Riceviamo e pubblichiamo testo del compagno anarchico Marco Bisesti, anche se con notevole ritardo (la lettera risale al 1 gennaio scorso…) dovuto alla censura a cui è sottoposto lo stesso compagno: 

Irrimediabilmente sui sentieri inesplorati e iconoclasti di una vita libera, venerdì 30 dicembre, ho messo insieme gioie e rabbia di cui continuerò sempre a far tesoro e le ho scagliate contro i vetri delle finestre dell’ufficio delle guardie di sezione.
Mai pago, una volta in cella ho distrutto le “gelosie*” installate da un mese, riguadagnando un pezzo di cielo.
Nessuna causa scatenante, nessuna goccia che ha fatto traboccare il vaso ricolmo di frustrazione. Pura coscienza.
Atto di resistenza se letto in una restrittiva dinamica guardie/prigioniero, in realtà ennesimo contributo di panorama di attacco anarchico che continua a manifestarsi fuori e dentro le prigioni.
Niente da chiedere.
Tutto da prendere.
Marco
 
*panneli opacizzati montati oltre le sbarre delle finestre per impedire la visuale verso l’esterno.