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Archivio per il tag: carcere

Libro: “Io combatto” di Loretta Rossi Stuart

Io combatto

di Loretta Rossi Stuart – Armando Editore 2022

Una storia d’amore, di disperazione e di coraggio. Una cronaca fin troppo comune, di una madre che spera, col suo amore, di salvare dalla catastrofe il figlio tossicodipendente. E un figlio che, proprio per tenere quell’amore concentrato su di sé, non rinuncia alla catastrofe: ricoveri in psichiatria, fughe dalle comunità, il carcere e poi l’ultima spiaggia.
Con lo scorrere della lettura avviene qualcosa. Una mamma lottatrice e instancabile ad un certo punto inizia a sentire che la vita le chiede qualcos’altro. In tutto questo sofferto percorso la mamma diventa Madre, finalmente libera da sensi di colpa e manipolazioni. Dedica questo libro a suo figlio, nel non nascosto tentativo di dare sostegno e spunti di riflessione anche ai genitori, ai figli, alla società in generale.

https://www.armandoeditore.it/catalogo/io-combatto/

Libro: “Le madri non dormono mai” di Lorenzo Marone

Le madri non dormono mai

di Lorenzo Marone – Einaudi editore 2022

Un bambino, sua madre. Due vite fragili tra altre vite fragili: donne e uomini che passano sulla terra troppo leggeri per lasciare traccia. Intorno, a contenerle, un luogo che non dovrebbe esistere, eppure per qualcuno è perfino meglio di casa.

Lorenzo Marone scrive uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga, e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri.

 

Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha piú importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lí, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere piú forte, piú pronto, potrebbe non bastare.

«Miriam tornò ai suoi panni, e tolse l’aria dai polmoni con uno sbuffo. Il sole mattutino s’affaccendava a portare un po’ di calore, permetteva ai bambini di restare fuori a giocare, ma proiettava l’ombra delle sbarre sulla parete alla sua destra, sezionava il muro come fosse una scacchiera. S’appese alle spranghe e allungò l’esile collo, come a voler uscire da lí, lei cosí minuta, e si ritrovò sulle punte senza volerlo, da dietro pareva un puma pronto a spiccare il balzo. Pensò di andarsi a riprendere quel figlio cretino che a quasi dieci anni si lasciava sfottere da una mocciosetta e manco lo capiva. Invece vide qualcosa d’inaspettato, vide la bambina ridere ancora per le parole del suo Diego, e però subito dopo vide anche il viso di lui aprirsi in un gioioso sorriso, e poi in una fragorosa risata che liberò farfalle, una risata per lungo tempo attesa, che le tolse l’ombra dalla faccia e la spinse a donare al cielo, alle nuvole dense che soffocavano quel carcere tra i monti, un moto appena percettibile di labbra».

https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-italiana/narrativa-italiana-contemporanea/le-madri-non-dormono-mai-lorenzo-marone-9788858439449/

 

 

Libro: “Il carcere invisibile” di Luca Sterchele

Il carcere invisibile

Etnografia dei saperi medici e psichiatrici nell’arcipelago carcerario

di Luca Sterchele – Meltemi editore 2021

La recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) ha sconvolto le preesistenti geografie del sistema penale, producendo effetti di rilievo anche nel campo penitenziario. Negli ultimi anni, sembra infatti che il carcere abbia visto l’esplosione di una nuova “questione psichiatrica”, con l’ingresso di un numero crescente di detenuti affetti da disturbi psichici come diretta conseguenza del superamento delle precedenti istituzioni manicomiali. Il testo si propone di decostruire tale retorica attraverso uno studio etnografico condotto in tre istituti penitenziari del Nord Italia.
Facendo riferimento agli approcci teorici della criminologia critica e della psichiatria radicale, la ricerca evidenzia la natura complessa e sfaccettata del fenomeno, indaga i saperi e le pratiche messe in atto dagli operatori sanitari e ne analizza l’interazione con il campo morale e simbolico del penitenziario.

