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RIMPATRIO

Rimpatrio a Saronno. Un tunisino di 22 anni (ricordate l’agente di Polizia Locale che si ruppe l’omero inseguendo un fuggitivo?) è stato braccato dalla Polizia Locale nei paraggi della stazione di Saronno. Questa volta i localotti non si sono rotti l’omero, ma anzi hanno consumato la loro personale vendetta. Gli sgherri dello sceriffo Fagioli lo hanno infatti consegnato alla Polizia di Stato. Poichè sprovvisto di documenti è stato coattamente portato all’aeroporto di Malpensa, imbarcato sul primo volo direzione Bari. Nel capoluogo pugliese è stato rinchiuso nel Cie, il Centro di identificazione ed espulsione, in vista dell’espulsione dall’Italia.

GALLARATE: SOLIDARIETÀ A SOUMAILA SACKO

Pubblichiamo qui una copia del volantino distribuito nel pomeriggio di sabato 9 Giugno 2018 a Gallarate, in solidarietà a Soumaila Sacko, bracciante agricolo e sindacalista ucciso a fucilate in provincia di Vibo Valentia. Un segnale importante in una città considerata avanguardia del leghismo provincialotto e guidata dal sindaco-sceriffo Andrea Cassani, le cui porcate avevamo già narrato qui e qui.

LEGHISTI BUONISTI?

A Lazzate negli ultimi tempi c’è stato un gran parlare di migranti. La storica roccaforte leghista non ha perso l’occasione di una propaganda feroce sulla questione migranti non appena in paese è giunta notizia dell’arrivo di quattro – q u a t t r o – profughi. Sono state paventate barricate, resistenze contro lo Stato centrale e buonista. Tutta propaganda. Compreso il cemento con cui di notte sono state simbolicamente sigillate le porte dell’edificio che avrebbe dovuto ospitare i quattro poveri profughi, ignari del paesello a cui sono stati destinati. Gli interessati non avranno difficoltà a documentarsi circa i fatti, i giornali locali ne hanno dato ampia visibilità.
L’ultima tappa di queste escalation della miseria è però degna di nota. La Lega Nord è in prima fila insieme ai partiti e ai movimenti fascisti (CasaPound, Forza Nuova, Lealtà Azione) nella battaglia contro lo Ius Soli, che ridotto ai minimi termini significa riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce sul suolo italiano. Si parla insomma di bambini. Ed è un bambino al centro dell’ennesima ignobile propaganda leghista. Un bambino definito “migrante” dagli stessi leghisti tramite Andrea Monti – lasciamo scoprire la risma dell’individuo al lettore – non è stato ammesso alla mensa scolastica. Complotto! Qualcuno vuol far scoppiare il caso a Lazzate e quindi ha di proposito suggerito ai genitori del bambino di non iscriverlo nella maniera burocraticamente corretta così poi da ritrovarselo non iscritto alla mensa.
Insomma, a pensar bene, per evitare l’uso strumentale di un episodio scottante i leghisti ne hanno fatto un uso a loro volta e nuovamente strumentale; a pensar male i leghisti a Lazzate se la suonano e se la cantano tranquillamente da diversi mesi, arrivando addirittura a tirare in ballo un bambino.
Poi però se la prendono quando qualcuno scrive sui muri che sono degli infami razzisti.

MIGRANTI A VARESE

Giornata movimentata quella di mercoledì 26 luglio per i migranti che vivono nello stabile di via dei mille a Busto Arsizio. Questi hanno preso il treno in direzione Varese, dopo aver messo in piedi un piccolo corteo che ha attraversato le strade della città bustocca. Una volta arrivati alla stazione del capoluogo, ad attenderli c’erano i soliti sgherri in divisa e non, con dispositivi antisommossa e fare poco amichevole. Dopo averli circondati, li hanno costretti a rimanere in stazione, senza la possibilità che arrivassero in prefettura, come era nelle loro volontà. Solo una delegazione ha potuto raggiungere il palazzo del Prefetto, dove hanno fatto presente la marea di nefandezze cui sono costretti a sottostare a causa della gestione da parte del duo Garavello-Balansino, proprietari della KB srl. Con lo striscione che riportava la loro contrarietà alla gestione da parte della cooperativa, hanno presidiato la stazione per tutta notte, controllati a vista da digos, celere e sbirraglia di ogni tipo. Solo giovedì mattina hanno smontato per far ritorno a Busto. Subito è partita la canea mediatica con protagonisti politicanti vari della zona, tra cui il sindaco di Varese, della quale non riportiamo niente per rispetto dell’intelligenza umana.

