LA PIÙ GRANDE MENZOGNA

La più grossa menzogna per gli sfruttati è sentirsi parte di una nazione

Condividiamo da Assemblea Antifascista Saronnese 

Questa sera, mercoledì 21 novembre, all’Aldo Moro di Saronno ci sarà l’incontro organizzato da Accademia 19 (associazione di estrema destra che vuole darsi una parvenza culturale). L’incontro partirà dal “Trattato del ribelle” di Ernst Junger per poi lasciare parola ad uno dei maggiori esponenti della mediocrità culturale del nostro tempo: Diego Fuff… Fusaro. Giusto per rendere l’idea vi diciamo due cose a riguardo: da qualche tempo scrive nel Primato Nazionale, giornale di informazione di CasaPound. Due settimane fa è stato ospite dei nazisti di Lealtà Azione nella loro sede, la skinhouse di Bollate. Non sappiamo se due indizi facciano effettivamente una prova, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa di una accurata ricerca individuale sul personaggio, ne troverete delle belle.

Non ci stupiamo che l’amministrazione di estrema destra che governa Saronno conceda spazi e fondi a questi figuri, né ci stupiamo che un’associazione (Accademia 19) nata col solo scopo di aprire uno spazio all’estrema destra in città chiami un personaggio di tale risma, infine nemmeno ci stupiamo del tentativo dei fascisti di oggi come quelli di ieri ci darsi la parvenza del ribelle, qando la loro massima aspirazione è quella di essere parte dell’esercito a difesa dello stato di cose presenti. Misteri della modernità.

Ci interessa invece andare un attimo più a fondo e scorgere come i movimenti di estrema destra stanno lavorando a livello ideologico e che ruolo hanno nel presente che viviamo.

Nessuno ha la percezione che domani possa essere un giorno migliore di oggi, viviamo in tempi abbruttiti e davanti ai tanti schermi che popolano la nostra giornata siamo sempre più soli di fronte alle angherie dell’economia. Mantenersi una casa, soddisfare in tranquillità i bisogni primari è sempre più un lusso. In questo malessere diffuso, di fronte alle ingiustizie di tutti i giorni, soltanto l’indifferenza dei più permette il ripetersi di questa agonia. Oltre a ciò ci sono anche i personaggi come Fusaro, capaci di creare il Nemico utile alla creazione dell’identità nazionale. Creare l’identità nazionale significa inculcare a tizio il sentimento di amore per il padrone che lo sfrutta, purché italiano, e il sentimento di rivalsa/odio verso il collega o per il disoccupato di turno, purché straniero. Questa abilità retorica e ideologica è particolarmente preziosa al mantenimento dello status quo in un periodo come questo, ed è per questo motivo che è necessario smascherare queste operazioni.

Operazioni naturalmente sostenute da quella ampia fetta politica che della guerra civile in potenza ha tutto da guadagnare, basti osservare attorno a quali parole ruota la campagna elettorale costante di Salvini: buonismo (neologismo passato ormai nella vulgata nazionale con cui non si descrive un atteggiamento, ma lo si denigra) e sovranismo (come se essere governati dalla banca italiana o da quella europea faccia una qualche differenza, come se il problema non fosse la radice di questa società, e quindi l’economia in sé – o il capitale, che dir si voglia).

La più grossa menzogna per gli sfruttati è di sentirsi parte di una nazione, è il fumo negli occhi necessario al capitalismo in questo momento storico. Oggi abbiamo la percezione di un’ondata di ritorno di fenomeni razzisti, e chi la avverte ha senza dubbio ragione. Ma questo razzismo è conditio sine qua non del capitalismo stesso, che per lunghi decenni ha permesso all’occidente uno stile di vita agiato basato sullo sfruttamento di popolazioni lontani da noi e sulla devastazione di territori di altri continenti. Oggi la contraddizione è forse più palese sotto i nostri occhi, e ancora più palesi sono i nemici contro cui combattere, prestando attenzione a chi, come Fusaro, getta fumo per confondere.

Se le grandi masse fossero così trasparenti, così compatte fin nei singoli atomi come sostiene la propaganda dello Stato, basterebbero tanti poliziotti quanti sono i cani che servono ad un pastore per le sue greggi. Ma le cose stanno diversamente, poiché tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto questi lupi sono forti in sé stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in un branco.
È questo l’incubo dei potenti.
E. Junger, Trattato del ribelle

Assemblea Antifascista Saronnese