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Archivio per il tag: rifugiati

Notiziario e Divieto di dimora a Torino – s04p37

TAGS: mezzoradaria, Bologna, Pratello, Minorile, rivolta, REMS, OPG, DNA, Sovraffollamento, Asilo politico, rifugiati, CIE, Carcerazione preventiva

Notiziario sulle rivolta al minorile del pratello; Rems e Opg, raccolta del DNA, Asilo politico a Bologna e carcerazione preventiva.

TAGS: mezzoradaria, Torino, Divieti di Dimora, CIE, Ladisa Spa, iniziative, Corso Brunelleschi

Parliamo con Francesco di Torino del provvedimento di Divieto di Dimora scattato la mattina del 25 maggio per 12 compagn*, a causa di una contestazione della ditta “Ladisa Spa” che fino a poco tempo fa forniva i pasti al CIE di C.so Brunelleschi, e delle iniziative di risposta e rilancio che ci saranno i prossimi giorni su questi temi.

Bologna e il miraggio dell’asilo politico

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Scorriamo da articoli in rete alcuni dati sul tema rifugiati e asilo politico a Bologna, che ci danno il senso di cosa vuol dire fuggire dal proprio paese di origine, rischiare tutto in mare per poi finire come un numero sulla scrivania di un’annoiata burocrazia, un’infinitesimale parte della ruota dei diritti che scricchiola e si deforma sotto il peso della guerra globale.

Ne snocciola i numeri Adolfo Valente, l’attuale presidente della Commissione Territoriale di Bologna, dalla pagina ingrigita di un quotidiano di regime. Dal 2014 a oggi sono state registrate 12.537 persone all’ex C.I.E. di via Mattei, e delle oltre 7.000 domande presentate, ne sono state esaminate 4.007 di cui 3.134 hanno avuto esito positivo. Sono per lo più eritrei (2.432 identificati dal 2014), nigeriani (1.909), siriani (925), gambiani (860) e pakistani (625). Dopo il “passaggio” all’ex C.I.E., entrano nel limbo dell’attesa di ciò che ne sarà della loro permanenza nel nostro paese, sparsi tra i 51 strutture di accoglienza nella provincia bolognese.

Sembra addirittura che qualcuno, stanco di aspettare, decida da solo per il proprio futuro e si dia alla macchia….

Per gli altri, la Commissione decide in base alla gravità di minacce incombenti, di rischi personali, dall’età del richiedente e dal suo passato traumatizzante. In caso di esito positivo (si noti l’ironia del termine) possono quindi ricevere:
– lo status di rifugiato, con validità di 5 anni, automaticamente rinnovato e con canale privilegiato per ottenere la cittadinanza;
– la protezione sussidiaria, anch’essa con validità di 5 anni ma rinnovabile con l’assenso della Commissione;
– la protezione umanitaria con validità 2 anni, rinnovabile con l’assenso della Commissione.

Chi non ha questi requisiti è destinato alla deportazione, ma dietro a questi numeri ci sono corpi a cui nessuno può negare un futuro migliore, né tanto meno può distinguere chi ha diritto o meno a un’opportunità. E’ certo che l’ottenimento dello status di rifugiato non sottintende automaticamente integrazione. Ce lo spiegano meglio le parole di Adolfo Valente, che intervistato dalla giornalista aggiunge:” Si ricorda i braccianti di Rosarno? Si diceva che erano clandestini, poi si scoprì che erano quasi tutti rifugiati, ma vivevano in condizioni di semi-schiavitù. Il punto è che purtroppo la vera integrazione non passa da un foglio di carta. In tempi di crisi ancora di più”.

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