Contro lo stato che cerca di dividere chi lotta contro tutte le ingiustizie cercando di dividere i “buoni” dai “cattivi”.
Tutti uniti contro ogni forma di prigione.
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MINACCIA DI SGOMBERO
Nella mattinata di lunedì 25 marzo, un folto numero di sbirraglia di vario genere ha fatto capolino al campo sinti occupato qualche settimana fa, dopo la cacciata da via Lazzaretto. Poco prima di mezzogiorno le forze dell’ordine hanno desistito dallo sgomberare il campo con la forza nella mattinata stessa, avvisando che passeranno nei prossimi giorni. Il tutto con un malore di mezzo e l’intervento di ambulanza al fine di soccorrere una anziana della comunità. I sinti sono decisi a non andarsene e faranno tutto il possibile per rimanere nel campo che ad oggi è senza acqua, luce e gas. La sera di lunedì, durante un consiglio comunale blindato come va di moda ultimamente, una famiglia ha presenziato dando le spalle al sindaco una volta che questi ha preso la parola. Degno di nota anche il fatto che chiunque volesse assistere alla seduta fosse obbligato a consegnare il documento e farsi identificare dalla Polizia di Stato, segno evidente dell’aria che tira.
Di seguito pubblichiamo la testimonianza di chi ha seguito da vicino i fatti
Tira brutta aria a Gallarate.
Il vento di ieri, 25 marzo, ha sollevato molta rabbia, dubbi e incertezze.
Facciamo un passo indietro: a fine novembre 2018 i sinti dopo lo sgombero in Via del Lazzaretto vengono trasferiti temporaneamente presso un Hotel nel comune di Somma Lombardo, ma a fine dicembre, per festeggiare l’anno nuovo, alcuni di loro vengono rimessi in strada senza che gli venga data alcuna soluzione abitativa. Il 20 febbraio, stanchi di aspettare e di girare continuamente, hanno deciso di prendersi un altro terreno in via Aleardi, vicino alla discarica di Gallarate. Il terreno è privato e non è passato molto tempo perché partisse una denuncia (il terreno appartiene alla curia e a quanto pare gli è stato intimato di sporgere denuncia).
Domenica scorsa alcuni agenti della digos e soggetti vari hanno avvisato che a partire da lunedì avrebbero potuto sgomberarli. Non si sono fatti attendere poi tanto perché già lunedì 25 una trentina di sbirri si sono presentati al campo intimando ai sinti di lasciare il terreno, cosa che tanti non hanno intenzione di fare. Gli stessi sbirri hanno anche fatto capire che il 27 sarebbero tornati per effettuare lo sgombero ufficiale.
Parlando con alcune famiglie abbiamo saputo che l’avvocato ha suggerito loro di uscire dal campo volontariamente una volta avuto l’ordine di lasciare il terreno, per poi occuparne subito dopo un altro così da non rischiare una denuncia per resistenza. Ma a tutti pare una bella cazzata.
Altri soggetti (Acli) stanno cercando di organizzare un incontro tra Consiglio pastorale, affittuario del terreno e sinti. L’obiettivo è non solo di sospendere momentaneamente lo sgombero di mercoledì 27 per “trattative in corso”, ma anche di trovare una soluzione definitiva che consenta ai sinti di rimanere su quel terreno agricolo – per esempio che l’affittuario rinunci al terreno e che i sinti possano pagare un affitto al proprietario o, addirittura, comprare il terreno.
La situazione è estremamente precaria e grave: le persone sono senza acqua e senza corrente, non riescono a dormire e a riposare perché vivono costantemente con la paura che possano, di nuovo, essere sbattute fuori.
Molta è la rabbia e l’incertezza, anche se l’ipotesi di un incontro con la curia ha di nuovo abbassato i toni.
