Di seguito il testo di aggiornamento sulle modalità di arresto della compagna fermata il 13 aprile tratto dal sito Solidaridat rebel.

La compagna arrestata in Olanda con l’accusa di altri espropri avvenuti ad Aachen ai danni di filiali bancarie è stata rilasciata il 6 luglio in attesa del processo, nel settembre prossimo,  che deciderà sulla sua estradizione. 

 Ulteriori informazioni sull’ evoluzione delle strategie repressive attraverso l’utilizzo del DNA sono reperibili sull’ opuscolo La toma de ADN y la base de datos genéticos, in lingua spagnola , scaricabile qui  zine (1)

 

Un po’ di luce sulle indagini che hanno portato all’arresto della compagna fermata il 13 aprile

Con un breve comunicato stampa rilasciato dal Cos dei Mossos d’Esquadra ,lo scorso 13 aprile veniva descritta l’operazione di polizia in cui era stata arrestata a Barcellona la compagna attualmente prigioniera a Köln (Germania) accusata di espropriare una banca ad Aquisgrana.

Secondo questa nota, l’operazione rispondeva al compimento di una Commissione Rogatoria Internazionale su richiesta dei magistrati di Aachen(Aquisgrana , ndt), che due giorni prima dell’operazione avevano firmato un mandato di arresto nei confronti della militante anarchica di Barcellona. Ciò che non ha spiegato la nota e che finora non era pubblicamente saputo è che l’arresto e le perquisizioni da parte del CME nei quartieri barcellonesi di Gràcia e Carmelo non erano la semplice esecuzione di una petizione internazionale, ma il culmine di una lunga e stretta collaborazione cooperazione tra polizia e apparati giudiziari tedeschi e spagnoli, con la partecipazione attiva della polizia autonoma catalana. Il coinvolgimento dei Mossos D’Esquadra nel caso inizia molto prima dello scorso aprile e, come è stato dimostrato, va ben al di là di un ruolo puramente passivo ed esecutorio.

Una mattina qualsiasi ad Aachen

La mattina del 14 novembre 2014 un gruppo di persone armate entrano nella filiale Pax Bank della città di Aquisgrana , in Westfalia, nell’ ovest del paese. Dopo aver svuotato la cassaforte e legato i dipendenti della banca , lasciano gli uffici senza che si verifichino infortuni o lesioni personali. Nei giorni successivi, la brigata di polizia responsabile della ricerca, la Landeskriminalamt Nordrhein-Westfalen (NRW LKA),metterà in relazione quest’ esproprio con altri due assalti che si sono verificati negli ultimi anni in città [1] e lancerà una vera- e infruttuosa – campagna mediatica di delazione, diffondendo pubblicamente i dettagli delle rapine e offrendo ricompense di migliaia di euro a chiunque possa fornire informazioni sulle persone sospette. Tanto insisterà il LKA in questa strategia, da decidere di usare per la sua campagna un deprecabile quanto famoso programma televisivo , in onda su una delle più importanti catene del paese: Aktenzeichen XY … ungelöst ( “File XY … irrisolto”). Si tratta di un reality show di carattere apertamente para-poliziesco dove sono esposti, in forma morbosa, casi che la polizia non è stata in grado di risolvere, mostrando le immagini di telecamere di sicurezza, l’abbigliamento trovato nel luogo del “crimine”, identikit e ricostruzioni dei fatti per impressionare e incoraggiare la massa degli spettatori ad assistere gli organi dello stato e a denunciare altre persone.

La parrucca, i guanti e la lattina

Quattro mesi dopo l’azione, nel marzo 2015, l’indagine prenderà una nuova direzione con l’arrivo sulla scena della polizia catalana. Questa invierà in Germania una nota in risposta alla richiesta fatta dal LKA, a livello internazionale, nel mese di gennaio, facendo circolare i profili genetici estratti da campioni di DNA [2] che avrebbe trovato sulla scena del crimine, alla ricerca di possibili corrispondenze sulle basi di dati provenienti da altri stati. Secondo i Mossos, il profilo di un campione prelevato da una parrucca trovato nelle vicinanze della Banca Pax in Aachen nel novembre coinciderebbe con una voce dei suoi database genetici, una traccia estratta di un guanto trovato in strada dopo un’azione diretta di carattere politico, fatto che si è verificato nel quartiere di Sants a Barcellona il giugno 2009. Da qui inizia un’indagine congiunta in cui le forze di polizia di entrambi gli stati condividono informazioni e avviano un’intensa attività di ricerca in quello che la stampa tedesca ha definito come ” movimento delle case occupate di estrema sinistra di Barcellona “e, secondo le tesi esposte ai media dai pubblici ministeri e polizia ad Aquisgrana, è stato lo scenario principale delle indagini.

