Dobbiamo ammettere che ci ha strappato un sorriso il manifesto con cui l’ANAI (Associazione Nazionale Arditi d’Italia) ha organizzato un programma di incontri con base logistica la Casa Militare Umberto I di Turate. Si va dalla partecipazione alla commemorazione della morte di Mussolini a Predappio – sì, la stessa della decerebrata di Budrio con la maglietta di Aushwitzland – alla partecipazione alla manifestazione a Trieste in ricordo della “vittoria” della I guerra mondiale.
Il manifesto si apre con l’invito rivolto “a tutti i credenti”.
Questi nostalgici più che arditi appaiono aridi, giacchè gli Arditi – prima di essere cappellati e in parte assimilati, dapprima dai fasci da combattimento del ’19 e poi dal nascente regime fascista, e prima anche della scissione in Arditi e Arditi del Popolo – erano senza dubbio figli del tempo, di un tempo lontano un secolo da noi in cui la spavalderia, la violenza, il coraggio e l’azione libertaria erano assai più di gradimento rispetto a oggi.
Come se non bastasse la Casa Militare di Turate è intitolata a Umberto I, Re passato alla storia, sia per aver ordinato al generale Bava Beccaris di sparare sulla folla insorta a Milano nel 1898, sia per essere stato ucciso a Monza da un anarchico, Gaetano Bresci.
Ci è piaciuto darvi notizia di questa loro presenza e di queste loro iniziative, perchè ancora oggi c’è chi sente proprio lo spirito libertario che spinse Gaetano Bresci a vendicare i morti di due anni prima. E ancora oggi c’è chi ha nelle vene l’arditismo di certi che non barattarono mai la propria indipendenza di pensiero per seguire il gregge o il dogma del regime nascente, di chi di una guerra mondiale non potrebbe mai parlare di vittoria, perchè la propria patria sono il mondo e gli sfruttati, propria legge la libertà, e i propri nemici sfruttatori, oppressori, sgherri e i loro complici da sempre: i fascisti.