La sera del 25 marzo era indetto il consiglio comunale di Gallarate: quattro sbirri bloccavano l’ingresso e chiedevano i documenti. Per loro era del tutto normale che si venisse identificati. Talmente normale da alzare subito i toni, per poi iniziare a filmare.
Solo uno di noi è entrato, ma anche dentro la situazione era poco simpatica. La famiglia sinti che era dentro ci ha detto che, come segno di protesta, avrebbe voluto mostrare la schiena ogniqualvolta avesse aperto bocca Cassani.
Attualmente le famiglie presenti al campo in via Aleardi sono 6/7 (circa una trentina di persone).
LA PACCHIA È FINITA!
Apprendiamo dalla stampa locale che la sede della Lega Nord di Fagnano Olona (VA) è stata vandalizzata durante la scorsa notte.
Sul muro è stato lasciato un messaggio: “La pacchia è finita”. Lo slogan tanto caro ai leghisti (quando si tratta di dare in testa a chi sta male) sembra che questa volta sia tornato indietro con gli interessi.
LA MERDA TORNA SEMPRE INDIETRO – UN NUOVO CAMPO SINTI A GALLARATE
Un terreno abbandonato, di proprietà della curia, è stato occupato qualche giorno fa da alcune famiglie Sinte gallaratesi, sgomberate a novembre su volontà esplicita del sindaco Andrea Cassani.
Dopo lo sgombero, a queste famiglie non era stata offerta alcuna prospettiva su dove e come poter continuare la propria vita. E così qualcuno ha deciso di rimboccarsi le maniche e agire per risolvere nel concreto la situazione. E bisogna essere intellettualmente onesti: quest’ultima azione ha funzionato molto più di proclami e appelli alla calma da parte di partiti, associazioni e imbonitori vari. I Sinti ora hanno nuovamente un luogo dove poter vivere tutti insieme.
Chi invece si trova nella situazione peggiore è il sindaco Cassani, che ha le mani legate, non essendo il terreno di proprietà comunale. Si può dire che tutta la merda da lui lanciata, gli sia tornata addosso in un solo colpo.
Facendo un bilancio: il motivo dello sgombero era quello di recuperare una morosità di circa diciottomilaeuro accumulata negli anni dalla comunità, e di sanare una situazione di parziale abusivismo. Dopo quattro mesi, il comune ha già speso oltre duecentomilaeuro, a fronte dei diciotto che doveva recuperare, e da una situazione di abusivismo parziale si è arrivati ad una di abusivismo totale.
Del resto, lo sgombero di Novembre era un’impresa folle e suicida anche a detta di una parte della stessa maggioranza. Ma il sindaco non ha voluto sentir ragioni, ed è andato avanti come un treno. Doveva farsi bello agli occhi del maestro Salvini, nel tentativo di guadagnarsi una buona posizione nella Lega che conta. Così si è lanciato in quella che immaginava essere una guerra lampo, per ritrovarsi impantanato in una guerra di logoramento dalla quale difficilmente uscirà vincitore.
BULLISMO MUNICIPALE A GALLARATE
A Gallarate, cittadina di provincia e molto provinciale, corrono parecchie voci. Tra queste, una in particolare riguarda il sindaco Cassani. Chi l’ha conosciuto in giovane età, racconta che ai tempi del liceo fosse una delle vittime predilette dei bulli. Una storia di schifosa prevaricazione, come mille altre, verrebbe da pensare. Ma spesso nella storia, le vittime sono in grado di trasformarsi nei peggiori carnefici.
E Andrea Cassani ha voluto essere uno di questi casi. Eletto sindaco, forte del suo ruolo, non ha perso tempo nel lanciare la linea politica del bullismo municipale. Una politica fatta di continue vessazioni e prevaricazioni nei confronti dei suoi concittadini più deboli. Tutte le categorie più esposte sono state colpite: ambulanti, senzatetto, immigrati e Sinti. Peccato che la peste sia stata debellata, altrimenti chissà quale destino sarebbe toccato agli appestati.
