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Mar
13
Dom
Presidio alla Dozza con musica e microfono aperto
Mar 13@16:30

DOMENICA 13 MARZO 2016 – Contro il carcere, in una società che sempre più gli somiglia

 

16.30 – Presidio sotto il carcere della Dozza (Bologna)

via del Gomito, 2 (capolinea del 25/A)

Torniamo sotto le mura della prigione, con la musica ed il microfono aperto per salutare i detenuti e le detenute.

20.00 – al circolo Iqbal (via dei Lapidari 13/L) – Cena vegan benefit per inguaiati/e con la legge

presidio dozza 2

Apr
7
Gio
Superamento dell’OPG – ‘Casa degli Svizzeri’ di Bologna
Apr 7@19:30

GIOVEDI  7  APRILE a BOLOGNA
c/⁠o Spazio Pubblico Autogestito XM24 in Via Fioravanti 24 (Bolognina)

ore 19:30  cena benefit Telefono Viola

ore 20:45  incontro pubblico

“SUPERAMENTO DELL’OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO”

Situazione attuale e prospettive future
Tra immagini e realtà, Tra limiti contraddizioni e criticità
Proposte pratiche per liberarsi realmente da strutture e logiche manicomiali.

Il caso della REMS “Casa degli Svizzeri” di Bologna

A seguire dibattito aperto

Telefono Viola-⁠ Piacenza
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud -⁠Pisa
Laboratotio antiproibizionista-⁠ Bologna

www.telefonoviola.org   www.ecn.org/xm24   lab.57.indivia.net

 

flyer-new Bologna 7 aprile

Mag
6
Ven
Incontro e dibattito insieme all’Associazione Contro gli Abusi in Divisa alla Libreria Anomalia a Roma @ Roma
Mag 6@19:00–22:00
Incontro e dibattito insieme all'Associazione Contro gli Abusi in Divisa alla Libreria Anomalia a Roma @ Roma | Roma | Lazio | Italia

Venerdì 6 maggio, ore 19.00

Abusi in divisa

Incontro e dibattito insieme all’associazione ACAD [Associazione Contro gli Abusi in Divisa]

Il tema degli abusi delle incontro dibattito sugli abusi in divisa a cura di acad, locandina incontroforze dell’ordine spesso viene banalizzato nel dibattito istituzionale, fino ad accogliere e avallare la cosidetta teoria delle mele marce. Nel nostro dibattito, invece, verranno raccontati e descritti anche nei loro aspetti giuridici e mediatici; casi specifici di abusi delle forze dell’ordine nel tentativo di rispondere alla domanda se possa considerarsi davvero soddisfacente e in qualche modo valida la teoria delle mele marce e per costruire e immaginare una soluzione al vero problema. Perché non accada mai più e perché si possa costruire un terreno di analisi che offra una visione analitica e completa della questione.

Acad è una Onlus nata dall’intenso lavoro di un gruppo di attivisti che da diversi anni si occupano di abusi commessi dalle forze dell’ordine. Tante famiglie, colpite duramente dagli abusi, non hanno accettato le versioni ufficiali e hanno intrapreso battaglie per chiedere verità e giustizia affinché questi ignobili e vergognosi atti non passassero sotto silenzio.

Acad nasce dalla volontà di dare sostegno a queste famiglie e a coloro che hanno subito abusi ma che non si sono dati per vinti e non hanno accettato una verità giudiziaria che già troppe volte si è dimostrata a favore di chi tenta in tutti i modi di nascondere la propria impunità dietro una divisa.

L’associazione è antifascista e antirazzista, valori di libertà ed eguaglianza indispensabili oggi per contrastare fenomeni discriminatori e prevaricatori. Il fascismo non è un opinione, la storia dovrebbe averlo insegnato a tutti.

interverranno:

Checchino Antonini (giornalista ACAD)

Stella Arena (legale ACAD)

Gaia Tessitore (legale ACAD)

www.acaditalia.it

Ott
11
Gio
Modena- OPEN ARMS: dibattito con un soccorritore
Ott 11@20:30
Nov
23
Sab
Presidio alle Vallette di Torino @ C.C. Lorusso e Cutugno
Nov 23@15:00

Presidio alle Vallette

Dal 20 settembre 3 dei nostri compagni si trovano rinchiusi nel carcere delle Vallette accusati di resistenza aggravata, lesioni e danneggiamento. La procura di Torino intende vendicarsi per la giornata del 9 febbraio, quando un corteo si riprese le strade della città per esprimere la propria rabbia, a seguito dello sgombero dell’Asilo e gli arresti dell’operazione “Scintilla”. In queste settimane le notizie che i nostri compagni ci hanno fatto arrivare non sono e non possono che essere l’ennesima conferma dell’abominio che il carcere è e vuole essere, non possono che tramutarsi in benzina gettata su un rogo che brucia ormai da tempo e non finirà mai di gettare scintille al vento. Il 23 novembre sarà l’occasione per farci sentire e spezzare quel muro di silenzio che li separa da un fuoco che arde per loro.

