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NO ALLA DEPORTAZIONE DELLA COMUNITÀ SINTI DA GALLARATE

La comunità dei Sinti Gallaratesi, sgomberata dal proprio campo ormai due mesi fa  non ha ancora trovato una sistemazione dignitosa. Si tratta di circa settanta persone, di cui oltre la metà minori, costrette a vagare per il territorio cittadino in camper, o a farsi ospitare da amici e parenti. Il Sindaco Cassani e la sua giunta, responsabili di questa situazione emergenziale, hanno più volte ribadito di non aver alcuna intenzione di farsene carico. Non solo, la Lega ha espressamente fatto capire che la presenza di queste persone in città non è gradita.

La vita comunitaria, in case non convenzionali nelle quali vivono famiglie allargate, è ciò che realmente infastidisce lorsignori. Come i bianchi colonizzatori che in passato volevano civilizzare gli untermenschen africani, oggi i leghisti nostrani si arrogano il diritto di voler normalizzare i Sinti. Per cui l’unica opzione tollerabile è quella di smembrare la comunità e creare delle famiglie mononucleari da mandare a vivere in appartamento. Altrimenti raus, fuori da Gallarate!

Ma la comunità Sinti non è in nessun modo disposta ad abbandonare la città nella quale vive da oltre un secolo e vuole difendere il suo modo di vivere tradizionale e la sua cultura. Per questo motivo, insieme ad alcuni solidali, ha deciso di organizzare una manifestazione per opporsi a quella che sembra a tutti gli effetti una deportazione da Gallarate.

Ieri pomeriggio, molte persone hanno partecipato al presidio in piazza Libertà. Molti interventi al megafono, sia da parte della comunità Sinti che da parte dei tanti solidali presenti. Tra questi anche alcune persone che hanno deciso di violare il foglio di via, provvedimento arbitrario che li vorrebbe lontani da Gallarate per tre anni. Questo a seguito dell’azione di disturbo al consiglio comunale dello scorso Dicembre.

OTTOBRE CON TEMPERATURE ALTE

Il mese di ottobre, oltre a un clima decisamente sopra le linee, ci ha regalato alcune pennellate utili a dare colore all’umore dei tempi, troppo spesso incolore, ma che la persona dotata di buon olfatto non fatica a riconoscere. E allora ecco la nostra carrellata di ottobre, tra notizie di merda e altre utili a rinfrancare lo spirito:

OMERO
Lo scorso 12 ottobre nel tardo pomeriggio, nel corso di una delle tante operazioni di controllo realizzata dalla sempre più militarizzata Polizia Locale a firma Alessandro Fagioli, è successo un inciampo. In zona stazione un agente della Locale si è rotto l’omero.
E’ successo in via Ferrari dove l’agente ha cercato di controllare due persone le quali, per una volta, si sono date alla fuga. L’agente, tutt’altro che agile e sportivo, cercando di trattenere uno dei due fuggitivi è rocambolescamente caduto riportando la frattura dell’omero.

NEGRI AL SUPERMERCATO
Il giorno dopo, nel capoluogo di provincia, uno dei tanti episodi che spesso rimangono nell’ombra è invece uscito alla ribalta nazionale. “Non voglio essere servita da un negro. Non mi va proprio”. Così una donna sulla quarantina, bianca, italiana, rispettosa della Legge, ha lasciato la spesa sul nastro trasportatore della cassa di un supermercato di Varese. Subito dopo ha lanciato alcune lattine in direzione del malcapitato e se n’è andata pur di non dover interagire con il cassiere di colore che in quel momento era l’unico a cui i clienti potevano rivolgersi.

