Dobbiamo ammettere che ci ha strappato un sorriso il manifesto con cui l’ANAI (Associazione Nazionale Arditi d’Italia) ha organizzato un programma di incontri con base logistica la Casa Militare Umberto I di Turate. Si va dalla partecipazione alla commemorazione della morte di Mussolini a Predappio – sì, la stessa della decerebrata di Budrio con la maglietta di Aushwitzland – alla partecipazione alla manifestazione a Trieste in ricordo della “vittoria” della I guerra mondiale.
Il manifesto si apre con l’invito rivolto “a tutti i credenti”.
Questi nostalgici più che arditi appaiono aridi, giacchè gli Arditi – prima di essere cappellati e in parte assimilati, dapprima dai fasci da combattimento del ’19 e poi dal nascente regime fascista, e prima anche della scissione in Arditi e Arditi del Popolo – erano senza dubbio figli del tempo, di un tempo lontano un secolo da noi in cui la spavalderia, la violenza, il coraggio e l’azione libertaria erano assai più di gradimento rispetto a oggi.
Come se non bastasse la Casa Militare di Turate è intitolata a Umberto I, Re passato alla storia, sia per aver ordinato al generale Bava Beccaris di sparare sulla folla insorta a Milano nel 1898, sia per essere stato ucciso a Monza da un anarchico, Gaetano Bresci.
Ci è piaciuto darvi notizia di questa loro presenza e di queste loro iniziative, perchè ancora oggi c’è chi sente proprio lo spirito libertario che spinse Gaetano Bresci a vendicare i morti di due anni prima. E ancora oggi c’è chi ha nelle vene l’arditismo di certi che non barattarono mai la propria indipendenza di pensiero per seguire il gregge o il dogma del regime nascente, di chi di una guerra mondiale non potrebbe mai parlare di vittoria, perchè la propria patria sono il mondo e gli sfruttati, propria legge la libertà, e i propri nemici sfruttatori, oppressori, sgherri e i loro complici da sempre: i fascisti.
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SARONNO, UOVA SUGLI ESPONENTI NAZIONALI DI FDI
Apprendiamo dalla stampa locale che nella giornata di sabato 27 l’inaugurazione della nuova sede di Fratelli d’Italia, intitolata ad Italo Balbo, in via Ramazzotti 33 a Saronno, è stata accolta con calore dalla cittadinanza. Infatti attorno alle 18.30 i pochi presenti – fra loro Ignazio La Russa, Riccardo De Corato e il sindaco leghista Alessandro Fagioli – sono stati oggetto di un lancio di uova. Ad accompagnare il tutto anche qualche coro che ricordava loro che ruolo hanno nella guerra civile che stanno fomentando: fascisti di merda.
Nella foto i numerosi giovani accorsi alla presentazione:

NO NATO – NO GUERRE
27 Ottobre 2018: nonostante la giornata fredda e ventosa, circa un centinaio di persone hanno partecipato al presidio davanti alla base NATO di Solbiate Olona (VA). La mobilitazione lanciava un messaggio forte e chiaro: radicale contrarietà alla Nato e ad un sistema che rende possibile e necessaria la guerra.
Diverse volte è stato perturbato il tranquillo sabato pomeriggio del centro commerciale adiacente alla base. Ci sono stati ripetuti volantinaggi agli automobilisti e agli avventori del centro e un piccolo ma colorito corteo che ha attraversato il parcheggio e la galleria dei negozi, con slogan ed interventi al megafono.
OTTOBRE CON TEMPERATURE ALTE
Il mese di ottobre, oltre a un clima decisamente sopra le linee, ci ha regalato alcune pennellate utili a dare colore all’umore dei tempi, troppo spesso incolore, ma che la persona dotata di buon olfatto non fatica a riconoscere. E allora ecco la nostra carrellata di ottobre, tra notizie di merda e altre utili a rinfrancare lo spirito:
OMERO
Lo scorso 12 ottobre nel tardo pomeriggio, nel corso di una delle tante operazioni di controllo realizzata dalla sempre più militarizzata Polizia Locale a firma Alessandro Fagioli, è successo un inciampo. In zona stazione un agente della Locale si è rotto l’omero.
