COMO ANTIRAZZISTA

Nella città di Como, oggi bagnata dall’acqua, non soltanto quella del lago ma anche dalla pioggia battente, un numeroso gruppo di donne e uomini si sono riuniti in un presidio per esprimere il proprio no alle politiche razziste e aggressive dell’attuale governo che ha trattato come oggetti, in mezzo al mare, una umanità alla ricerca di una vita migliore.

Volantino del presidio

APPUNTAMENTI DI QUESTA SETTIMANA A SARONNO

Giovedì 14 giugno, ore 21, presso la Casa del Partigiano, via Maestri del Lavoro 2, Saronno.
Incontro sul carcere insieme al collettivo OLGa di Milano che da anni lotta per un mondo senza galere.
IL CARCERE NON È LA SOLUZIONE, È UNA PARTE DEL PROBLEMA.

Venerdì 15 giugno, ore 21,00, presso il Circolo la Teppa, via Guaragna, 6 Saronno Presentazione de “La Critica Radicale in Italia. Ludd 1967-1970.”
A cura di Leonardo Lippolis e Paolo Ranieri; Ed. Nautilus.

Sabato 16 giugno alle ore 16.oo in piazza Portici a Saronno

PRESIDIO CONTRO LE FRONTIERE
contro la politica razzista dei respingimenti per la libertà di circolazione degli individui

GALLARATE: SOLIDARIETÀ A SOUMAILA SACKO

Pubblichiamo qui una copia del volantino distribuito nel pomeriggio di sabato 9 Giugno 2018 a Gallarate, in solidarietà a Soumaila Sacko, bracciante agricolo e sindacalista ucciso a fucilate in provincia di Vibo Valentia. Un segnale importante in una città considerata avanguardia del leghismo provincialotto e guidata dal sindaco-sceriffo Andrea Cassani, le cui porcate avevamo già narrato qui e qui.

SARONNO – FASCISTI E DOVE TROVARLI

Qualche giorno fa un comunicato del Telos  ci informava di una aggressione nazista, figlia di un’ecalatiòn. Veniva giustamente fatta notare la responsabilità politica di queste aggressioni, difficilmente non attribuibile alla giunta Fagioli, la giunta più fascista mai insediatasi a Saronno dal dopoguerra. Fascista l’assessore allo sport Gianpietro Guaglianone con il suo gruppettino Domà Nunch, fascista – malgrado le divergenze col sindaco Fagioli – il consigliere comunale Alfonso Indelicato. E quando c’è da difendere i bravi ragazzi con cranio rasato, svastica sul braccio e lama in tasca che aggrediscono nottetempo ci si riunisce tutti quanti.

E così assistiamo alle subdole dichiarazioni pubbliche dello stesso Indelicato:

Due macchine si appostano in fondo alla via”. Ma “si appostano” o erano semplicemente ferme lì? Che macchine erano (marca, modello …)? Avete pensato a prendere la targa? “Bloccano la strada con le auto” è una scena che sembra tratta dal film Bullit, possibile che non ci siano stati altri testimoni che voi? “Scendono e provano a tirare fuori dalle macchine le persone inseguite” Com’è che hanno cercato di tirar fuori le persone? Attraverso i finestrini? Aprendo le portiere? E poi, da cosa arguite che i presunti aggressori fossero “fascisti e nazisti”? Teste pelate? Svastiche al collo? Sinistro luccichio dello sguardo? Il vostro racconto è generico e oscuro.”

Sono dichiarazioni senza dubbio volte a instillare il dubbio che il racconto dei fatti sia falso. Non a caso lo stesso Indelicato rincalza anche sui social network, sostenendo che il suo comunicato sia stato scritto e pubblicato giusto un paio d’ore prima l’occupazione del nuovo Telos in via San Francesco 11, questo a testimoniare – secondo la fantasiosa mente del fascista nostrano – come gli anarchici godano di impunità (il tutto mentre Cello è tuttora ai domiciliari con tutte le restrizioni, e numerosi procedimenti penali in corso e in divenire attendano gli “impuniti” anarchici saronnesi).

