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BREVI SU FASCISTI SARONNESI E CATALUNYA

Mentre a Saronno in un solo fine settimana riescono a scendere in piazza, oltre alla Lega Nord, due formazioni di estrema destra (Doma Nunch e Forza Nuova) in Catalunya gli eventi sono incalzanti. Ed è proprio in merito alla situazione catalana che Lega Nord e Doma Nunch si sono sentiti di dire la loro; i primi in difesa dell’indipendenza catalana, naturalmente in vista del prossimo appuntamento referendario promosso proprio dalla Lega Nord, i secondi che invece criticano, in una lingua arzigogolata e tutta loro, la tendenza non conservatrice di molte forze in campo in Catalunya. Insomma entrambi questi partiti tirano l’acqua al loro mulino a seconda delle prospettive a medio-lungo termine che si danno. Da segnalare le prese di posizione di Doma Nunch, i fascisti nostrani, che tra un’invocazione allo spirito del cervo e una a quello del cinghiale, parlano apertamente di sostituzione etnica e di cacciare tutti gli stranieri.
Che il caos mediatico non faccia passare sottovoce le dichiarazioni di questi pericolosi figuri!

Tornando invece alla complessa situazione ci permettiamo di segnalare un contributo di RadioCane, che potete ascoltare qui: cartoline dalla Catalogna

LEGHISTI BUONISTI?

A Lazzate negli ultimi tempi c’è stato un gran parlare di migranti. La storica roccaforte leghista non ha perso l’occasione di una propaganda feroce sulla questione migranti non appena in paese è giunta notizia dell’arrivo di quattro – q u a t t r o – profughi. Sono state paventate barricate, resistenze contro lo Stato centrale e buonista. Tutta propaganda. Compreso il cemento con cui di notte sono state simbolicamente sigillate le porte dell’edificio che avrebbe dovuto ospitare i quattro poveri profughi, ignari del paesello a cui sono stati destinati. Gli interessati non avranno difficoltà a documentarsi circa i fatti, i giornali locali ne hanno dato ampia visibilità.
L’ultima tappa di queste escalation della miseria è però degna di nota. La Lega Nord è in prima fila insieme ai partiti e ai movimenti fascisti (CasaPound, Forza Nuova, Lealtà Azione) nella battaglia contro lo Ius Soli, che ridotto ai minimi termini significa riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce sul suolo italiano. Si parla insomma di bambini. Ed è un bambino al centro dell’ennesima ignobile propaganda leghista. Un bambino definito “migrante” dagli stessi leghisti tramite Andrea Monti – lasciamo scoprire la risma dell’individuo al lettore – non è stato ammesso alla mensa scolastica. Complotto! Qualcuno vuol far scoppiare il caso a Lazzate e quindi ha di proposito suggerito ai genitori del bambino di non iscriverlo nella maniera burocraticamente corretta così poi da ritrovarselo non iscritto alla mensa.
Insomma, a pensar bene, per evitare l’uso strumentale di un episodio scottante i leghisti ne hanno fatto un uso a loro volta e nuovamente strumentale; a pensar male i leghisti a Lazzate se la suonano e se la cantano tranquillamente da diversi mesi, arrivando addirittura a tirare in ballo un bambino.
Poi però se la prendono quando qualcuno scrive sui muri che sono degli infami razzisti.

ALLA RICERCA DEL POTERE PERDUTO

Leghista della prima ora e parte importante del cosidetto cerchio magico (i fedelissimi di Bossi), Marco Reguzzoni, dopo un passato politico con posizioni di spicco – presidente della Provincia di Varese dal 2002 al 2008 e capogruppo alla Camera dal 2010 al 2012 – è alla ricerca dei fasti del passato. Attualmente solo sostenitore del partito (gli è stata tolta dal partito la tessera di militante) e presidente dell’associazione Volandia – che da sempre fa marchette pubblicitarie ad Alenia e Aermacchi, aziende produttrici di armi a livello mondiale – cerca di approfittare del ginepraio Alitalia per fare “pubblicità” a Malpensa. Infatti Reguzzoni ha indetto un corteo per questo sabato, con la scusa della contrarietà al finanziamento da parte dello Stato nei confronti di Alitalia stessa. Quest’ultima qualche anno fa aveva infatti deciso il dehub da Malpensa, cosa che aveva creato non pochi dissapori all’interno del partito allora presieduto da Bossi. Con gli anni e il cambiamento di vertice del Carroccio, Reguzzoni ha avuto non pochi problemi a mantenere una posizione di potere all’interno di questo ed ora tenta la carta della speculazione su un problema come quello di Alitalia, per poter riacquisire quantomento un po’ di visibilità.

