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Archivi dell'autore: mattia

Letture: “Già fantasmi prima di morire” di Monica Scaglia

MONICA SCAGLIA

PREFAZIONE DI SANDRA BERARDI 

INTRODUZIONE DI DOMENICO BILOTTI 

POSTFAZIONE DI FRANCESCA DE CAROLIS 

Questo libro racconta cosa significa essere persone malate in carcere. Si è già fantasmi agli occhi degli operatori carcerari e sanitari in un contesto che di per sé produce malattia piuttosto che curarla. Si è già fantasmi per la società, che non ritiene di dover gettare lo sguardo di là dalle sbarre. I dati noti documentano che i due terzi dei detenuti in Italia soffrono di qualche patologia e che ogni anno muoiono una media di cento persone nelle patrie galere. Monica Scaglia, “detenuta oncologica” per cinque anni, in carceri del Nord, descrive alcuni fatti, momenti della sua esperienza. Una drammatica testimonianza, ma anche un’esplicita accusa che mette a nudo la costante violazione, nelle nostre prigioni, del diritto alla salute che pure la Costituzione prevede per tutti.

Monica Scaglia, attualmente in regime di detenzione domiciliare sanitaria, sta scontando gli ultimi quattro anni di residuo pena. Ha ideato, e ha collaborato alla sua realizzazione nel 2004, il libro S.O.S. fiabe (Editrice Elena Morea, Torino), alla cui traduzione in lingua inglese sta lavorando il dottor Abiodun Ayanru, impiegato presso il Centro Piemontese Studi Africani di Torino. Attualmente si sta dedicando alla scrittura dell’inedito “Il sangue caldo dell’Africa”. 

Sandra Berardi attivista, socia fondatrice e presidente dell’Associazione per i diritti dei detenuti Yairahia Onlus di Cosenza.

Francesca De Carolis giornalista; autrice, su temi affini, di Urla a bassa voce, dal buio del 41bis e del fine pena mai, Stampa Alternativa, 2012. 

Domenico Bilotti docente a contratto di Diritto e Storia delle Religioni, UMG, Università Magna Graecia, Catanzaro. 

https://www.libreriasensibiliallefoglie.com/dettagli.asp?sid=90933452220190822184425&idp=337&categoria

Puntata del 22/11/2019 L’operazione “Scintilla”

“Scintilla” è il nome di un’operazione repressiva creata dalla Questura di Torino per arginare le iniziative di solidarietà verso chi è rinchiuso in carceri e CPR, per colpire un movimento di lotta contro queste strutture repressive e culminata con lo sgombero di uno spazio torinese autogestito da più di vent’anni (l’Asilo Occupato). Sono stati arrestati all’inizio di febbraio 2019 sei militanti anarchici (l’ultimo e settimo il 26 novembre 2019 a Cerro Veronese) accusati di “Aver promosso, costituito, organizzato e partecipato a un’associazione sovversiva (ex art. 270 c.p.) diretta e idonea a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei CIE/CPR e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture di accoglienza” sono le frasi nell’ordinanza del Gruppo Antiterrorismo della Procura di Torino. Tra gli episodi sotto la lente della Procura vi sono anche due attacchi ad uffici postali torinesi. Ricordiamo che la compagnia aerea Mistral Air di Poste Italiane è responsabile dei rimpatri di detenuti all’interno dei CPR in Italia e quindi complice delle deportazioni per mano delle questure soprattutto con l’ultimo “decreto sicurezza bis”. Analizziamo questa operazione repressiva con le parole dell’avvocato Notaro del Foro di Torino.

Puntata del 9 novembre 2019 Ergastolo ostativo e la morte di Elena

La testimonianza di Mario Trudu, deceduto pochi giorni fa dopo una vita passata nel carcere duro, che ci descrive la sua esperienza in una lucida intervista su che cos’è l’ergastolo ostativo celato dietro troppi luoghi comuni.
Il 13 agosto muore arsa viva in un letto di contenzione una ragazza di 19 anni durante un incendio nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Bergamo. Umberto del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud ci racconta la storia di Elena, splendida ragazza a cui è bastata una settimana di ricovero per lasciarci la sua giovane vita. Ovviamente non si può parlare che di omicidio di Stato. I casi di decessi all’interno di questi reparti di cura, in tutto il nostro paese, sono davvero troppi. Lotteremo affinché le istituzioni e le persone protagoniste in questa drammatica vicenda si assumano tutte le loro colpevoli responsabilità.

