giovedì, maggio 9, 2024
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Polizia e digos in Via Asti. Sgomberate le famiglie rom.

Polizia e digos in Via Asti. Sgomberate le famiglie rom.

La Caserma di Via Asti, di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, la sua parte est era stata occupata pochi giorni fa da alcune famiglie di Rom sgomberati dai campi torinesi, e poi allontanati dai giovani di Terra del Fuoco, associazione vicina al consigliere comunale di Sel Michele Curto, che ad aprile aveva già occupato “per protesta” la parte ovest dell’edificio diventando tema della discordia tra l’amministrazione comunale e l’alleato in Sala Rossa.
In via Asti così si son trovate proprio quelle famiglie del campo rom di Lungo Stura Lazio, al cui interno, l’associazione Terra del Fuoco aveva un progetto per dare una casa. Che non abbia funzionato?

Così questa mattina uomini, donne e bambini vengono buttati fuori, di nuovo senza un tetto, qualcuno viene anche identificato da solerti agenti di polizia. Gli occupanti avevano scritto una lettera rivolta al vicinato proprio pochi giorni fa per spiegare le motivazioni dell’occupazione abitativa e le necessità a cui si trovavano a far fronte da soli.

Il presidente di Terra del Fuoco, Oliviero Alotto, pochi minuti dopo lo sgombero scrive sul suo profilo Facebook: “Va bene tutto, ma non i rom. Viene sgomberata via Asti dove da mesi svolgiamo attività sociale – aggiunge – le città non si governano con gli sgomberi, ma costruendo consenso, invece si preferisce ascoltare la pancia più razzista della nostra società. Non si fermeranno così con scudi e manganelli”.

Terra del Fuoco, nella sua presentazione, è un’associazione “impegnata nel sostegno ai percorsi di cittadinanza attiva e nella difesa della dignità e dei diritti delle persone – una realtà che lavora – per il progetto “La città possibile” della Città Torino che prevede l’inserimento in percorsi abitativi per oltre 600 Rom attualmente residenti nei campi abusivi”. Questo, almeno, è quanto si legge sul loro sito internet: “Terra del Fuoco promuove sul territorio eventi di carattere culturale su partecipazione e cittadinanza attiva, discriminazione e inclusione sociale

Ci vengono alcune domande da porre a questi paladini della giustizia sociale: i Rom vanno bene solo quanto giungono come utenti all’interno dei vostri progetti per cui siete remunerati? Se si autorganizzano non vanno più bene? C’è qualcuno che ha più diritto di un altro ad un tetto sulla testa? Solo se si passa all’interno di certi canali preferenziali si può essere ascoltati?

Ci sono diritti dell’essere umano che un’associazione che dice di lottare contro la discriminazione dovrebbe difendere a spada tratta, non dovrebbe tollerare che si calpesti la dignità umana. E questo dovrebbe valere sempre, anche se gli esseri umani in questione non aderiscano ai progetti di quell’associazione e non portino quindi alle loro tasche nemmeno un centesimo. A meno che il denaro non venga prima delle persone e dei valori.

Dopo l’azione di stamattina resta il sospetto di molti che lo sgombero sia servito a togliere di mezzo il terzo incomodo, ovvero i rom autorganizzati e che, calmate le acque, la caserma potrebbe diventare strumento di trattativa politica e venire assegnata attraverso bandi. Ma questi saranno i giochi della politica…

Da parte nostra vogliamo esprimere la totale solidarietà verso queste famiglie che si trovano buttate, per la seconda volta, in mezzo a una strada, e vogliamo ribadire ancora una volta quanto la “legalità” dei politicanti torinesi, delle cooperative complici e del loro braccio armato ci disgusti e sia, sempre più, distante dalle esigenze reali delle persone: siano essi rom, italiani, magrebini ecc ecc… sempre e comunque parte della grande famiglia umana.

La casa è un diritto!

 

 

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