TUTTO FUMO E NIENTE ARROSTO

Martedì 24 ottobre sono uscite a mezzo stampa le nuove direttive comunali in materia di sicurezza (annoso mantra dell’era Fagioli) per eventi pubblici.
Queste “misure a salvaguardia della sicurezza e dell’incolumità”, in tutti i luoghi in cui è previsto un afflusso significativo di persone per la partecipazione ad eventi di vario genere, prevedono l’aumento dei giorni per il preavviso che passa da 30 a 60 nonché, la necessaria presenza di mezzi dei vigili del fuoco, un piano di evacuazione e personale tecnico (forze dell’ordine) per farlo eseguire. Questa volta, anche se si legge tra le righe, non è esplicitato il rischio di attacchi terroristici; forse è un argomento passato di moda.
E’ interessante osservare come sempre più le politiche securitarie, anche qui a Saronno, hanno la volontà di voler limitare la possibilità di vivere le strade con dispositivi di controllo quali; videosorveglianza, controllo del vicinato e sbirri di ogni tipo.
Certo si inserisce perfettamente nel quadro politico che questa giunta porta avanti, in una ricostruzione sociale delirante nella quale i principali problemi della città sono gli ambulanti, i venditori abusivi, i questuanti e la nuovissima categoria dei “bivaccatori”, sempre più multati e allontanati, mentre sono bene accolti i guadagni di palazzinari e speculatori.

E TU PARTORIRAI CON DOLORE

Anacronistico e surreale, ecco come appare l’accordo firmato dall’assessore Gianangelo Tosi e l’associazione cattolica “Difendere la vita con Maria”, che prevede l’utilizzo di parte del campo 12 bis del cimitero comunale di Saronno per la tumulazione dei feti abortivi, spontanei o volontari, con tanto di cerimonia mensile e data di sepoltura.
“I genitori hanno 24 ore di tempo per scegliere cosa fare, dopo questa tempistica interveniamo noi.” afferma il presidente dell’associazione Don Maurizio Gagliardini.
Trascorse le 24 ore, dunque, i feti potranno essere richiesti per la sepoltura senza alcuna autorizzazione né tanto meno consultazione della persona da cui provengono, prevaricando così ogni scelta privata e imponendo una cerimonia che ha un chiaro carattere moralizzatore.
Non per nulla infatti questi feti vengono erroneamente definiti “bambini non nati” a cui “restituire dignità” con l’atto della sepoltura; una visione del tutto soggettiva che implica di riflesso l’idea dell’aborto come un’azione abominevole e violenta contro una possibile vita, se non addirittura contro un bambino.
La questione, come nel resto della penisola italiana, viene ovviamente strumentalizzata dai vari politici, che tra una chiacchiera, un accordo e qualche uscita in bella vista sui media, tentano di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, mettendosi in bocca parole di amore e pietà mentre strizzano un occhio all’elettorato cattolico e l’altro occhio ai nostalgici degli anni ’20.
A far troppi occhiolini però si rischia di non vedere bene il mondo che si ha intorno.

NON E’ FORSE GUERRA?

Sabato 14 ottobre sono iniziate le esercitazioni NATO nel mare di Sardegna. L’operazione “joint stars” coinvolge truppe internazionali oltre che aeroporti e porti militari e la base di Teulada (CA). Diversi gruppi antimilitaristi sardi hanno indetto manifestazioni a Cagliari per questa giornata e, in generale, per cercare di contrastare l’occupazione militare dell’isola (sono una decina i siti bellici d’addestramento qui presenti).

Anche alla base NATO di Solbiate Olona (VA) una trentina di antimilitaristi e antimilitariste, intorno alle 14, si sono presentati al centro commerciale di fronte a questa per volantinare all’interno e bloccare a singhiozzo il traffico davanti all’area di addestramento.

