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Gen
16
Ven
Giornata di critica e lotta alla psichiatria
Gen 16@19:00

Venerdì 16 gennaio

presso SPA SOVESCIO (via Bixio 61) a Parma

GIORNATA DI CRITICA E LOTTA ALLA PSICHIATRIA.

Alle ore 19: PRESENTAZIONE TELEFONO VIOLA PIACENZA. Esperienze, informazioni e dibattito sugli abusi della psichiatria.

Dalle ore 23: KILLANATION + DJ SET

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Ott
9
Ven
Presentazione opuscolo “I cieli bruciano: dei Centri di identificazione e di espulsione e di coloro che ne permettono il funzionamento” @ Laboratorio Libertario Ligèra
Ott 9@21:00–23:30
Presentazione opuscolo “I cieli bruciano: dei Centri di identificazione e di espulsione e di coloro che ne permettono il funzionamento” @ Laboratorio Libertario Ligèra | Modena | Emilia-Romagna | Italia

I CIE sono i Centri di identificazione e di espulsione per immigrati, istituiti nel 1998 da un governo di centro sinistra con la legge Turco- Napolitano.

Questi centri sono veri e propri lager in cui sono rinchiusi i senza documenti , per poi essere identificati ed espulsi.

A Modena il CIE è stato attivo fino al 2013, per essere poi chiuso dalle continue rivolte degli internati che hanno portato alla completa inagibilità della struttura.

Dei 13 centri inizialmente attivi in Italia ne sono rimasti ancora 5 attivi.

La macchina delle espulsioni si è evoluta nel tempo.

Dentro dalla riduzione dei tempi di permanenza col conseguente abbassamento della conflittualità interna, all’ottenimento di appalti da parte di associazioni umanitarie che lucrano sulla pelle dei reclusi.
Fuori con ronde-rastrellamento contro i sans-papiers, e con il nuovo nucleo di polizia antiterrorismo presente in 20 città italiane contro lo spauracchio del terrorismo islamico.

Crediamo sia importante capire chi sono i collaboratori della macchina delle espulsioni, chi ci guadagna.
Che sia importante portare la lotta contro i CIE al di fuori di quelle mura, perchè la lotta è ovunque per chi sa guardare con gli occhi giusti.

I CIE sono ogni ditta, ente umanitario, o persona che collabora con il sistema delle espulsioni.
I CIE SI CHIUDONO COL FUOCO.

Nov
21
Sab
Bologna: Cena Benefit NoTav @ Circolo Iqbal Masih
Nov 21@21:00–Nov 22@2:00
Bologna: Cena Benefit NoTav @ Circolo Iqbal Masih | Bologna | Emilia-Romagna | Italia

Il 30 novembre inizierà il Processo d’Appello per i tre compagni e la compagna accusati del sabotaggio al cantiere di Chiomonte della notte del 13 maggio 2013 ( altri tre compagni furono successivamente arrestati, processati e condannati in primo grado a 2,10 anni con la medesima accusa). Già condannati in primo grado a 3,6 anni ma con il rigetto dell’accusa di terrorismo ora se la ritrovano riproposta in appello. Nientemeno che il Procuratore Generale Marcello Maddalena, in via di pensionamento alla fine dell’anno in corso, si è riservato il ruolo di pubblico ministero prima svolto dai famigerati Padalino e Rinaudo. L’accusa di terrorismo si basa principalmente su un articolo del codice penale, 270 sexies in cui si definisce terroristica l’azione che costringe “i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto”.
Ogni lotta che vuole raggiungere il proprio obiettivo sarà per lo Stato potenzialmente terroristica.

QUESTO PROCESSO NON RIGUARDA QUINDI SOLO I QUATTRO A PROCESSO D’APPELLO INSIEME AGLI ALTRI TRE GIÀ GIUDICATI IN PRIMO GRADO O GLI INQUISITI DELL’INTERA LOTTA NO TAV, MA CHIUNQUE DECIDA DI AFFRONTARE IL TERRENO DELLA LOTTA.

Sabato 21 Novembre è in programma, presso il circolo Iqbal Masih, un’iniziativa in solidarietà con i compagni a processo. Dalle ore 19.00 aggiornamenti sulla situazione in Val di Susa e sul processo, a seguire cena per tutti i gusti e concerto.

