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Ott
25
Sab
Presentazione ‘Mi bastava uno spicchio di cielo’ @ Modena
Ott 25@19:00–23:45
Dic
6
Sab
Presidio al consolato greco di bologna per Nikos @ Bologna
Dic 6@16:00–18:00
Presidio al consolato greco di bologna per Nikos @ Bologna | Bologna | Emilia-Romagna | Italia

Con Nikos, a testa alta

Sabato 6 dicembre 2014 ore 16

presidio davanti al consolato greco a Bologna (via indipendenza n. 67/2)

In Grecia c’è un ragazzo di ventuno anni, Nikos Romanòs, in sciopero della fame dal 10 novembre scorso.

Nikos è uno studente iscritto all’università presso l’Istituto Tecnico del Pireo, ma non gli viene permesso di frequentare le lezioni perché si trova in carcere.

È in carcere perché è un militante anarchico, accusato di avere compiuto due rapine in banca con l’aggravante “terroristica”, assieme ad altri tre compagni.

Collettivo Exarchia
Circolo Anarchico “C. Berneri”

Mar
26
Gio
Malati di nulla, morti di psichiatria @ Parma
Mar 26@20:00

26 marzo 2015 – ore 20.00 – presso Sovescio (Strada Nino Bixio, 61 – Parma)

MALATI DI NULLA, MORTI DI PSICHIATRIA

assemblea pubblica

Quando si toglie di mezzo il concetto di malattia mentale, ci ritroviamo  tutti di fronte all’incertezza, alla paura, alla meraviglia e al terrore di esperienze che ci trasformano, trasformano la realtà intorno a noi e le relazioni con gli altri

Ne si parlerà con lo scrittore Giuseppe Bucalo (del Comitato Iniziativa Antipsichiatrica)

in vista del corteo per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) che si terrà a Reggio Emilia sabato 28 marzo

26 MARZO

Ott
16
Ven
“Padiglione 25”: cena, letture, immagini, musiche e racconti @ Vag61
Ott 16@20:00–23:45
“Padiglione 25”: cena, letture, immagini, musiche e racconti @ Vag61 | Bologna | Emilia-Romagna | Italia

Estate 1975: un gruppo di infermieri dell’ospedale psichiatrico Santa Maria della pietà decide di autogestire uno dei padiglioni. Ha inizio così un’esperienza rivoluzionaria per quattordici infermieri del manicomio di Roma.

Autori: Claudia Demichelis e Massimiliano Carboni; produzioni: Ferro 3 e Altera Studio

> Durante la serata:

– Cena sociale a sostegno del progetto

– Lettura della sceneggiatura – Immagini tratte dal film in produzione – Proiezione del teaser – Le musiche di Alfredo Ponissi – I racconti di Vincenzo Boatta, uno degli infermieri protagonisti della vicenza

> Per contribuire al progetto:
c/c IT69W0200839042000011605133
Causale: IO PRODUCO PADIGLIONE 25

* * * * * * * * * *

La storia

Nell’ estate 1975 un gruppo di infermieri dell’istituto manicomiale Santa Maria della Pietà di Roma, influenzati dalle nuove idee di Franco Basaglia, decidono di autogestire uno dei padiglioni del manicomio. Inizia così per gli “ospiti” del Padiglione 25 un lavoro lento e faticoso di reinserimento progressivo nelle regole sociali, obiettivo finale del progetto è la definiva dimissione dei degenti. Giorno dopo giorno vengono introdotte piccole e grandi trasformazioni nella vita del “reparto aperto”, pratiche alle quali né il paziente né il personale sono abituati. L’elenco delle novità è lungo: abbattimento della contenzione farmacologia e meccanica; gestione collettiva della vita di reparto e della presa in consegna dei pazienti; reintroduzione dell’uso di oggetti quotidiani come le posate, gli abiti civili, il sapone; la busta paga per i compensi agli “ospiti” impiegati in lavori all’interno del manicomio; il lavoro d’equipe per il personale; il ricongiungimento familiare. Per 12 mesi, ogni aspetto della vita del reparto viene annotato dagli infermieri in un diario, che diventa l’occasione per raccontare il difficile percorso di liberazione dal regime di segregazione manicomiale. Oggi, mentre attendiamo ancora la chiusura definitiva degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, vogliamo tornare a rileggere il “diario” del Padiglione 25. Lo faremo attraverso un film che dà voce agli infermieri, i soggetti più in ombra nei movimenti che negli anni ’70 hanno contestato il manicomio e cercato di trasformare la psichiatria.

