A inizio dicembre 2014 è arrivata la sentenza sul ricorso che l’avvocato di Marco aveva fatto al tribunale federale di Losanna, contro la decisione di non consentirgli  l’uscita anticipata dopo aver scontato 2/3 della pena. Il tribunale nella sentenza scrive che essendo nel 2018 il fine pena, si dovrebbero iniziare percorsi di alleggerimento pena.

L’avvocato quindi ha scritto all’ufficio di esecuzione pena di Zurigo ( che si occupa della detenzione di Marco) riportando la sentenza del tribunale, nello specifico degli alleggerimenti pena, chiedendo quindi ora come sarebbero andate le cose.

A inizio aprile 2015 l’ufficio ha risposto che nonostante la sentenza del tribunale federale, loro non intendono concedergli alleggerimenti.

Per motivare la decisione, si rifanno al rapporto stilato dagli psichiatri ( in Svizzera ormai è loro il potere decisionale per la liberazione) del medesimo ufficio, nel quale la valutazione che essi fanno è che Marco non è pronto a permessi o liberazione finché non cambierà la propria visione del mondo, il contorno di solidali che negli anni di prigionia si è creato, il non essere più ostile a incontri con loro ( Marco negli anni si è sempre opposto a incontri con gli psichiatri/psicologi) e accettarne il controllo sia dentro, sia in caso fuori dalle mura del carcere.