3 ottobre 2015

Come già annunciato nei primi incontri di presentazione del progetto editoriale di Crocenera, oltre al contributo informativo e di discussione attraverso il giornale ed il blog, abbiamo ripetutamente proposto l’eventualità di affiancare una cassa di solidarietà specifica per i prigionieri anarchici, intendendo fornire una base di supporto economico a quanti cadono nelle maglie della repressione e ne sono attivi e coscienti oppositori.
Siamo arrivati al dunque e l’abbiamo aperta.
Gli anarchici hanno iscritta, incisa nella loro carne la refrattarietà a qualsiasi categorizzazione politica, sono antipolitici per natura quindi non dovrebbero definirsi mai prigionieri politici. Nello stesso tempo gli anarchici finiscono in carcere in base a idee, atti, comportamenti che sono il frutto di una presa di coscienza etica, politica, esistenziale. Dolorosa consapevolezza, intellettiva coscienza, gioiosa rivolta o qualsivoglia altra mescolanza di sentire, fare e sapere che sia, è un procedimento naturale che ci porta ad essere informati, attenti, critici su determinati percorsi di lotta e repressione. Siamo anarchici, alieni al concetto di politica, comunque venga declinata, se cadiamo nelle reti del nemico, non ci rivendichiamo come oggetti politici piuttosto come soggetti di una socialità/asocialità altra, di una visione altra dell’esistente. Si cercano alleati, complici, amici, compagni, tra gli altri oppressi dalla macchina del dominio, ma questo non significa né mitizzare, come nella vecchia vulgata comunista, il soggetto di classe, né effettuare maldestri tentativi di entomologia sociale cercando a freddo, dall’alto della propria analisi, come fossero oggetti, gli oppressi di cui si parla, fuori o dentro le carceri che sia.
Siamo ben consapevoli che in questi contesti è piuttosto sgradevole e fraintendibile fare distinzioni, che offrono il fianco a semplificazioni strumentalizzabili sia politicamente che dal punto di vista repressivo, per questo abbiamo preferito specificare chiaramente le discriminanti che abbiamo scelto, per ora.
Una cassa di solidarietà in appoggio ai prigionieri anarchici che naturalmente sorpassa la distinzione fittizia tra prigionieri politici e sociali.
Consapevoli oltretutto dell’ulteriore stretta repressiva frutto degli ultimi aggiornamenti legislativi, che rende più evidente la necessità di utilizzare strumenti che il nemico vorrebbe reprimere.
Ci teniamo ad aggiungere che non vogliamo dare “delimitazioni geografiche” ai prigionieri a cui si cercherà di dar voce e che questa è una cassa di solidarietà diretta a loro, non una cassa di difesa legale e tantomeno uno strumento di supporto legale.
Su queste basi vogliamo iniziare ad attivarci, consci dello sforzo e delle nostre attuali possibilità.
C.N.A.
Per inviare contributi solidali
AGENZIA: POSTE ITALIANE

 

Comunichiamo il cambio del numero di carta postepay cui inviare soldi a sostegno dei compagni indagati per l’operazione Scripta Manent:
5333 1710 7777 2446
Chi preferisse effettuare un bonifico può contattarci all’indirizzo mail cassamanent@tutanota.com e riceverà le coordinate IBAN e l’intestazione della carta.
Cogliamo l’occasione per chiedere uno sforzo ai compagni dal momento che stiamo per affrontare le ultime fasi del processo e che andranno affrontate altre spese legali.