mercoledì, aprile 24, 2024
Ultime notizie

2005

  • 16/01/05. Domenica 16 a Mompantero spunta un’altra auto-centralina della ditta La Fenice per le rilevazioni. La reazione della popolazione non si è fatta attendere. La gente ha ribadito il suo NO alle rilevazioni. Più di un centinaio di persone presenti che hanno volantinato e “addobbato” il furgone con scritte e locandine.
  • 25/02/2005. In occasione del convegno “Ma la valle è pronta per le Olimpiadi?”, indetto a Bardonecchia alle ore 21 presso il Salone delle Feste, il movimento NO TAV ha voluto ricordare per l’ennesima volta a Vaglio, Napoli, Pescante, Ghigo, Castellani & soci, la contrarietà delle popolazioni locali coinvolte dalla linea ad Alta Velocità Torino-Lione e dalla devastazione dei cantieri olimpici. (Scarica il comunicato)
  • 19/03/2005. Sabato 19 marzo ben 37 consigli comunali della Valle di Susa e gronda ovest e 2 consigli delle comunità montante Alta e Bassa Valle di Susa si sono ritrovati in P.za Castello per votare un unico ordine del giorno di assoluta contrarietà al TAV. Migliaia i valsusini venuti nella città con bandiere e striscioni per rendere ancora una volta visibile l’opposizione della popolazione valsusina verso un opera inutile e dannosa. Fischi per Fassino che continua a pensare che l’unica soluzione è concordare con gli enti locali dove far passare il treno devastatore; il segretario dei DS, al pari della sua amica Bresso, non ha ancora capito che l’unica soluzione per i valsusini è quella di non far passare nessun TAV! (Scarica i volantini distribuiti ai torinesi 1 – 2 ;  Documento votato dai sindaci ).
  • 25/04/04. In occasione  del 25 aprile in Valle molte le bandiere NO TAV presenti alle celebrazioni dei vari paesi, per ribadire che la resistenza non è finita il 25 aprile del 1945 ma continua e continuerà fino a quando i distruttori della valle desisteranno dal loro devastante progetto. ORA E SEMPRE RESISTENZA, ORA E SEMPRE NO TAV.
  • 23/05/2005. Presidio AdessoBresso – AdessoNOTAV. Il giorno dell’insediamento della giunta Bresso un centinaio di manifestanti hanno prersidiato l’ingresso della Regione con cartelli e striscioni NO TAV. La più contestata è stata la neo presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso che si è già distinta con esternazioni vergognose e denigratorie verso l’opposizione valsusina.
  • 04/06/2005. IMPONENTE MANIFESTAZIONE! Da Susa a Venaus contro il TAV e il raddoppio del Frejus. In 37mila persone hanno ribadito in modo forte e chiaro tutta la contrarietà dei territori coinvolti contro il mostro devastatore ad alta velocità. (Scarica il comunicato Spinta dal bass- csa Takumascarica volantinoscarica volantino istituzionalevai alle foto
  • 04/06/2005. Alle ore 17:10 un incendio nel tunnel del Frejus causa due morti, gravi i danni riportati alla struttura della galleria che dovrà restare chiusa per 2 mesi. Come c’era da aspettarsi gli sciacalli (in primis Lunardi, Bresso e il presidente della SITAF Cerutti), con i morti ancora caldi, si sono avventati sui valsusini rei di rallentare le famose opere “indispensabili” cioè il TAV e il raddoppio del Frejus. Eppure proprio in questi giorni tutti hanno scoperto che esiste già “l’autostrada ferroviaria” e che basterebbe rammodernare l’attuale linea per trasferire i tir sui treni…troppo facile e troppo pochi i guadagni per i soliti affaristi senza scrupoli. Intanto Pro-natura invia in procura un esposto sostenendo che l’incendio è di origine dolosa. (Scarica esposto).
  • 05/06/2005. Inizio del presidio permanente a Venaus presso l’ex cantiere dell’AEM dove Lorsignori vorrebbero iniziare il cunicolo esplorativo del TAV (Scarica comunicato stampa Spinta dal bass – csa Takuma).
  • 20/06/2005. Primo tentativo di far entrare le trivelle in un terreno a Borgone di Susa. La popolazione valsusina risponde in modo come sempre compatto e determinato: sindaci, anziani, preti, bambini e famiglie intere sbarrano l’accesso al terreno. Le forze dell’ordine arrivate in massa (almeno 200 uomini in tenuta antisommossa) devono desistere davanti allo sbarramento della popolazione. Nessuno è entrato e da oggi inizia il  presidio permanente con assemblee, pranzi, cene collettive e feste serali. (Scarica volantino e comunicato stampa).
