Archivi tag: salvini

CANSALVINI: SEGUGIO DI RAZZA

“Sto seguendo la situazione e sono sicuro, come mi hanno garantito, le Forze dell’ordine, che l’extracomunitario verrà rintracciato velocemente. Lo prenderemo e lo espelleremo immediatamente” Questo è quanto ha detto il grande ministro CanSalvini, un vero segugio, da la caccia a chiunque, ad alcuni li va a prendere in altre nazioni e con gran rullar di tamburi, li porta in Italia per far scontare loro una pena “giusta” dopo 40 anni dal fatto,  altri li cerca e li rimanda al loro paese  però il 15 gennaio, a l’aeroporto di Malpensa,  non ci è riuscito con l’uomo egiziano che doveva essere rimpatriato ed ha pensato bene di saltare giù dall’aereo per dileguarsi tra le piste dell’aeroporto, bloccando il traffico aereo per tre ore.

I cani sono sguinzagliati, cercano la preda che tanto danno arreca a questo povero paese, il CanSalvini li comanda e con la bava in bocca si fa amare da quelli che un giorno lo prenderanno a bastonate.

Apprendiamo dalla stampa che oggi 16/01 l’uomo è stato trovato Samarate, poco lontano dall’aeroporto.

INSURREZIONE!

Uno dei tanti manifesti che si trovano sui muri di Saronno

Una rivendicazione contro il caro benzina è stata la miccia che in Francia ha incendiato la prateria. In migliaia si stanno battendo strada per strada, consapevoli che a questo punto è all’ordine poliziesco ed economico che bisogna strappare angoli di libertà.
Ci hanno raccontato che la violenza non è utile alla lotta solo perché lo Stato vuole avere il monopolio dell’uso della forza. I rivoltosi francesi ci insegnano, ancora una volta, che è nelle strade che si lotta per la libertà. Con i blocchi, con le barricate, con l’intelligenza degli insorti.
In Italia, milioni di voti hanno permesso a Lega e M5S di salire al governo, per promuovere con il Decreto Salvini leggi liberticide che inaspriscono le pene per forme di lotta come il blocco stradale e rendono impossibile la vita agli ultimi, ai più poveri. Quello che spacciano per cambiamento in realtà è difesa del privilegio economico e sociale.
Contro tutto questo, per riprendere le nostre vite, esiste una parola che i potenti vorrebbero dimenticata: insurrezione!

 

SULL’IMMINENTE SGOMBERO DEL CAMPO SINTI A GALLARATE

“È finita la pacchia!” Ha esultato Salvini su Twitter, riferendosi all’imminenza dello sgombero del campo Sinti di Gallarate.

Ci vuole proprio un gran coraggio nel voler demolire le abitazioni di 80 persone (di cui circa la metà minori) per sbatterle in mezzo ad una strada con l’inverno alle porte. Ma si sa, la perversione dei politicanti al potere, atta a racimolare sempre più voti attraverso azioni spettacolari e colpi di mano, non guarda davvero in faccia a nessuno. Come sempre, sono i meno abbienti ad essere sacrificati sull’altare di questa campagna elettorale perenne.

Per la mattina di Mercoledì 21 Novembre è previsto un corteo, che partirà dal campo diretto verso il centro città.

IN ESTREMA SINTESI: CONTRO STATO E CAPITALE

Diversa attenzione mediatica hanno avuto due episodi diversi ma collegati tra loro.
Ci riferiamo innanzitutto all’esecuzione di un sindacalista, Soumalia Sacko, lo scorso 3 giugno in provincia di Vibo Valentia. E’ stato ucciso con un colpo di fucile da 60 metri di distanza mentre raccoglieva delle lamiere in un campo per costruirsi una baracca. La sua uccisione però deriva dal suo impegno coi sindacati di base (USB) per far valere i diritti di quei lavoratori che nei campi del sud si spaccano la schiena per due euro l’ora, la schiavitù dei giorni nostri. Schiavi per i quali, secondo il nuovo Ministro dell’Interno Matteo Salvini, col nuovo governo finirà la pacchia.
E mentre sul confine con la Francia a Bardonecchia il disgelo porta alla luce il cadavere di un migrante che ha provato ad attraversare il confine, Salvini decide di giocare con la vita di 600 persone a bordo di una nave. Questo il secondo episodio che ha avuto a differenza del primo un’eco ben diversa con presidi in diverse città italiane.