PRESIDI CONTRO I CPR

Dieci giorni fa una ventina di persone ha percorso il centro e il mercato di Como, distribuendo volantini e parlando al megafono, per contrastare la possibile apertura di un CIE (o CPR) in città. Sabato scorso un altro presidio ha ricordato, questa volta alla città di Monza, l’avversione ai proclami del governo in tema di gestione dei flussi migratori. Ultimo di questo ciclo di presidi sarà domenica 5 marzo alle ore 15 in stazione centrale, piazza Duca d’Aosta, Milano.

Saronno, presidio contro i CPR (CIE)

Domenica 12 febbraio in piazza Portici a Saronno si è svolto un presidio contro i CIE (rinominati CPR: Centri Permanenti di Rimpatrio) in risposta alle dichiarazioni del ministro Minniti sulla volontà governativa di aprire uno di questi centri in ogni regione. Scopo di questa nuova politica sarebbe il velocizzare ed incrementare il processo d’espulsione dei migranti che arrivano “clandestinamente” sul suolo italiano. Durante il presidio è stato volantinato un testo per le vie del centro, ribadendo la totale avversione nei confronti di queste strutture, di chi specula sulla pelle dei migranti e della propaganda razzista che viene divulgata dai media.

PROSSIMA CHIUSURA DEL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI UBOLDO

Sarà il 30 aprile 2017 la data ultima per il trasloco del centro di accoglienza situato in Cascina Regusella a Uboldo. La società che gestisce la struttura (la stessa KB del centro di Samarate) ha deciso di seguire l’ordinanza del Sindaco Guzzetti che dopo esser ricorso al TAR per l’inadeguatezza della struttura ha infine ottenuto la chiusura del centro.

GIÙ LA MASCHERA

Notizia di questi giorni è la rinuncia di una buona parte dei volontari che operavano nel centro per migranti di Como a continuare a prestare servizio all’interno dello stesso. Il vaso di pandora è stato scoperchiato e la verità è venuta a galla anche per coloro che riponevano fiducia nelle istituzioni ed in CRI, arrivando ad essere testimoni diretti del fatto che questo tipo di soluzione non è percorribile e cozza con qualsiasi pulsione umanitaria al di fuori delle logiche di business e controllo. Recentemente un ragazzo di quindici anni ha tentato di togliersi la vita ed è stato rispedito all’interno del campo nonostante fosse stato salvato in extremis due giorni prima. L’unico scopo per cui questa struttura (ed altre come questa) è stata creata è lo stipamento di persone per la messa in valore delle stesse da parte del capitale, attraverso la coercizione e la disumanizzazione.

SAMARATE, SGOMBERATO IL CENTRO DI ACCOGLIENZA

Una settimana fa, martedi 24 gennaio, è stato sgomberato il CAS di Samarate. Lo sgombero è stato deciso dalla Prefettura. I 17 migranti all’interno vengono trasferiti in quattro diverse strutture gestite sempre dalla KB srl (Busto, Fagnano, Uboldo, Somma Lombardo). Tra i motivi che hanno portato allo sgombero pare esserci il fatto che il gruppo era piuttosto coeso e “autogestivano” in parte il centro: lo sgombero sarebbe nato anche dalla volontà di dividere il gruppo e di estromettere alcune persone che non avevano più diritto di stare all’interno della struttura.
Il centro è gestito dalla KB srl, che fa capo ai coniugi Roberto Garavello e Katiuscia Balansino, che conducono altri CAS in diverse località (sono attualmente la realtà che gestisce più richiedenti asilo in provincia).

AREE DISMESSE AL SETACCIO NEL BASSO VARESOTTO

Mattinata di rastrellamenti settimana scorsa per i Carabinieri del basso varesotto. Tra Castellanza e Saronno sono state messe al setaccio diverse aree dismesse di ex-fabbriche alla ricerca di irregolari che con la colpa di essere poveri cercano alloggi di fortuna per avere un quasi-tetto sotto cui dormire. Quindici di questi sono stati sgomberati da una delle ex-Cantoni (quella di Castellanza), in nome della sicurezza della cittadinanza. Questa serie di episodi, purtroppo sempre più frequenti, ci ricorda che la lotta di classe è sempre più dilagante, ma a senso unico e a discapito dei più oppressi.