Luca Sterchele è assegnista di ricerca in Sociologia all’Università degli Studi di Padova, dove si occupa prevalentemente di salute mentale e saperi medici nel campo penitenziario. Ha svolto ricerche in istituti penitenziari maschili e femminili, oltre che nelle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza. Collabora con il Master interateneo in Criminologia Critica e Sicurezza Sociale dell’Università degli Studi di Padova e dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. È inoltre membro della redazione online di “Studi sulla Questione Criminale”.

https://www.meltemieditore.it/catalogo/il-carcere-invisibile/

Libro: “L’ istituzione reietta” di Valeria Verdolini

L’ istituzione reietta. Spazi e dinamiche del carcere in Italia

di Valeria Verdolini

Carocci editore, 2022

Negli ultimi anni il carcere è stato spesso protagonista delle cronache per vari motivi: l’abnorme sovraffollamento che nel 2013 ha portato a una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo; le rivolte avvenute nei primi mesi della pandemia di COVID-19; e, più in generale, la costante sofferenza che accompagna la privazione della libertà. Queste condizioni hanno inciso profondamente sulla vita quotidiana delle persone detenute, rendendo necessaria tanto una ricerca sul campo, quanto una riflessione teorica. Che tipo di istituzione è il carcere? Quali funzioni svolge? Come si caratterizzano i suoi spazi? Come si compone la popolazione che lo abita e quella che lo gestisce? Quali dinamiche si attivano tra questi gruppi? Quali declinazioni specifiche ha assunto in Italia? Attraverso un’analisi dei dati (serie storiche e note osservative) e l’individuazione dei fattori più significativi che caratterizzano il carcere in Italia oggi (migrazioni, crisi economica, pandemia, conflittualità interna), il volume intende rispondere a queste domande, provando a comprendere se possa ancora dirsi istituzione totale o, in alternativa, quali siano gli aggettivi e le funzioni che meglio lo descrivono.

http://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788829012732

Documentario: “Per grazia non ricevuta” di Giovanna Maria Boscani e Joe Perrino

L’evasione è un termine che si utilizza per indicare una temporanea fuga da una condizione di vita opprimente, sia di fatto che attraverso l’immaginazione. La voglia di evadere si manifesta anche in occasione di un viaggio. E il viaggio, sia esso reale o immaginario è espressione di uno stato della mente, una ricerca di assoluta libertà. Il viaggio di Giovanna Maria Boscani e Joe Perrino, attraversa i luoghi dove l’evasione è concessa solo se immaginaria: i luoghi di detenzione.

 

https://www.pergrazianonricevuta.com/

Aggiornamento processo massacro a Santa Maria Capua Vetere

La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha richiesto nell’udienza preliminare di lunedì 15 novembre, il processo per 108 persone per la mattanza del 6 aprile del 2020 avvenuta all’interno del penitenziario casertano. Per 12 di questi anche l’accusa di omicidio colposo, dopo la morte di Lamine Hakimi, detenuto algerino di 28 anni morto non di suicidio come fatto trapelare all’epoca, ma assassinato dalle condotte “omissive e commissive” degli indagati. Già ve ne abbiamo parlato in questi mesi di ciò che è accaduto e delle vicende processuali che stanno seguendo quegli avvenimenti, e grazie solo alle registrazioni live delle telecamere di videosorveglianza che per gli indagati dovevano, invece, essere spente e che hanno fatto il giro del mondo, hanno costretto le istituzioni a dover assistere al massacro e non hanno potuto girarsi dall’altra parte, come sempre hanno colpevolmente fatto.