Noi invece notiamo un’altra cosa.
Il comunicato di Indelicato segue l’ennesima azione notturna degli impavidi fascisti nostrani, che con sfoggio di italico coraggio hanno addirittura appeso (ci sovvien qualcosa, ma andiamo oltre…) uno striscione sul ponte di via I maggio con scritto che dove non si può loro passano ugualmente, a firmare l’ardito striscione un fascio littorio, lo stesso usato dai fascisti a Verona per impedire un incontro in Università sull’omosessualità.
Quando si parla di responsabilità, quando si parla di mandanti, bisogna fare buon uso della memoria, per ricordare chi copre, incoraggia, sostiene le aggressioni naziste.

MENSA OBBLIGATORIA O CALCI NEL CULO

Il sindaco di Limbiate, Antonio Romeo, ha comunicato che nella giornata del 4 aprile è stata distribuita a a tutti gli utenti del servizio di refezione scolastica la lettera aperta in cui il sindaco Romeo ufficializza la drastica decisione di non erogare i pasti in mensa ai bambini non in regola con i pagamenti.
Il comune, attraverso il gestore, gestisce la mensa scolastica. I dati forniti da Romeo sono i seguenti: su 2200 utenti, sono 1550 coloro che hanno ancora un debito con l’amministrazione per l’anno in corso.
Un incontro svoltosi nei giorni scorsi tra il sindaco e i dirigenti scolastici ha chiarito quanto accadrà dal 2 maggio a coloro che non avranno saldato il debito: i bambini non avranno diritto all’erogazione del pasto e le loro famiglie dovranno pertanto richiedere ai dirigenti scolastici l’autorizzazione all‘uscita da scuola durante il turno mensa.
Ai genitori quindi rimangono due scelte, considerata l’impossibilità di introdurre cibi esterni a scuola (ipotesi scartata per l’impossibilità, come da regolamento igienico, di far consumare un pranzo al sacco all’interno degli spazi scolastici ai bambini non iscritti alla mensa): l’adesione alla refezione regolarmente pagata, oppure l’uscita e poi il rientro a scuola.
Ecco il bel quadretto.
Prima si vieta l’autosufficienza, imponendo il divieto di consumare a scuola il cibo preparato dai genitori o dai nonni, e poi si obbliga a pagare per restare a scuola durante l’orario della mensa.
Mense che assomigliano sempre più a riformatori, con una qualità del cibo infima, e bambini che assomigliano sempre più a numeri su cui lucrare.

BOMBA A OROLOGERIA

La discarica di Gerenzano continua a rimanere una bomba ecologica, segnalata anche nell’elenco dei siti più inquinati della Regione Lombardia.

Un brevissimo cenno storico per chi non conosce il sito:
La discarica di Gerenzano inizia a esistere nel pieno del boom industriale. Dal 1960 fino al 1984 viene buttato dentro di tutto, scaricano circa 100 aziende che operano dalla chimica farmaceutica alla metallurgia tra cui Montedison, Farmitalia, Chevron Oil Italia e Ciba Geigy. Dal 1985 al 1990, anno della chiusura, sono stati versati soltanto i rifiuti urbani.
L’ impermeabilizzazione della discarica comincia a vacillare intorno al 1987, provocando l’inquinamento della falda acquifera fino a 80 metri di profondità. A questo punto sono stati disposti a valle della discarica, 5 pozzi (uno doveva essere di riserva) con relative pompe che avrebbero dovuto deprimere la falda. Nel 2002 il quinto pozzo entra in funzione a tempo pieno.
Nel 2005 viene costruita un’altra barriera costituita da 3 pozzi con le stesse caratteristiche dei primi 5 pozzi.

Attualmente le pompe risultano inefficienti poiché la falda freatica continua a rimanere alta e di conseguenza a contatto delle sostanze inquinanti che di certo non fanno bene alla salute.
Tempo fa si è costituito un “Comitato per la bonifica della Discarica di Gerenzano” che continua a fare interpellanze, ma a quanto pare le istituzioni non ci sentono. Forse hanno bisogno di prove più concrete per poi dire siamo in emergenza!