Perché il film

L’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una legge come la “180”, che ha definitivamente sancito la chiusura dei manicomi. Non è facile immaginare il manicomio se non lo si è vissuto, non è facile immaginare gli sforzi compiuti da chi ha lottato per cambiare il trattamento e la cura del disagio mentale, affrontando le ostilità che provenivano non solo dalle istituzioni, ma anche e soprattutto da una mentalità ed una cultura che leggeva la malattia mentale solo ed esclusivamente in termini di pericolosità, di scandalo e di esclusione.
Il progetto propone una riflessione sul vissuto di chi ha lavorato per anni a fianco di chi vive una condizione di disagio psichiatrico, percepito come persona pericolosa e violenta. La storia del Padiglione 25 è insieme specifica ed emblematica: una storia di pochi che si connette a quella dei molti che, nello stesso periodo, confluirono nel movimento di Psichiatria Democratica per contestare i manicomi e la gestione della malattia mentale nei termini sanciti dalla Legge 36 del 1904. Il film sarà un’occasione per discutere il presente del trattamento e cura del disagio psichico, oltre che per riflettere sui pregiudizi che hanno caratterizzato e caratterizzano la percezione sociale della malattia mentale. La necessità di ridurre il fenomeno dello stigma diviene ancora più urgente se si considera che il pregiudizio nei confronti della malattia mentale spesso impedisce alla persona che manifesta un disagio agli esordi di chiedere aiuto.

Gli autori

Claudia Demichelis
Antropologa culturale, si specializza nel settore visuale e museale e dedica la ricerca di Dottorato in Etnologia, svolta presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ad un progetto di sviluppo audiovisivo del Museo Laboratorio della Mente.
Dal 2006 al 2008 collabora con il Centro Studi e Ricerche ASL RME e con Studio Azzurro come Coordinatrice Ricerche Documentarie nella progettazione del Museo Laboratorio della Mente. Raccoglie dal 2005 video-interviste ai testimoni della storia dell’ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pieta, oggi conservate ed indicizzate come fondo di ricerca presso il Laboratorio di Antropologia Visiva “D. Carpitella” dell’Universita La Sapienza di Roma. Attualmente collabora con il Centro Culturale/Casa museo dello sguardo sulla disabilità “Come un albero” per l’istituzione di una biblioteca dedicata allo psichiatra Bruno Callieri.

Massimiliano Carboni
Nato nel 1970 a Roma, regista, videomaker, iscritto ordine nazionale dei giornalisti (tesserino n. 151831), esperto in comunicazione cross-mediale. Dopo una lunga esperienza nel settore radiofonico, dal 2003 si dedica anche alla produzione audiovisiva realizzando reportage in Iraq (Iraq, luglio 2003), Cuba (Arte come vita, 2004) e Colombia (Colombia no existe, 2004). Dal 2004 al 2008 lavora come freelance/video maker e come tecnico di regia nel broadcasting TV (ETA BETA, EUROSCENA). Fondatore nel 2007 della AMI – Agenzia Multimediale Italiana – società di comunicazione multimediale e produzione audiovisiva, editrice di una testata giornalistica on-line; cura: concept, management e regia di campagne pubblicitarie e spot televisivi. Nel luglio 2010 scrive e cura la regia di RCL Ridotte Capacità Lavorative, film con protagonista Paolo Rossi, sulle vicende dello stabilimento FIAT di Pomigliano d’Arco. Uscito nelle sale cinematrografiche italiane nello stesso anno (IRIS DISTRIBUZIONE) e ospite di numerosi Festival (tra cui Torino, Bari, Cagliari). Insegna comunicazione cross-mediale, tiene corsi e laboratori di regia e videomaking. Collabora con accademie ed università in Italia ed all’estero, con enti pubblici, ministeri, aziende e enti di formazione accreditati. Lavora come autore e regista di spot video per campagne di comunicazione aziendale, istituzionale e sociale.

