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Ott
25
Sab
Presentazione ‘Mi bastava uno spicchio di cielo’ @ Modena
Ott 25@19:00–23:45
Dic
6
Sab
Presidio al consolato greco di bologna per Nikos @ Bologna
Dic 6@16:00–18:00
Presidio al consolato greco di bologna per Nikos @ Bologna | Bologna | Emilia-Romagna | Italia

Con Nikos, a testa alta

Sabato 6 dicembre 2014 ore 16

presidio davanti al consolato greco a Bologna (via indipendenza n. 67/2)

In Grecia c’è un ragazzo di ventuno anni, Nikos Romanòs, in sciopero della fame dal 10 novembre scorso.

Nikos è uno studente iscritto all’università presso l’Istituto Tecnico del Pireo, ma non gli viene permesso di frequentare le lezioni perché si trova in carcere.

È in carcere perché è un militante anarchico, accusato di avere compiuto due rapine in banca con l’aggravante “terroristica”, assieme ad altri tre compagni.

Collettivo Exarchia
Circolo Anarchico “C. Berneri”

Dic
19
Ven
Presentazione di Mezzora d’aria @ Spazio Libertario Sole e Baleno
Dic 19@20:00–23:45
Presentazione di Mezzora d'aria @ Spazio Libertario Sole e Baleno | Cesena | Emilia-Romagna | Italia

Presentazione del progetto radiofonico Mezzora d’aria che si occupa delle strutture detentive.

Superare il muro del silenzio e dell’indifferenza. Andare oltre le sbarre e portare fuori la voce di chi è rinchiuso detro

 

Dic
20
Sab
Assemblea Nazionale Contro la Repressione e per l’abolizione del Codice Rocco @ Sala Hotel Michelangelo
Dic 20 giorno intero
Assemblea Nazionale Contro la Repressione e per l'abolizione del Codice Rocco @ Sala Hotel Michelangelo | Teramo | Abruzzo | Italia

Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito pressoché inermi ad uno dei più grandi e gravi attacchi repressivi mai attuati nei confronti dei movimenti di lotta sociale e le 17.000 denunce, censite dall’Osservatorio sulla Repressione, stanno lì a certificarlo. Consapevoli che il tempo dell’attesa sia da tempo scaduto di seguito lanciamo il nostro appello.

Il processo per gli scontri di Roma del 15 ottobre 2011, che ci vede inquisiti, riporta alla memoria il procedimento per i fatti del G8 di Genova del 2001. Allora come oggi le modalità politico-giuridiche avanzate ai danni dei manifestanti risultano essere sempre le stesse ed infatti, grazie ad un aborto legislativo di epoca fascista, chiamato reato di Devastazione e Saccheggio, questo Stato di Polizia è riuscito nel suo becero intento di ottenere pene esemplari contro i manifestanti e impunità per se stesso attraverso abili operazioni di copertura e depistaggio.

Genova, così come Roma, rappresenta una ferita ancora aperta e gli ultimi pretestuosi attacchi portati avanti ai danni dei fratelli e delle sorelle NO TAV, contro i compagni del movimento di lotta per la casa e le organizzazioni popolari e operaie rendono questa ferita ancora più profonda.

E’ inutile oggi girarci attorno o continuare a scrivere analisi fine a se stesse dopo che i resistenti vengono arrestati, è giunto il momento di reagire e per farlo dobbiamo essere uniti e decisi. E’ pertanto arrivato il tempo di aprirci tutti ad un confronto propositivo perché la fase storica che stiamo attraversando chiede, oggi come non mai, una concreta e condivisa strategia di lotta politica, un strategia da pianificare nell’immediato che porti alla nascita di un fronte unitario antifascista capace a fatti, e non a parole, di combattere la repressione e quindi abolire l’ariete legale dei padroni, il Codice Rocco, che via via che avanza la crisi viene sempre più spesso utilizzato. Non c’è più tempo da perdere!