E’ successo in via Ferrari dove l’agente ha cercato di controllare due persone le quali, per una volta, si sono date alla fuga. L’agente, tutt’altro che agile e sportivo, cercando di trattenere uno dei due fuggitivi è rocambolescamente caduto riportando la frattura dell’omero.
NEGRI AL SUPERMERCATO
Il giorno dopo, nel capoluogo di provincia, uno dei tanti episodi che spesso rimangono nell’ombra è invece uscito alla ribalta nazionale. “Non voglio essere servita da un negro. Non mi va proprio”. Così una donna sulla quarantina, bianca, italiana, rispettosa della Legge, ha lasciato la spesa sul nastro trasportatore della cassa di un supermercato di Varese. Subito dopo ha lanciato alcune lattine in direzione del malcapitato e se n’è andata pur di non dover interagire con il cassiere di colore che in quel momento era l’unico a cui i clienti potevano rivolgersi.
NEGRI SULLE PANCHINE
Torniamo a Saronno, città in cui negli ultimi 5 anni si sono susseguite allucinanti ordinanze liberticide prima a tinta PD e poi Lega. Si è passati dal divieto di sedersi sui gradini o di bere dalle fontanelle, all’uso regolare del Daspo Urbano. Avete già i brividi? Ma il bello deve ancora arrivare. Allo sceriffo Fagioli è arriva una lettera con la firma di tanti commercianti di corso Italia per chiedere di “aumentare i controlli contro il degrado” e di “spostare le nuove panchine in altre location”.
A scatenare l’ultima presa di posizione, l’arrivo in centro di una dozzina di nuove panchine in piazza Volontari del Sangue, la preoccupazione dei negozianti è che invece di accogliere clienti affaticati tra un acquisto e l’altro servano ad altre persone per sedersi in non produttive attività di svago. “Tempo sfaccendato trascorso né a produrre né a consumare? Orrore! Sceriffo, pensaci tu!”
Parrebbe il Medioevo, per l’idea distorta che i più ne hanno, e invece è la quotidianità che ci viviamo. Finita qui? Ma va! L’ex assessore silurato Francesco Banfi direttamente dall’oratorio ci tiene a ricordare che “sbaglia chi legge un blando no alle panchine, al povero o un accenno di razzismo: nulla di tutto ciò. La richiesta che avanzano i commercianti è pulizia, ordine e decoro, da intendersi anche sprofondanti nelle questioni presidio del territorio e sicurezza: basterebbe questo per non avere sporcizia e panchine popolate da gente che beve alcolici, dorme, minaccia, fa risse o urina in bella vista. […]
Per dare un suggerimento all’amministrazione: occorre dare mandato alla Polizia Locale di controllare le panchine; può essere redatta una mappa della dislocazione dell’arredo urbano.”
Dobbiamo ammetterlo: non avremmo una fantasia tale da riuscire a inventare un racconto fantastico all’altezza.
PICCHETTO ALLA GLS A BRUNELLO
Il 23 ottobre a Brunello mattinata dei tensione ai cancelli dalla GLS, la compagnia di trasporto che ha una filiale gestita da un subappaltatore.
Un gruppo di lavoratori, 4 della ditta stessa e una decina di rappresentanti del sindacato Sol Cobas, ha bloccato attorno alle 7.30 l’ingresso della ditta fermando i camion in arrivo.
Ci sono stati momenti di alta tensione e uno dei titolari dell’azienda finito a terra è stato soccorso per un malore.
Sono intervenuti i carabinieri che hanno presidiato il picchetto di protesta.
I dipendenti lamentano la violazione dell’orario di lavoro con turni troppo pesanti e atteggiamenti intimidatori da parte dei manager.