  • 21/06/05. La presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso, dopo l’ennesimo incontro con i sindaci e viste le 37.000 persone in manifestazione, smette di fare la prepotente e accetta i 3 mesi di moratoria richiesti sui carotaggi, il governo però non approva e annuncia che si andrà avanti. Il ministro talpa Lunardi non vuole perdere tempo: la Rocksoil, azienda di famiglia Lunari, ha vinto la gara di progettazione per il tunnel in territorio francese.
  • 24/06/2005. Secondo tentativo di carotaggio a Bruzolo: anche questa volta, sindaci e popolazione sbarrano gli accessi e  anche questa volta le forze dell’ordine prendono atto che è impossibile entrare nei terreni. Anche a Bruzolo il presidio diventa permanente (Scarica comunicato stampa).
  • 27/06/2005. Terzo tentativo a Venaus: questa volta la CMC avrebbe dovuto espropriare decine di terreni per impiantarci il cantiere per la galleria geognostica di 6 Km per 6 metri di diametro. Anche questa volta centinaia di cittadini con i sindaci sbarrano l’accesso e anche questa volta gli invasori vengono respinti. Il presidio continua in modo permanete. Molte aziende valsusine hanno dichiarato uno sciopero di 4 ore per garantire la presenza degli operai al blocco. (Scarica comunicato stampa e comunicato sindacale).
  • 03/07/2005. Anche quest’anno il movimento NO TAV sale al colle del Lys per ricordare i partigiani delle tre valli trucidati dai nazi-fascisti. Madama Bresso, annunciata come oratrice ufficiale, desiste per paura delle contestazioni, mentre Ferrentino, presidente della comunità montana, fa un lungo discorso sulle ragioni del NO TAV e sulla nostra mobilitazione: il pubblico risponde con applausi e urla di incitamento, quando tocca a Saitta molti girano le spalle e se ne vanno. Ancora una volta ribadiamo che i valori della resistenza sono i nostri valori e nessuno potrà mai calpestarli. (Scarica volantino).
  • Luglio 05. Grande partecipazione ai presidi di Borgone, Bruzolo e Venaus:ogni giorno sono centinaia le persone che transitano per i presidi mentre di sera sono in programma assemblee, feste, concerti e grigliate. Spinta dal bass e il csa Takuma hanno allietato i presidi con una serata di musica salentina a Borgone (vedi foto), una di musica occitana a Venaus (scarica volantino).
  • 11/07/05. I sindaci sono convocati a Roma: si va a chiedere una moratoria di tre mesi sui sondaggi e una discussione che metta sul piatto l’utilità dell’opera, il ministero risponde picche, proponendo posti negli organi decisionali, compensazioni e l’inizio dei sondaggi subito, i sindaci, per nulla intimoriti, non accettano lo scambio, i presidi rimangono e si rafforzano (scarica comunicato stampa assemblea del 12/07/05 presidio di Borgone)
  • 26/07/05. Continuano gli incontri tra le istituzioni Valsusine e governo, regione e provincia per arrivare a sbloccare la situazione del blocco dei sondaggi, quindi dei presidi permanenti. Provincia e regione cedono a parlano di sondaggi da iniziare a ottobre dopo un tavolo tecnico-politico con gli enti locali. Ma il governo sembra non sentirci e per bocca del presidente della CIG Masera afferma che i sondaggi dovranno iniziare ad agosto.
  • 03/08/05. Altro viaggio a Roma dei sindaci al Ministero dei trasporti: alla fine si ottiene una tregua fino al 12 settembre, nessun sondaggio inizierà, intanto parte un tavolo tecnico-politico (Commissione Tecnica presieduta dall’arch. Luigi Rivalta) dove i nostri amministratori, attraverso i tecnici valsusini da loro designati, cercheranno di spiegare come mai il Tav non lo vogliamo; i presidi
    continuano anche nel mese di agosto, giusto per tenerci “in forma” per settembre che si annuncia un altro mese “caldo”.