NEGRI SULLE PANCHINE
Torniamo a Saronno, città in cui negli ultimi 5 anni si sono susseguite allucinanti ordinanze liberticide prima a tinta PD e poi Lega. Si è passati dal divieto di sedersi sui gradini o di bere dalle fontanelle, all’uso regolare del Daspo Urbano. Avete già i brividi? Ma il bello deve ancora arrivare. Allo sceriffo Fagioli è arriva una lettera con la firma di tanti commercianti di corso Italia per chiedere di “aumentare i controlli contro il degrado” e di “spostare le nuove panchine in altre location”.
A scatenare l’ultima presa di posizione, l’arrivo in centro di una dozzina di nuove panchine in piazza Volontari del Sangue, la preoccupazione dei negozianti è che invece di accogliere clienti affaticati tra un acquisto e l’altro servano ad altre persone per sedersi in non produttive attività di svago. “Tempo sfaccendato trascorso né a produrre né a consumare? Orrore! Sceriffo, pensaci tu!”
Parrebbe il Medioevo, per l’idea distorta che i più ne hanno, e invece è la quotidianità che ci viviamo. Finita qui? Ma va! L’ex assessore silurato Francesco Banfi direttamente dall’oratorio ci tiene a ricordare che “sbaglia chi legge un blando no alle panchine, al povero o un accenno di razzismo: nulla di tutto ciò. La richiesta che avanzano i commercianti è pulizia, ordine e decoro, da intendersi anche sprofondanti nelle questioni presidio del territorio e sicurezza: basterebbe questo per non avere sporcizia e panchine popolate da gente che beve alcolici, dorme, minaccia, fa risse o urina in bella vista. […]
Per dare un suggerimento all’amministrazione: occorre dare mandato alla Polizia Locale di controllare le panchine; può essere redatta una mappa della dislocazione dell’arredo urbano.”

Dobbiamo ammetterlo: non avremmo una fantasia tale da riuscire a inventare un racconto fantastico all’altezza.

PICCHETTO ALLA GLS A BRUNELLO
Il 23 ottobre a Brunello mattinata dei tensione ai cancelli dalla GLS, la compagnia di trasporto che ha una filiale gestita da un subappaltatore.
Un gruppo di lavoratori, 4 della ditta stessa e una decina di rappresentanti del sindacato Sol Cobas, ha bloccato attorno alle 7.30 l’ingresso della ditta fermando i camion in arrivo.
Ci sono stati momenti di alta tensione e uno dei titolari dell’azienda finito a terra è stato soccorso per un malore.
Sono intervenuti i carabinieri che hanno presidiato il picchetto di protesta.
I dipendenti lamentano la violazione dell’orario di lavoro con turni troppo pesanti e atteggiamenti intimidatori da parte dei manager.

NUOVA SEDE FDI A SARONNO
E infine torniamo nuovamente a Saronno, dove tra omeri fratturati e panchine vietate non ci si annoia mai. Il prossimo sabato 27 ottobre la città degli amaretti subirà l’ennesima violenza, è prevista l’inaugurazione del nuovo circolo Fratelli d’Italia, infatti in via Ramazzotti al civico 33 troverà casa la sezione di Saronno e di Cislago.
Dopo l’apertura, a fini esclusivamente elettoralistici, della sede adiacente corso Italia ora l’apertura di una nuova sede. E anche stavolta non mancano i nomi ad accompagnare la pantomima: annunciata la presenza di Ignazio La Russa e Daniela Santanchè, dell’onorevole Paola Frassinetti, Carlo Fidanza, Andrea del Mastro e degli assessori regionali Riccardo De Corato e Lara Magoni.

DAL POZZO CONTRO IL RAZZISMO

Dopo il lamentìo per il presunto boicottaggio, i leghisti di Ceriano Laghetto, Cogliate e Lazzate continuano con il piagnisteo.
Nella frazione Dal Pozzo, luogo scelto per la festa della Lega Nord nella zona delle Groane, è stato distribuito casa per casa un volantino, scritto da alcuni residenti, che mettono in guardia i compaesani dal partecipare a quella che è a tutti gli effetti una festa razzista.
Ecco il testo del volantino:

IN ESTREMA SINTESI: CONTRO STATO E CAPITALE

Diversa attenzione mediatica hanno avuto due episodi diversi ma collegati tra loro.
Ci riferiamo innanzitutto all’esecuzione di un sindacalista, Soumalia Sacko, lo scorso 3 giugno in provincia di Vibo Valentia. E’ stato ucciso con un colpo di fucile da 60 metri di distanza mentre raccoglieva delle lamiere in un campo per costruirsi una baracca. La sua uccisione però deriva dal suo impegno coi sindacati di base (USB) per far valere i diritti di quei lavoratori che nei campi del sud si spaccano la schiena per due euro l’ora, la schiavitù dei giorni nostri. Schiavi per i quali, secondo il nuovo Ministro dell’Interno Matteo Salvini, col nuovo governo finirà la pacchia.
E mentre sul confine con la Francia a Bardonecchia il disgelo porta alla luce il cadavere di un migrante che ha provato ad attraversare il confine, Salvini decide di giocare con la vita di 600 persone a bordo di una nave. Questo il secondo episodio che ha avuto a differenza del primo un’eco ben diversa con presidi in diverse città italiane.