Attraverso questo appello vogliamo esprimere un pensiero di autocritica che dovrebbe accomunare tutti/e e dire che, fatta eccezione della strenua e salda resistenza che il movimento NO TAV è stata capace di esprimere, le restanti realtà conflittuali hanno purtroppo perso la sfida nei confronti dell’apparato repressivo statale perché incapaci di mobilitarsi unitariamente.

A riguardo è emblematico il caso del processo per i fatti di Genova del G8 del 2001 dove il movimento, allora forte di numeri e strutture organizzative, non riuscì a dare quella indispensabile risposta perché diviso da una condotta settaria e disfattista figlia di deleterie ed eterne divisioni.

Badate bene, noi non intendiamo additare nessuno, sappiamo benissimo quanto sia difficile trovare la quadra fra realtà tra loro differenti, ma crediamo fermamente che continuare lungo questa suicida strada ci vedrà inevitabilmente sconfitti così come crediamo che tali barriere ad altro non serviranno che agevolare il lavoro sporco dei nostri aguzzini e soffocare sul nascere ogni forma organizzata di opposizione popolare. Ci sembra quindi giunto il momento di mettere da parte l’interesse particolare per dare spazio a quello generale.

Pertanto invitiamo tutti i movimenti in lotta, tutti i sindacati conflittuali, tutte le organizzazioni politiche comuniste e antifasciste e tutti i sinceri democratici a prendere parte sabato 20 dicembre a Teramo all’Assemblea Nazionale Contro la Repressione e per l’abolizione del Codice Rocco.

 

Per info e adesioni: genova2001roma2011@gmail.com

Mag
11
Mer
Discussione con Stefano Canini e Leni Semprini con proiezione di un documentario @ Vag 61
Mag 11@21:00–23:45
Discussione con Stefano Canini e Leni Semprini con proiezione di un documentario @ Vag 61 | Bologna | Emilia-Romagna | Italia
Stefano Canini (psichiatra)
Leni Semprini (psicologa e psicoterapeuta)

emozioni percezione angoscia fronteggiamento solitudine recovery voci

Le nuove forme di manicomializzazione (Rems, Rsa, case di cura per anziani), la contenzione fisica e farmacologica di cui si abusa nei reparti psichiatrici, la psichiatrizzazione dei comportamenti anomali, diventano intellegibili se considerati non come distorsioni di una democrazia pur sempre virtuosa ma come dispositivi di esclusione sistemici utili a garantire l’ordine di cose esistente. Marginalizzare e segregare l’inetto, l’incapace, il diverso non ha solo una funzione contenitiva ma anche produttiva. La normalità è il risultato di un’ incessante lavoro di classificazione e differenziazione degli individui. Sergio Piro (psichiatra) scriveva che nei reparti nuovi e più eleganti, la legatura farmacologica non è meno violenta né meno alienante del corsetto di sicurezza; l’ergoterapia meccanicamente applicata non riempie il vuoto (“un vuoto totale” dice un paziente) di giorni su giorni passivamente trascinati…Il vuoto della “malattia” come ineluttabile condanna biologica è il vuoto che l’apatia, l’inerzia e l’abbandono hanno creato in coloro che sono esclusi da qualunque movimento e da qualunque dinamica.

Dic
19
Sab
@ Casa Circondariale
Dic 19@14:00

La sanità dentro il carcere sta diventando qualcosa di impercepibile: nessun intervento di prevenzione è stato messo in atto all’inizio della seconda ondata di contagio, con un fatalismo esemplare. Mentre qui fuori stiamo assistendo all’inevitabile fallimento dello Stato e dei suoi tentacoli locali nel garantire la salute anche della popolazione più esposta e vulnerabile (con l’ecatombe nelle strutture per anziani), parallelamente da dentro le carceri di questo Paese stanno filtrando le notizie di un consapevole menefreghismo da parte degli apparati nell’interessarsi alla gestione del contagio.