> Maggiori informazioni sul progetto: qui

Mag
6
Ven
Incontro e dibattito insieme all’Associazione Contro gli Abusi in Divisa alla Libreria Anomalia a Roma @ Roma
Mag 6@19:00–22:00
Incontro e dibattito insieme all'Associazione Contro gli Abusi in Divisa alla Libreria Anomalia a Roma @ Roma | Roma | Lazio | Italia

Venerdì 6 maggio, ore 19.00

Abusi in divisa

Incontro e dibattito insieme all’associazione ACAD [Associazione Contro gli Abusi in Divisa]

Il tema degli abusi delle incontro dibattito sugli abusi in divisa a cura di acad, locandina incontroforze dell’ordine spesso viene banalizzato nel dibattito istituzionale, fino ad accogliere e avallare la cosidetta teoria delle mele marce. Nel nostro dibattito, invece, verranno raccontati e descritti anche nei loro aspetti giuridici e mediatici; casi specifici di abusi delle forze dell’ordine nel tentativo di rispondere alla domanda se possa considerarsi davvero soddisfacente e in qualche modo valida la teoria delle mele marce e per costruire e immaginare una soluzione al vero problema. Perché non accada mai più e perché si possa costruire un terreno di analisi che offra una visione analitica e completa della questione.

Acad è una Onlus nata dall’intenso lavoro di un gruppo di attivisti che da diversi anni si occupano di abusi commessi dalle forze dell’ordine. Tante famiglie, colpite duramente dagli abusi, non hanno accettato le versioni ufficiali e hanno intrapreso battaglie per chiedere verità e giustizia affinché questi ignobili e vergognosi atti non passassero sotto silenzio.

Acad nasce dalla volontà di dare sostegno a queste famiglie e a coloro che hanno subito abusi ma che non si sono dati per vinti e non hanno accettato una verità giudiziaria che già troppe volte si è dimostrata a favore di chi tenta in tutti i modi di nascondere la propria impunità dietro una divisa.

L’associazione è antifascista e antirazzista, valori di libertà ed eguaglianza indispensabili oggi per contrastare fenomeni discriminatori e prevaricatori. Il fascismo non è un opinione, la storia dovrebbe averlo insegnato a tutti.

interverranno:

Checchino Antonini (giornalista ACAD)

Stella Arena (legale ACAD)

Gaia Tessitore (legale ACAD)

www.acaditalia.it

Ott
11
Gio
Modena- OPEN ARMS: dibattito con un soccorritore
Ott 11@20:30
Dic
17
Gio
Iniziativa sulla Grecia a Bologna @ Mercato Albani
Dic 17@18:30
Feb
15
Lun
Trieste – Presidio al Coroneo @ Casa Circondariale
Feb 15@15:30