SFRUTTAMENTO PRECARIO

Mercoledì 4 aprile alle ore 6.30, a Origgio, davanti al complesso industriale in Largo Boccioni, uno sciopero ha bloccato camion e auto. A scioperare sono state le lavoratrici e i lavoratori di due cooperative nei magazzini dell’azienda logistica del complesso.
“Ieri abbiamo lavorato come sempre ma stamattina non ci hanno fatto entrare. I badge non funzionavano e ci hanno detto che non c’è più lavoro”.
“Il lavoro l’abbiamo perso stamattina e così invece di stare a casa stiamo qui a far valere i nostri diritti almeno per avere delle risposte chiare”.
Sul posto, immancabilmente, i Carabinieri della compagnia di Saronno, sotto il comando dell’indomito Pietro Laghezza. In tarda mattinata è avvenuto un confronto tra il delegato sindacale SI Cobas e il responsabile dell’azienda.
Al momento le lavoratrici – il licenziamento riguarda 130 persone – si sono dette intenzionate a proseguire il presidio fino a domani.

Scuola quadri

Si respira aria di merda in provincia. No, non solo per le polveri sottili e per le emissioni fuori controllo. È merda metaforica, che non si limita alla provincia, ma qui è possibile apprezzarla in purezza. La scuola quadri della Lega ha trovato dei secchioni tra Saronno, Gallarate, Tradate, Lazzate e una buona percentuale dei comuni col suffisso “ate”. Un’avanguardia per quanto riguarda l’utilizzo della propaganda, autoalimentata a sua volta con azioni da propaganda.

Partendo da alcuni esempi pratici, possiamo arrivare ad analizzare con un colpo d’occhio più preciso i fili che vengono tirati dai burattinai di partito, sia a livello locale che nazionale. Gallarate e Saronno, si sono rese protagoniste negli ultimi mesi della più becera campagna anti-immigrato della storia recente. I sindaci delle suddette cittadine hanno abolito lo sportello per disabili e stranieri, uno dei pochi punti di riferimento per coloro i quali si ritrovano a barcamenarsi tra burocratese e scarsa conoscenza della lingua, aumentando il disagio di questi soggetti e il conseguente isolamento. Una scelta criticata da più fronti, ma che non sembra aver subito alcun cambiamento, in nome della “spending review”, che fa sempre comodo tirare in ballo.

Stessa utilizzata per togliere i fondi per gli educatori che prestavano servizio al campo Sinti di Gallarate, per evitare la dispersione scolastica, il tutto giustificato con un semplice “i nomadi devono andare a scuola”, mistificando di fatto quello che è la realtà, dato che i soggetti in questione a scuola ci andavano e ci vanno regolarmente. Non si tratta propriamente di tagli, poiché i soldi per imbonire i poveri paesanotti ci sono sempre. Due esempi: il rifacimento dello stadio a Saronno e l’area feste di via Danimarca a Gallarate con l’organizzazione del Summer Festival (arenatosi dopo un mesetto dalla sua inaugurazione). Insomma, redistribuzione dei fondi in modo da avere apparentemente la faccia di chi fa, togliendo a chi già non ha nulla, con delle scelte che risultano la maggior parte delle volte anche popolari (non per chi ha l’occhio allenato, o semplicemente non è totalmente alienato) favorite dalla propaganda di giornaletti che non dovrebbero essere definiti nemmeno tali, e che risultano invece i più venduti in provincia. Giornaletti in combutta con la linea del partito, i quali montano casi ad arte e regalano spazio a questi personaggi poco raccomandabili, ingigantendo l’insicurezza percepita, in particolare nei confronti dei migranti. Ogni occasione è buona per gettare fango su chi ha attraversato il deserto per cercare di sfuggire a miseria e/o conflitti, creando al contempo il mito del bravo italiano lavoratore.

Alcuni mesi fa, il Sindaco di Gallarate ha negato la concessione della carta d’identità ai migranti presenti sul territorio della cittadina, dichiarando che se dipendesse da lui, li avrebbe già rispediti al proprio paese, confermando il livello di barbarie culturale già messo sul piatto in più occasioni. Non solo: “hanno il wi-fi e una villa con giardino”, queste le parole del primo cittadino Cassani, in occasione di una visita d’ispezione da parte dell’assessore alla sicurezza (sic!) Caruso. Un’accoppiata vincente quando si tratta di creare e fomentare l’odio nei confronti di chi non ha nulla, partecipando e alimentando quella canea mediatica che ahinoi ci tocca leggere tutti i giorni a destra e a manca.