Diciamo che i due episodi sono collegati perché sono entrambi figli delle esigenze del capitale.
Soumalia Sacko è stato ucciso per logiche di schiavismo agrario, nuova frontiera dello sfruttamento che il capitale riesce a esercitare sui senza diritti. Ci riferiamo alle migliaia di schiavi del neocolonialismo che si trovano a lavorare 10 ore al giorno sotto il sole per venti euro, ci riferiamo a quelli costretti a vivere di stenti in baracche di lamiere. Non ci stupisce che la stampa mainstream abbia calcato la mano sul fatto che la mano che ha esploso il grilletto fosse legata alla ‘ndrangheta, ma le mafie nelle piantagioni svolgono il ruolo che altrove potrebbero svolgere i fascisti: il braccio armato della proprietà, gli sgherri dello sfruttamento. Ma non bisogna farsi distrarre, si chiama capitalismo e sfrutta e uccide.
Anche l’episodio dell’Aquarius può essere preso a emblema di come la questione sia più che mai radicale e a fondo. la maggior parte della gente su quella barca ci ha visto o clandestini (coloro che hanno un’idea tendenzialmente chiusa di società) o futuri cittadini (coloro che hanno un’idea tendenzialmente aperta di società). Ma lo sguardo, in un’ottica o nell’altra, è comunque in funzione sociale. Se provassimo a toglierci le lenti con cui guardiamo il mondo dal nostro punto di vista, forse, ci avremmo visto solo seicento persone. Seicento persone che senza società, forse, provvederebbero da sé allo spostamento, al cibo e a quant’altro. Coi rischi annessi e connessi. Come dice Fourier il contratto sociale ha oggi meno senso che mai: ci consegna nient’altro che le catene costringendo i più a morire per fame, o alla ricerca di soddisfare questo bisogno (morti sul lavoro, nel Mediterraneo, per logorio…).
Chi ti lascia senza casa è lo stesso che costruisce armi e genera nuove guerre, chi ti sfrutta al lavoro e ti costringe ad averne uno è lo stesso che uccide nel Mediterraneo. Si chiama Capitale e il capolavoro di quest’epoca è averlo reso apparentemente invisibile ai più, che si dimenano come animali al macello uno contro l’altro.
Di fronte a questa quotidiana barbarie è importante affilare lo sguardo e individuare con cura le cause e rapporti economici che portano 600 persone a essere merce di trattativa di politica internazionale tra Stati europei, così come quelle che uccidono un sindacalista di 29 anni nei campi schiavistici del sud Italia.
La barbarie è il capitalismo. La stessa barbarie di fronte a cui i partiti cosiddetti populisti sono riusciti a essere considerati dalla maggioranza dei votanti come forze antisistema, pur essendo naturalmente totalmente funzionali al capitale.
Solo con un estremo sforzo di immaginazione potremmo pensare che una possibile uscita da questa fogna, che ogni giorno ci umilia e immiserisce anima e corpo, sia accodarsi al carrozzone dei cadaveri della sinistra.
Contro Stato e Capitale: ben altro che vuoto slogan dei tempi che furono, potrebbe essere oggi qualcosa di cui parlare in ogni angolo di qualunque strada in qualunque città (forse quasi qualunque città).

COMO ANTIRAZZISTA

Nella città di Como, oggi bagnata dall’acqua, non soltanto quella del lago ma anche dalla pioggia battente, un numeroso gruppo di donne e uomini si sono riuniti in un presidio per esprimere il proprio no alle politiche razziste e aggressive dell’attuale governo che ha trattato come oggetti, in mezzo al mare, una umanità alla ricerca di una vita migliore.

Volantino del presidio

APPUNTAMENTI DI QUESTA SETTIMANA A SARONNO

Giovedì 14 giugno, ore 21, presso la Casa del Partigiano, via Maestri del Lavoro 2, Saronno.
Incontro sul carcere insieme al collettivo OLGa di Milano che da anni lotta per un mondo senza galere.
IL CARCERE NON È LA SOLUZIONE, È UNA PARTE DEL PROBLEMA.

