Archivi categoria: Frattaglie – cronache quotidiane

PRIMO DASPO URBANO A SARONNO

Ennesima operazione anti-migranti e anti-poveri nel centro storico di Saronno della Polizia Locale targata Fagioli. Sei gli stranieri fermati, tutti nigeriani, sanzionati in base al regolamento comunale con un verbale da 100 euro. Come se non bastasse a carico di un 22enne è arrivato anche il primo Daspo Urbano emesso dalla giunta leghista.
Il motivo delle sanzioni e del Daspo Urbano? Bivaccavano! E qualcuno chiedeva l’elemosina. Bivaccare rimanda a un’immaginario che poco si presta per questo caso, infatti la Polizia Locale intende bivacco anche il solo stazionare senza apparente motivo da parte di individui non bianchi.
Il taglio razzista e classista è talmente evidente da non avere bisogno di ulteriori commenti. Il ragazzo colpito dal Daspo Urbano per le prossime 48 ore non potrà tornare nella zona dello scalo ferroviario e se dovesse essere sorpreso dagli agenti della fastidiosa Polizia Locale di Saronno rischia un nuovo verbale, stavolta da 200 euro, oltre a qualche conseguenza penale di cui è ancora difficile valutare l’entità.

LA GUERRA IN CASA

Apprendiamo dalla stampa locale che al tribunale di Varese il 9 maggio, il gip dovrà discutere una richiesta di opposizione all’archiviazione proposta dalla Procura di Varese sull’indagine a carico di ignoti nata dalla denuncia contro Leonardo spa, la ex Finmeccanica, azienda italiana leader nel settore difesa e sicurezza: terra, mare, cielo, spazio e cyberspazio, proprietaria anche della Aermacchi di Venegono Inferiore.
La puntigliosa pm Sara Arduini aveva aperto un fascicolo contro ignoti nel 2014 ma alla fine concluse che la vendita di armi, ovvero gli addestratori (aerei da guerra) M346 della Aermacchi, a Israele, non vìola alcuna legge: “E’ tutelato il diritto di autotutela dello stato di Israele, e di conseguenza i rapporti commerciali in tema di armamenti con gli altri paesi non sono vietati in via generale”.
L’archiviazione sarà però impugnata dall’avvocato Marco Lacchin, che agisce in nome di cinque privati cittadini aderenti al comitato “No M346 a Israele”: il gruppo che negli anni scorsi ha organizzato manifestazioni a Venegono, nei pressi di Aermacchi, per contestare la vendita.
Non ci interessa entrare neanche mentalmente nelle aule di tribunale, non ci appartiene il pensiero indirizzato e limitato dal Codice Penale.
Ci interessa invece il fatto che Israele, impegnata negli anni in diverse operazioni militari e in una quotidiana guerra a bassa intensità contro la popolazione palestinese, riceva parte delle sue armi proprio dalla provincia di Varese.
La guerra è possibile anche grazie all’indignazione inoffensiva dei più. 

Segnaliamo l’iniziativa dell’Assemblea Antifascista Saronnese che ha organizzato una cena con dibattito sulla Palestina. Si terrà venerdì 12 maggio alla Casa del Partigiano a Saronno (via Maestri del lavoro 6). Questa la locandina:

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ALLA RICERCA DEL POTERE PERDUTO

Leghista della prima ora e parte importante del cosidetto cerchio magico (i fedelissimi di Bossi), Marco Reguzzoni, dopo un passato politico con posizioni di spicco – presidente della Provincia di Varese dal 2002 al 2008 e capogruppo alla Camera dal 2010 al 2012 – è alla ricerca dei fasti del passato. Attualmente solo sostenitore del partito (gli è stata tolta dal partito la tessera di militante) e presidente dell’associazione Volandia – che da sempre fa marchette pubblicitarie ad Alenia e Aermacchi, aziende produttrici di armi a livello mondiale – cerca di approfittare del ginepraio Alitalia per fare “pubblicità” a Malpensa. Infatti Reguzzoni ha indetto un corteo per questo sabato, con la scusa della contrarietà al finanziamento da parte dello Stato nei confronti di Alitalia stessa. Quest’ultima qualche anno fa aveva infatti deciso il dehub da Malpensa, cosa che aveva creato non pochi dissapori all’interno del partito allora presieduto da Bossi. Con gli anni e il cambiamento di vertice del Carroccio, Reguzzoni ha avuto non pochi problemi a mantenere una posizione di potere all’interno di questo ed ora tenta la carta della speculazione su un problema come quello di Alitalia, per poter riacquisire quantomento un po’ di visibilità.

