Scuola quadri

Si respira aria di merda in provincia. No, non solo per le polveri sottili e per le emissioni fuori controllo. È merda metaforica, che non si limita alla provincia, ma qui è possibile apprezzarla in purezza. La scuola quadri della Lega ha trovato dei secchioni tra Saronno, Gallarate, Tradate, Lazzate e una buona percentuale dei comuni col suffisso “ate”. Un’avanguardia per quanto riguarda l’utilizzo della propaganda, autoalimentata a sua volta con azioni da propaganda.

Partendo da alcuni esempi pratici, possiamo arrivare ad analizzare con un colpo d’occhio più preciso i fili che vengono tirati dai burattinai di partito, sia a livello locale che nazionale. Gallarate e Saronno, si sono rese protagoniste negli ultimi mesi della più becera campagna anti-immigrato della storia recente. I sindaci delle suddette cittadine hanno abolito lo sportello per disabili e stranieri, uno dei pochi punti di riferimento per coloro i quali si ritrovano a barcamenarsi tra burocratese e scarsa conoscenza della lingua, aumentando il disagio di questi soggetti e il conseguente isolamento. Una scelta criticata da più fronti, ma che non sembra aver subito alcun cambiamento, in nome della “spending review”, che fa sempre comodo tirare in ballo.

Stessa utilizzata per togliere i fondi per gli educatori che prestavano servizio al campo Sinti di Gallarate, per evitare la dispersione scolastica, il tutto giustificato con un semplice “i nomadi devono andare a scuola”, mistificando di fatto quello che è la realtà, dato che i soggetti in questione a scuola ci andavano e ci vanno regolarmente. Non si tratta propriamente di tagli, poiché i soldi per imbonire i poveri paesanotti ci sono sempre. Due esempi: il rifacimento dello stadio a Saronno e l’area feste di via Danimarca a Gallarate con l’organizzazione del Summer Festival (arenatosi dopo un mesetto dalla sua inaugurazione). Insomma, redistribuzione dei fondi in modo da avere apparentemente la faccia di chi fa, togliendo a chi già non ha nulla, con delle scelte che risultano la maggior parte delle volte anche popolari (non per chi ha l’occhio allenato, o semplicemente non è totalmente alienato) favorite dalla propaganda di giornaletti che non dovrebbero essere definiti nemmeno tali, e che risultano invece i più venduti in provincia. Giornaletti in combutta con la linea del partito, i quali montano casi ad arte e regalano spazio a questi personaggi poco raccomandabili, ingigantendo l’insicurezza percepita, in particolare nei confronti dei migranti. Ogni occasione è buona per gettare fango su chi ha attraversato il deserto per cercare di sfuggire a miseria e/o conflitti, creando al contempo il mito del bravo italiano lavoratore.

Alcuni mesi fa, il Sindaco di Gallarate ha negato la concessione della carta d’identità ai migranti presenti sul territorio della cittadina, dichiarando che se dipendesse da lui, li avrebbe già rispediti al proprio paese, confermando il livello di barbarie culturale già messo sul piatto in più occasioni. Non solo: “hanno il wi-fi e una villa con giardino”, queste le parole del primo cittadino Cassani, in occasione di una visita d’ispezione da parte dell’assessore alla sicurezza (sic!) Caruso. Un’accoppiata vincente quando si tratta di creare e fomentare l’odio nei confronti di chi non ha nulla, partecipando e alimentando quella canea mediatica che ahinoi ci tocca leggere tutti i giorni a destra e a manca.

Un altro esempio recente (e ci stiamo limitando solo a riportare i fatti degli ultimissimi tempi) è la creazione del comitato no profughi a Sciarè, con tanto di assemblea e raccolta firme nella cartoleria della via interessata. Tra i paladini, oltre ai due tristemente noti, anche De Bernardi Martignoni, da sempre in prima fila quando si tratta di fare speculazione sulle vite altrui.

Anche quando si tratta di mistificare la Storia, abbiamo a che fare con dei professionisti: vedi i fatti del 25 aprile scorso, e precedenti. Insomma, sembra che il capo dell’amministrazione gallaratese, sia stato scelto tra gli autori di Quinta Colonna o Dalla Vostra Parte, classici programmi che ricalcano appieno il profilo dei propagandisti di cui si parlava prima, utilizzando lo stesso linguaggio semplicista e rozzo che la gente sente in televisione e che molto spesso – almeno da queste parti – si aspetta di sentire. Infatti è proprio in questi giorni che il nostro Sindaco, in seguito alla chiusura dei centri profughi gestiti da KB, ha dato 90 euro di tasca propria in aggiunta a quelli forniti dalla stessa KB ai 12 richiedenti asilo rimasti senza dimora per dargli la “possibilità” di andare a Milano dove c’è – a suo dire – una giunta di sinistra. Una mossa puramente elettorale che rispecchia quello che l’elettorato leghista si aspetta: una scelta totalmente superficiale come nascondere la polvere sotto al tappeto, dimenticandosi che si sta parlando di persone e non di merce.

P.S. L’elenco delle porcate è stato di gran lunga sintetizzato per evitare che il lettore si annoiasse troppo, data la lunghezza che il testo avrebbe raggiunto.

COMUNISTI PADANI

Le correnti interne alla Lega Nord ci sono sempre state. Chi sta leggendo pensiamo sappia bene negli anni novanta alcuni dei pezzi grossi della Lega (Maroni e Salvini su tutti) facevano parte dei “Comunisti Padani”.
Lo stesso Senatur si è più volte espresso contro la deriva fascista della Lega Nord, ribadendo che lui, figlio di partigiani, con i fascisti non avrebbe mai sfilato e mai si sarebbe alleato.
Come è, come non è, riportiamo invece la presa di posizione della famiglia Fagioli, che ha deciso di colorare di rosso il sole delle alpi che troneggia sul cancello della loro abitazione.
Soprassediamo momentaneamente sull’ostentazione del simbolo leghista, peraltro con dubbio gusto estetico.