Le condizioni igienico-sanitarie delle carceri italiane le conosciamo bene e sono quelle di discariche, dove il materiale da smaltire sono le persone detenute. In questo quadro era impossibile impedire un contenimento del Covid.

Per quanto riguarda il carcere di Tolmezzo, venerdì scorso è spirato un detenuto di 71 anni, condannato al 41 bis, il carcere-tomba, altri 2 detenuti tolmezzini risultano ricoverati a Verona e 3 ancora ricoverati all’ospedale di Tolmezzo. Il picco è stato di 155 positivi su 200 detenuti.

I detenuti usano le stesse docce, dormono in cella spesso sovraffollate e mantenere le distanze diventa impossibile. I colloqui sono sospesi da marzo, come tutte le attività: il virus entra in prigione attraverso i secondini, che non si fanno scrupoli a lavorare senza rispetto delle norme igieniche fondamentali della tutela propria e altrui. Una volta scoppiato il contagio, nessuna delle istituzioni implicate (direttrice del carcere, dirigenti del DAP, magistratura, distretto e azienda sanitaria, mass media…) si cura di svolgere il proprio compito, ma al contrario ognuna si occupa di assecondare il muro di omertà a tutela del mantenimento proprio e dei propri privilegi. In altre parole la verità del contagio non filtra fuori dal carcere ma rimane isolata, murata dentro la galera. Se la verità non si racconta, muore: ma la verità vive se viene detta, ed emerge con tutta la sua forza.

Per questo SABATO 19 DICEMBRE alle h 14 saremo a Tolmezzo davanti al carcere in via Paluzza 77.

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione

 

versione stampabile:

Tolmezzo 19_12

Gen
30
Sab
Presidio davanti il carcere di Genova @ Casa Circondariale, Genova
Gen 30@18:00
Feb
15
Lun
Trieste – Presidio al Coroneo @ Casa Circondariale
Feb 15@15:30

