domenica, maggio 5, 2024
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Bloccati i colloqui per Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia

Bloccati i colloqui per Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia

Nella mattinata di oggi, un compagno e un familiare di Chiara, recatisi alle Vallette per i colloqui che svolgono regolarmente da ormai più di un mese, si son visti negare dai secondini la possibilità di incontrarla. “C’è un nuovo provvedimento del Tribunale che blocca i colloqui”, hanno spiegato le guardie. Nel corso della giornata si è poi appreso che il blocco dei colloqui riguarda anche Niccolò, Claudio e Mattia, ma non si è ancora riusciti a comprendere il perché di questa decisione né la durata di questa interruzione. Responsabili di questa manovra sono naturalmente i soliti Padalino e Rinaudo. Al momento dunque i compagni oltre che non poter incontrare altri detenuti non hanno neanche alcun contatto con il mondo esterno. Se Niccolò, Claudio e Mattia si possono incontrare solo tra di loro, Chiara a questo punto è invece in un isolamento assoluto.

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da annaresinfo

No Tav. La gabbia si serra sempre più forte

20 gennaio. Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò, rinchiusi alle Vallette con l’accusa di terrorismo dallo scorso 9 dicembre [1], sin dal primo giorno sono stati sottoposti ad un regime di sorveglianza speciale.
Niente aria né socialità con altri detenuti, chiusi in cella per buona parte della giornata. Claudio e Nicolò sono nella stessa cella, Mattia è in cella con un altro ragazzo:  i tre sono nella medesima sezione ed hanno la possibilità di comunicare tra di loro. Al femminile Chiara si trova da sola.

A tutti erano stati concessi gli incontri con amici a familiari. Questa mattina un amico ed un familiare di Chiara sono stati respinti, perché i colloqui sono stati sospesi dai PM Rinaudo e Padalino. Il provvedimento vale anche per gli altri tre.

La corrispondenza censurata e in ritardo già limitava i loro contatti con l’esterno, la decisione di vietare anche i colloqui, serra sempre di più la gabbia che li chiude.
Da questa mattina Chiara è completamente isolata.
È trascorsa solo una settimana dalla decisione del tribunale del Riesame di confermare l’accusa nei loro confronti.
I giudici nelle motivazioni della sentenza hanno scritto: “È ravvisabile la finalità di terrorismo tenuto conto che l’azione è idonea, per contesto e natura, a cagionare grave danno al Paese, ed è stata posta in essere allo scopo di costringere i pubblici poteri ad astenersi dalla realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza internazionale”.

Con queste motivazioni può essere accusato di terrorismo chiunque si opponga attivamente ad una scelta del governo.
Ricordiamo che l’azione di cui sono accusati i quattro No Tav è un sabotaggio al cantiere Tav in Clarea, nella notte tra il 12 e il 13
maggio. In quell’occasione venne danneggiato un compressore, nessuno si fece male.

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