Gallarate: parola al Podestà

“Tanto sangue per far tornare il popolo ad essere sovrano, per respingere i popoli invasori, difendendo i sacri confini e ora davanti alla cessione della sovranità e alla profanazione dei nostri confini, non battiamo ciglio”. Questa è solo una parte dell’intervento vomitevole del podestà – pardon! –  del sindaco di Gallarate, il quale considera il 25 aprile la liberazione dai tedeschi, ma non dal fascismo, e mette sullo stesso piano un esercito di occupazione con chi scappa da guerre e povertà. Ha avuto anche il coraggio di paragonare i caduti partigiani e i deportati nei campi con i caduti della RSI, cosa prevedibile visto che il mese scorso ha partecipato alla commemorazione per questi ultimi a Somma Lombardo, con tanto di fasci(a) tricolore. Dare le spalle al palco quando qualcuno ha intonato Bella Ciao, sfilarsi dal corteo quando la banda ha osato fare la stessa cosa (in compagnia della prediletta del fascista La Russa, l’assessore Francesca Caruso) sono state alcune delle provocazioni messe in campo durante tutta la mattinata. Naturalmente l’atteggiamento e le parole di Cassani sono state legittimate dalla paraculaggine dell’ANPI gallaratese, che con il discorso del suo presidente ha ribadito la retorica democristiana della libertà di pensiero, di espressione e minchiate simili. Fischi ed insulti? Il minimo sindacale messo sul piatto dagli astanti.

25 APRILE: ECCO PERCHÈ OGGI SIAMO SU CARTA

Questa mattina eravamo in piazza a Saronno, una piazza partecipata ed eterogenea, e finalmente – dopo i gavettoni e le contestazioni degli anni passati – libera dalla sgradita presenza leghista.
Abbiamo volantinato il primo numero cartaceo dello Stroligh:

ECCO PERCHÈ OGGI SIAMO SU CARTA

Lo Stroligh è lo strumento con cui ci proponiamo di approfondire ed analizzare quello che succede sul territorio provinciale, con uno spirito radicalmente critico, cercando di creare spunti di riflessione che abbiano nel conflitto e nella lotta – in atto o in potenza – il centro nevralgico del discorso.
La frequenza delle pubblicazioni cartacee sarà proporzionata alle esigenze di chi scrive e alle contingenze del contesto in cui siamo inseriti. Di conseguenza il 25 aprile ci è sembrata la data più opportuna per questa prima pubblicazione cartacea, sia perché negli ultimi anni è stata caratterizzata come un forte momento di piazza (con tanto di processo, in pieno svolgimento, per resistenza alle cariche poliziesche del 2014), sia perché i temi trattati – sicurezza e controllo nelle nostre città, e il tanto (ma non abbastanza) discusso Decreto Minniti – toccano nel profondo le parole e le idee, sempre più svuotate di senso, con cui i politici si riempiono la bocca in queste occasioni.
Infatti ci importa ben poco che il sindaco di Saronno non faccia il consueto intervento (paura della contestazione semplice pudore?); ci importa piuttosto porre l’accento sull’avanzare del “partito nazione”, della propaganda di una sorta di pensiero unico (lontana eco del ventennio).
Perchè la pace sociale tanto desiderata dai governanti non è altro che guerra dichiarata ai poveri e agli esclusi.

LEGA FÖRA DI BALL!

Gli appuntamenti di avvicinamento a questo 25 aprile, firmati Assemblea Antifascista Saronnese, sono stati tanto partecipati quanto controllati da molto vicino dalle forze dell’ordine: sabato un numeroso presidio in centro cittadino ha ribadito lo stretto legame tra giunta leghista ed estrema destra, con Domà Nunch e tutte le altre firme di volta in volta usate dai fascisti saronnesi (Azione Identitaria, Sorarma, Accademia XIX, et caetera), domenica invece un concerto e un aperitivo hanno riempito la Casa del Partigiano di Saronno. In entrambe la situazioni provocatoria e insistente è stata la presenza dei Carabinieri, della Digos e della Polizia di Stato.
Il copione è stato rispettato anche oggi, infatti sin dal primo mattino Saronno è stato invasa da un dispositivo poliziesco degno delle giornate più calde: tre camionette, una ventina di agenti in borghese.
Il sindaco, dopo la figuraccia e gli insulti dello scorso anno, ha fatto il suo discorso di prima mattina di fronte ai soli giornalisti e protetto dalle forze dell’ordine. Poco dopo piazza Libertà si è riempita di circa duecento antifascisti che hanno prima sfilato in corteo e poi, dopo qualche provocazione poliziesca rispedita al mittente, si sono radunati in piazza Caduti della Liberazione per i discorsi conclusivi.
Probabilmente, vista la tradizione briosa del 25 aprile saronnese, oltre alle forze dell’ordine anche i fascisti nostrani hanno avuto lo scrupolo di spiare i movimenti degli antifascisti. Si palesano per ciò che sono: manovalanza assoldabile, cani da guardia del potente di turno.
Dopo anni di contestazioni – gavettoni, insulti, cori, striscioni – finalmente si è riusciti ad ottenere con la lotta un 25 aprile senza leghisti!

