Il 4 ottobre si è scatenata la polizia locale di Saronno, sguinzagliata per la città, i difensori del decoro, hanno raccolto un bottino abbastanza rappresentativo che permette loro di far bella faccia nei confronti di quelle persone che godono a notizie del genere.
I malcapitati sono 5 ragazzi tra i 20 e i 30 anni che hanno la colpa di essere nati poveri in paesi molto lontani dalla “ridente” Saronno. Le accuse comprendono la violazione delle norme sull’immigrazione, e turbamento del “decoro urbano”.
Il decoro della città è sacro guai a chi non si comporta da buon soldatino, le panchine che potrebbero essere momento di socialità diventano degli oggetti inutilizzabili: mangiare un panino o bere qualcosa, seduto su una normale panchina, diventa bivacco, per cui indecoroso.
La polizia municipale scenderà in campo altre volte, tornerà con altri bottini di guerra, alcuni applaudiranno perché è così che si fa; altri diranno che ancora non basta, ma sicuramente ci sarà sempre una parte della popolazione a cui non interessano risultati elettorali e business tout court.
SCHIAVITÙ 2.0
Il nostro già martoriato territorio negli ultimi anni è vittima di una vera e propria ristrutturazione, specialmente dal punto di vista delle infrastrutture. Nuove strade, nuove linee commerciali, nuovi nodi logistici. La merce è il vettore di questi cambiamenti. Per chi volesse approfondire il legame tra infrastrutture e merce nel nostro territorio consigliamo questo contributo: la ragnatela lombarda.
Basti pensare a come il “nuovo” ingresso dell’autostrada di Origgio/Uboldo sia stato accompagnato dal consolidarsi o dal nascere di nuovi centri di smistamento della merce (Bennet e Amazon su tutti). Tutto ciò fa del nostro territorio una zona di forte sfruttamento della manodopera. Raccontammo già di alcune mobilitazioni, oggi scriviamo per dare notizia dell’ennesimo sciopero, stavolta al complesso industriale UCSA tra Origgio e Caronno, da parte di una quarantina di lavoratrici decise a proseguire la protesta per migliori condizioni di lavoro e per due riassunzioni.
BREVI SU FASCISTI SARONNESI E CATALUNYA
Mentre a Saronno in un solo fine settimana riescono a scendere in piazza, oltre alla Lega Nord, due formazioni di estrema destra (Doma Nunch e Forza Nuova) in Catalunya gli eventi sono incalzanti. Ed è proprio in merito alla situazione catalana che Lega Nord e Doma Nunch si sono sentiti di dire la loro; i primi in difesa dell’indipendenza catalana, naturalmente in vista del prossimo appuntamento referendario promosso proprio dalla Lega Nord, i secondi che invece criticano, in una lingua arzigogolata e tutta loro, la tendenza non conservatrice di molte forze in campo in Catalunya. Insomma entrambi questi partiti tirano l’acqua al loro mulino a seconda delle prospettive a medio-lungo termine che si danno. Da segnalare le prese di posizione di Doma Nunch, i fascisti nostrani, che tra un’invocazione allo spirito del cervo e una a quello del cinghiale, parlano apertamente di sostituzione etnica e di cacciare tutti gli stranieri.
Che il caos mediatico non faccia passare sottovoce le dichiarazioni di questi pericolosi figuri!
Tornando invece alla complessa situazione ci permettiamo di segnalare un contributo di RadioCane, che potete ascoltare qui: cartoline dalla Catalogna
UNO SCERIFFO VERO IL SINDACO DI SEREGNO
Uno sceriffo vero il sindaco di Seregno, faceva soltanto un po’ di confusione tra quello che diceva in pubblico e il suo agire. Parlava di rispetto della legge e agiva da furbo e non proprio nei canoni della Legge che lui esaltava.
Il sindaco Mazza aiutava chi aveva bisogno! Chi doveva costruire un centro commerciale, lui lo aiutava, invitava la popolazione a contribuire a tenere decorosa la città. Contro il degrado dei questuanti diceva:
“Basta dare soldi a chi chiede l’elemosina. Chi ha davvero bisogno è già aiutato dal Comune. Gli accattoni sono una delle piaghe che affliggono la nostra città. Sono ovunque – aggiungeva – e non sappiamo più come trovare una soluzione”.
Un uomo tutto d’un pezzo, conosceva il fatto suo, sicuramente piaceva a Fagioli e a tutti i sindaci di quella risma.
Non avendo a sua disposizione il balcone di Piazza Venezia a Roma, ogni giovedì alle ore 12:30 in diretta streaming parlava ai suoi cittadini.
