Lunedì 8 agosto, TUTTI AL CIE DI BRINDISI!
Rompiamo l’isolamento
I CIE sono le prigioni per gli stranieri destinati all’espulsione dall’Italia. Sono parte integrante del sistema di controllo, selezione e gestione del flusso di migranti che attraversa l’Europa. Sistema che rilasciando o negando un documento, decide chi può rimanere sul suolo europeo per ingrossare le fila degli sfruttati, e chi ne deve essere allontanato perché in sovrappiù. In pratica destinato a restarvi da clandestino, ancora più ricattabile e sfruttabile.
Dentro e fuori i CIE non sono mancate, negli anni, le lotte di chi vi è recluso e dei solidali che hanno ritenuto che contro tutto ciò vada presa una posizione: i CIE vanno abbattuti, per la libertà di tutti.
Uno fra i CIE attualmente in funzione è a Brindisi, isolato nelle campagne di contrada Restinco.
Nell’ultimo mese, dal suo interno, direttamente dai reclusi, sono giunte numerose testimonianze di violenze e abusi. Pare che chi protesta per le umilianti condizioni di detenzione – se le minacce non bastano a dissuaderlo – viene prelevato con la forza dalle guardie, portato in un cortiletto lontano dagli altri compagni di prigionia e pestato in gruppo.
Contro l’isolamento, contro ogni prigione, in solidarietà con gli immigrati reclusi:
Presidio al Cie
di Brindisi-Restinco
Lunedì 8 agosto ore 18.00
(ore 16.00 appuntamento a Lecce, villa Matta occupata, via San Nicola 1)
Durante il Lecce HC Festival (5 e 6 agosto) ci ritaglieremo uno spazio per discutere e confrontarci su detenzione amministrativa, CIE, hotspot e lotta alle frontiere.
Nemici delle frontiere – Lecce
Sabato 17 settembre presidio al C.I.E. di Ponte Galeria in solidarietà con le donne recluse
Alle frontiere così come nelle città, lo Stato sta intensificando sempre più i dispositivi di controllo e la repressione verso le persone migranti.
Nei C.I.E. ridotti di capienza dalle rivolte, da Brindisi a Torino i reclusi e le recluse resistono ogni giorno.
Torniamo davanti al C.I.E. di Ponte Galeria per portare solidarietà alle donne detenute, finché dei lager non restino che macerie.
Ore 13 – appuntamento a Stazione Ostiense per andare insieme al presidio
Presentazione con l’autore del libro “Il male dell’ergastolano” di Annino Mele, detenuto dal 1987 ed oggi in semi-libertà.
Cos’è il carcere duro, da dove arriva, quale la sua evoluzione come è possibile lottare dal suo interno contro di esso e contro le strategie di differenziazione carceraria?
Ne parliamo con un compagno in passato detenuto nel circuito FIES in Spagna e un compagno redattore della rivista Senza Censura.
Presidio a Bologna in solidarietà con i prigionieri in lotta!!!
PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ CON I DETENUTI ANARCHICI
SOTTO IL CARCERE DI TERNI
SABATO 2 OTTOBRE 2021
Tra le mura della sezione AS2 del carcere di Terni si trovano Juan e Alfredo, due compagni anarchici imprigionati dallo Stato, uno dal 2019, l’altro da diversi anni. Entrambi sono accusati di strage (accusa che può prevedere la pena dell’ergastolo), un’accusa che si rivela ancora più infamante mentre senza tanti scrupoli nelle galere di tutta la penisola l’apparato statale ha mostrato il pugno duro rivelando la sua vera natura stragista. Non occorre andare indietro nel tempo: i morti di Modena, Rieti, Bologna, il massacro di Santa Maria Capua Vetere dell’anno scorso; ma anche i morti nel mediterraneo, la gestione militare dell’Epidemia di Covid, l’imposizione del lasciapassare e la vita digitalizzata sono alcune delle manifestazioni del dominio che ogni giorno aumenta nella direzione di incasellare l’intera società in una prigione a cielo aperto. Chi ha trovato e ancora trova il coraggio di affrontarlo a testa alta, con le parole e con l’azione, è fatto prigioniero, zittito o addirittura ucciso.
Dopo le pesanti condanne dell’operazione Scripta Mantent e dell’operazione Panico, anche le richieste per l’operazione Prometeo vanno dai 17 ai 18 anni. Il 2 ottobre a Treviso riprenderà il processo a Juan, accusato di aver posizionato due ordigni, di cui uno inesploso, presso la sede della Lega di Villorba nell’agosto del 2018, e tra non molto seguirà la sentenza.
Il nemico è chiaro, il carcere è strutturalmente violento perché violenta è la natura dello Stato. Attaccarlo rimane l’unica possibilità per riconquistare qualche pezzo di libertà e aprire squarci per una vita diversa.
La solidarietà è la nostra arma.
CONCERTO BENEFIT PRIGIONIER* MAPUCHE, INDIVIDUALITA’ ANARCHICHE e
ANTISPECISTE rinchius* nelle galere presenti sul territorio occupato
dallo stato cileno!
Le recenti condanne inflitte a Mónica Caballero e Francisco Solar, le
lunghe detenzioni di molte individualità anarchiche, antiautoritarie e
mapuche (tra quest’ultimi c’è chi prosegue il lungo sciopero della fame
iniziato nei primi giorni di novembre) e la forte repressione contro le
organizzazioni più combattive mapuche, non hanno intimorito chi ha
deciso di proseguire una reale lotta contro la violenza dello stato
$ileno e del capitale usurpatore. Con ogni mezzo necessario!
Solidarizzare realmente con loro, è quello che possiamo fare quì e ora.
FIN QUANDO ESISTERA’ MISERIA, ESISTERA’ RIBELLIONE!!
Rete internazionalista per il popolo Mapuche