Si parla di un appartamento a Rovello Porro (CO), in cui si sono trovate costrette a convivere due famiglie con figli piccoli, una delle quali era già stata sfrattata da qualche mese.
Stamattina era previsto lo sfratto per morosità. Come per il caso del signor Melis, senza la presenza di un nutrito gruppo di solidali lo sfratto sarebbe avvenuto, e le due famiglie si troverebbero ora senza un tetto. La DIGOS di Como, Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Locale e l’Ufficiale Giudiziario hanno tuttavia minacciato gli inquilini: il 20 maggio, per proseguire con lo sfratto, verrà richiesto l’intervento di agenti in anti-sommosa.
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EXPO 2015 asseta il pianeta
Il bando che Expo 2015 aveva indetto per trovare un Official Water Partner che offrisse competenze e risorse relative al tema dell’acqua è andato a buon fine.Il testo del bando non lascia dubbi sul profilo dell’evento come “ambito educativo e scientifico di portata mondiale che si prefigge di esplorare le sfide e le soluzioni collegate alla nutrizione e allo sviluppo sostenibile”.
La società che si è accaparrata il lucroso appalto è la San Pellegrino spa, filiale italiana della multinazionale Nestlè. Fortunatamente il vincitore del bando, che avrà il diritto di vendita assoluto sull’acqua all’interno dell’esposizione, ha già la soluzione in tasca per i noiosi problemi mondiali dell’acqua, quindi ci sarà ben poco da esplorare. Non è un segreto la dichiarazione dell’Amministratore Delegato della Nestlè, Peter Brabeck: “l’acqua non è un diritto pubblico né tantomeno umano, dovrebbe essere privatizzata”.
La Pedemontana non si ferma
A giorni inizieranno i lavori di allestimento del “campo base” dei cantieri di Pedemontana nel territorio ai confini tra Lazzate, Cermenate, Bregnano e Lentate sul Seveso. I cantieri sorgeranno a Lazzate nelle campagne ad Est e a Ovest di via San Lorenzo e di via Carducci, depositi e strutture ricettive invece saranno in via F.lli Restelli.Secondo le rosee aspettative dei finanziatori i lavori dovrebbero durare 3 mesi, da giugno a settembre.
Nel frattempo i fondi per il completamento dell’opera rimangono un’incognita; incognita che però continua pezzo dopo pezzo a distruggere il poco verde rimasto in uno dei territorio più urbanizzati d’Europa.
Niente alloggi popolari per i morosi
L’emergenza abitativa anche a Saronno, come nel resto d’Italia, non accenna a diminuire.
Se da una parte l’Amministrazione Comunale, per cercare di tamponare il problema, si rivolge ai privati cittadini, dichiarando:
“Noi come Comune facciamo il possibile con i Servizi Sociali e con progetti ad hoc […] ma è indispensabile l’aiuto dei saronnesi: che mettano a disposizione le case vuote che ci sono in città” dall’altra ALER, l’ente che gestisce l’assegnazione degli alloggi popolari, dall’altra annuncia che gli inquilini morosi delle vecchie case popolari non potranno vedersi assegnare i nuovi alloggi.
Nel frattempo, gli sfratti delle famiglie in difficoltà continuano senza tregua.
Ragazza denunciata per aver preso vestiti per i poveri
Una ragazza di etnia rom e dell’età di 14 anni è stata arrestata dagli agenti del commissariato di Polizia di Legnano dopo essere stata sorpresa, insieme ad una donna complice di 33 anni, a prelevare alcuni capi di vestiario dai cassoni destinati alla raccolta degli indumenti per poveri e bisognosi.
La minore è stata denunciata per furto e riaffidata alla sua famiglia. I vestiti in questione erano stati donati dalla popolazione legnanese affinché venissero poi ridistribuiti tra i bisognosi. Resta da capire di quali bisognosi si tratti: forse bisognosi di rango, nazionalità e stirpe più elevati rispetto a quelli che girano per le strade in cerca di aiuti? Laddove la nostra fantasia fatica ad arrivare, ecco, la legge è ben oltre.
CORTEO 13 APRILE
contro la pedemontana
Domenica 13 Aprile un corteo sfila per le vie di Lomazzo. Più che per protesta il corteo sembra voler sfilare nelle strade lomazzesi per permettere a chi, giunto dalle città limitrofe, voglia ammirare ciò che la creazione di un mostro ecologico come la Pedemontana provoca al territorio in cui viviamo. Chilometri e chilometri di cemento colato sopra a quelli che erano, fino a poco fa, alcuni dei pochi spazi verdi rimasti nel nostro territorio.
Il progetto della Pedemontana, dopo aver attraversato Lomazzo e tagliato in due il Parco Lura, continuerebbe per ancora un lungo tratto, passando addirittura sopra ai territori su cui nel 1976 si riversò una nube tossica di diossina a seguito della fuoriuscita da un reattore chimico della fabbrica ICMESA di Meda. Proprio a Seveso dove in alcune zone è ancora presente una contaminazione residua di TCDD, la movimentazione del suolo a seguito dell’apertura dei cantieri causerebbe l’aumento del rischio di esposizione alla diossina per la popolazione del territorio.
Qualcuno sembra determinato però nel cercare di fermare questo ennesimo scempio ambientale, impedendo alla Pedemontana di proseguire oltre e far scomparire un totale di 550 ettari di suoli agricoli e naturali.
Sfratto a Caronno
Caronno Pertusella, 7 aprile 2014: giorno stabilito lo sfratto esecutivo per un sessantenne.
8:00: lo sfrattando e una ventina di solidali, decisi insieme a resistere a questa ingiustizia, attendono l’ufficiale giudiziario e i fabbri che avrebbero cambiato la serratura dell’appartamento.
14:00: arriva l’ufficiale giudiziario, accompagnato da una quindicina tra carabinieri di Caronno, carabinieri di Saronno e digos di Varese. Oltre a loro gli operai, l’avvocatessa della proprietà che vuole lo sfratto,qualche giornalista e il sindaco di Caronno.
I solidali, posizionati sulla porta d’ingresso con uno striscione su cui scritto “Basta sfratti”, impediscono agli operai di entrare nella palazzina; si svolge quindi un lungo colloquio tra lo sfrattando, il sindaco di Caronno, l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà, con attorno digos e carabinieri.
Dopo un’ora si riesce a ottenere il rinvio dello sfratto di un mese con la promessa/minaccia del sindaco: “mi sono impegnato, d’accordo con il signor Melis, che se entro un mese non si trova una soluzione lui uscirà con me dall’appartamento”.
Quello che senza la presenza della solidarietà sarebbe stato uno sfratto sicuro passato in sordina, è diventato un caso ed è stato rinviato di un mese.