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Chi siamo

Siamo tornati! Dalle frequenze di Radio città Fujiko 103.1, questa è ½ ora d’aria.
Andiamo in onda tutti i sabato dalle 17.30 alle 18!

½ ora d’aria è una mezz’ora in cui parleremo delle strutture detentive, in particolare di quelle presenti a Bologna. Solo in questa città infatti ci sono un carcere, la Dozza, un carcere minorile in via del Pratello e un CIE, momentaneamente in fase di ristrutturazione.

Abbiamo parlato e parleremo di sovraffollamento, amnistia e indulto, istruzione, sanità, CIE, OPG, della tortura dispensata sistematicamente e a tempo indefinito nelle sezioni del 41 bis e del fine pena mai sentenziato all’ergastolo ostativo, ma anche di coraggio, di sbarre superate e di lotte portate avanti.

Pensiamo che il carcere sia uno dei pilastri di questa società, che ci vuole consumatori silenti e atomizzati, se non definitivamente merce stessa. E quando qualcuno non ci sta, o semplicemente non riesce a soddisfare le richieste di stato e mercato, ecco che per lui/lei si concretizza il carcere. La galera è la realtà socialmente prevista e preordinata per i poveri, per gli sfruttati, per i ribelli, per chi consapevolmente o meno evade dal tracciato imposto, che a ben vedere sembra più una bara che una strada. Diventa perciò funzionale e necessario rinchiudere, allontanare e reprimere per poter mantenere lo status quo.

Ben consapevoli dei fini pianificati dello stato, sentiamo l’urgenza di prenderci il tempo, qui ed ora, per lottare contro la concretezza della manifestazione quotidiana dello stato. Non puntiamo e non auguriamo una riforma del carcere, che peraltro è già in atto e va in direzione contraria agli interessi di miglioramento delle condizioni di vita a lungo termine dei detenuti che vogliano conservare la loro dignità individuale, il loro spazio di reagire a soprusi e violenze. Accontentarci di uno spicchio di mela deve servirci per puntare alla mela stessa, non per vivere sugli scarti dettati da tempi politici ed economici.
I politici sono bravi a giocare sulla pelle della gente. Da Pannella che propone il referendum sull’ergastolo in un paese dove la gente pensa che sia necessaria l’esistenza di questo, un presidente dello stato che va a Regina Coeli a promettere per l’ennesima volta l’amnistia, un politico che soffia sul vento della scarcerazione per interessi personali. E intanto di carcere la gente continua a morire e la responsabilità è dello stato e dei suoi sgherri in divisa, dal funzionario che firma carte al secondino che chiude la cella. Sono bravi a dire “sto eseguendo un ordine”.  E’ una storia già sentita, lo dicevano le SS nei campi di sterminio. Ai politici non interessano i detenuti, non interessa la gente. Solo la gente stessa può cambiare il proprio futuro organizzando la propria lotta.

Il carcere di adesso non è più come il carcere di tanti anni fa. Come è cambiata la società, così è cambiata la galera. Nel corso del tempo hanno introdotto differenziazione, premi e punizioni, isolamento. Ed è a questo che noi dobbiamo far fronte, da fuori e da dentro, perché è con questi mezzi che lo stato fomenta la guerra tra poveri. Ricatta chi sta fuori con lo spauracchio del carcere, promette sconti in cambio di silenzio a chi sta dentro. A tutto questo dobbiamo contrapporci, dentro come fuori, perché il problema non è il nostro vicino di casa ma chi ci tiene alla fame, sfrutta e devasta un mondo e le vite che in esso esistono.
Con ½ ora d’aria vogliamo superare il muro del silenzio e dell’indifferenza, vogliamo andare oltre le sbarre che ci dividono, consapevoli che la solidarietà è un’arma e sta a noi usarla.

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