Durante la Tattoo Circus in solidarietà con i prigionieri, aggiornamento sulla condizione dei compagni e delle compagne anarchici in questo momento detenuti in Italia, sulla recente accelerazione repressiva e sulla lotta in corso.
Cos’è il carcere duro, da dove arriva, quale la sua evoluzione come è possibile lottare dal suo interno contro di esso e contro le strategie di differenziazione carceraria?
Ne parliamo con un compagno in passato detenuto nel circuito FIES in Spagna e un compagno redattore della rivista Senza Censura.
Presidio a Bologna in solidarietà con i prigionieri in lotta!!!
Bello come una prigione che brucia
Domenica 3 Novembre 2019, dalle 15.00
Piazza Ferrara, Milano (zona Corvetto)
Letture e musica contro la violenza carceraria.
Castagne e vino a prezzi popolari.
Durante la giornata saranno disponibili le nuove cartoline “Saluti da Corvetto” da spedire alle sorelle e ai fratelli rinchiusi dentro le galere.
In solidarietà a Uzzo, Amma e Patrik e tutti i prigionieri.
Liber* tutt*
NB: L’iniziativa verrà sospesa in caso di pioggia.
Entrato in carcere nel 1991, ergastolano, Carmelo Musumeci lotta da sempre per abbattere quei muri, non solo di ferro e cemento, che lo tengono prigioniero. “Uomo ombra”, scrittore per necessità in un mondo che lo vorrebbe dimenticato, oggi ci presenta i suoi libri e la sua esperienza.
Versione stampabile:
PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ CON I DETENUTI ANARCHICI
SOTTO IL CARCERE DI TERNI
SABATO 2 OTTOBRE 2021
Tra le mura della sezione AS2 del carcere di Terni si trovano Juan e Alfredo, due compagni anarchici imprigionati dallo Stato, uno dal 2019, l’altro da diversi anni. Entrambi sono accusati di strage (accusa che può prevedere la pena dell’ergastolo), un’accusa che si rivela ancora più infamante mentre senza tanti scrupoli nelle galere di tutta la penisola l’apparato statale ha mostrato il pugno duro rivelando la sua vera natura stragista. Non occorre andare indietro nel tempo: i morti di Modena, Rieti, Bologna, il massacro di Santa Maria Capua Vetere dell’anno scorso; ma anche i morti nel mediterraneo, la gestione militare dell’Epidemia di Covid, l’imposizione del lasciapassare e la vita digitalizzata sono alcune delle manifestazioni del dominio che ogni giorno aumenta nella direzione di incasellare l’intera società in una prigione a cielo aperto. Chi ha trovato e ancora trova il coraggio di affrontarlo a testa alta, con le parole e con l’azione, è fatto prigioniero, zittito o addirittura ucciso.
Dopo le pesanti condanne dell’operazione Scripta Mantent e dell’operazione Panico, anche le richieste per l’operazione Prometeo vanno dai 17 ai 18 anni. Il 2 ottobre a Treviso riprenderà il processo a Juan, accusato di aver posizionato due ordigni, di cui uno inesploso, presso la sede della Lega di Villorba nell’agosto del 2018, e tra non molto seguirà la sentenza.
Il nemico è chiaro, il carcere è strutturalmente violento perché violenta è la natura dello Stato. Attaccarlo rimane l’unica possibilità per riconquistare qualche pezzo di libertà e aprire squarci per una vita diversa.
La solidarietà è la nostra arma.
SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA
I compagni anarchici Vincenzo e Dayvid sono stati entrambi condannati per il reato di devastazione e saccheggio: il primo in seguito ai fatti
di Genova 2001, durante il G8, che avevano portato alla condanna di 10 compagni e compagne, il secondo invece per gli scontri avvenuti a Roma il 15 ottobre 2011.
Sia Vince che Dayvid avevano tuttavia deciso di rendersi irreperibili e di sottrarsi all’arresto, preferendo la via della latitanza alle patrie galere. La loro corsa si è purtroppo conclusa con l’arresto: Vince è stato fermato dopo sette anni dalla polizia francese in Bretagna, mentre Dayvid è stato arrestato il 29 giugno scorso ad Atene. In entrambi i casi la cattura è stata resa possibile dalla collaborazione tra le diverse polizie europee nel contesto del MAE, il mandato d’arresto europeo.
In seguito all’arresto Dayvid è stato rimpatriato l’8 settembre e si trova attualmente nel carcere di Civitavecchia. Vince invece, a più di vent’anni da Genova 2001, dopo una lunga latitanza, e a tre anni dal giorno della sua cattura in Francia, è nuovamente a forte rischio “estradizione”. Nell’autunno 2020 la Corte di Anger aveva deciso di non consegnarlo all’Italia, per l’accusa di “Devastazione e Saccheggio”, ma lo scorso 14 luglio la Corte di Giustizia Europea si è espressa a favore della sua consegna alla giustizia italiana, nonostante le incompatibilità tra il particolare e controverso reato di “Devastazione e Saccheggio” e il codice penale francese. La decisione definitiva spetta adesso alla Corte di Cassazione di Parigi convocata per il prossimo 11 ottobre, ma gli spazi per una decisione contraria si sono notevolmente ridotti.
Proponiamo quindi una cena benefit per sostenere Vince e Dayvid e riferire brevemente alcuni aggiornamenti sulla loro situazione.
cena benefit par david “Ciga”
SABATO 24 SETTEMBRE
ore 20 cena Benefit e a seguire aggiornamenti e chiacchierate
presso L’Arrotino, in via Primo Maggio 24c, Malavedo, Lecco