Venerdì 15 giugno, ore 21,00, presso il Circolo la Teppa, via Guaragna, 6 Saronno Presentazione de “La Critica Radicale in Italia. Ludd 1967-1970.”
A cura di Leonardo Lippolis e Paolo Ranieri; Ed. Nautilus.

Sabato 16 giugno alle ore 16.oo in piazza Portici a Saronno

PRESIDIO CONTRO LE FRONTIERE
contro la politica razzista dei respingimenti per la libertà di circolazione degli individui

GALLARATE: SOLIDARIETÀ A SOUMAILA SACKO

Pubblichiamo qui una copia del volantino distribuito nel pomeriggio di sabato 9 Giugno 2018 a Gallarate, in solidarietà a Soumaila Sacko, bracciante agricolo e sindacalista ucciso a fucilate in provincia di Vibo Valentia. Un segnale importante in una città considerata avanguardia del leghismo provincialotto e guidata dal sindaco-sceriffo Andrea Cassani, le cui porcate avevamo già narrato qui e qui.

UOMO DI MERDA

Il sindaco di Uboldo, Lorenzo Guzzetti, ci ha abituato alla sua linea politica e alle sue dichiarazioni al passo coi tempi di merda in cui viviamo. Si è sempre posto con la verità in tasca, tra un’approssimazione e un po’ di sano realismo. Insomma, se i negri rubano cosa ci possiamo fare noi? Hanno ragione i Traini di turno a sparare. Il problema? Quei monellacci degli antifascisti, che provano a limitare lo spargersi a macchia d’olio del cancro razzista.
In fondo che si sia giunti a centinaia di aggressioni fasciste, con diversi omicidi, poco importa al nostro benemerito. E poco importa pure farne una questione di colore della pelle, come dire:
a Milano, in via Brioschi, il 7 febbraio di quest’anno, una settimana dopo la morte di Pamela, viene uccisa con 40 coltellate, Jessica, una ragazza di 19 anni, da un tranviere milanese? Allora è comprensibile se domani mi metto a uccidere il primo tranviere milanese. Questo non è accaduto e a nessun giornalista o politico di turno è venuto in mente di paragonare queste due atrocità.
Ma la stiamo già tirando troppo per le lunghe, ecco le sue parole, affinché rimangano ben scolpite nella testa di ogni persona:

“Io in 36 anni che vivo a Varese, patria della Lega, non è mai accaduto. Ho amici e nemici leghisti, chi più e chi meno “estremo” ma mai nessuno di loro ha forse pensato di sparare. In 36 anni che vivo a Varese ho vissuto e vivo una settimana si è l’altra pure l’odioso terrorismo di piazza dei centri sociali in nome dell’antifascismo.
Dopo tutto questo il matto era e resta un matto invasato in galera. E non sarò fascista se constato che sono stati fermati dei nigeriani perché presumibilmente hanno violentato una ragazza, l’hanno uccisa e poi l’hanno macellata e scarnificata come voi fate col pollo del supermercato.
Perché non sono fascista a dirlo neanche razzista. Constato la realtà.
Perché se mi chiedete se i nigeriani hanno la pelle scura vi dirò che non è un problema di pelle ma si, hanno la pelle scura. E non sono razzista nè fascista nel dirlo.
Sono semplicemente uno che vede.
A farne le spese sono sempre gli uomini in divisa che devono star dietro a questa massa che in nome “dell’antifa” ne combinano di ogni invece di essere presi rigorosamente a calci in culo. E sinceramente temo di più loro che un invasato come Traini.
Il vero fascismo oggi in Italia è l’antifascismo.
La mia solidarietà massima e sincera a tutte le nostre forze dell’ordine ormai da anni abbandonati da una politica incapace.
Di destra e di sinistra”

LEGHISTI BUONISTI?