RAZZISMO ISTITUZIONALE

Como, 2 maggio 2017
Un ragazzo marocchino di 20 anni è stato trovato sul confine svizzero sprovvisto di documenti, a bordo di un treno proveniente dall’Italia. É stato quindi consegnato alla Polizia di Frontiera di Ponte Chiasso come da accordi bilaterali. Il ragazzo è risultato essere già destinatario di un ordine di espulsione e ricercato per un ordine di carcerazione emesso lo scorso 25 gennaio dalla Procura di Varese. La condanna di due anni da scontare fa riferimento al reato di false attestazioni a pubblico ufficiale. Il giovane è stato portato in carcere al Bassone.

Milano, 2 maggio 2017
Una vera e propria invasione di Polizia in antisommossa. Questo è successo in stazione centrale a Milano dove più di 300 poliziotti sono intervenuti per un rastrellamento contro gli stranieri. L’episodio è inevitabilmente politico, infatti lo sciacallo per eccellenza, Matteo Salvini, era già sul luogo pronto a farsi fotografare e ad esultare. Non sono mancati i momenti di tensione tra antirazzisti e forze dell’ordine. Il bilancio dell’operazione parla di 150 migranti identificati (profughi, richiedenti asilo e non solo) e 52 portati in Questura per «accertamenti».

Monza, 3 maggio 2017
Sono rimasti in 45 i richiedenti asilo alloggiati in via Asiago 8/D, dopo che ieri si è conclusa l’azione di sfratto iniziata nel fine settimana per alleggerire la presenza di profughi nel condominio di San Rocco. Non sembra un caso che l’azione di questi giorni della Prefettura sia avvenuta dopo l’avvio della campagna elettorale, dopo le sparate razziste di Lega Nord e CasaPound, e a qualche giorno dal passaggio da Monza del ministro dell’Interno Marco Minniti.

Roma, 3 maggio 2017
Il Decreto Minniti porta alla prima uccisione. Si tratta di un ambulante senegalese di 54 anni. È stato investito da un motorino dei vigili urbani in borghese mentre scappava dal controllo. “È caduto e ha battuto la testa”, hanno dichiarato alcuni presenti. Una trentina di loro si sono recati sul luogo dell’accaduto per protestare, creando caos sul lungotevere con conseguenti ritardi delle linee bus. Sul posto sono giunti anche agenti di polizia in tenuta antisommossa.

Rilanciamo due appuntamenti di piazza:

oggi 4 maggio, alle 18 a Milano in piazza della Scala. Presidio antirazzista.

sabato 6 maggio, alle 15 in piazza della tessitura a Fino Mornasco (CO), presidio contro le deportazioni e contro l’agenzia viaggi “Rampinini”, complice nelle deportazioni.

Gallarate: parola al Podestà

“Tanto sangue per far tornare il popolo ad essere sovrano, per respingere i popoli invasori, difendendo i sacri confini e ora davanti alla cessione della sovranità e alla profanazione dei nostri confini, non battiamo ciglio”. Questa è solo una parte dell’intervento vomitevole del podestà – pardon! –  del sindaco di Gallarate, il quale considera il 25 aprile la liberazione dai tedeschi, ma non dal fascismo, e mette sullo stesso piano un esercito di occupazione con chi scappa da guerre e povertà. Ha avuto anche il coraggio di paragonare i caduti partigiani e i deportati nei campi con i caduti della RSI, cosa prevedibile visto che il mese scorso ha partecipato alla commemorazione per questi ultimi a Somma Lombardo, con tanto di fasci(a) tricolore. Dare le spalle al palco quando qualcuno ha intonato Bella Ciao, sfilarsi dal corteo quando la banda ha osato fare la stessa cosa (in compagnia della prediletta del fascista La Russa, l’assessore Francesca Caruso) sono state alcune delle provocazioni messe in campo durante tutta la mattinata. Naturalmente l’atteggiamento e le parole di Cassani sono state legittimate dalla paraculaggine dell’ANPI gallaratese, che con il discorso del suo presidente ha ribadito la retorica democristiana della libertà di pensiero, di espressione e minchiate simili. Fischi ed insulti? Il minimo sindacale messo sul piatto dagli astanti.

LEGA FÖRA DI BALL!

