di queste aggressioni, difficilmente non attribuibile alla giunta Fagioli, la giunta più fascista mai insediatasi a Saronno dal dopoguerra. Fascista l’assessore allo sport Gianpietro Guaglianone con il suo gruppettino Domà Nunch, fascista – malgrado le divergenze col sindaco Fagioli – il consigliere comunale Alfonso Indelicato. E quando c’è da difendere i bravi ragazzi con cranio rasato, svastica sul braccio e lama in tasca che aggrediscono nottetempo ci si riunisce tutti quanti.
E così assistiamo alle subdole dichiarazioni pubbliche dello stesso Indelicato:
“Due macchine si appostano in fondo alla via”. Ma “si appostano” o erano semplicemente ferme lì? Che macchine erano (marca, modello …)? Avete pensato a prendere la targa? “Bloccano la strada con le auto” è una scena che sembra tratta dal film Bullit, possibile che non ci siano stati altri testimoni che voi? “Scendono e provano a tirare fuori dalle macchine le persone inseguite” Com’è che hanno cercato di tirar fuori le persone? Attraverso i finestrini? Aprendo le portiere? E poi, da cosa arguite che i presunti aggressori fossero “fascisti e nazisti”? Teste pelate? Svastiche al collo? Sinistro luccichio dello sguardo? Il vostro racconto è generico e oscuro.”
Sono dichiarazioni senza dubbio volte a instillare il dubbio che il racconto dei fatti sia falso. Non a caso lo stesso Indelicato rincalza anche sui social network, sostenendo che il suo comunicato sia stato scritto e pubblicato giusto un paio d’ore prima l’occupazione del nuovo Telos in via San Francesco 11, questo a testimoniare – secondo la fantasiosa mente del fascista nostrano – come gli anarchici godano di impunità (il tutto mentre Cello è tuttora ai domiciliari con tutte le restrizioni, e numerosi procedimenti penali in corso e in divenire attendano gli “impuniti” anarchici saronnesi).
Noi invece notiamo un’altra cosa.
Il comunicato di Indelicato segue l’ennesima azione notturna degli impavidi fascisti nostrani, che con sfoggio di italico coraggio hanno addirittura appeso (ci sovvien qualcosa, ma andiamo oltre…) uno striscione sul ponte di via I maggio con scritto che dove non si può loro passano ugualmente, a firmare l’ardito striscione un fascio littorio, lo stesso usato dai fascisti a Verona per impedire un incontro in Università sull’omosessualità.
Quando si parla di responsabilità, quando si parla di mandanti, bisogna fare buon uso della memoria, per ricordare chi copre, incoraggia, sostiene le aggressioni naziste.