HackBack! Chiacchiere con Phineas Fisher

copertinaHackerare viene spesso visto come qualcosa di tecnico, un semplice fatto di attacco e difesa. Tuttavia le motivazioni sono fondamentali. La stessa tecnologia che costruisce strumenti oppressivi può essere utilizzata come un’arma per l’emancipazione. L’hacking, nella sua forma più pura, non riguarda l’ingegneria tecnologica: si tratta di fare leva sulle dinamiche di potere mandando in cortocircuito la tecnologia. È un’azione diretta verso il nuovo mondo digitale nel quale tuttx viviamo.

Nella penombra dell’impero tecnologico, il mondo hacker è diventato un obiettivo di assimilazioni e infiltrazioni. Ma la base sotterranea non può essere sradicata: di tanto in tanto una nuova azione affiora in superficie. Alcunx delle/degli hacker che ammiriamo sono scrittori di codici che forniscono strumenti per la privacy online e l’anonimato. Altri gruppi creano e distribuiscono media alternativi. E poi ci sono quellx che fanno contro-hacking.

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Who are you streaming for?

copertinaCi sono molti modi per documentare efficacemente il movimento, ma nel frattempo proteggendo gli spazi, i movimenti e la privacy delle persone. Il live streaming in genere NON è uno di questi.

Un problema comune con gli streamer è la loro presunzione, spesso citando il valore di portare il movimento alla gente. Ma gli streamer hanno difficoltà ad ammettere che il loro lavoro è più prezioso per la polizia che per i manifestanti.

In un mondo di voyeurismo ed esibizionismo, gli Streamer spesso si lasciano trasportare, interpretando il loro ruolo come un narratore del movimento. Spesso riprendono le persone senza il loro consenso, dando più valore alla comunicazione con i loro spettatori che alla protezione del gruppo che sta già correndo dei rischi solo scendendo in strada a protestare.

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Il web dell’odio decentralizzato

Le persone che sostengono la supremazia bianca hanno iniziato a cercare più servizi alternativi online, compresa la tecnologia Peer-to-Peer (P2P), poiché è in atto una crescente pressione per mitigare la rapida crescita dei sostenitori della supremazia bianca che si organizzano via Internet con forme e provider più tradizionali e centralizzate. In questo rapporto descrivo il sistema P2P per un pubblico non del settore, spiego come e perché le persone che sostengono la supremazia bianca lo stanno usando e mostro come possiamo utilizzare i punti di forza dei sistemi P2P per un impatto sociale positivo. I principali sistemi P2P usati dai sostenitori della supremazia bianca sono: archiviazione di file, forum, comunicazione e finanziamento. Le principali minacce dell’uso della tecnologia P2P per diffondere l’odio sono l’organizzazione di violenza basata sull’odio, molestie organizzate o sparpagliate e la facilitazione della diffusione di contenuti di odio dannosi o illegali. Molti nella comunità P2P stanno prendendo provvedimenti per ridurrne il potenziale abuso. La tecnologia P2P offre un incredibile potenziale per la collaborazione umana, ma pone anche alcune sfide che sono intrinseche. Questo articolo pone una domanda critica: come possiamo navigare nel terreno inesplorato della tecnologia P2P senza rinunciare ai suoi potenziali benefici o minimizzare i rischi inerenti?

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Brucia il telefono

copertinaRiceviamo e diffondiamo questo interessante opuscolo..
“L’idea di studiare le tematiche di questo opuscolo è nata in un momento femminista tra donne, lesbiche, froci e trans+ di scambio e condivisione sulla lotta contro le frontiere ed i dispositivi repressivi costruiti attorno ed a partire da esse. Nel cercare approfondimenti su cellulari e telefonia ci siamo imbattutx in questo lavoro che per i suoi anni era fatto molto bene.

Qualche tempo dopo abbiamo deciso di tradurlo ed aggiornarlo, già che ci stavamo lavorando sopra abbiamo tolto le parti che non ci convincevano del testo. Quindi quanto leggerete non è la traduzione del testo, ma quello che ci sembrava interessante estrapolare con varie parti ampliate o eliminate.”

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Signal fails

“The Master’s Tools Will Never
Dismantle the Master’s House”
A. Lorde

Continuiamo a cercare strumenti e mezzi per comunicare tra noi ed organizzarci attraverso nuovi dispositivi tecnologici sempre più invasivi per le nostre vite e nel nostro quotidiano. D’altra parte, vogliamo dotarci di strumenti e studi necessari per comprenderli meglio ed imparare a difenderci da essi. Nessuno strumento è davvero sicuro ma possiamo adottare delle minime abitudini e norme di sicurezza per renderle il più innocue possibili.

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Internet mon amour


«Le nuove tecnologie ci danno la possibilità di non dover scegliere.

Non è fantastico?»

Il futuro è stato ieri, quando eravamo inseparabili da computer e smartphone, nel bene e nel male. Anche quando avremmo preferito farne a meno, perché sapevamo che potevano rivelarsi i nostri peggiori nemici. Gli scandali sulla sorveglianza globale di Internet erano solo la punta di un iceberg, le manipolazioni di massa erano solo l’inizio: eravamo tutti vulnerabili! Curiosità fuori luogo, truffe, furti d’identità e di dati, pornovendette, odiatori… Questo libro parte sempre da situazioni reali, racconta e spiega quali erano i comportamenti a rischio, come si potevano evitare le trappole. Propone trucchi facili da mettere in atto.

