Creano scompiglio le dichiarazioni che il presidente di LTF (la società incaricata degli studi e della progettazione della Torino-Lione) ha rilasciato al quotidiano Le Monde. Dice Hubert du Mesnil a proposito dei fondi europei per la Torino-Lione: “è possibile una riduzione con un finanziamento soltanto del 20%, oppure potrebbe esserci un rinvio del progetto”.
Quello del finanziamento Europeo è un nodo fondamentale, perchè come dice Le Monde “si l’Europe ne finance pas, le projet ne se fera pas”. Da tempo il movimento no tav ripete che non vi è alcuna certezza di tale finanziamento, ma ministri, commissari di governo e varia fauna politica da mesi, per non dire da anni, ripetono il mantra dei fondi europei. Ora è lo stesso presidente di Ltf a mettere in dubbio quei soldi. Le Monde si pone anche una domanda che è la medesima fatta dal movimento: “l’Europa manterrà il tunnel franco-italiano nell’elenco dei cantieri da finanziare, dal momento che moltissimi sono i progetti – la Francia presenterà a Bruxelles altre richieste come il canale Senna-Nord Europa, valutato circa 4 miliardi di euro e l’Italia chiederà i fondi per il tunnel del Brennero che la collega all’Austria?”
Dopo che il movimento no tav ha rilanciato ieri l’articolo del quotidiano francese immediate sono state le precisazioni, i distinguo e le interpretazioni del mellifluo commissario di governo Mario Virano, riportate in un interessante articolo pubblicato quest’oggi da La Stampa. L’architetto Virano cerca di tranquillizzare dicendo che giovedì era a Bruxelles e ha parlato per 3 ore con la commissaria ai trasporti. Ora, a parte la figura sempre più deprimente che restituisce Virano con queste dichiarazioni e questi tentativi mal riusciti di mettere pezze alle parole del presidente di LTF, davvero quest’uomo è adeguato a essere messo a capo della società che dovrebbe costruire il tunnel di base, come pare essere intenzione del governo? Non è un poco strano che chi oggi chiede rassicurazioni all’Europa nel ruolo di commissario di governo domani potrebbe dover gestire i miliardi di euro che costerebbe il tunnel di base?
Che ci siano i finanziamenti europei, che vengano ridotti, che il progetto venga posticipato, noi serenamente continuiamo a resistere, convinti di poter fermare questo scempio ambientale ed economico e forti di ragioni che giorno dopo giorno vengono confermate. E ci prepariamo a scendere in piazza domani, per fare l’ennesimo passo di un cammino di resistenza che dura ormai 25 anni.