A Lazzate negli ultimi tempi c’è stato un gran parlare di migranti. La storica roccaforte leghista non ha perso l’occasione di una propaganda feroce sulla questione migranti non appena in paese è giunta notizia dell’arrivo di quattro – q u a t t r o – profughi. Sono state paventate barricate, resistenze contro lo Stato centrale e buonista. Tutta propaganda. Compreso il cemento con cui di notte sono state simbolicamente sigillate le porte dell’edificio che avrebbe dovuto ospitare i quattro poveri profughi, ignari del paesello a cui sono stati destinati. Gli interessati non avranno difficoltà a documentarsi circa i fatti, i giornali locali ne hanno dato ampia visibilità.
L’ultima tappa di queste escalation della miseria è però degna di nota. La Lega Nord è in prima fila insieme ai partiti e ai movimenti fascisti (CasaPound, Forza Nuova, Lealtà Azione) nella battaglia contro lo Ius Soli, che ridotto ai minimi termini significa riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce sul suolo italiano. Si parla insomma di bambini. Ed è un bambino al centro dell’ennesima ignobile propaganda leghista. Un bambino definito “migrante” dagli stessi leghisti tramite Andrea Monti – lasciamo scoprire la risma dell’individuo al lettore – non è stato ammesso alla mensa scolastica. Complotto! Qualcuno vuol far scoppiare il caso a Lazzate e quindi ha di proposito suggerito ai genitori del bambino di non iscriverlo nella maniera burocraticamente corretta così poi da ritrovarselo non iscritto alla mensa.
Insomma, a pensar bene, per evitare l’uso strumentale di un episodio scottante i leghisti ne hanno fatto un uso a loro volta e nuovamente strumentale; a pensar male i leghisti a Lazzate se la suonano e se la cantano tranquillamente da diversi mesi, arrivando addirittura a tirare in ballo un bambino.
Poi però se la prendono quando qualcuno scrive sui muri che sono degli infami razzisti.

RAZZISMO ISTITUZIONALE

Como, 2 maggio 2017
Un ragazzo marocchino di 20 anni è stato trovato sul confine svizzero sprovvisto di documenti, a bordo di un treno proveniente dall’Italia. É stato quindi consegnato alla Polizia di Frontiera di Ponte Chiasso come da accordi bilaterali. Il ragazzo è risultato essere già destinatario di un ordine di espulsione e ricercato per un ordine di carcerazione emesso lo scorso 25 gennaio dalla Procura di Varese. La condanna di due anni da scontare fa riferimento al reato di false attestazioni a pubblico ufficiale. Il giovane è stato portato in carcere al Bassone.

Milano, 2 maggio 2017
Una vera e propria invasione di Polizia in antisommossa. Questo è successo in stazione centrale a Milano dove più di 300 poliziotti sono intervenuti per un rastrellamento contro gli stranieri. L’episodio è inevitabilmente politico, infatti lo sciacallo per eccellenza, Matteo Salvini, era già sul luogo pronto a farsi fotografare e ad esultare. Non sono mancati i momenti di tensione tra antirazzisti e forze dell’ordine. Il bilancio dell’operazione parla di 150 migranti identificati (profughi, richiedenti asilo e non solo) e 52 portati in Questura per «accertamenti».

Monza, 3 maggio 2017
Sono rimasti in 45 i richiedenti asilo alloggiati in via Asiago 8/D, dopo che ieri si è conclusa l’azione di sfratto iniziata nel fine settimana per alleggerire la presenza di profughi nel condominio di San Rocco. Non sembra un caso che l’azione di questi giorni della Prefettura sia avvenuta dopo l’avvio della campagna elettorale, dopo le sparate razziste di Lega Nord e CasaPound, e a qualche giorno dal passaggio da Monza del ministro dell’Interno Marco Minniti.

Roma, 3 maggio 2017
Il Decreto Minniti porta alla prima uccisione. Si tratta di un ambulante senegalese di 54 anni. È stato investito da un motorino dei vigili urbani in borghese mentre scappava dal controllo. “È caduto e ha battuto la testa”, hanno dichiarato alcuni presenti. Una trentina di loro si sono recati sul luogo dell’accaduto per protestare, creando caos sul lungotevere con conseguenti ritardi delle linee bus. Sul posto sono giunti anche agenti di polizia in tenuta antisommossa.

Rilanciamo due appuntamenti di piazza:

oggi 4 maggio, alle 18 a Milano in piazza della Scala. Presidio antirazzista.

sabato 6 maggio, alle 15 in piazza della tessitura a Fino Mornasco (CO), presidio contro le deportazioni e contro l’agenzia viaggi “Rampinini”, complice nelle deportazioni.