Gli appuntamenti di avvicinamento a questo 25 aprile, firmati Assemblea Antifascista Saronnese, sono stati tanto partecipati quanto controllati da molto vicino dalle forze dell’ordine: sabato un numeroso presidio in centro cittadino ha ribadito lo stretto legame tra giunta leghista ed estrema destra, con Domà Nunch e tutte le altre firme di volta in volta usate dai fascisti saronnesi (Azione Identitaria, Sorarma, Accademia XIX, et caetera), domenica invece un concerto e un aperitivo hanno riempito la Casa del Partigiano di Saronno. In entrambe la situazioni provocatoria e insistente è stata la presenza dei Carabinieri, della Digos e della Polizia di Stato.
Il copione è stato rispettato anche oggi, infatti sin dal primo mattino Saronno è stato invasa da un dispositivo poliziesco degno delle giornate più calde: tre camionette, una ventina di agenti in borghese.
Il sindaco, dopo la figuraccia e gli insulti dello scorso anno, ha fatto il suo discorso di prima mattina di fronte ai soli giornalisti e protetto dalle forze dell’ordine. Poco dopo piazza Libertà si è riempita di circa duecento antifascisti che hanno prima sfilato in corteo e poi, dopo qualche provocazione poliziesca rispedita al mittente, si sono radunati in piazza Caduti della Liberazione per i discorsi conclusivi.
Probabilmente, vista la tradizione briosa del 25 aprile saronnese, oltre alle forze dell’ordine anche i fascisti nostrani hanno avuto lo scrupolo di spiare i movimenti degli antifascisti. Si palesano per ciò che sono: manovalanza assoldabile, cani da guardia del potente di turno.
Dopo anni di contestazioni – gavettoni, insulti, cori, striscioni – finalmente si è riusciti ad ottenere con la lotta un 25 aprile senza leghisti!

TOH… CHI SI VEDE!

I fascisti di Saronno ultimamente si devono essere sentiti trascurati, infatti sono tornati a scrivere sui muri cittadini vicino ad alcune scritte antifasciste. Guarda caso nello stesso momento in cui è stata cancellata, con la ritinteggiatura completa del muro in questione, la scritta che inneggiava a partigiani a GAP. Gli anni scorsi a ridosso del 25 aprile hanno esposto striscioni inneggianti a Ramelli e contro i partigiani.
Nell’ultimo anno, dopo il tentativo di organizzare un evento nazista a Saronno (Wolf Of The Ring, associazione del circuito hammerskin), si sono verificate alcune intimidazioni ai danni di giovani individuati come “alternativi”, quindi “compagni” o quantomeno prossimi a loro.
Dei motivi in più per essere in piazza in questi giorni, sabato 22 al presidio antifascista in piazzetta Portici e martedì 25 aprile alle 10 in piazza Libertà per il corteo cittadino.

CHI HA PAURA? DI CHI?

I dirigenti dell’Electrolux di Solaro hanno emesso 26 provvedimenti disciplinari nei confronti di lavoratrici e lavoratori che hanno aderito allo sciopero dell’8 marzo scorso, poiché, secondo la fantasiosa spiegazione fornita a riguardo, nessuna delle sigle sindacali presenti all’interno della stabilimento aveva dato adesione formale alla serrata. Ciò che si nasconde dietro questa mossa è probabilmente da trovarsi nel tentativo di rendere ricattabili i lavoratori, in vista del rinnovo dell’accordo interno che avverrà nel prossimo periodo. Gli operai e le operaie non si sono però fatti intimidire dalle logiche repressive padronali e hanno risposto con l’astensione parziale dal lavoro per domani (13 aprile), rivendicando l’indispensabilità dello sciopero all’interno della fabbrica. E non solo, aggiungiamo noi.

COLPO SU COLPO

Il weekend scorso due aggressioni fasciste avevano avuto luogo a Milano, una a Gratosoglio e l’altra sui navigli.
Nei giorni seguenti l’antifascismo è stato praticato in diversi posti e in varie forme: il lunedì sera seguente un partecipato corteo aveva attraversato la zona ticinese per rispondere a questi due attacchi, qualche giorno dopo a Milano un camerata è stato allontanato dalla zona del ticinese, a Tradate è stato un impedito un presidio di Forza Nuova, a Benevento il gazebo di Forza Nuova è stato distrutto.
Messa in pratica efficace dello slogan “nessuna aggressione senza risposta”.

ITALICO VIGORE

Mattinata movimentata in quel di Tradate. L’annunciato presidio congiunto tra il Movimento Etico di Massimiliano Russo e la sezione varesina di Forza Nuova in pieno centro non ha avuto luogo. Infatti sin dal primo mattino il centro è stato presidiato da qualche decina di antifascisti per togliere spazio e voce alla propaganda fascista. I fascisti, dopo essersi presi insulti per un paio d’ore e senza essere riusciti a dare nemmeno un volantino o a esporre una bandiera, con italico vigore hanno smontato le loro cose e se ne sono andati.
Ingente il dispiegamento di forze dell’ordine, aumentate col passare del tempo per bloccare i tentativi degli antifascisti di far sentire ai forzanovisti e accoliti in maniera più efficace che non erano ben accetti. Ad maiora.