SECONDA PROPOSTA DI BATTITURA DELLE DETENUTE DI TRIESTE
LUNEDI’ 15 FEBBRAIO ORE 15.30

Lunedì 1 Febbraio, le detenute del Coroneo di Trieste, insieme ai solidali presenti sotto le mura del carcere, hanno portato avanti una battitura di poco più di un’ora. Da dentro il grido di indulto e libertà si sentiva chiaro anche nel mezzo del frastuono di pentole e arnesi. La presenza dei giornalisti era massiccia, così come richiesto dalle detenute al fine di far conoscere la loro lotta. Ma la stampa ufficiale, a quanto pare, non può rinunciare a “formare le opinioni”, in modo funzionale al potere vigente, piuttosto che informare. Infatti il giorno dopo sul giornale locale Il Piccolo si leggevano frasi come questa: “La ventina abbondante di detenute oggi nelle celle del Coroneo, forse anche per un informazione sul tema non sufficiente all’interno dell’istituto, tenendo conto che molti dei reclusi sono anche stranieri, mostrano infatti diffidenza nei confronti dei vaccini”.
Queste quattro righe riassumono bene i preconcetti che lo Stato vuole mantenere saldi attraverso la lettura della sua stampa.
Reclusi e anche stranieri ? Ben due colpe in una!! Non solo “criminali” anche stranieri!! In quanto stranieri non dovrebbero capire a cosa serve o cos’è un vaccino? Sta di fatto che, al di là delle ignoranti e razziste dichiarazioni della giornalista de Il Piccolo, le detenute che ci hanno manifestato la loro contrarietà al ricatto dei vaccini e la rivendicazione di maggior tutela sanitaria, sono chiaramente nostre compaesane o quanto meno dei dintorni. Qui non si pone un problema di nazionalità ma di autodeterminazione sul proprio corpo. I loro dubbi e la loro contrarietà al vaccino e all’essere di fatto obbligate ad assumerlo in quanto detenute, evidenziano due problematiche: la prima è l’efficacia reale e la possibile nocività del vaccino – aspetto questo che ci coinvolge tutti anche fuori – la seconda è l’obbligo per i detenuti di vaccinarsi. Basta guardare al curriculum criminale della multinazionale Pfizer e ai dubbi che un vaccino di tipo genico legittimamente pone, per capire che forse le detenute sono più informate di quanto lo Stato vorrebbe!
Il rumore e i disordini che da ormai quasi un anno prendono vita nelle carceri italiane trovano questa risposta da parte dello Stato: “Ora siete vaccinati, non potete più chiedere sanità, indulto o libertà, ora il carcere è sicuro”. Ma la questione della pandemia è solo la punta dell’iceberg di una condizione carceraria sempre più pesante.
Le detenute parlano di 150 detenuti su circa 187 risultati negli ultimi mesi positivi al covid, momento di massimo livello di contagi all’interno del carcere, tanto da costringere la direzione a non far più entrare nuovi detenuti, trasferendoli in altre carceri della regione.
Le detenute della sezione femminile per due settimane non potevano fare lavatrici, non ricevevano la posta, nessuna visita medica, e per curare il covid c’erano solo psicofarmaci e tachipirina. Sostanze usate solitamente per ogni male quando si è detenuti.
Dopo un mese la situazione non è cambiata di molto, i contagi sono diminuiti in maniera evidente, ma nonostante ciò nessun medico o psicologo si presenta nel carcere da 4 mesi. Le detenute lamentano l’impossibilità – a causa delle regole per evitare il contagio, in qualsiasi caso inattuabili all’interno della struttura – di fare socialità o poter intrattenere altri tipi di attività. Per questo motivo il consumo della cosiddetta “terapia psichiatrica’’ all’interno della sezione è aumentato.
Visto tutto questo, le detenute chiedono di avere esami del sangue sierologici e tamponi piuttosto che esser vaccinate, chiedono i domiciliari per chi ha il residuo di pena e l’indulto!
Le detenute del Coroneo vogliono continuare a ribellarsi ad un carcere che oggi più che mai non ti dà che la sicurezza di ammalarti o di morire. Un carcere in cui la sanità è cosa sconosciuta, e in cui sicuramente non si può affrontare una pandemia!

Per tutto ciò ripropongono una battitura lunedì 15 febbraio alle 15.30. Noi saremo di nuovo fuori dal carcere di Trieste, in via Coroneo, a sostenerle.

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
liberetutti@autistiche.org
7 febbraio 2021

Giu
11
Ven
Presidio a Trieste: le stragi le fa lo Stato
Giu 11@18:00

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