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21 febbraio 2014 – Avigliana, Serata Informativa

Tra le prossime attività previste per la realizzazione della Torino-Lione ci sono lo spostamento della pista di guida sicura da Susa ad Avigliana e lo spostamento dell’autoporto da Susa a San Didero.
Un’operazione che vale in totale 116.345.402 € (in meno nelle nostre tasche) e circa 175.000 mq di terra cementificata in più in una valle a rischio idrogeologico.
Contemporaneamente la Procura di Torino utilizza ogni mezzo a sua disposizione per criminalizzare e annientare l’opposizione popolare.
Tutto questo perché? Analizziamo insieme la situazione.

INTERVERRANNO ALLA SERATA:

Dr. LUCA GIUNTI (tecnico Comunità Montana)
Avv. CLAUDIO NOVARO (legal team)
Avv. STEFANO BERTONE (legal team)
Saluto del sindaco ANGELO PATRIZIO

Scarica il volantino e la locandina della serata informativa

Serata-informativa-21-02-20

LTF ha presentato i progetti per lo spostamento dell’autoporto e della pista di guida sicura.
Queste strutture verrebbero rilocalizzate a San Didero/Bruzolo e ad Avigliana per far posto alla stazione
internazionale del Tav a Susa. Uno spostamento che costerà, a preventivo, 116 milioni di euro, che
occuperà 175 mila metri quadri di terreni. Uno spostamento inutile, per un’opera inutile.
Trovano oltre cento milioni di euro per spostare strutture che già esistono cementificando nuovi terreni,
ma chiudono gli ospedali, aumentano a dismisura il costo del trasporto pubblico, non si curano delle
scuole che cadono a pezzi, nulla fanno per sostenere il reddito.
Per l’ospedale avevano finito i soldi, ma per mettere ad Avigliana, in area alluvionabile, un pista che non
produrrà nessun nuovo posto di lavoro sono pronti a spendere 18 milioni di euro.

116.000.000 di euro. 175.000 metri quadrati di suolo consumati.
Nessun nuovo posto di lavoro.

Vogliamo far gestire tutto questo alla Consepi che negli ultimi anni ha sempre chiuso con bilanci in rosso
nonostante i finanziamenti regionali (che paghiamo noi)?
Vogliamo lasciargli sprecare altri soldi pubblici,
altri terreni? Noi non ci stiamo.

Il 9 dicembre 2013 tre ragazzi e una ragazza, no tav, vengono arrestati. L’accusa è pazzesca:
attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione di armi da guerra.
La pena per queste accuse può arrivare a 30 anni di galera.
Ma a cosa fa riferimento una accusa così abnorme? A una notte in cui qualcuno danneggiò le recinzioni
del cantiere di Chiomonte, un generatore andò a fuoco, ma nessuno si fece neppure un graffio, né le
forze dell’ordine né tanto meno gli operai.

30 anni di carcere. Per un generatore.

Il 7 gennaio 2014 il tribunale di Torino condanna 2 amministratori e uno storico militante no tav a pagare
215 mila euro (215.000!!!) a LTF, la ditta incaricata di progettare il Tav, perché insieme ad altri attivisti
avrebbero impedito l’esecuzione di un sondaggio a Susa. La cifra si riferisce all’affitto che LTF avrebbe
pagato per una superficie di 300 metri quadrati per 15 giorni.

Duecento mila euro. Per affittare un piccolo terreno. Per 15 giorni.

E queste sono le punte dell’iceberg: ci sono circa 600 imputati, più di un migliaio di indagati, decine di
persone sottoposte a varie restrizioni (obbligo o divieto di dimora, foglio di via, domiciliari), un processo
contro 53 no tav condotto nell’aula bunker delle Vallette.
In questi dati sta l’accanimento con cui la procura di Torino sta portando avanti il suo attacco al
movimento no tav e sperimentando una macchina repressiva da estendere a chiunque alzi la testa. E
poco importa se chi alza la testa lo fa per i propri diritti, per difendere un posto di lavoro, per una casa,
per una pensione dignitosa, per un futuro migliore.
Il messaggio è chiaro: chi si oppone a questa politica assurda, chi pretende di poter dire la propria
su ciò che avviene sul territorio e con i nostri soldi, verrà punito duramente.
Un messaggio che la procura lancia forte e chiaro, funzionale e propedeutico ai cantieri che vorrebbero aprire in Valle.
Cantieri che ci riguarderanno, da vicino.

Ognuno può fare qualcosa per opporsi a questa deriva: partecipare, informarsi, informare.
Perché ne va delle Libertà di ciascuno di noi. Ne va della Libertà di tutti.

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