Non dimentichiamo Egidio

Egidio è morto a 82 anni nel carcere duro di Parma dopo un anno di reclusione: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La drammatica vicenda risale a poco più di un anno fa, quando Egidio si ritrova a varcare le porte del carcere parmense perché nel 2012 aiutò un migrante dell’est a varcare il confine italiano. Non era un trafficante di esseri umani, non aveva guadagnato niente da quell’episodio se non il piacere di aver dato una mano a qualcuno che aveva bisogno di aiuto. Egidio è un migrante da quando aveva 17 anni, da quando partì per andare a fare il saldatore in Argentina. Lui sapeva cosa erano le frontiere. Tornato in Italia, chi lo conosceva bene ci parla di un’esistenza ai margini della società vissuta sempre con dignità. Grazie ad una associazione che promuove lotte per il diritto di tutti ad avere una casa, finalmente l’aveva ottenuta dal comune di Parma. Ma la condanna per quel reato continuava a covare sepolta sotto di lui e a dicembre del 2018 è stato arrestato e condannato al regime 4bis come un pericoloso criminale. Anziano e senza avvocati, alcuni attivisti erano riusciti, trovandogli un avvocato di fiducia, a fargli ottenere gli arresti domiciliari grazie al ricovero ospedaliero. Tutto vano. Si è spento il 6 di settembre dopo appena una settimana di ricovero, ucciso da un tumore ai polmoni.

Bruna Giuseppe

Militante anarchico arrestato il 21 maggio 2019 assieme ad atri due compagni per un’indagine dei carabinieri del ROS chiamata operazione “Prometeo” . Sono accusati dell’invio di tre plichi esplosivi destinati al pm Antonio Rinaudo (da sempre impegnato nel torinese contro le Brigate Rosse ieri ed i No Tav oggi), al pm Roberto Sparagna (anch’esso torinese ed impegnato da sempre nella caccia all’anarchico) e al direttore a Roma del Dipartimento Amministrativo Penitenziario Santi Consolo.

 

up date 16/11/2021: informiamo che a Giuseppe sono stati finalmente concessi gli arresti domiciliari.

Savio Natascia

Militante anarchica arrestata il 21 maggio 2019 assieme ad atri due compagni per un’indagine dei carabinieri del ROS chiamata operazione “Prometeo” . Sono accusati dell’invio di tre plichi esplosivi destinati al pm Antonio Rinaudo (da sempre impegnato nel torinese contro le Brigate Rosse ieri ed i No Tav oggi), al pm Roberto Sparagna (anch’esso torinese ed impegnato da sempre nella caccia all’anarchico) e al direttore a Roma del Dipartimento Amministrativo Penitenziario Santi Consolo.

Casa Circondariale di Vigevano
Via Gravellona, 240
27029 Vigevano (PV)

(update 1/6/2021)

 

Lettera di Natascia pubblicata il 22/8/2020:

https://www.autistici.org/mezzoradaria/uno-scritto-di-natascia-dal-carcere-piacentino-delle-novate/

 

 

Dolce Luca

Militante anarchico arrestato in Trentino il 19/02/2019 nell’Operazione Renata assieme ad altri sette compagni.

– Lettera di Luca dal carcere –

Berdusco Giulio

Casa circondariale 

via Paluzza n. 77
33028 TOLMEZZO (UD)

 

Militante anarchico arrestato in Trentino il 19/02/2019 nell’Operazione Renata assieme ad altri sette compagni.

Parolari Andrea

Casa Circondariale

Via Basilio Dalla Scola, 150
36100 Vicenza (VI)

 

Militante anarchico arrestato in Trentino il 19/02/2019 nell’Operazione Renata assieme ad altri sette compagni.

Trentin Agnese

Casa Di Reclusione Verziano
Via Flero, 157
25125 Brescia (BS)

 

Militante anarchica arrestata in Trentino il 19/02/2019 nell’Operazione Renata assieme ad altri sette compagni.

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