Questo in solidarietà ai ribelli sardi e per ricordare come la guerra non sia solo un rumore di bombe in lontananza, ma parte integrante di un sistema economico che per perpetrarsi non può privarsene.
Nella foto, il volantino distribuito

CALMA APPARENTE

Nell’apparente calma, nel monotono tran tran di tutti i giorni, nella cittadina di Saronno si manifestano tasselli importanti nella gestione del potere.
Abbiamo dato ampio risalto alle scelte economiche della giunta fascio-leghista, scelte prettamente politiche. Sintetizzando abbiamo scritto: fare cassa sul sociale per reinvestire nel controllo.
E lo sceriffo Fagioli, con la sua cricca, prosegue fedele alla linea.
Ecco un nuovo investimento di 10.000 euro. Per cosa? Ma naturalmente per ampliare nuovamente il sistema di videosorveglianza cittadino. Alè!
Come se non bastasse la paranoia securitaria leghista ha ormai coperto tutta Saronno, come del petrolio sul mare. Sono state vietate, a causa delle lungaggini burocratiche e delle dovute misure di sicurezza ai tempi dell’emergenza (“quale emergenza?” si chiedono giustamente diversi saronnesi), due diverse manifestazioni pubbliche: un raduno di saronnesi amanti dei social network, una sagra di cibo da strada che già lo scorso anno aveva fatto tappa nella città degli amaretti.
Ecco la politica leghista e fascista. Ecco il vuoto da riempire con la paura.
Quanto manca all’affissione pubblica dei dieci comandamenti fagioliani? Quale potrebbe essere il primo comandamento se non: “Vietata ogni manifestazione pubblica! (eccetto i banchetti di Lega Nord e Doma Nunch)” ?

RUMORE SORDO

La casa circondariale di Varese, conosciuta come “carceri dei Miogni”, è un edificio risalente al 1893, una struttura molto fatiscente in cui sono rinchiusi circa 70/75 detenuti (capienza regolamentare 54) e lavorano circa 50/55 guardie carcerarie (previsti pianta organica 76). Non è nuovo alle cronache per il pessimo stato in cui vivono i detenuti; anche noi abbiamo riportato su questo blog alcuni episodi qui e qui.
In questi giorni gli abitanti del vicinato si sono lamentati perché i detenuti hanno fatto “battitura”, picchiando le pentole contro le sbarre per protestare contro le cattive condizioni igieniche in cui sono costretti a “vivere”. Ci auguriamo che la notte non porti consiglio, ma solo tanto rumore ancora e tanto disturbo per i benpensanti varesini.

MENÙ DEL GIORNO

Nuovo giro di vite in Provincia per quanto riguarda l’emissione di provvedimenti di allontanamento provvisori. Il cosiddetto Daspo Urbano è stato notificato una decina di volte a Varese, il cui solerte comandante della polizia locale Bezzon è sempre in prima linea nell’accanimento contro i poveracci. Anche Saronno non vuole essere seconda e i vigili (che sono solo dei vigili) hanno inasprito i controlli nella zona della stazione, sanzionando unicamente su base etnica. Ciò non può che ricevere pronta risposta ogni qualvolta se ne presenti l’occasione, come accaduto mercoledì mattina al mercato: alcuni foglietti che recitavano “insulta chi ti multa” hanno fatto innervosire i procacciatori di soldi per gli incassi comunali. Daspo urbano e multa all’ambulante sono i principali mezzi di repressione ed allo stesso tempo propaganda che gli amministratori allo sbaraglio utilizzano per imbonire e racimolare consenso. Che i due sindaci vogliano seguire le orme dell’aspirante netturbino del degrado Cassani di Gallarate?

POLIZIA LOCALE ALLA RISCOSSA

Il 4 ottobre si è scatenata la polizia locale di Saronno, sguinzagliata per la città, i difensori del decoro, hanno raccolto un bottino abbastanza rappresentativo che permette loro di far bella faccia nei confronti di quelle persone che godono a notizie del genere.
I malcapitati sono 5 ragazzi tra i 20 e i 30 anni che hanno la colpa di essere nati poveri in paesi molto lontani dalla “ridente” Saronno. Le accuse comprendono la violazione delle norme sull’immigrazione, e turbamento del “decoro urbano”.
Il decoro della città è sacro guai a chi non si comporta da buon soldatino, le panchine che potrebbero essere momento di socialità diventano degli oggetti inutilizzabili: mangiare un panino o bere qualcosa, seduto su una normale panchina, diventa bivacco, per cui indecoroso.
La polizia municipale scenderà in campo altre volte, tornerà con altri bottini di guerra, alcuni applaudiranno perché è così che si fa; altri diranno che ancora non basta, ma sicuramente ci sarà sempre una parte della popolazione a cui non interessano risultati elettorali e business tout court.