NUOVA SEDE FDI A SARONNO
E infine torniamo nuovamente a Saronno, dove tra omeri fratturati e panchine vietate non ci si annoia mai. Il prossimo sabato 27 ottobre la città degli amaretti subirà l’ennesima violenza, è prevista l’inaugurazione del nuovo circolo Fratelli d’Italia, infatti in via Ramazzotti al civico 33 troverà casa la sezione di Saronno e di Cislago.
Dopo l’apertura, a fini esclusivamente elettoralistici, della sede adiacente corso Italia ora l’apertura di una nuova sede. E anche stavolta non mancano i nomi ad accompagnare la pantomima: annunciata la presenza di Ignazio La Russa e Daniela Santanchè, dell’onorevole Paola Frassinetti, Carlo Fidanza, Andrea del Mastro e degli assessori regionali Riccardo De Corato e Lara Magoni.
UN VOLANTINAGGIO A GALLARATE
Nel corso della mattinata di sabato 13 Ottobre, è stato distribuito un volantino al mercato di Gallarate. Il testo trattava la questione del tentativo di sfratto di un uomo, che ha resistito alla brutalità della Polizia Locale, minacciando di darsi fuoco. Qui abbiamo in seguito riportato alcune precisazioni sulla vicenda.
Qui sotto, riportiamo il volantino integrale.
SPECULARE SULLA SOFFERENZA
La speculatrice seriale Lara Comi ha fatto visita al carcere di Busto Arsizio per fare un po’ di propaganda sulle spalle dei detenuti autori della rivolta di qualche giorno fa. Otto guardie si sono fatte refertare al pronto soccorso dopo una sommossa, le cui cause reali non sono state rese note. La stampa riferisce un litigio tra detenuti, cui è seguita una protesta, divenuta poi sommossa generale con tanto di incendio delle bombolette del gas utilizzate per cucinare. Un tantino azzardata come spiegazione, a nostro parere. Nessun riferimento ai feriti tra i detenuti, come se non fossero esseri umani. Gli unici “degni” di essere menzionati sono stati solamente i secondini.
La speculatrice di cui sopra ha trovato la soluzione per il sovraffollamento: ognuno al proprio paese. Vorremo capire se questa brillante intuizione segue il diktat tanto di moda di questi tempi, ossia prima gli italiani: ci verrebbe da pensare quindi che a Poggioreale ci saranno solo napoletani, a Bollate solamente Bollatesi, a Opera esclusivamente Milanesi etc.
A parte l’ironia, ciò che emerge è che al giorno d’oggi ogni problema è imputabile a chi non è italiano, e quindi la soluzione è il rimpatrio sempre e comunque, a qualsiasi condizione.
DAL POZZO CONTRO IL RAZZISMO
Dopo il lamentìo per il presunto boicottaggio, i leghisti di Ceriano Laghetto, Cogliate e Lazzate continuano con il piagnisteo.
Nella frazione Dal Pozzo, luogo scelto per la festa della Lega Nord nella zona delle Groane, è stato distribuito casa per casa un volantino, scritto da alcuni residenti, che mettono in guardia i compaesani dal partecipare a quella che è a tutti gli effetti una festa razzista.
Ecco il testo del volantino:
DAL POZZO, FESTA LEGA NORD: EVENTO ANNULLATO?
“Evento annullato”.
Queste le fascette comparse su molti manifesti che pubblicizzavano la prossima festa della Lega a Dal Pozzo, frazione di Ceriano Laghetto.
Gran sospiro di sollievo nella frazione al confine con Saronno, ma conviene non lasciarsi andare a facili entusiasmi: i leghisti infatti lamentano un tentativo di boicottaggio da parte di vandali notturni.
Come è, come non è: vandali li chiamano loro, antirazzisti li chiamiamo noi.
IL COMUNE DI CERIANO LAGHETTO PATROCINA I FASCISTI
Ci risiamo.