TOH… CHI SI VEDE!

I fascisti di Saronno ultimamente si devono essere sentiti trascurati, infatti sono tornati a scrivere sui muri cittadini vicino ad alcune scritte antifasciste. Guarda caso nello stesso momento in cui è stata cancellata, con la ritinteggiatura completa del muro in questione, la scritta che inneggiava a partigiani a GAP. Gli anni scorsi a ridosso del 25 aprile hanno esposto striscioni inneggianti a Ramelli e contro i partigiani.
Nell’ultimo anno, dopo il tentativo di organizzare un evento nazista a Saronno (Wolf Of The Ring, associazione del circuito hammerskin), si sono verificate alcune intimidazioni ai danni di giovani individuati come “alternativi”, quindi “compagni” o quantomeno prossimi a loro.
Dei motivi in più per essere in piazza in questi giorni, sabato 22 al presidio antifascista in piazzetta Portici e martedì 25 aprile alle 10 in piazza Libertà per il corteo cittadino.

CHI HA PAURA? DI CHI?

I dirigenti dell’Electrolux di Solaro hanno emesso 26 provvedimenti disciplinari nei confronti di lavoratrici e lavoratori che hanno aderito allo sciopero dell’8 marzo scorso, poiché, secondo la fantasiosa spiegazione fornita a riguardo, nessuna delle sigle sindacali presenti all’interno della stabilimento aveva dato adesione formale alla serrata. Ciò che si nasconde dietro questa mossa è probabilmente da trovarsi nel tentativo di rendere ricattabili i lavoratori, in vista del rinnovo dell’accordo interno che avverrà nel prossimo periodo. Gli operai e le operaie non si sono però fatti intimidire dalle logiche repressive padronali e hanno risposto con l’astensione parziale dal lavoro per domani (13 aprile), rivendicando l’indispensabilità dello sciopero all’interno della fabbrica. E non solo, aggiungiamo noi.

COLPO SU COLPO

Il weekend scorso due aggressioni fasciste avevano avuto luogo a Milano, una a Gratosoglio e l’altra sui navigli.
Nei giorni seguenti l’antifascismo è stato praticato in diversi posti e in varie forme: il lunedì sera seguente un partecipato corteo aveva attraversato la zona ticinese per rispondere a questi due attacchi, qualche giorno dopo a Milano un camerata è stato allontanato dalla zona del ticinese, a Tradate è stato un impedito un presidio di Forza Nuova, a Benevento il gazebo di Forza Nuova è stato distrutto.
Messa in pratica efficace dello slogan “nessuna aggressione senza risposta”.

ITALICO VIGORE

Mattinata movimentata in quel di Tradate. L’annunciato presidio congiunto tra il Movimento Etico di Massimiliano Russo e la sezione varesina di Forza Nuova in pieno centro non ha avuto luogo. Infatti sin dal primo mattino il centro è stato presidiato da qualche decina di antifascisti per togliere spazio e voce alla propaganda fascista. I fascisti, dopo essersi presi insulti per un paio d’ore e senza essere riusciti a dare nemmeno un volantino o a esporre una bandiera, con italico vigore hanno smontato le loro cose e se ne sono andati.
Ingente il dispiegamento di forze dell’ordine, aumentate col passare del tempo per bloccare i tentativi degli antifascisti di far sentire ai forzanovisti e accoliti in maniera più efficace che non erano ben accetti. Ad maiora.