  • Agosto 2005. Nonostante ferie e vacanze i presidi continuano e si rafforzano anche in pieno agosto. Tra cene, pranzi , feste e lavori di consolidamento delle strutture (ci si prepara per l’inverno) anche agosto passa senza nessun colpo di mano. Il csa Takuma organizza a Borgone una grigliata e una serata revival musica dance 70-80.
  • 15/09/05. Il coordinamento dei comitati NO TAV indice una assemblea pubblica chiedendo alla Commissione Tecnica che si sta riunendo a Torino e alle istituzioni chiarimenti sul perché si fosse partiti, tra le 7 criticità, a parlare proprio dei sondaggi. Moltissima la gente che ha riempito la sala consigliare di Bussoleno, alla fine si esce “ricompattati” e pronti per l’ennesima volta a fronteggiare il TAV, tutti uniti.
  • Fine settembre 2005. Mentre continuano i presidi, le istituzioni decidono di aprire un tavolo di trattativa con il Ministero e LTF per iniziare i sondaggi volti a scoprire l’amianto, il tutto causa la spaccatura della Valle: la maggior parte delle istituzioni è d’accordo a far partire le indagini geognostiche, mentre una minoranza istituzionale e tutto il movimento NO TAV si oppongono. Iniziare i sondaggi significa iniziare i lavori e questo non è possibile concederlo. A risolvere il tutto ci pensa Lunardi che scioglie la Commissione Tecnica e con prepotenza avverte che i sondaggi si faranno entro il 15 ottobre a prescindere. NO TAV = NESSUN SONDAGGIO.
  • 27/09/05. Arrivano a Venaus le lettere di esproprio per il cantiere. Il 6 e 7 di ottobre la CMC (ditta incaricata da LTF di eseguire i lavori) tenterà come a giugno di entrare in possesso dei terreni su cui poter iniziare il cantiere per i sondaggi.
  • 06/10/05. Venaus: per l’ennesima volta i tecnici di LTF sarebbero dovuti entrare a Venaus per l’esproprio dei terreni, ma il governo ha deciso il 5/10/05 sera alle 22.00 di ritirare le truppe (erano circa 800 gli uomini delle forze dell’ordine) Nonostante la giornata piovosa, la sveglia alle 7 della mattina e nonostante la notizia che nulla sarebbe accaduto 600 Valsusini si sono trovati a Venaus per impedire l’accesso ai cantieri mentre una trentina hanno passato su la notte per sicurezza.
  • 31/10/05. LA BATTAGLIA DEL SEGHINO. Alla fine eccoli! Si presentano in 1000 in assetto anti-sommossa per conquistare i terreni alla pendici del Rocciamelone. Tentano di iniziare per la quinta volta i sondaggi. Ad attenderli i Valsusini schierati sul ponte delle frazione Seghino che fanno resistenza passiva: mani alte e nessun oggetto contundente. Le forze dell’ordine spingono con gli scudi e ogni tanto partono manganellate. Ma noi siamo più determinati e alla fine, dopo varie schermaglie, si rassegnano, subito pronto il motto: dal ponte del seghino non passa il celerino. Tentano allora di salire a piedi per i sentieri e arrivare direttamente al sito ma anche li una muraglia umana li ferma: siamo di più e più determinati: le loro spinte non spostano di un millimetro. Alla fine si discende dalla montagna cantando Bella ciao dopo che le forze dell’ordine assicuravano ai sindaci che non ci sarebbero stati altri tentativi e che si sarebbero ritirati.
    Da falsi, bugiardi e sleali come solo loro possono essere dopo le 22.00 salgono sul sito ormai vuoto e gli attaccano del nastro per poi spedire ai giornali che i terreni erano stati raggiunti. La comunità Montana ha subito fatto ricorso in quanto sui terreni si poteva arrivare entro le 19.00 e in presenza del proprietario (non si sono realizzati nè un parametro nè l’altro). Dei terreni cintati uno è franoso e inagibile, poi ne è stato cintato uno sbagliato e quindi dei 3 siti solo uno è stato raggiunto. (Scarica il comunicato stampa) Vedi le foto.
  • 01/11/05. Alla notizia dell’accesso illegale ai terreni i valsusini rispondono con rabbia e determinazione: dalla mattina alla 10 alla sera alle 20.00 viene bloccata la viabilità della Valle: si parte con la ferrovia, blocchi a Borgone, Condove, S.Ambrogio e Avigliana per poi fermare le due statali 24-25. Alle 19.00 sono almeno 2000 le persone che bloccano a Condove, in contemporanea, ferrovia e statali.