Nel corso delle indagini sempre secondo la versione della polizia, alla fine di giugno gli agenti della divisione informativa dei Mossos raccolgono furtivamente una lattina di birra vuota e abbandonata sulla strada dalla compagna accusata. Da questa lattina avrebbero estratto campioni di DNA, al fine di effettuare un confronto diretto con i resti di materiale genetico rinvenuti nei pressi della Banca Pax dopo l’esproprio. Quattro mesi più tardi, alla fine di ottobre, un rapporto dei laboratori biologici dei Mossos hanno confermato la coincidenza tra i due campioni. Tuttavia, ci sarebbero voluti quasi sei mesi fino al 12 aprile di quest’anno , perché giungesse da Aachen un Mandato d’Arresto Europeo d’Arresto contro di lei, che è stata alla fine arrestata il giorno dopo a casa sua nel quartiere di Carmelo.

La repressione e il controllo sociale: il DNA e gli stati

Il processo di polizia che porta a questo arresto conferma quindi quello che molti già sospettavano, e cioè che la polizia catalana ha trascorso anni a raccogliere campioni biologici in modo massiccio e sistematico durante azioni, manifestazioni, perquisizioni e proteste per fare un data base di dati genetici per aumentare il controllo sui movimenti antagonisti. Ciò che è stato inizialmente introdotto come misura eccezionale, sostenendo la necessità di proteggere contro i recidivi e casi simili, è stato implementato come una tecnologia repressiva e standardizzato al servizio della persecuzione di attivisti politici.

Nello Stato spagnolo questo modus operandi della polizia è stato a lungo praticato dalla polizia regionale basca (Ertzaintza) nella repressione della sinistra abertzale e delle lotte in Euskal Herria. Come denunciato dal periodico Gara e nel 2007, la Ertzaintza ha iniziato la costruzione di un database di dati genetici ,con la raccolta di mozziconi di sigaretta e bicchieri durante le feste, spazzolini da denti durante le perquisizioni, o gli ugelli di plastica utilizzati in falsi controlli con etilometri . I problemi di affidabilità e di valore probatorio attribuiti dagli esperti sulle tecniche di prelievo del DNA non hanno impedito alla polizia regionale basca di avviare procedimenti legali basati sul profilo genetico come unica prova, con il prezioso aiuto di tribunali speciali dell’Audiencia Nacional spagnola spesso hanno portato a lunghe pene detentive per gli accusati.

A livello europeo, l’uso delle tecnologie genetiche in ambito poliziesco e giudiziario non ha smesso di guadagnare terreno dalla fine degli anni ’80 quando l’ Interpol importò degli Stati Uniti d’America, la strategia di creazione di banche dati per l’identificazione di persone attraverso il profilo del DNA. Nonostante le differenze a seconda del contesto socio-politico e giuridico di ogni luogo, in generale, la tendenza comune è a livello internazionale la crescita esponenziale dei dati personali registrati in questi database e la progressiva eliminazione delle restrizioni legali che limitano l’introduzione e elaborazione dei nuovi campioni. L’uso da parte della polizia di tecnologie genetiche è aumentato notevolmente in tutta l’Unione europea, nonché i criteri per il loro utilizzo sono sempre più lassisti. Siamo quindi di fronte ad un salto di qualità enorme, non solo nelle tecniche repressive orientate verso settori di minoranza dissidente, ma nella capacità degli Stati di controllo sociale di tutta la popolazione, in generale. Di fronte a questa sfida, il nemico dello status quo deve scegliere tra essere intimidito dai meccanismi di controllo del potere o produrre strategie politiche e pratiche per affrontarli, sapendo che l’ipotesi di una società totalmente controllata è solo questo, l’oscura fantasia irrealizzabile di una logica di dominio che troverà sempre resistenza.
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note:
[1] Ricordiamo che recentemente è stato nuovamente arrestata ad Amsterdam per una compagna accusata di aver partecipato ad uno di questi espropri, che ha avuto luogo nel luglio 2013.[NDT: la compagna riarrestata in Olanda è stata rilasciata in attesa di processo , in particolare il 6 luglio scorso è stata rilasciata, con obbligo di firma una volta a settimana in attesa dell’udienza che il prossimo settembre deciderà sulla sua estradizione

[2] L’acido desossiribonucleico (DNA) è un componente chimico del nucleo della cellula che contiene l’informazione genetica che viene trasmessa attraverso l’ereditarietà in organismi viventi. Questo acido si trova in tutte le cellule di animali-umani e non umani, piante e altri organismi, ad eccezione dei globuli rossi. Il DNA viene utilizzato in varie tecniche (biogenetica, nanotecnologie, bioinformatica, ecc.), ma quello che ci interessa in questo testo è l’utilizzo “forense” in contesti polizieschi, giudiziari e penali. In questi casi il DNA estratto da capelli, saliva o sangue viene utilizzato, e come risultato si ottiene quello che è chiamato impronta genetica o “profilo DNA”. Sono variazioni di sequenza di questo impronta digitale o profilo che differenziano persone, come se fosse un “codice a barre umano”.