E mentre lui richiama l’attenzione mediatica giocando a fare il bulletto; nel silenzio totale, i vertici del partito continuano i loro sporchi affari con personaggi quali intrallazzatori immobiliari, speculatori del cemento, e affaristi di ogni risma.
Ma è risaputo che dietro l’apparente arroganza del bullo, si nasconde un enorme senso di vigliaccheria e debolezza. E guarda caso, è bastato che alcuni Sinti (stanchi del trattamento subito) alzassero un po’ la voce sotto il comune, per spingere l’impavido primo cittadino ad auto assegnarsi una sorta di scorta. Vigili urbani in presidio fisso sotto il comune e ad accompagnarlo nei suoi spostamenti.
Non solo: a seguito della contestazione subita durante il consiglio comunale di Dicembre, il sindaco si è presentato all’ultimo consiglio, scortato da quadri e tromboni di partito chiamati a raccolta da mezza provincia.
NO ALLA DEPORTAZIONE DELLA COMUNITÀ SINTI DA GALLARATE
La comunità dei Sinti Gallaratesi, sgomberata dal proprio campo ormai due mesi fa non ha ancora trovato una sistemazione dignitosa. Si tratta di circa settanta persone, di cui oltre la metà minori, costrette a vagare per il territorio cittadino in camper, o a farsi ospitare da amici e parenti. Il Sindaco Cassani e la sua giunta, responsabili di questa situazione emergenziale, hanno più volte ribadito di non aver alcuna intenzione di farsene carico. Non solo, la Lega ha espressamente fatto capire che la presenza di queste persone in città non è gradita.
La vita comunitaria, in case non convenzionali nelle quali vivono famiglie allargate, è ciò che realmente infastidisce lorsignori. Come i bianchi colonizzatori che in passato volevano civilizzare gli untermenschen africani, oggi i leghisti nostrani si arrogano il diritto di voler normalizzare i Sinti. Per cui l’unica opzione tollerabile è quella di smembrare la comunità e creare delle famiglie mononucleari da mandare a vivere in appartamento. Altrimenti raus, fuori da Gallarate!
Ma la comunità Sinti non è in nessun modo disposta ad abbandonare la città nella quale vive da oltre un secolo e vuole difendere il suo modo di vivere tradizionale e la sua cultura. Per questo motivo, insieme ad alcuni solidali, ha deciso di organizzare una manifestazione per opporsi a quella che sembra a tutti gli effetti una deportazione da Gallarate.
Ieri pomeriggio, molte persone hanno partecipato al presidio in piazza Libertà. Molti interventi al megafono, sia da parte della comunità Sinti che da parte dei tanti solidali presenti. Tra questi anche alcune persone che hanno deciso di violare il foglio di via, provvedimento arbitrario che li vorrebbe lontani da Gallarate per tre anni. Questo a seguito dell’azione di disturbo al consiglio comunale dello scorso Dicembre.
CANSALVINI: SEGUGIO DI RAZZA
“Sto seguendo la situazione e sono sicuro, come mi hanno garantito, le Forze dell’ordine, che l’extracomunitario verrà rintracciato velocemente. Lo prenderemo e lo espelleremo immediatamente” Questo è quanto ha detto il grande ministro CanSalvini, un vero segugio, da la caccia a chiunque, ad alcuni li va a prendere in altre nazioni e con gran rullar di tamburi, li porta in Italia per far scontare loro una pena “giusta” dopo 40 anni dal fatto, altri li cerca e li rimanda al loro paese però il 15 gennaio, a l’aeroporto di Malpensa, non ci è riuscito con l’uomo egiziano che doveva essere rimpatriato ed ha pensato bene di saltare giù dall’aereo per dileguarsi tra le piste dell’aeroporto, bloccando il traffico aereo per tre ore.
I cani sono sguinzagliati, cercano la preda che tanto danno arreca a questo povero paese, il CanSalvini li comanda e con la bava in bocca si fa amare da quelli che un giorno lo prenderanno a bastonate.