Un altro esempio recente (e ci stiamo limitando solo a riportare i fatti degli ultimissimi tempi) è la creazione del comitato no profughi a Sciarè, con tanto di assemblea e raccolta firme nella cartoleria della via interessata. Tra i paladini, oltre ai due tristemente noti, anche De Bernardi Martignoni, da sempre in prima fila quando si tratta di fare speculazione sulle vite altrui.

Anche quando si tratta di mistificare la Storia, abbiamo a che fare con dei professionisti: vedi i fatti del 25 aprile scorso, e precedenti. Insomma, sembra che il capo dell’amministrazione gallaratese, sia stato scelto tra gli autori di Quinta Colonna o Dalla Vostra Parte, classici programmi che ricalcano appieno il profilo dei propagandisti di cui si parlava prima, utilizzando lo stesso linguaggio semplicista e rozzo che la gente sente in televisione e che molto spesso – almeno da queste parti – si aspetta di sentire. Infatti è proprio in questi giorni che il nostro Sindaco, in seguito alla chiusura dei centri profughi gestiti da KB, ha dato 90 euro di tasca propria in aggiunta a quelli forniti dalla stessa KB ai 12 richiedenti asilo rimasti senza dimora per dargli la “possibilità” di andare a Milano dove c’è – a suo dire – una giunta di sinistra. Una mossa puramente elettorale che rispecchia quello che l’elettorato leghista si aspetta: una scelta totalmente superficiale come nascondere la polvere sotto al tappeto, dimenticandosi che si sta parlando di persone e non di merce.

P.S. L’elenco delle porcate è stato di gran lunga sintetizzato per evitare che il lettore si annoiasse troppo, data la lunghezza che il testo avrebbe raggiunto.

COMUNISTI PADANI

Le correnti interne alla Lega Nord ci sono sempre state. Chi sta leggendo pensiamo sappia bene negli anni novanta alcuni dei pezzi grossi della Lega (Maroni e Salvini su tutti) facevano parte dei “Comunisti Padani”.
Lo stesso Senatur si è più volte espresso contro la deriva fascista della Lega Nord, ribadendo che lui, figlio di partigiani, con i fascisti non avrebbe mai sfilato e mai si sarebbe alleato.
Come è, come non è, riportiamo invece la presa di posizione della famiglia Fagioli, che ha deciso di colorare di rosso il sole delle alpi che troneggia sul cancello della loro abitazione.
Soprassediamo momentaneamente sull’ostentazione del simbolo leghista, peraltro con dubbio gusto estetico.

LA BANALITÀ DEL MALE

Non ci stupisce più di tanto che la giunta Fagioli inneggi e pratichi una politica razzista e securitaria. In fondo sono stati di parola e stanno mantenendo il programma. Nè ci stupisce più di tanto – dopo le telecamere in ogni dove, dopo il Daspo Urbano, dopo aver multato al mercato e nel centro storico poveri, questuanti e commercianti irregolari dopo i fogli di via regalati a destra e a manca, dopo la militarizzazione della Polizia Locale, dopo aver chiesto il pugno di ferro del Prefetto, dopo aver dato spazio ad organizzazioni fasciste e naziste, dopo aver tentato di negare spazi comunali ad associazioni o assemblee antifasciste – l’ennesima trovata degna del ventennio.
Una scritta in via Bergamo recita: “Ti ricordi della Gestapo? Toc-toc”. Correlata di svastiche. Il Sindaco deve essersi fatto ispirare da tanta genialità, e allora ha riproposto l’adagio in salsa saronnese: numerosi cittadini si sono sentiti bussare alla porta, dall’altra parte i gendarmi della Polizia Locale che chiedevano casa per casa se la tal persona avesse realmente firmato in piazza per chiedere il consiglio comunale aperto per discutere della bonifica della Cantoni. Non bastava esibire i documenti, è stata anche richiesta una seconda firma, per verificare che combaciasse con la prima.
Giunta fascista, politica fascista, pratiche fasciste.

vagabondo, forestiero, girovago, scapestrato, piantagrane. Così ci sentiamo.