Nell’ultima diretta streaming ha parlato per l’ennesima volta di sicurezza, perché si sa, è un argomento che tira, dicendo che i cittadini hanno bisogno di essere “supportati da uomini in divisa”, questi, lo hanno preso sul serio e lo hanno arrestato.
Noi non plaudiamo quando magistrati e forze dell’ordine arrestano chiunque sia, non ci appartiene questo Stato né le sue leggi, troviamo però divertente come la pratica del clientelismo, che è il pilastro fondante di questa società, ogni tanto, ultimamente anche spesso, emerga in maniera teatrale e faccia scalpore.
Carabinieri e magistrati tutti agghindati fanno passerella davanti ai riflettori raccogliendo consenso per diffondere fiducia e sicurezza nelle istituzioni. Fumo negli occhi.
ORDINE E DISCIPLINA
Apprendiamo da media locali che domenica 24 la sezione provinciale di Forza Nuova, capitanata dall’indomito Federico Russo, ha svolto una “passeggiata per la sicurezza” a Gallarate, chiedendo la chiusura dei centri d’accoglienza. Quello che sostiene, in piena campagna elettorale e seguito da una troupe di la7, è che questo tipo di iniziative è l’unico “credibile deterrente alla delinquenza regnante”. Confutare la sensatezza di queste parole lo lasciamo a chi legge, ma notiamo come, pur rifacendosi ad immaginari differenti, il mantra della sicurezza è sempre più ripetuto da ogni fazione politica e politicante, sempre additando a responsabile del degrado una precisa categoria sociale.
INCIDENTE SUL LAVORO, UN ALTRO
Apprendiamo dalla stampa locale che un altro grave incidente sul lavoro si è verificato ad Olgiate Olona. Non viene esplicitata la ditta – che tratta materiali plastici – protagonista di quest’ennesimo incidente, ma solo che l’operaio, assunto da un’azienda esterna, stava compiendo un’opera di manutenzione. Il getto di materiali fusi (280° C) ha provocato gravi ustioni a viso, collo e polso.
OLONA, EI FU
Con una sentenza che ha del vergognoso, il Consiglio di Stato ribalta la decisione del TAR della Lombardia, che prevedeva la sospensione degli scarichi, nel fiume Olona, oltre i limiti di legge per la Perstorp. In questo modo quelli che sono inquinatori legalizzati, in barba alle leggi stesse dello Stato, possono continuare a scaricare aldeidi con un limite di circa trenta volte superiore a quello che in teoria sarebbe consentito. Lo Stato, ancora una volta, conferma attraverso i fatti una delle sue funzioni prioritarie nei confronti del capitale: la garanzia del profitto per i gruppi industriali. In questo caso a discapito della salute di tutti, operai compresi (che, a onor del vero, si sono sempre schierati a fianco dell’azienda).
L’AMORE AI TEMPI DEL COLERA
Si è svolto ieri un presidio di una cinquantina di persone in pieno centro a Tradate contro daspo urbano e in seguito ai cinque fogli di via emanati qualche mese fa, quando la risposta degli antifascisti tradatesi aveva ostacolato un gazebo di movimento etica – partito cui fa capo Massimiliano Russo e Forza Nuova -. Lo stesso Massimiliano Russo ha stazionato nei pressi della piazza per diverse ore insieme ad un altro paio di personaggi della stessa risma, protetti da digos e carabinieri con i quali non ha mancato di baciarsi e coccolarsi in più occasioni durante il pomeriggio. Alla sua chiamata sui social, in cui chiedeva la presenza di un numero di camerati più alto possibile, ha risposto solo un soggetto già visto in passato al gazebo dei forzanovisti: finalmente abbiamo capito che il disagio di Massimiliano è dettato dalla solitudine.
LEGHISTI BUONISTI?
A Lazzate negli ultimi tempi c’è stato un gran parlare di migranti. La storica roccaforte leghista non ha perso l’occasione di una propaganda feroce sulla questione migranti non appena in paese è giunta notizia dell’arrivo di quattro – q u a t t r o – profughi. Sono state paventate barricate, resistenze contro lo Stato centrale e buonista. Tutta propaganda. Compreso il cemento con cui di notte sono state simbolicamente sigillate le porte dell’edificio che avrebbe dovuto ospitare i quattro poveri profughi, ignari del paesello a cui sono stati destinati. Gli interessati non avranno difficoltà a documentarsi circa i fatti, i giornali locali ne hanno dato ampia visibilità.