L’Ibal Masih si trova in Via dei Lapidari, 13/L ed è raggiungibile con l’autobus 11C direzione Corticella (fermata Lapidari) o 27 e 62 notturno (fermata Roncaglio), sempre direzione Corticella.

Feb
20
Sab
Belluno: Presidio in solidarietà ai detenuti @ Carcere di Udine
Feb 20@14:00–19:00
Belluno: Presidio in solidarietà ai detenuti @ Carcere di Udine | Belluno | Veneto | Italia

L’anno passato la monotonia quotidiana delle prigioni di Venezia, Verona e Vicenza è stata interrotta da battiture di protesta, scioperi della fame e del carrello, conflitti con le guardie e vere e proprie rivolte.

A seguito delle proteste numerosi detenuti sono stati trasferiti in altre carceri del veneto.

Più di quaranta ragazzi sono stati “sballati” dal carcere di Venezia a quello di Belluno. Non far sentire soli i trasferiti, e tutti i loro compagni di detenzione, significa in questo momento riannodare i fili di una lotta non ancora sopita.

Di seguito il volantino che verrà distribuito: SCARICA

Apr
7
Gio
Superamento dell’OPG – ‘Casa degli Svizzeri’ di Bologna
Apr 7@19:30

GIOVEDI  7  APRILE a BOLOGNA
c/⁠o Spazio Pubblico Autogestito XM24 in Via Fioravanti 24 (Bolognina)

ore 19:30  cena benefit Telefono Viola

ore 20:45  incontro pubblico

“SUPERAMENTO DELL’OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO”

Situazione attuale e prospettive future
Tra immagini e realtà, Tra limiti contraddizioni e criticità
Proposte pratiche per liberarsi realmente da strutture e logiche manicomiali.

Il caso della REMS “Casa degli Svizzeri” di Bologna

A seguire dibattito aperto

Telefono Viola-⁠ Piacenza
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud -⁠Pisa
Laboratotio antiproibizionista-⁠ Bologna

www.telefonoviola.org   www.ecn.org/xm24   lab.57.indivia.net

 

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Giu
4
Sab
Presidio al CIE di Ponte Galeria (Roma) in solidarietà con le persone recluse @ Stazione Ostiense
Giu 4@16:00
Ago
8
Lun
Lunedì 8 agosto, TUTTI AL CIE DI BRINDISI! @ CARA e CIE di Brindisi
Ago 8@18:00

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Lunedì 8 agosto, TUTTI AL CIE DI BRINDISI!

Rompiamo l’isolamento

I CIE sono le prigioni per gli stranieri destinati all’espulsione dall’Italia. Sono parte integrante del sistema di controllo, selezione e gestione del flusso di migranti che attraversa l’Europa. Sistema che rilasciando o negando un documento, decide chi può rimanere sul suolo europeo per ingrossare le fila degli sfruttati, e chi ne deve essere allontanato perché in sovrappiù. In pratica destinato a restarvi da clandestino, ancora più ricattabile e sfruttabile.

Dentro e fuori i CIE non sono mancate, negli anni, le lotte di chi vi è recluso e dei solidali che hanno ritenuto che contro tutto ciò vada presa una posizione: i CIE vanno abbattuti, per la libertà di tutti.

Uno fra i CIE attualmente in funzione è a Brindisi, isolato nelle campagne di contrada Restinco.
Nell’ultimo mese, dal suo interno, direttamente dai reclusi, sono giunte numerose testimonianze di violenze e abusi. Pare che chi protesta per le umilianti condizioni di detenzione – se le minacce non bastano a dissuaderlo – viene prelevato con la forza dalle guardie, portato in un cortiletto lontano dagli altri compagni di prigionia e pestato in gruppo.

Contro l’isolamento, contro ogni prigione, in solidarietà con gli immigrati reclusi:

Presidio al Cie
di Brindisi-Restinco

Lunedì 8 agosto ore 18.00

(ore 16.00 appuntamento a Lecce, villa Matta occupata, via San Nicola 1)

Durante il Lecce HC Festival (5 e 6 agosto) ci ritaglieremo uno spazio per discutere e confrontarci su detenzione amministrativa, CIE, hotspot e lotta alle frontiere.