Il frizzante sindaco di Ceriano Laghetto, che 8 anni fa salì alla ribalta nazionale con l’ordinanza anti-kebab, prosegue sia con la sua carriera politica, ritagliandosi una sempre più ampia fetta sulla stampa locale, sia con il suo progetto politico, che persegue a livello locale la saldatura già nazionale tra Lega Nord e le squadracce fasciste dell’estrema destra.
Lo scorso giugno il sindaco si è fatto aiutare dalla sezione varesina di Casa Pound nella propagandistica ronda nel parco delle Groane.
Per il prossimo venerdì 21 settembre è invece stato organizzato nella Sala Consigliare e col patrocinio del Comune di Ceriano Laghetto un incontro organizzato da Accademia Diciannove (associazione di stampo fascista) e con ospiti Franco Nerozzi della Onlus Popoli e anch’esso legato a doppio fila con l’estrema destra e Federico Goglio, nome d’arte Skoll, cantante anch’esso legato direttamente all’estrema destra, con numerose serate organizzate nella tana dei naziskin di Bollate, area politica in cui milita e che si rivendica. A riprova della sua non celata appartenenza politica il fatto che Federico Goglio nel 2015 è stato inquisito per aver fatto il saluto romano durante la commemorazione a Sergio Ramelli a Milano.
In sostanza un incontro spacciato per culturale organizzato da chi sostiene o fa addirittura parte delle squadracce che aggrediscono chiunque capiti a tiro di diverso da loro.
La saldatura tra Lega Nord e estrema destra neofascista è evidente, sindaci come Dante Cattaneo non sono che fautori nel locale di un ampio progetto nazionale.
GALLARATE: ESERCITO CONTRO I POVERI
Ci risiamo. Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, ne ha sparata un’altra delle sue. È più forte di lui, il nostro Salvinetto di provincia, non vuole assolutamente essere da meno rispetto all’originale in quanto a sparate e pagliacciate sul web.
Ci sarebbe da ridere, se non fosse che poi, i danni partoriti dalle menti di questi soggetti hanno conseguenze (a volte tragiche) sulle vite di tutti noi.
Alcuni giorni fa, in preparazione alla visita del sottosegretario all’interno Candiani (altro legaiolo di provincia simile ai due citati poco sopra), avvenuta a Gallarate durante la giornata di oggi (18 Giugno 2018), Cassani aveva dichiarato a mezzo stampa, la sua intenzione di richiedere un presidio dell’esercito presso la stazione ferroviaria. Le sue testuali parole: «In Toscana ci sono unità dell’Esercito in cittadine di 40 mila abitanti, io penso che Gallarate, anche per il ruolo nevralgico della sua stazione, possa ambire ad avere un presidio».
Insomma, sembra che Cassani si stia preparando ad una guerra civile. Verrebbe da chiedersi contro chi, dal momento che lo scalo ferroviario gallaratese non sembra essere un teatro di guerra, e gli unici episodi riportati dalla cronaca sono quelli di alcune risse tra persone alticce ad una certa ora della notte e qualche imbrattamento.
Le persone considerate –problematiche– sono quei poveracci che in mancanza di un reddito e un posto dove stare, trascorrono lì la maggior parte del loro tempo, arrivando financo ad importunare i viaggiatori per raggranellare qualche monetina.
Che Cassani voglia condurre la guerra proprio contro di loro? Beh, se così fosse, la cosa non stupirebbe affatto: è rinomato che quando si tratta di andare contro chi non ha nulla, i leghisti dimostrano sempre grande audacia e spavalderia. Qualità che scompaiono quando si trovano davanti a ricchi e potenti, con i quali si trasformano in docili e servili agnellini, o peggio in fedelissimi cani da guardia.
Note a fondo: al termine dell’incontro, Candiani ha smorzato l’entusiasmo del rampollo gallaratese, dichiarandosi prima disponibile ad affrontare la richiesta, per poi quasi immediatamente aggiungere : «Non è detto che vedere ogni giorno l’esercito in stazione crei più percezione di sicurezza o se invece suscita un qualche apprensione nei cittadini»