Apprendiamo dalla stampa che oggi 16/01 l’uomo è stato trovato Samarate, poco lontano dall’aeroporto.
VIGILIA FRIZZANTE A GALLARATE
Quella del 2018 verrà sicuramente ricordata come una delle più frizzanti vigilie d’anno nuovo vissute a Gallarate.
I Sinti, dopo essere stati sgomberati dal loro campo di via Lazzaretto, erano stati parcheggiati per un mese in un albergo di Somma Lombardo dalla giunta fascioleghista di Cassani. Buttati fuori anche dall’albergo, a queste persone sono rimaste ben poche prospettive sul dove poter vivere. Così questa mattina si sono presentate sotto il Comune di Gallarate per far sentire la propria voce e cantargliele a sindaco e compagnia bella.
Qualcuno ha pensato di salire nell’ufficio del sindaco per dirgliele di persona, ma il portone d’ingresso del Comune è stato prontamente serrato da uscieri e sbirri. Nella calca è saltato qualche vetro e sono volate parole poco gentili nei confronti del primo cittadino.
L’idea dei Sinti era quindi di darsi nuovamente appuntamento questa sera, la notte di San Silvestro, per passare la mezzanotte sotto il Municipio. A questo punto sono intervenuti dall’angolo in fondo della tavolata natalizia alcuni sinistri, che per non farsi mancare dalla tradizionale foto-ricordo cittadinista han pensato di consigliare agli arrabbiati di calmarsi, che così non si ottiene nulla, che bisogna manifestare pacificamente e altre amenità che sono un sinistro può partorire.
La realtà è come sempre un’altra, e infatti guarda caso proprio dopo la mattinata agitata il Comune ha riaperto il dialogo che era fino a ieri invece chiuso.
A detta dei Sinti, che di elemosinare un tetto pare proprio non siano disposti, questo è solo l’inizio.
Vogliono difendere il loro modo di vivere, e la loro cultura?
Noi glielo auguriamo.

A NATALE PUOI…
Aria di Natale, aria di regali.
E’ andata male ad un giovane 24enne del saronnese che ha provato a mettere sul conto di Esselunga un cellulare da 160 euro. Il guardione lo ha pizzicato, ha chiamato i Carabinieri di Saronno che lo hanno arrestato per furto aggravato.
E’ andata bene invece a un 27enne al Tribunale di Busto Arsizio. La Polizia di Stato di Legnano lo aveva arrestato il giorno prima in flagranza di reato mentre rubava all’interno di un residence armato di una scacciacani. Una volta in tribunale per il processo per direttissima, il ragazzo – per di più irregolare – si è divincolato dagli agenti ed è scappato a gambe levate. Dopo aver scavalcato una recinzione, ha fatto perdere le sue tracce.
INSURREZIONE!

Una rivendicazione contro il caro benzina è stata la miccia che in Francia ha incendiato la prateria. In migliaia si stanno battendo strada per strada, consapevoli che a questo punto è all’ordine poliziesco ed economico che bisogna strappare angoli di libertà.
Ci hanno raccontato che la violenza non è utile alla lotta solo perché lo Stato vuole avere il monopolio dell’uso della forza. I rivoltosi francesi ci insegnano, ancora una volta, che è nelle strade che si lotta per la libertà. Con i blocchi, con le barricate, con l’intelligenza degli insorti.
In Italia, milioni di voti hanno permesso a Lega e M5S di salire al governo, per promuovere con il Decreto Salvini leggi liberticide che inaspriscono le pene per forme di lotta come il blocco stradale e rendono impossibile la vita agli ultimi, ai più poveri. Quello che spacciano per cambiamento in realtà è difesa del privilegio economico e sociale.
Contro tutto questo, per riprendere le nostre vite, esiste una parola che i potenti vorrebbero dimenticata: insurrezione!