SCHIAVITÙ 2.0

Il nostro già martoriato territorio negli ultimi anni è vittima di una vera e propria ristrutturazione, specialmente dal punto di vista delle infrastrutture. Nuove strade, nuove linee commerciali, nuovi nodi logistici. La merce è il vettore di questi cambiamenti. Per chi volesse approfondire il legame tra infrastrutture e merce nel nostro territorio consigliamo questo contributo: la ragnatela lombarda.
Basti pensare a come il “nuovo” ingresso dell’autostrada di Origgio/Uboldo sia stato accompagnato dal consolidarsi o dal nascere di nuovi centri di smistamento della merce (Bennet e Amazon su tutti). Tutto ciò fa del nostro territorio una zona di forte sfruttamento della manodopera. Raccontammo già di alcune mobilitazioni, oggi scriviamo per dare notizia dell’ennesimo sciopero, stavolta al complesso industriale UCSA tra Origgio e Caronno, da parte di una quarantina di lavoratrici decise a proseguire la protesta per migliori condizioni di lavoro e per due riassunzioni.

BREVI SU FASCISTI SARONNESI E CATALUNYA

Mentre a Saronno in un solo fine settimana riescono a scendere in piazza, oltre alla Lega Nord, due formazioni di estrema destra (Doma Nunch e Forza Nuova) in Catalunya gli eventi sono incalzanti. Ed è proprio in merito alla situazione catalana che Lega Nord e Doma Nunch si sono sentiti di dire la loro; i primi in difesa dell’indipendenza catalana, naturalmente in vista del prossimo appuntamento referendario promosso proprio dalla Lega Nord, i secondi che invece criticano, in una lingua arzigogolata e tutta loro, la tendenza non conservatrice di molte forze in campo in Catalunya. Insomma entrambi questi partiti tirano l’acqua al loro mulino a seconda delle prospettive a medio-lungo termine che si danno. Da segnalare le prese di posizione di Doma Nunch, i fascisti nostrani, che tra un’invocazione allo spirito del cervo e una a quello del cinghiale, parlano apertamente di sostituzione etnica e di cacciare tutti gli stranieri.
Che il caos mediatico non faccia passare sottovoce le dichiarazioni di questi pericolosi figuri!

Tornando invece alla complessa situazione ci permettiamo di segnalare un contributo di RadioCane, che potete ascoltare qui: cartoline dalla Catalogna

UNO SCERIFFO VERO IL SINDACO DI SEREGNO

Uno sceriffo vero il sindaco di Seregno, faceva soltanto un po’ di confusione tra quello che diceva in pubblico e il suo agire. Parlava di rispetto della legge e agiva da furbo e non proprio nei canoni della Legge che lui esaltava.
Il sindaco Mazza aiutava chi aveva bisogno! Chi doveva costruire un centro commerciale, lui lo aiutava, invitava la popolazione a contribuire a tenere decorosa la città. Contro il degrado dei questuanti diceva:
“Basta dare soldi a chi chiede l’elemosina. Chi ha davvero bisogno è già aiutato dal Comune. Gli accattoni sono una delle piaghe che affliggono la nostra città. Sono ovunque – aggiungeva – e non sappiamo più come trovare una soluzione”.
Un uomo tutto d’un pezzo, conosceva il fatto suo, sicuramente piaceva a Fagioli e a tutti i sindaci di quella risma.
Non avendo a sua disposizione il balcone di Piazza Venezia a Roma, ogni giovedì alle ore 12:30 in diretta streaming parlava ai suoi cittadini.
Nell’ultima diretta streaming ha parlato per l’ennesima volta di sicurezza, perché si sa, è un argomento che tira, dicendo che i cittadini hanno bisogno di essere “supportati da uomini in divisa”, questi, lo hanno preso sul serio e lo hanno arrestato.
Noi non plaudiamo quando magistrati e forze dell’ordine arrestano chiunque sia, non ci appartiene questo Stato né le sue leggi, troviamo però divertente come la pratica del clientelismo, che è il pilastro fondante di questa società, ogni tanto, ultimamente anche spesso, emerga in maniera teatrale e faccia scalpore.
Carabinieri e magistrati tutti agghindati fanno passerella davanti ai riflettori raccogliendo consenso per diffondere fiducia e sicurezza nelle istituzioni. Fumo negli occhi.