Lunedì 27 febbraio, nei pressi della stazione di Balerna (in Svizzera, a pochi chilometri dal confine con l’Italia), un uomo è morto folgorato dai cavi della linea ferroviaria. L’uomo si era appostato sul tetto del treno, un “Tilo” proveniente dall’Italia, nel tentativo di oltrepassare la frontiera italo-svizzera, probabilmente salendo sul tetto tra la stazione di Como San Giovanni e Monte Olimpino, dove i passeggeri riportano di aver sentito un tonfo proveniente dal soffitto della carrozza. Resta complessa l’identificazione, in quanto l’uomo risulta senza documenti e lo stato del corpo (l’uomo è letteralmente bruciato vivo) non ne consente il riconoscimento.
L’ennesimo caso di morte senza nome, che evidenzia quanto siano violenti i limiti delle frontiere di Stato e di quanto possa rischiare un individuo non considerato utile al cosiddetto benessere sociale, nel tentativo di trovare una vita migliore.
Per giovedì 2 marzo è stato indetto un presidio, contro le frontiere e in solidarietà a chi rischia la vita per attraversarle. Ore 17.30 piazzale indipendenza, Chiasso.