  • 04/11/05. Ecco puntuale come sempre (in Italia) arrivare la bomba-pacco. E stata ritrovata a Giaglione ed era poco più di un petardo, ma bastato questo per far passare i Valsusini come terroristi. Noi, che al primo punto delle nostra battaglia, abbiamo sempre messo la non violenza! Non sappiamo chi ci abbia giocato questo brutto scherzo ma è chiaro che con il movimento NO TAV e con la nostra protesta non centra nulla. Nei giorni successivi continua una strategia per colpevolizzarci con volantini deliranti inneggianti alla lotta armata e bossoli spediti alla Bresso. Si tenta di porre fuori legge il movimento più onesto e legale d’Italia! (Scarica il comunicato stampa)
  • 05/11/05. In risposta alle provocazione e per chiedere l’immediata smilitarizzazione di Mompantero, occupata dal 31 ottobre dalle forze
    dell’ordine e vietata ai non residenti, si svolge a Susa una immensa fiaccolata di 15 mila persone. Eccoli i terroristi valsusini: sono donne, bambini, famiglie , anziani, giovani studenti un intero popolo che in modo pacifico sta lottando per difendere la proprio terra. Se pensano di tenerci a casa usando i soliti sporchi mezzi si sbagliano, qui in Valle noi non abbiamo nulla da nascondere ed per questo che continueremo la nostra lotta fino a quando i distruttori e le forze dell’ordine lasceranno la Valle.
  • 12/11/05. Per denunciare la vergognosa occupazione del comune di Mompantero e delle pendici del Rocciamelone (montagna simbolo della Valle), la popolazione valsusina organizza la prima camminata sui sentieri partigiani. In 200 si trovano davanti al posto di blocco
    di Urbiano e dopo varie trattative riescono ad entrare in paese scortati da poliziotti a piedi ed autoblindi. Alla fine si raggiunge la trivella
    dove vengono deposti dei fiori così come si è fatto alle lapidi di chi sesant’anni fa ha lasciato la sua vita per la libertà che oggi ci viene negata.
  • 16/11/05. SCIOPERO GENERALE! 80 MILA!! Un’altra importante pagina di storia Valligiana. Allo sciopero generale della Valle di Susa l’adesione totale: non un negozio aperto, fabbriche vuote, chiuse scuole, banche, uffici postali, giornalai, benzinai, bar, insomma un intera comunità si è fermata ed scesa in strada a manifestare pacificamente. Il lungo corteo partito da Bussoleno per finire a Susa. Dopo i comizi concerto per tutto il pomeriggio. Arrivata la solidarietà da tutta Italia con comunicati o con la presenza di delegazioni. Ancora una volta la Valle di Susa chiede di essere ascoltata e mostra come dire NO TAV non sia questione di localismo! (Scarica il volantino ufficiale e quello dei comitati, scarica il comunicato stampa, locandina chiusura negozi) Vedi le foto.
  • 18/11/05. In modo provocatorio e in totale disprezzo per gli abitanti Valsusini, che 2 giorni prima erano scesi in piazza in massa, LTF spedisce le lettere di esproprio a 82 proprietari di terreni di Venaus per poter iniziare un tunnel esplorativo di 10 km. Il 30 è la data prefissata e naturalmente noi ci saremo.
  • 19/11/05. Seconda passeggiata per denunciare la militarizzazione di Mompantero. Anche questa volta in 200, nonostante scorte e blindati, ci si riappropria della nostra montagna, anche questa volta si arriva alla trivella, la quale ha già riversato sulla terra liquidi velenosi e ha reso il terreno una fanghiglia piena di benzina e rifiuti.
  • 27/11/05.  Ancora una domenica con “passeggiata popolare” ad Urbano e Seghino a portare solidarietà alla popolazione che continua a vivere sotto un occupazione militare, occasione anche per organizzarsi in vista del 30 novembre a Venaus.