SECONDA PROPOSTA DI BATTITURA DELLE DETENUTE DI TRIESTE
LUNEDI’ 15 FEBBRAIO ORE 15.30

Lunedì 1 Febbraio, le detenute del Coroneo di Trieste, insieme ai solidali presenti sotto le mura del carcere, hanno portato avanti una battitura di poco più di un’ora. Da dentro il grido di indulto e libertà si sentiva chiaro anche nel mezzo del frastuono di pentole e arnesi. La presenza dei giornalisti era massiccia, così come richiesto dalle detenute al fine di far conoscere la loro lotta. Ma la stampa ufficiale, a quanto pare, non può rinunciare a “formare le opinioni”, in modo funzionale al potere vigente, piuttosto che informare. Infatti il giorno dopo sul giornale locale Il Piccolo si leggevano frasi come questa: “La ventina abbondante di detenute oggi nelle celle del Coroneo, forse anche per un informazione sul tema non sufficiente all’interno dell’istituto, tenendo conto che molti dei reclusi sono anche stranieri, mostrano infatti diffidenza nei confronti dei vaccini”.
Queste quattro righe riassumono bene i preconcetti che lo Stato vuole mantenere saldi attraverso la lettura della sua stampa.
Reclusi e anche stranieri ? Ben due colpe in una!! Non solo “criminali” anche stranieri!! In quanto stranieri non dovrebbero capire a cosa serve o cos’è un vaccino? Sta di fatto che, al di là delle ignoranti e razziste dichiarazioni della giornalista de Il Piccolo, le detenute che ci hanno manifestato la loro contrarietà al ricatto dei vaccini e la rivendicazione di maggior tutela sanitaria, sono chiaramente nostre compaesane o quanto meno dei dintorni. Qui non si pone un problema di nazionalità ma di autodeterminazione sul proprio corpo. I loro dubbi e la loro contrarietà al vaccino e all’essere di fatto obbligate ad assumerlo in quanto detenute, evidenziano due problematiche: la prima è l’efficacia reale e la possibile nocività del vaccino – aspetto questo che ci coinvolge tutti anche fuori – la seconda è l’obbligo per i detenuti di vaccinarsi. Basta guardare al curriculum criminale della multinazionale Pfizer e ai dubbi che un vaccino di tipo genico legittimamente pone, per capire che forse le detenute sono più informate di quanto lo Stato vorrebbe!
Il rumore e i disordini che da ormai quasi un anno prendono vita nelle carceri italiane trovano questa risposta da parte dello Stato: “Ora siete vaccinati, non potete più chiedere sanità, indulto o libertà, ora il carcere è sicuro”. Ma la questione della pandemia è solo la punta dell’iceberg di una condizione carceraria sempre più pesante.
Le detenute parlano di 150 detenuti su circa 187 risultati negli ultimi mesi positivi al covid, momento di massimo livello di contagi all’interno del carcere, tanto da costringere la direzione a non far più entrare nuovi detenuti, trasferendoli in altre carceri della regione.
Le detenute della sezione femminile per due settimane non potevano fare lavatrici, non ricevevano la posta, nessuna visita medica, e per curare il covid c’erano solo psicofarmaci e tachipirina. Sostanze usate solitamente per ogni male quando si è detenuti.
Dopo un mese la situazione non è cambiata di molto, i contagi sono diminuiti in maniera evidente, ma nonostante ciò nessun medico o psicologo si presenta nel carcere da 4 mesi. Le detenute lamentano l’impossibilità – a causa delle regole per evitare il contagio, in qualsiasi caso inattuabili all’interno della struttura – di fare socialità o poter intrattenere altri tipi di attività. Per questo motivo il consumo della cosiddetta “terapia psichiatrica’’ all’interno della sezione è aumentato.
Visto tutto questo, le detenute chiedono di avere esami del sangue sierologici e tamponi piuttosto che esser vaccinate, chiedono i domiciliari per chi ha il residuo di pena e l’indulto!
Le detenute del Coroneo vogliono continuare a ribellarsi ad un carcere che oggi più che mai non ti dà che la sicurezza di ammalarti o di morire. Un carcere in cui la sanità è cosa sconosciuta, e in cui sicuramente non si può affrontare una pandemia!

Per tutto ciò ripropongono una battitura lunedì 15 febbraio alle 15.30. Noi saremo di nuovo fuori dal carcere di Trieste, in via Coroneo, a sostenerle.

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
liberetutti@autistiche.org
7 febbraio 2021

Set
25
Dom
Forlì: presidio solidale sotto il carcere @ Casa Circondariale
Set 25@16:00
Forlì: presidio solidale sotto il carcere @ Casa Circondariale

La notte tra venerdì 16 e sabato 17 settembre muore in carcere a Forlì
un ragazzo arrestato poche ore prima. Senza fissa dimora
razzializzato (nato in Albania), insomma, uno degli ultimi di questa
società infame, uno che non merita più di due righe su un giornale se
viene trovato impiccato nella cella della Rocca.

A prescindere dalla cronaca, una morte in carcere è una morte DI
carcere: ricordando che solo negli ultimi 10 mesi sono state 62 le morti
in carcere di cu 7 in Emilia Romagna.
Per urlare questo alle infami guardie carcerarie e per far sentire
vicinanza ai reclusi, un gruppetto di nemiche delle galere ha fatto un
saluto sotto al carcere, ieri: botti, cori, striscioni, urla.
Purtroppo nessuna risposta da dentro.

Basta tacere, basta rassegnazione!

PRESIDIO SOTTO AL CARCERE DI FORLÌ (ritrovo davanti al maschile, viale
corridoni), DOMENICA 25 SETTEMBRE, ALLE 16:00
PER SPEZZARE L’ISOLAMENTO CHE LE MURA IMPONGONO

FUOCO ALLE GALERE! LIBERE TUTTI!

 

forlì presidio 25

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