LEGA FÖRA DI BALL!

Gli appuntamenti di avvicinamento a questo 25 aprile, firmati Assemblea Antifascista Saronnese, sono stati tanto partecipati quanto controllati da molto vicino dalle forze dell’ordine: sabato un numeroso presidio in centro cittadino ha ribadito lo stretto legame tra giunta leghista ed estrema destra, con Domà Nunch e tutte le altre firme di volta in volta usate dai fascisti saronnesi (Azione Identitaria, Sorarma, Accademia XIX, et caetera), domenica invece un concerto e un aperitivo hanno riempito la Casa del Partigiano di Saronno. In entrambe la situazioni provocatoria e insistente è stata la presenza dei Carabinieri, della Digos e della Polizia di Stato.
Il copione è stato rispettato anche oggi, infatti sin dal primo mattino Saronno è stato invasa da un dispositivo poliziesco degno delle giornate più calde: tre camionette, una ventina di agenti in borghese.
Il sindaco, dopo la figuraccia e gli insulti dello scorso anno, ha fatto il suo discorso di prima mattina di fronte ai soli giornalisti e protetto dalle forze dell’ordine. Poco dopo piazza Libertà si è riempita di circa duecento antifascisti che hanno prima sfilato in corteo e poi, dopo qualche provocazione poliziesca rispedita al mittente, si sono radunati in piazza Caduti della Liberazione per i discorsi conclusivi.
Probabilmente, vista la tradizione briosa del 25 aprile saronnese, oltre alle forze dell’ordine anche i fascisti nostrani hanno avuto lo scrupolo di spiare i movimenti degli antifascisti. Si palesano per ciò che sono: manovalanza assoldabile, cani da guardia del potente di turno.
Dopo anni di contestazioni – gavettoni, insulti, cori, striscioni – finalmente si è riusciti ad ottenere con la lotta un 25 aprile senza leghisti!

MERDA CHE È VENUTA A GALLA

Abbiamo parlato qualche giorno fa del Decreto Minniti sulla sicurezza, comunemente noto per il Daspo Urbano. Proprio dalle nostre parti, a Gallarate, abbiamo il sindaco più entusiasta di tale normativa. Si tratta di Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate. In un solo mese già nove persone sono state sanzionate e tra queste, sette sono state allontanate dalla stazione ferroviaria, dove consumavano alcolici e, secondo la polizia locale, davano fastidio al normale transito dei pendolari. Due stranieri sono stati invece fermati mentre vendevano accendini in un centro commerciale. Un’arma in più nelle mani dei sindaci, ma il sindaco di Gallarate non si accontenta, vorrebbe di più: «Il decreto non è per nulla di destra — osserva Cassani —. Si presenta come molto severo e va nella direzione giusta, ma poi spunta le armi di noi sindaci quando dice, ad esempio, che queste ordinanza possono essere solo temporanee. Inoltre, io avrei preferito che si dicesse chiaramente che i sindaci possono espellere dal territorio comunale anche i mendicanti, cosa che non è chiaramente indicata. Infine — conclude il primo cittadino — e questo lo dicono tutti i sindaci, non ci sono poteri concreti per sanzionare davvero chi è recidivo e non obbedisce al divieto di tornare alla stazione».
Ordine, decoro e disciplina. Altrimenti olio di ricino.

COMUNE DI SARONNO: USURAI ALL’AVANGUARDIA

Da qualche giorno sono operativi i 5 nuovi parcometri (in piazza Repubblica, il parcheggio davanti al palazzo comunale e in via Antici) posizionati dalla Saronno Servizi, l’ex municipalizzata che per l’Amministrazione comunale gestisce gli stalli a pagamento. D’ora in poi con questi nuovi parcometri si potrà pagare con la carta di credito la tassa per il parcheggio nelle onnipresenti strisce blu. Il costo dei nuovi parcometri è di 5 mila euro l’uno. Prosegue a marce forzate la politica usuraia del Comune di Saronno, innovativa nell’investire migliaia di euro in strumenti di riscossione e rapida nello svendere il 62% delle quote della Sessa, la partecipata che gestisce 34 alloggi in affitto a canone concordato e tre negozi. Insomma, fare cassa sul sociale per investire sull’usura.