  • 29/11/05. Ore 3 di notte, con un azione degna delle peggiori dittature, lo stato italiano invia centinaia e centinaia di uomini e mezzi
    militari a Venaus e circonda la Val Cenischia impedendone l’accesso a chiunque. Tutto il giorno la popolazione e forze dell’ordine si fronteggiano sul bivio di Venaus (i Passeggeri); manganellato l’europarlamentare Agnoletto. La commissione europea, in visita proprio in questi giorni, rimane sbigottita per come i diritti fondamentali siano calpestati. Alla sera, forse per la figuraccia con gli europarlamentari, il blocco si allenta e la gente può raggiungere l’area del futuro cantiere, domani si dovrebbero iniziare i lavori. (Comunicato stampa)
  • 30/11/05. Nonostante gli accessi per Venaus siano stati nuovamente blindati dalla polizia nella nottata, la gente è riuscita a piedi a raggiungere l’area interessata al cantiere. In centinaia abbiamo passato la notte sotto la neve circondati dalle forze dell’ordine. Costruite le barricate sulle strade di accesso al cantiere. Verso le 9 i militari tentano di entrare nei prati da tre fronti diversi ma la solita muraglia umana liblocca. Qualche spinta ma nessuno si fa male. Si arriva a sera e nessun terreno è stato cintato, intanto carabinieri, polizia e guardia di Finanza
    non smobilitano, anzi aumentano i posti di blocco e la loro invasiva presenza. Viene coniato il nuovo slogan dei valsusini “SARA’ DURA!” (Scarica comunicato stampa)
  • 01-05/12/05. Cinque giorni indimenticabili: centinaia di Valsusini si danno il cambio a presidiare i terreni, si dorme al gelo e si mangia qualcosa alla baracca del presidio, vengono montate tende, si organizzano concerti di
    bande, assemblee, giochi. I carabinieri tentano una volta (ore 22) di entrare in assetto antisommossa ma vengono ma vengono bloccati in modo pacifico ma fermo dai presidianti che li obbligano a ritornare all’interno del cantiere Aem. Uno a zero per noi! Le barricate si rinforzano e crescono tutt’intorno al cantiere in un clima di festa surreale.
    Domenica 4, tremila persone manifestano davanti ai posti di blocco chiedendo a gran voce la smilitarizzazione della Val Cenischia. (Scarica comunicato stampa)
  • 06/12/05. Ore 3.20 di notte. Val cenischia o Cile di Pinochet? Centinaia arrivano nel cuore della notte: davanti, una ruspa che travolge tutto ciò che trova, dietro, gli uomini in divisa con l’ordine di picchiare: a farne le spese signore, anziani, giovani: in 20 alla fine finiscono all’ospedale con nasi e teste sanguinanti. Il presidio è sgomberato, la casetta distrutta i terreni cintati dai tecnici della CMC. E’ chiaro che non potrà finire così. (Scarica le testimonianze di chi era su:  testimonianza1testimonianza2   vedi le foto e i video)
    06/12/05 Rabbiosa la risposta della Valle: Ore 7 della mattina Come la notizia di quanto avvenuto a Venaus giunge in Valle nelle prime ore del mattino la Valle di Susa si ferma.ORA BASTA! QUESTO E’ TROPPO!  In 800 sono in piazza a Bussoleno, intanto dalle fabbriche si proclamano gli scioperi, gli studenti escono dalle scuole. A metà mattinata l’autostrada del Frejus, le due statali e la linea ferroviaria sono bloccate da migliaia di persone che costruiscono barricate con qualunque oggetto. Bussoleno è l’epicentro della protesta: barricate tenute da “madame” inferocite e da anziani che pensavano di non dover vedere più certe scene da fascismo. Blocchi e barricate anche ad Almese e Avigliana, gruppi autorganizzati fermano la viabilità dell’intera valle statali, autostrade, ferrovie…più nessuno si muova! I militari non possono fare il cambio turno e sono costretti a passare dal Sestriere. Telegiornali e giornali hanno tutti in prima pagina la Valle di Susa.
  • 07/12/05. Di nuovo tutto bloccato: statali, autostrada e ferrovia; la rabbia non passerà fino a che non si riparerà al torto subito rispedendo a casa loro gli invasori. Alla fine si decide: domani manifestazione Susa-Venaus: l’intento è riprendersi i terreni.
  • 08/12/05. VENAUS E’ LIBERATA!!! Oltre 50 MILA persone, si parte da Susa, nonostante i soliti occupanti ci impediscono con qualche manganellata e un folto cordone l’accesso per Venaus (bivio i Passeggeri) la gente passa per mulattiere e sentieri.
    La folla è come un torrente che straripa e si divide in tanti rigagnoli, si raggiunge Venaus da mille parti, per ricongiungersi tutti intorno al cantiere spiazzando i blocchi organizzati dalle forze di occupazione.
