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IN SCIOPERO I DRIVERS DI AMAZON

Ieri mattina, 14 Settembre 2018, gli addetti alle consegne di Amazon hanno deciso di scioperare e bloccare la distribuzione, picchettando alcuni magazzini del nord Italia, tra cui quello di Origgio in provincia di Varese. In realtà non si tratta del primo sciopero dei lavoratori di Amazon, come già raccontammo tempo fa (https://www.autistici.org/lostroligh/origgio-sciopero-amazon/).

Amazon è un colosso americano del cosiddetto /E-Commerce/ intenzionato ad assumere il monopolio esclusivo nella distribuzione delle merci su scala globale. E sembra proprio che ci stia riuscendo rapidamente, se si analizzano i dati di un’estensione sul mercato con percentuali elevatissime e di un fatturato che cresce quasi esponenzialmente e senza segni di rallentamento, anno dopo anno.

Questo è reso possibile grazie ad una enorme quantità di merce di ogni tipologia, sempre disponibile nei magazzini, venduta a prezzi ultra-competitivi e consegnata in tempi rapidissimi. È un modello che per funzionare presuppone uno sfruttamento della forza lavoro a livelli inumani. E questa parola non è un’esagerazione o un’allegoria: lo sfruttamento è realmente inumano in quanto non più deciso da esseri umani in carne ed ossa, ma da un algoritmo a cui tutti si devono sottomettere. Il compito degli esseri umani, addetti allo sfruttamento, è semplicemente quello di verificare che tempi, ritmi e quantità di lavoro stabiliti dall’algoritmo vengano sempre rispettati. In caso negativo i lavoratori vengono messi sotto pressione, redarguiti, vessati e puniti. A completare il quadro, si aggiungono le condizioni contrattuali che garantiscono ad Amazon la ricattabilità più assoluta dei lavoratori, costretti ad obbedire senza battere ciglio, nel terrore costante di essere cacciati.

E questo dispositivo dell’algoritmo si applica sia ai lavoratori dei magazzini, che a quelli addetti alle consegne. Sono proprio questi ultimi, coloro che hanno deciso di paralizzare lo smistamento dei pacchi nella giornata di ieri. Infatti, l’introduzione di Amazon della consegna in giornata attiva sul territorio di Milano da Maggio, ha prodotto un forte incremento nel numero degli ordini e delle consegne. A questo però non è seguito un incremento nell’organico dei corrieri, rimasto pressoché invariato. Non serve un genio in matematica per comprendere che il carico di lavoro si è fatto ancor più insostenibile, sottoponendo i lavoratori ad una mole di consegne quasi doppia, rispetto a quella dei loro colleghi di altre aziende (circa 150 giornaliere, contro le 70-80 degli altri corrieri). E non bisogna dimenticare che anche la situazione di questi lavoratori di altre aziende non è proprio rosea, tutt’altro: un letamaio di padroni e padroncini, cooperative, subappalti e paghe quasi sempre misere associate anche qui a turni e carichi di lavoro massacranti.

SCHIAVITÙ 2.0

Il nostro già martoriato territorio negli ultimi anni è vittima di una vera e propria ristrutturazione, specialmente dal punto di vista delle infrastrutture. Nuove strade, nuove linee commerciali, nuovi nodi logistici. La merce è il vettore di questi cambiamenti. Per chi volesse approfondire il legame tra infrastrutture e merce nel nostro territorio consigliamo questo contributo: la ragnatela lombarda.
Basti pensare a come il “nuovo” ingresso dell’autostrada di Origgio/Uboldo sia stato accompagnato dal consolidarsi o dal nascere di nuovi centri di smistamento della merce (Bennet e Amazon su tutti). Tutto ciò fa del nostro territorio una zona di forte sfruttamento della manodopera. Raccontammo già di alcune mobilitazioni, oggi scriviamo per dare notizia dell’ennesimo sciopero, stavolta al complesso industriale UCSA tra Origgio e Caronno, da parte di una quarantina di lavoratrici decise a proseguire la protesta per migliori condizioni di lavoro e per due riassunzioni.

ORIGGIO: SCIOPERO AMAZON

Dalle 6 di questa mattina (giovedì 11 maggio) alcuni lavoratori del nuovo polo logistico di Amazon hanno impedito l’accesso al magazzino dei furgoni pieni di merce da smistare. Così è iniziato lo sciopero ad oltranza di una quarantina di lavoratori che effettuano le consegne, tramite una cooperativa e una società, nel centro logistico di Amazon ad Origgio.
l lavoratori stanno scioperando per la mancata applicazione del contratto collettivo nazionale ad oltre 200 dipendenti, oltre ad ore di lavoro straordinario non retribuite e poca puntualità nei pagamenti.
Presenti sul posto i delegati sindacali, tra cui Emanuele Barosselli, segretario regionale della Filt Cgil.