Solidarietà per Amma, Uzzo e Patrik

Feb
18
Gio
Bologna – Battitura solidale @ Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria
Feb 18@17:00

BATTITURA SOLIDALE CON DETENUTI/E

Sotto gli uffici del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria

Morti ammazzati, pestaggi, umiliazioni, negligenze, non certo improvvisati, ma pianificati ed avvallati da chi in quei giorni aveva il comando e ancora siede su quelle poltrone.

Noi non dimentichiamo!

Feb
21
Dom
Bologna – Presidio alla Dozza @ Casa Circondariale
Feb 21@16:00

PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DELLA DOZZA

Facciamo sentire la nostra vicinanza a detenuti/e. Vicini a Beppe, compagno anarchico, da poco trasferito alla Dozza. Microfono aperto per saluti ed interventi.

Giu
2
Mer
Presidio a Bologna @ Stazione Centrale
Giu 2@10:30
Set
25
Dom
15 ottobre 2011: 11 anni dopo @ Casa Circondariale
Set 25@11:00

11 anni dopo quel 15 ottobre 2011

Cosa è stata quella giornata? Cosa ha significato per chi l’ha attraversata?
Ne abbiamo parlato tante volte e vogliamo ancora farlo: per non dimenticare.
Così come molti e molte di noi non hanno mai dimenticato Genova 2001 perché, anche allora, eravamo nel giusto. Si portava per le strade una chiave di lettura anticipatrice di ciò che oggi stiamo vivendo: devastazioni ambientali e guerre per l’appropriazione di risorse e per l’occupazione dei punti nevralgici e strategici alle mire geopolitiche degli Stati e delle potenti multinazionali; la conseguente fuga di intere popolazioni da terre devastate e le condizioni di sfruttamento imposte loro dalle politiche degli Stati in cui approdano, sempre che le loro vite non siano risucchiate dalla liquidità dei muri che sono costretti ad attraversare in condizioni estreme; l’immiserimento delle condizioni di vita dei più.
Ci sono dei giorni in cui la rassegnazione cede il posto alla gioiosità di una rabbia collettiva finalmente espressa, in cui luoghi, simboli e responsabilità non sono più avvertiti come lontani e intoccabili. In cui non c’è più separazione tra desiderio e azione.

Questo è stato per molte e molti di noi quel 15 ottobre.

Dopo 11 anni Daiyvid, ricercato dalle autorità italiane poiché condannato per quella giornata del reato di devastazione e saccheggio, è stato arrestato ad Atene lo scorso mese di luglio. Il 19 agosto il tribunale greco ha deciso a favore dell’applicazione del mandato di arresto europeo (MAE), ordinandone il rimpatrio.
Dall’8 settembre si trova rinchiuso dentro il carcere di Civitavecchia.

Un altro nome che si aggiunge alla lista dei “fuggitivi” agguantati per questo infausto reato in giro per l’Europa.
Come Vincenzo che è nuovamente a forte rischio “estradizione”, a tre anni dal giorno della sua cattura in Francia e a più di venti dalle manifestazioni contro il G8 di Genova 2001 per cui è ricercato.
Lo scorso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della sua consegna, nonostante le evidenti incompatibilità tra questo particolare articolo di reato e il codice penale francese. Il prossimo 11 ottobre, la Corte di Cassazione di Parigi deciderà sulla sua estradizione ma gli spazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti se non azzerati.

Due storie, quella di Daiyvid e Vincenzo che intrecciano giustizialismo all’italiana e garantismo all’europea; se il primo ha armato la repressione verso i manifestanti che a Genova e a Roma protestavano contro il nuovo Ordine globale, il secondo disarma ora le difese per garantire una “serena” collaborazione tra Stati in materia di “estradizione”. Si conferma, infatti, come il MAE – introdotto nel 2004 – tenda nella prassi a spianare la strada verso un sistema di riconsegne rapide e frettolose tra paesi alleati, aggirando ciò che resta delle precedenti tutele in materia.

Se lo Stato non dimentica è bene che sappia che anche noi non lo facciamo. Ieri come oggi, la nostra solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione non vacilla ma anzi si rafforza.

Portiamo domenica 25 settembre la nostra vicinanza fuori dalle mura del carcere di Civitavecchia alle ore 11 e facciamola sentire forte e chiara a Daiyvid.

Cassa di solidarietà La Lima

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