La notizia uscita nel marzo di nove anni fa ci ha lacerato, ma non ci ha sorpresi.

Il nostro compagno Lambros Fountas è morto in uno scontro armato con gli sbirri durante l’espropriazione di un veicolo a Dafni. Conoscendo Lambros, conoscevamo l’insieme delle sue scelte come rivoluzionario. Conoscendo Lambros conoscevamo la sua solida formazione, l’assenza delle infatuazioni, la sua profonda etica umana, che gli facevano percepire il suo impegno rivoluzionario in maniera piena e totale. Lo avevamo incontrato nelle assemblee, negli spazi occupati, nelle manifestazioni, proteste, incontri cospirativi, rivolte insurrezionali, azioni antifasciste, negli incendi notturni. E non è stata una sorpresa per noi quando, con la sua morte, abbiamo scoperto che le sue scelte rivoluzionarie includevano anche la partecipazione nel gruppo armato Lotta Rivoluzionaria.

Perché questo era esattamente lui. Una persona completa, un rivoluzionario completo. Fino alla fine.

Onorando la memoria del nostro compagno, sabato notte 2 marzo 2019, abbiamo attaccato la stazione di polizia di Koukaki, un altro covo di torturatori e assassini.

Non potevamo fara a meno di menzionare nel nostro attacco la pubblicazione “Kathimerini”, dove il quartier generale GADA [polizia di Atene, ndt] ha ordinato l’immediato arresto di ogni passante, promettendo un giorno libero (!). Invece, quelli che hanno inseguito e assassinato l’immigrante nigeriano Ebuka, quanti giorni liberi hanno ottenuto?

PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE
LAMBROS VIVE TRA LE FIAMME