Nemici delle frontiere – Lecce

Set
17
Sab
Presidio sotto al C.I.E. di Ponte Galeria a Roma @ C.I.E.
Set 17 giorno intero

Loc17settembre_Colori

Sabato 17 settembre presidio al C.I.E. di Ponte Galeria in solidarietà con le donne recluse

Alle frontiere così come nelle città, lo Stato sta intensificando sempre più i dispositivi di controllo e la repressione verso le persone migranti.

Nei C.I.E. ridotti di capienza dalle rivolte, da Brindisi a Torino i reclusi e le recluse resistono ogni giorno.

Torniamo davanti al C.I.E. di Ponte Galeria per portare solidarietà alle donne detenute, finché dei lager non restino che macerie.

Ore 13 – appuntamento a Stazione Ostiense per andare insieme al presidio

Ott
13
Gio
Presidio anti-psichiatrico a Roma
Ott 13@11:00

IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

“Una buona salute mentale consente alle persone di lavorare in modo produttivo e di realizzare appieno il proprio potenziale. Al contrario, una cattiva salute mentale interferisce con la capacità di lavorare, studiare e apprendere nuove competenze. Essa ostacola i risultati scolastici dei bambini e può avere un impatto sulle prospettive occupazionali future.
I ricercatori stimano che solo a causa della depressione e dell’ansia si perdono ogni anno 12 miliardi di giorni lavorativi produttivi, per un costo di quasi 1.000 miliardi di dollari. Questo dato comprende i giorni persi per assenteismo, presenzialismo (quando si va al lavoro ma non si lavora) e turnover del personale.” (World mental Health report. Tranforming mental health for all; Cap. 4.3.2 Economic Benefits; OMS 2022).
Il 13 e 14 ottobre 2022 si terrà a Roma l’incontro internazionale promosso dall’OMS (Organizzazone Mondiale della Sanità) in cui si presenterà il World Mental Health Report. È in questa occasione che nasce la chiamata a scendere in piazza a Roma Giovedì 13 Ottobre.

OCCUPARSI DELLE CAUSE NON GENERA PROFITTO

La gestione sanitaria dell’emergenza pandemica ha evidenziato una totale assenza di interventi diretti ad approfondire le cause che l’hanno determinata, occupandosi esclusivamente dei sintomi. Focalizzare l’attenzione sulla ricerca delle cause avrebbe significato inevitabilmente attuare una radicale trasformazione delle politiche sociali, economiche, ambientali, sanitarie, relazionali.
Troppo costoso e quindi, poco produttivo. La psichiatria funziona con le stesse modalità: al presentarsi di una crisi non vengono prese in considerazione le cause che l’hanno determinata, la persona viene espropriata della possibilità di esprimere i propri significati e di autodeterminarsi attraverso un potere del tutto arbitrario il cui interesse non é affatto quello dichiarato della cura, ma piuttosto la progressiva medicalizzazione e cronicizzazione della crisi.
Lo Stato in questi due anni si è comportato allo stesso modo: in nome di una presunta irresponsabilità collettiva ha imposto le sue direttive dall’alto imponendosi come organo iper-razionale, una mente che ‘decide’ e sovradetermina il ‘corpo’ sociale, che in quanto ‘corpo’ è ad esso subordinato secondo un dualismo riduzionista para-psichiatrico appunto. Lo Stato e i suoi tecnici hanno valutato lo ‘stato di necessità’ secondo le leggi dell’economia, e gestito l’emergenza/crisi con la contenzione – l’esproprio della salute – esattamente come avviene in psichiatria. Allo stesso modo si è imposto un trattamento farmacologico col ricatto, impedendo alle persone di esprimere il proprio consenso, assicurando l’immediato introito per Big Pharma e lasciando solo chi ha subito le conseguenze sulla propria salute degli effetti collaterali del vaccino.

