E’ possibile che moltri, tra coloro che hanno seguito con una certa attenzione le vicende giudiziarie relative al sabotaggio al cantiere di Chiomonte del maggio 2013, si fossero convinti che di terrorismo non avrebbero più sentito parlare.
Una convinzione, alimentata dalle ripetute bocciature presso la Corte di Cassazione e nel processo di primom grado, che sta però venendo mandato davanti all’ennesimo slancio con cui la Procura, per sostenere le ragioni del bistrattato compressore e gli interessi di chi vuole procedere senza intralci nella costruzione dell’opera, sceglie di giocarsi una delle carte rimastele piazzando sotto la luce dei riflettori nientepopodimeno che il Procuratoer Generale Marcello Maddalena. Un fedele servitore dello Stato, ormai sulla soglia della pensione, disposto alla causa dei devastatori ad Alta Velocità tutto il proprio prestigio e peso politico.
Non è molto difficile comprendere il perchè di tanto incaponirsi. La lotta contro il treno veloce, grazie alla concretezza sinora mostrata, è stata capace di superare i confini del suo territorio ed essere un’esperienza e un suggerimento validi per tanti altri uomoni e donne che provano un desiderio di riscossa, per coloro che hanno deciso di lottare contro le forme di oppressione ed ingiustizia che gli si parano davanti.
Questo non puè essere in alcun modo tollerato, cosè contro l’opposizione al Tav sono state utilizzate ingenti risorse che hanno consentito di aprire decine e decine di processi anche grazie ad un team di Pm specializzati e a binari privilegiati su cui far correre questi procedimenti giudiziari.
Il processo che si aprirà il 15 Ottobre a Torino non è che l’ennesimo capitolo di questa storia repressiva. La Procura Generale preme per la riapertura dell’istruttoria dibattimental: si tratta di una scelta eccezionale che darebbe spazio alle testimonianze di politici e dirigenti della neonata Telt per avvalorare la riformulazione della tesi di terrorismo. Molto probabilmente questo sarà deciso durante la prima udienza.
La riproposizione dell’accusa si accompagna alla creazione di un clima di tensione, a partire dalla decisione di svolgere il processo nell’angusta aula bunker.
Lo scorso anno la solidarietà costruita dal momento degli arresti ha saputo rispedire l’accusa al mittente, creare nuovi fastidi e saldare in un caloroso abbraccio chi era recluso e chi continuava la lotta.
Oggi ci ritroviamo in tasca un bagaglio di competenze e consapevolezze da sperimentare di nuovo in strada e lungo i sentieri.
DOMENICA 13 MARZO 2016 – Contro il carcere, in una società che sempre più gli somiglia
16.30 – Presidio sotto il carcere della Dozza (Bologna)
via del Gomito, 2 (capolinea del 25/A)
Torniamo sotto le mura della prigione, con la musica ed il microfono aperto per salutare i detenuti e le detenute.
20.00 – al circolo Iqbal (via dei Lapidari 13/L) – Cena vegan benefit per inguaiati/e con la legge
GIOVEDI 7 APRILE a BOLOGNA
c/o Spazio Pubblico Autogestito XM24 in Via Fioravanti 24 (Bolognina)
ore 19:30 cena benefit Telefono Viola
ore 20:45 incontro pubblico
“SUPERAMENTO DELL’OSPEDALE PSICHIATRICO GIUDIZIARIO”
Situazione attuale e prospettive future
Tra immagini e realtà, Tra limiti contraddizioni e criticità
Proposte pratiche per liberarsi realmente da strutture e logiche manicomiali.
Il caso della REMS “Casa degli Svizzeri” di Bologna
A seguire dibattito aperto
Telefono Viola- Piacenza
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud -Pisa
Laboratotio antiproibizionista- Bologna
www.telefonoviola.org www.ecn.org/xm24 lab.57.indivia.net
Presidio a Bologna in solidarietà con i prigionieri in lotta!!!
Iniziativa promossa dai parenti e amici dei detenuti di Rebibbia
BATTITURA SOLIDALE CON DETENUTI/E
Sotto gli uffici del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria
Morti ammazzati, pestaggi, umiliazioni, negligenze, non certo improvvisati, ma pianificati ed avvallati da chi in quei giorni aveva il comando e ancora siede su quelle poltrone.
Noi non dimentichiamo!
PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DELLA DOZZA
Facciamo sentire la nostra vicinanza a detenuti/e. Vicini a Beppe, compagno anarchico, da poco trasferito alla Dozza. Microfono aperto per saluti ed interventi.