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Davanti alla Legge: sul Decreto Salvini Bis

Il Decreto Sicurezza Bis per intero, con la trascrizione di ogni legge cui fa riferimento e le modifiche rispetto al primo Decreto Sicurezza.

Uno strumento utile per comprendere nella sua interezza questo nuovo dispositivo repressivo che riesce a essere a un tempo in perfetta continuità con il passato e attaccare in maniera ancora più aggressiva ogni forma di vita che potrebbe mettere in discussione l’esistente.

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Taser: arma ad impulsi elettrici.

L’idea di scrivere quest’opuscolo è nata in un momento femminista tra donne, lesbiche, froci e trans* di scambio e condivisione sulla lotta contro le frontiere e i dispositivi repressivi costruiti attorno e a partire da esse.
Ci sentiamo lontane dall’indignazione di chi vede in questo o quell’altro strumento securitario una minaccia ai propri diritti all’interno della pacifica vita nella società democratica. Consapevoli che il monopolio statale della violenza può esprimersi più o meno cruentemente in momenti diversi, sentiamo che è l’esistenza stessa di questo potere ad opprimerci.
Tuttavia, di fronte all’introduzione tra le forze dell’ordine italiane di una nuova arma, altamente tecnologica, con un funzionamento non immediatamente comprensibile, abbiamo sentito il bisogno di raccogliere e diffondere del materiale.
Pensiamo che sia importante conoscere le armi che vengono utilizzate contro di noi, per essere in grado di reagire, di difenderci,per non subire passivamente la retorica di potenza e infallibilità con cui vengono abitualmente, appositamente descritte.

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FAQ DNA

ovvero un piccolo squarcio su alcune misconcezioni comuni a proposito del DNA e del suo utilizzo in campo penale
Panico Edizioni

Questo opuscolo nasce come trascrizione di una chiacchierata avvenuta a Firenze il 16 dicembre 2017 tra i compagni di questa città, colpiti da più di un anno da un’operazione repressiva denominata “Operazione Panico”, un biologo ed un avvocato. Il senso di questa iniziativa era, per noi, principalmente iniziare a schiarirci le idee rispetto alla tematica dell’uso repressivo del DNA, confrontandoci con chi ci potesse aiutare a muovere
i primi passi nella comprensione sia delle cosiddette basi scientifiche di cui il sistema giuridico si sta dotando per affinare il proprio operato, che del funzionamento delle nuove leggi, disposizioni e procedure in materia di prelievo e uso forense della prova genetica, con cui ci troveremo, nostro malgrado, sempre più spesso ad avere a che fare. Questi sono d’altronde i motivi che ci spingono alla pubblicazione delle informazioni raccolte, le quali, oltre al caso specifico fiorentino, potrebbero a nostro avviso tornare utili anche ad altri compagni.

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Guida all’autodifesa digitale

Scrivere una guida d’autodifesa digitale è un progetto ambizioso. Ci sono un mare di cose da dire, dettagli a cui prestare attenzione, responsabilità a cui non devi sottrarti. A volte corri il rischio di generare troppe paranoie, a volte troppo poche. Hai bisogno di precisione, di un certo grado di intransigenza, eppure anche di molta duttilità e capacità di immedesimazione.
Scrivere una guida d’autodifesa è un progetto ambizioso, perché spesso chi ti legge alla fin fine vorrebbe solo faticare il meno possibile. E non esiste ricetta, non esiste guida, non esiste manuale, per chi ha troppa fretta e poca attenzione.
La Guide d’Autodefénse Numerique può darsi non sia perfetta, ma sicuramente ha un pregio che ce l’ha fatta stare a cuore: insegna un approccio lento e non pigro alla tecnologia. Il che, forse, è il primo vero buon consiglio. E il più importante.

Questa guida è quindi una lunga lettura, che nella sua traduzione italiana abbiamo deciso di pubblicare un po’ alla volta, per avere noi il tempo di tradurla e per chi la legge quello di digerirla. E’ in un piccolo formato, stampabile a costo zero o quasi, perché si possa  moltiplicare e diffondere il più facilmente possibile.

E chi siamo noi? Siamo alcune traduttrici che respirano insieme alla comunità italiana di Hackmeeting, autogestiscono quanto più riescono del proprio giorno, amano le autoproduzioni e la condivisione dei saperi.

Buono studio!

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Trovate la versione originale in francese a questo indirizzo (scaricabile liberamente o consultabile online): http://guide.boum.org

Fragile il vetro della clessidra

Riceviamo e diffondiamo il seguente contributo su guerre, esercitazioni, militarizzazione dei territori e delle frontiere: Siamo nemici della guerra. Come tutti vediamo i missili, i bombardamenti degli Stati, le stragi della cronaca, la realtà della guerra di tutti i giorni. Vediamo che reale è la necessità della fuga dalla propria casa, dai propri amici, dai propri amori. Vediamo vite come granelli di sabbia, chiuse in un sistema che torna ad uccidere ogni giorno, ma di cui intravediamo la fragilità. Reale è la strada impercorribile di chi sogna ogni giorno la possibilità di assaporare la vita, reali sono le frontiere, le divise militari in ogni dove, le reclusioni, le espulsioni, il fiato pesante e onnipresente delle polizie e degli Stati. Reale è la nostra voglia di affrontare questo nemico.

Scarica, stampa e diffondi.