L’ultima tappa di queste escalation della miseria è però degna di nota. La Lega Nord è in prima fila insieme ai partiti e ai movimenti fascisti (CasaPound, Forza Nuova, Lealtà Azione) nella battaglia contro lo Ius Soli, che ridotto ai minimi termini significa riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce sul suolo italiano. Si parla insomma di bambini. Ed è un bambino al centro dell’ennesima ignobile propaganda leghista. Un bambino definito “migrante” dagli stessi leghisti tramite Andrea Monti – lasciamo scoprire la risma dell’individuo al lettore – non è stato ammesso alla mensa scolastica. Complotto! Qualcuno vuol far scoppiare il caso a Lazzate e quindi ha di proposito suggerito ai genitori del bambino di non iscriverlo nella maniera burocraticamente corretta così poi da ritrovarselo non iscritto alla mensa.
Insomma, a pensar bene, per evitare l’uso strumentale di un episodio scottante i leghisti ne hanno fatto un uso a loro volta e nuovamente strumentale; a pensar male i leghisti a Lazzate se la suonano e se la cantano tranquillamente da diversi mesi, arrivando addirittura a tirare in ballo un bambino.
Poi però se la prendono quando qualcuno scrive sui muri che sono degli infami razzisti.
PEDEMONTANA: IL FALLIMENTO DELLA FUFFA
Di Pedemontana a oggi sono state realizzate le tratte A e B1, tra Cassano Magnago e Cermenate, più le tangenziali di Como e Varese. La tratta B1 (tra Lomazzo e Cermenate) è stata inaugurata nel gennaio 2015. Poi più nulla, perché sono stati utilizzati tutti i finanziamenti pubblici (1 miliardo e 200 milioni) per realizzare un quarto dell’opera. I soldi degli investitori privati (altri 3 miliardi ) non si sono mai visti, perché nessuno investe in quello che sta per diventare l’ennesimo fiasco di una grande opera. Non sono bastati nemmeno i soldi messi a disposizione dallo Stato sotto forma di defiscalizzazione per eventuali investitori.
A questa impasse ha corrisposto un crescendo di dichiarazioni di Roberto Maroni, tanto roboanti quanto ridicole, tanto sono distanti dalla realtà; “opera strategica”, “Pedemontana si completerà”, “serve al territorio”, “ne faremo altre”, fino al nonno visionario che diceva al piccolo Roberto “un giorno da qui passera la Pedemontana”(cfr La Provincia on line 26 gennaio 2015)… Ma intanto i dati sul traffico sono impietosi; il 30 % di quello previsto dagli studi preliminari. E poi l’azione dei Comitati contro l’impatto ambientale, in particolare riguardo alla diossina ancora presente a Seveso e dintorni, cioè nel cuore della tratta B2. La popolazione è sempre più dubbiosa e talvolta ostile, specie nella zona della diossina; i privati non investono; le entrate dei pedaggi non bastano; le banche si innervosiscono, e si innervosisce anche Maroni. Inizia (ormai sono quasi due anni) un lamentoso pressing in particolare sul governo che “deve fare la sua parte” cioè, tradotto, deve tirar fuori soldi pubblici. Ed eccolo qua il modello di infrastruttura del futuro, con il suo bel “project financing”, l’opera che si finanzia da sola attirando investimenti privati, ridotta ad elemosinare la provvidenziale mano pubblica. Ma il peggio, inevitabile, doveva ancora arrivare.
Tre giudici della procura di Milano hanno richiesto la dichiarazione di fallimento della società Pedemontana; la prima udienza è stata il 24 luglio, ma il giudice ha rinviato all’11 settembre, poi ha rimandato a decisione collegiale (cioè non vuole decidere da solo) e ora chiede un’altra perizia sullo stato delle finanze della società Pedemontana. Vedremo cosa accadrà. Noi la nostra “perizia” la facciamo tutti i giorni, sul nostro territorio, vedendo i disastri che Pedemontana ha compiuto, e immaginando quelli che potrebbe compiere.
In questi giorni abbiamo notato alcuni articoli sul fallimento di Pedemontana del genere “sciagura e carestia”, articoli nei quali se fallisce l’opera, non ci saranno le compensazioni economiche promesse ai comuni, non si risolveranno i problemi di viabilità locale, non si risolverà il problema diossina (???) non ci saranno le compensazioni ambientali e non ci sarà la favolosa Greeenway, “l’autostrada parallela di 90 chilometri per bici e pedoni, 700 ettari di superficie, come un altro Parco di Monza” (nientemeno!!!); insomma non ci sarà il “mostro” e tutta quella bella fuffa che lo camuffa.
“Le compensazioni ambientali sono come fiori su una bara”.
Da un intervento ad una assemblea pubblica contro Pedemontana.