Diciamo che i due episodi sono collegati perché sono entrambi figli delle esigenze del capitale.
Soumalia Sacko è stato ucciso per logiche di schiavismo agrario, nuova frontiera dello sfruttamento che il capitale riesce a esercitare sui senza diritti. Ci riferiamo alle migliaia di schiavi del neocolonialismo che si trovano a lavorare 10 ore al giorno sotto il sole per venti euro, ci riferiamo a quelli costretti a vivere di stenti in baracche di lamiere. Non ci stupisce che la stampa mainstream abbia calcato la mano sul fatto che la mano che ha esploso il grilletto fosse legata alla ‘ndrangheta, ma le mafie nelle piantagioni svolgono il ruolo che altrove potrebbero svolgere i fascisti: il braccio armato della proprietà, gli sgherri dello sfruttamento. Ma non bisogna farsi distrarre, si chiama capitalismo e sfrutta e uccide.
Anche l’episodio dell’Aquarius può essere preso a emblema di come la questione sia più che mai radicale e a fondo. la maggior parte della gente su quella barca ci ha visto o clandestini (coloro che hanno un’idea tendenzialmente chiusa di società) o futuri cittadini (coloro che hanno un’idea tendenzialmente aperta di società). Ma lo sguardo, in un’ottica o nell’altra, è comunque in funzione sociale. Se provassimo a toglierci le lenti con cui guardiamo il mondo dal nostro punto di vista, forse, ci avremmo visto solo seicento persone. Seicento persone che senza società, forse, provvederebbero da sé allo spostamento, al cibo e a quant’altro. Coi rischi annessi e connessi. Come dice Fourier il contratto sociale ha oggi meno senso che mai: ci consegna nient’altro che le catene costringendo i più a morire per fame, o alla ricerca di soddisfare questo bisogno (morti sul lavoro, nel Mediterraneo, per logorio…).
Chi ti lascia senza casa è lo stesso che costruisce armi e genera nuove guerre, chi ti sfrutta al lavoro e ti costringe ad averne uno è lo stesso che uccide nel Mediterraneo. Si chiama Capitale e il capolavoro di quest’epoca è averlo reso apparentemente invisibile ai più, che si dimenano come animali al macello uno contro l’altro.
Di fronte a questa quotidiana barbarie è importante affilare lo sguardo e individuare con cura le cause e rapporti economici che portano 600 persone a essere merce di trattativa di politica internazionale tra Stati europei, così come quelle che uccidono un sindacalista di 29 anni nei campi schiavistici del sud Italia.
La barbarie è il capitalismo. La stessa barbarie di fronte a cui i partiti cosiddetti populisti sono riusciti a essere considerati dalla maggioranza dei votanti come forze antisistema, pur essendo naturalmente totalmente funzionali al capitale.
Solo con un estremo sforzo di immaginazione potremmo pensare che una possibile uscita da questa fogna, che ogni giorno ci umilia e immiserisce anima e corpo, sia accodarsi al carrozzone dei cadaveri della sinistra.
Contro Stato e Capitale: ben altro che vuoto slogan dei tempi che furono, potrebbe essere oggi qualcosa di cui parlare in ogni angolo di qualunque strada in qualunque città (forse quasi qualunque città).

MERDA CHE È VENUTA A GALLA

Abbiamo parlato qualche giorno fa del Decreto Minniti sulla sicurezza, comunemente noto per il Daspo Urbano. Proprio dalle nostre parti, a Gallarate, abbiamo il sindaco più entusiasta di tale normativa. Si tratta di Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate. In un solo mese già nove persone sono state sanzionate e tra queste, sette sono state allontanate dalla stazione ferroviaria, dove consumavano alcolici e, secondo la polizia locale, davano fastidio al normale transito dei pendolari. Due stranieri sono stati invece fermati mentre vendevano accendini in un centro commerciale. Un’arma in più nelle mani dei sindaci, ma il sindaco di Gallarate non si accontenta, vorrebbe di più: «Il decreto non è per nulla di destra — osserva Cassani —. Si presenta come molto severo e va nella direzione giusta, ma poi spunta le armi di noi sindaci quando dice, ad esempio, che queste ordinanza possono essere solo temporanee. Inoltre, io avrei preferito che si dicesse chiaramente che i sindaci possono espellere dal territorio comunale anche i mendicanti, cosa che non è chiaramente indicata. Infine — conclude il primo cittadino — e questo lo dicono tutti i sindaci, non ci sono poteri concreti per sanzionare davvero chi è recidivo e non obbedisce al divieto di tornare alla stazione».
Ordine, decoro e disciplina. Altrimenti olio di ricino.