    Intorno alle 12.30 il cantiere è circondato da decine di migliaia di cittadini vogliosi di riprendersi quello che gli era stato sottratto con la forza. In un attimo: le reti vanno giù, i militari indietreggiano velocemente e i terreni sono riconquistati da una fiumana di gente. E’ la dovuta risposta al blitz del 6 dicembre. VENAUS E’  DI NUOVO NOSTRA! Il governo nella stessa giornata convoca i sindaci a Roma, fa togliere i blocchi polizieschi e ritira la maggior parte delle truppe (rimangono ancora alla borgata Seghino di Mompantero e all’interno del cantiere Aem). In Val cenischia si circola di nuovo liberamente. (vedi le foto)
  • 10/11/05. I sindaci incontrano ministri e sottoministri a Roma, questi propongono loro un documento inaccettabile che i nostri sindaci non firmano. L’intento del governo è congelare tutto fino alle Olimpiadi in modo da poterle svolgere senza problemi ma non sembra intenzionato a prendere in considerazione le nostre richieste.
  • 11/12/05. Cinquemila le persone che partecipano all’assemblea indetta dai sindaci per raccontare l’incontro di Roma (dato che i media ne parlano confusamente) e per decidere il da farsi per la manifestazione a Torino del 17/12.
  • 12-13-14/12/05. Dopo i fatti di Venaus le Comunità Montane alta e bassa Valle di Susa promuovono un seminario sulla difesa della Costituzione intitolato “Presidiare la democrazia” nei quattro incontri proposti a Bardonecchia, Susa, Bussoleno e Condove. Numerosa la gente che partecipa ai dibattiti sia come uditori degli invitati sia come relatori sull’esperienza della militarizzazione, dei presidi e della lotta al TAV. (Scarica il volantino)
  • 17/12/05. Giornata NO TAV a Torino: Un corteo di 50 mila persone con delegazioni e realtà da tutta Italia raggiunge la Pellerina dove ad aspettarlo c’è lo spettacolo di Marco Paolini, Beppe Grillo, Dario Fo e Franca Rame aperto a ritmo di musica con i Lou Dalfin. Altra giornata epica. Il NO TAV è ormai un caso nazionale con cui tutti dovranno fare i conti! (Scarica comunicato stampa)
  • 18/12/05. In solidarietà con quanto è accaduto a Torino varie realtà romagnole si sono date appuntamento sotto la sede (a Ravenna) della CMC ditta appaltatrice dei lavori del TAV come del Ponte di Messina. Importante quanto è accaduto perché fa notare come l’Italia intera si opponga a queste grandi opere al di fuori dei localismi con cui i politici cercano di metterci a tacere. (Scarica il comunicato stampa)
  • 21/12/05. Anche alla borgata Seghino torna la normalità:alle 17.30 le truppe di occupazione vanno finalmente via insieme alla trivella dopo un mese e venti giorni di oppressione militare, sospiro di sollievo degli abitanti del luogo che possono godersi la libertà di circolare liberamente. Ora le forze dell’ordine rimango solo più al cantiere dell’Aem a Venaus ma sembra torneranno a breve per reinstallare le trivelle su altri 2 terreni.
  • 31/12/05. Non poteva che finire a Venaus l’anno che ci ha visto protagonisti di una storia piena di avvenimenti e densa di emozioni. A partire dall’estate è stata una continua lotta con le “forze dell’ordine” per impedire l’inizio di un qualsiasi lavoro e alla fine possiamo dire che l’abbiamo spuntata:a Venaus  tutto fermo, così com’è a Bruzolo e Borgone e su tre sondaggi previsti a Mompantero ne hanno portato a termine mezzo (sono scesi fino a 400 metri a fronte dei 900 previsti). Ecco allora che a Capodanno esplode la festa in quello che  ormai il paese simbolo della battaglia: Venaus. In diecimila affolliamo il presidio ricostruito dopo l’infame blitz del 6 dicembre. Nevica, l’atmosfera   è ancora più suggestiva: si balla, si canta, si brinda, si festeggia e nello stesso tempo si lotta. Il primo gennaio sono ancora centinaia le persone al presidio. Iniziamo l’anno con la consapevolezza che l’anno nuovo che ci aspetta sarà probabilmente ancora più difficile di quello passato, ma la determinazione e la voglia di lottare del popolo valsusino non potrà che respingere chiunque.

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