MERDA CHE È VENUTA A GALLA

Abbiamo parlato qualche giorno fa del Decreto Minniti sulla sicurezza, comunemente noto per il Daspo Urbano. Proprio dalle nostre parti, a Gallarate, abbiamo il sindaco più entusiasta di tale normativa. Si tratta di Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate. In un solo mese già nove persone sono state sanzionate e tra queste, sette sono state allontanate dalla stazione ferroviaria, dove consumavano alcolici e, secondo la polizia locale, davano fastidio al normale transito dei pendolari. Due stranieri sono stati invece fermati mentre vendevano accendini in un centro commerciale. Un’arma in più nelle mani dei sindaci, ma il sindaco di Gallarate non si accontenta, vorrebbe di più: «Il decreto non è per nulla di destra — osserva Cassani —. Si presenta come molto severo e va nella direzione giusta, ma poi spunta le armi di noi sindaci quando dice, ad esempio, che queste ordinanza possono essere solo temporanee. Inoltre, io avrei preferito che si dicesse chiaramente che i sindaci possono espellere dal territorio comunale anche i mendicanti, cosa che non è chiaramente indicata. Infine — conclude il primo cittadino — e questo lo dicono tutti i sindaci, non ci sono poteri concreti per sanzionare davvero chi è recidivo e non obbedisce al divieto di tornare alla stazione».
Ordine, decoro e disciplina. Altrimenti olio di ricino.

BASTARDI SENZA GLORIA A TRADATE

A Tradate settimana scorsa Massimiliano Russo, vecchio arnese della politica in lista con Forza Italia per Parisi sindaco di Milano e attuale candidato sindaco delle prossime elezioni amministrative di Tradate per il Movimento Etico, ha sparato con un fucile da softair a tre ragazzi che inveivano sotto la sua finestra, ferendone seriamente all’occhio uno dei tre. “Che cosa vuoi sindaco di sto cazzo?” pare abbia urlato uno dei giovani, prima di prendere un sasso dalla ferrovia e lanciarlo contro casa del candidato sindaco.
Movimento Etico è un nome piuttosto generico, ma ci hanno messo una sola settimana a palesarsi per ciò sono, infatti è notizia di questi giorni che Forza Nuova entrerà a far parte della lista, queste le parole di Massimiliano Russo: “sono certo che la loro presenza rafforzerà ulteriormente la nostra identità sul territorio, la convergenza di linee politiche e di ideali di destra sociale sarà un valore aggiunto per il governo dei prossimi anni della città, auspicando una destra unitaria sotto il nostro simbolo alle prossime elezioni 2017”.
La prima uscita di piazza è fissata per domenica 9 aprile a Tradate, nel centrale corso Bernacchi, dalle 9.30 alle 13.

AMPLIAMENTO DELLA CITTÀ VETRINA

Il 28 Marzo 2017 è stato presentato dall’assessore al commercio Francesco Banfi un bando per la riqualificazione dell’area circostante a Vicolo del Caldo, definita degradata, desertificata e “necrotica”.
L’area, in pieno centro storico, negli ultimi anni ha visto chiudere le principali attività che vi risiedevano, ed ecco che, venuto meno il pilastro dell’economia, la zona ha iniziato ad ospitare soggetti indesiderabili e a mostrare qualche scritta sui muri di troppo così da necessitare, secondo l’ideologia del decoro, di un intervento di bonifica.
Regione, Comune e privati stanzieranno quindi fondi per un totale di 200.000€ (100.000€ regionali, 50.000€ privati e 50.000€ comunali) per rendere l’area economicamente più accattivante per futuri commercianti e investitori mirando così a ridurla, dichiaratamente, ad un centro commerciale “naturale” e “diffuso”.
Il progetto sarà realizzato mediante la ristrutturazione dei locali in questione, interventi alla segnaletica e all’illuminazione, ampie agevolazioni ai privati e attività decorative affidate al lavoro di giovani partecipanti ad un campus estivo di formazione; si tratterà quindi di un’azione mirata a favorire nuovi profitti, imbellettando esteriormente i luoghi in questione, ma ovviamente inscindibile dalla repressione e dall’allontanamento di soggetti e comportamenti sgraditi all’estetica della città vetrina e alla logica del profitto, perfettamente in sintonia con la tendenza classista delle politiche leghiste.

vagabondo, forestiero, girovago, scapestrato, piantagrane. Così ci sentiamo.