Da oggi, mercoledì 10, a venerdì 26 maggio, l’Italia sospenderà il trattato di Schengen e ripristinerà le verifiche alle frontiere italiane. Il motivo è il G7 che si terrà a Taormina il 26 e il 27 maggio. Il Ministro dell’Interno Marco Minniti ha dichiarato che questo provvedimento è volto a «garantire lo svolgimento regolare e ordinato del vertice del G7».
Sono quindi in arrivo “diverse decine di poliziotti” che, al netto dei due valichi di confine già chiusi la notte, dovranno garantire un controllo capillare del territorio.Inoltre è stato deciso di «impiegare personale dell’Esercito in concorso con le Forze di Polizia nell’ambito del progetto “strade sicure” per il controllo degli obiettivi sensibili».
Come accade già da tempo in stazione Centrale a Milano.
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DOGANE SVIZZERE: PAURA DEL BUIO
Dal 1° aprile, dalle 23 di sera alle 5 del mattino, le autorità elvetiche hanno sbarrato i valichi di Pedrinate, Novazzano-Marcetto e Ponte Cremenaga, nelle province di Como e Varese. Il provvedimento verrà mantenuto per sei mesi, fino al 1° ottobre.
La chiamano sperimentazione ma in realtà serve soltanto per calmare gli animi che, ormai terrorizzati dai media, vedono il pericolo ovunque. Una banda di romeni che viene arrestata nel Canton Ticino fa scattare questa misura abnorme.
Poco importa agli strateghi della politica se creano disagi agli sfruttati che da pendolari rimpinguare le casse svizzere e quelle italiane.
Sempre di più le frontiere dimostrano di essere un punto debole del neoliberismo che vuole la “libera concorrenza dei mercati” ed erge muri di filo spinato, ha bisogno di manodopera a basso prezzo e chiude temporaneamente le frontiere.
Lo spazio Schengen, per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, ormai esiste soltanto sulla carta, i lavoratori che dall’Italia vanno a lavorare in svizzera sono costretti a presentare tutti i documenti inerenti il loro casellario giudiziale.
Sono attivi invece gli Accordi bilaterali II, che vanno ben oltre il quadro meramente economico e Schengen, in quanto estendono la cooperazione tra stati a importanti settori politici quali la sicurezza, l’asilo, l’ambiente e la cultura.
Nel 2015, 52 guardie di frontiera svizzere hanno prestato circa 1588 giorni di attività in operazioni FRONTEX.