Solidarietà con i detenuti di Oristano

A Oristano, nel carcere di Massama, alcuni detenuti hanno annunciato una serie di proteste pacifiche se non saranno ascoltati. In 160 hanno firmato un appello indirizzato al Presidente della Repubblica e alla Ministra della Giustizia. Difficile vivibilità nel carcere costruito nel 2012 ma con già le problematiche di un edificio di 50’anni: infiltrazioni d’acqua piovana nelle celle, citofoni che non funzionano mettendo a repentaglio la salute dei detenuti in caso di emergenza, sovraffollamento, carenze trattamentali, muffa, umidità. “Siamo stanchi di subire, ingiustamente, restrizioni e privazioni di ogni tipo in modo del tutto gratuito. Sia ben chiaro, non chiediamo niente di straordinario. Chiediamo solo di vivere i giorni, o anni che siano, in modo dignitoso e con il rispetto della persona!”
Questo è il contenuto della lettera dei prigionieri in Alta Sorveglianza che sono disposti ad arrivare fino allo sciopero della fame e della sete pur di veder esaudite le loro richieste. Una situazione incompatibile con le minime tutele in materia di dignità umana, situazione resa ancora più difficile con le temperature che questa estate hanno reso l’aria irrespirabile. Le proteste dovrebbero iniziare il prossimo 10 novembre.

Sull’ergastolo ostativo

Novità per chi è condannato all’ergastolo ostativo: la Prima sezione Penale, con sentenza n. 3374, ha affermato che per l’ammissibilità della domanda del permesso premio avanzata dal detenuto non collaborante, dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 253 del 2019, è sufficiente sia dimostrare di non aver avuto più rapporti con l’organizzazione criminale per la quale era stata motivata la condanna per reati associativi, sia dimostrare di non essere più un soggetto pericoloso. Ma come funzionava prima? Per legge a un detenuto condannato all’ergastolo ostativo, cioè non collaborante, non potevano essere riconosciti permessi premio, il Tribunale di sorveglianza aveva queste direttive: nessuno può uscire, in contrasto con le direttive della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. In parole povere, mentre prima si determinava l’inammissibilità di una domanda, ora si prende in considerazione la finalità rieducativa e non vessativa della detenzione, esautorando l’autorità giudiziaria e mettendo tutto nelle mani di un giudice che esaminerà il percorso riabilitativo del detenuto richiedente. Un piccolo passo verso la possibilità di veder riconosciuti i legami familiari e affettivi di diritto per tutti gli esseri umani.

News da Modena

Sembra che finalmente nel consiglio comunale di Modena si sia capito che per un carcere cosi complesso come il Sant’Anna sia necessaria la figura del Garante per i detenuti anche nel territorio modenese, quindi il partito di maggioranza presenterà a breve un ordine del giorno per poterlo istituire. Dopo un 2020 da dimenticare con una rivolta sedata nel sangue, con detenuti massacrati di botte e ben 9 morti, per 8 di loro – ricordiamo – la procura cittadina ha chiuso frettolosamente e senza vergogna il capitolo addebitando il decesso a overdose di metadone, senza curarsi dei ritardi nei soccorsi e il fatto che alcuni di loro sono stati lasciati morire dopo il trasferimento in altri istituti. Dopo un anno e mezzo è ora che il territorio modenese si doti di una figura necessaria per monitorare la situazione detentiva e le sue criticità. Speriamo bene….

News da Piacenza

A fine agosto si è aperto un processo per lesioni commesse nel carcere cittadino delle Novate di Piacenza, stavolta sotto indagine un ispettore capo della Polizia Penitenziaria, che tra l’altro si trova già a processo con un altro agente per un episodio simile, ma di un anno prima e sempre nello stesso istituto piacentino. Il Gip del tribunale, Luca Milani, ha voluto vederci chiaro e ha ordinato nuove indagini per il pestaggio subito da un detenuto tunisino il 20 luglio 2017. Nonostante la procura abbia richiesto l’archiviazione del fascicolo, il Gip ha accolto l’opposizione del legale del prigioniero che lamentava alcune contraddizioni nelle dichiarazioni rilasciate dall’agente. Il giorno prima del pestaggio ci sarebbe stata una protesta nella sezione del carcere che vide protagonista il detenuto tunisino. Successivamente sarebbe avvenuto il raid punitivo da parte di alcuni agenti dove la vittima riconobbe proprio l’ispettore capo ora sotto processo per lesioni.

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