PER LA LIBERTÀ DI SCELTA CONTRO L’OBBLIGO DI CURA

L’attuale prassi nelle istituzioni psichiatriche prevede l’assunzione obbligatoria di psicofarmaci che a lungo termine risultano il più delle volte essere dannosi e invalidanti. La progressiva cronicizzazione della sofferenza è funzionale da un lato alla presa in carico a vita dall’altro al profitto delle multinazionali del farmaco.
La parola della persona non viene presa in considerazione o addirittura giudicata come sintomo della malattia, mentre vivere in una società fondata sulla prestazione e l’individualismo, la solitudine e l’assenza di una dimensione comunitaria sembra cosa del tutto normale. Si interviene sui sintomi categorizzandoli come espressione di “malattia mentale” ricorrendo ai TSO, alla contenzione fisica, meccanica e farmacologica. Nei CIM i colloqui sono troppo brevi e non c’è nessuna possibilità di essere ascoltatз o di esprimere dubbi e difficoltà.
Crediamo che rivendicare il diritto ad avere parola e ad autodeterminarsi significhi anche riappropriarsi delle proprie esperienze, delle difficoltà, della sofferenza e della molteplicità di modi per affrontarla. Siamo convintз che ci siano persone, tra coloro che operano all’interno delle strutture sanitarie, che si rifiutano di essere complici di questo sistema di oppressione e che preferiscono slegare piuttosto che contenere, ascoltare piuttosto che mettere a tacere con i farmaci, essere solidali con chi si sottrae alle logiche di competizione. Sono loro che vorremmo al nostro fianco.

TECNOLOGIE E DIGITALIZZAZIONE: LA RELAZIONE NEGATA

Si parla di “salute mentale digitale”, un processo che strumentalizza le retoriche dell’innovazione, dell’accessibilità e dell’inclusione, introducendo invece forme sempre più specializzate di controllo, disciplinamento ed esclusione. Una “salute” sempre più delegata al dispositivo tecnico, costruita intorno alle esigenze del mercato dell’industria tecnologica e all’inesorabile sottrazione di reali spazi di soggettivazione, autodeterminazione e solidarietà dal basso.

CONTRO IL PROIBIZIONISMO PER LA RIDUZIONE DEL DANNO

C’è un’evidente contraddizione nei proclami dell’OMS, da un lato si promuove il consumo di sostanze “psicotrope” legali con effetti disastrosi, dall’altro si criminalizza l’autoconsumo di sostanze psicoattive. Al mondo un detenuto su cinque è in carcere per violazioni delle leggi sulle droghe. In Italia circa un terzo della popolazione detenuta è in carcere per questo motivo. Il proibizionismo non solo ha fallito, ma è esclusivamente funzionale al controllo sociale e a finanziare narco-mafie e narco-stati utili al riciclo e alla riproduzione del Capitale. E’ fondamentale dare voce allз consumatorз, attivando politiche dal basso improntate alla riduzione del danno e al consumo consapevole.

PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE E DELL’ELETTROSHOCK

Nonostante le belle parole dell’OMS nei reparti psichiatrici si continua a morire legati nei letti di contenzione. Continuano ad essere praticati dispositivi manicomiali e coercitivi come l’uso dell’elettroshock, l’obbligo di cura, la contenzione farmacologica, le porte chiuse, le grate alle finestre, le limitazioni e il controllo della libertà personale.
Non c’è salute nei CPR, nelle carceri, negli SPDC, luoghi di tortura e annientamento delle persone. Non c’è salute dove c’è violenza e discriminazione di genere, senza diritto effettivo all’aborto e supporto alla genitorialità. Non c’è salute nelle politiche economiche che finanziano armamenti e guerre, sottraendo risorse alla collettività e ai bisogni delle persone.
La salute che vogliamo si basa su percorsi di solidarietà, autogestione e mutualismo dal basso. E’ il frutto dell’interdipendenza tra corpi, condizioni sociali e ambientali.
Non si può garantire salute per tuttз, senza lavoro, scuola e università, spazi comuni e di socialità liberati dalle logiche del profitto neoliberista. Crediamo che non ci sia bisogno di uno Stato né di un’organizzazione Mondiale che si proponga di riorganizzare e che sovradetermini la nostra salute e le nostre vite. Siamo convintз che ritrovarsi, ricostruire delle relazioni e delle comunità, riprendersi strade e spazi, possa essere un primo passo per aprire un orizzonte nel quale dar vita a luoghi liberi dalle dinamiche individualistiche, di sfruttamento e mercificazione.

PRESIDIO COMUNICATIVO
Giovedì 13 ottobre alle ore 11.00 – Piazza del Risorgimento – Roma
INVITIAMO TUTT3 A PARTECIPARE!

Assemblea Antipsichiatrica

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