E tu? Dove vai a ballare?

Per ora continuiamo a ballare a L’Aquila: ieri una nuova scossa ha colpito. 4.5, epicentro tra Pizzoli, Barete, Arischia e Capitignano (AQ). L’INGV pubblica rilevazioni di una costante imprecisione, e a scriverlo è un’Aquilana: «Credo che l’INGV debba veramente assumermi. Le mie rilevazioni sono molto più precise delle loro; le scosse che avverto io, come anche i cani del campo, sono più di quelle che compaiono sul loro sito. Stanotte abbiamo ballato in continuazione. La paura è di nuovo tanta: stamattina a colazione le facce erano quelle di chi non ha dormito per niente. Le crepe si allargano; i muretti, già pericolanti, cadono; i balconi si piegano e con loro anche lo spirito di chi, su quei balconi, stendeva gli abiti ad asciugare». Si sente in continuazione la forte stanchezza delle persone, la loro paura. Chi ha ricevuto il via libera per tornare nella propria abitazione, chiede di torniare nel campo, perché «la paura è più forte del disagio di restare in una tenda piena di sconosciuti».

E l’operazione G8 prosegue. Anna insiste sul fatto che il primo ministro e i media non vogliono fare altro che mascherare la protesta aquilana come mucchio di facinorosi. «i no global» spiega Anna «sono presenti su questo territorio sin dalla prim’ora. Sono quelli che hanno istituito i campi autogestiti, a Tempera, a San Biagio, a Camarda. Son quelli arrivati con gli aiuti prima di molti altri. Son quelli che hanno lavorato instancabilmente e continuano a stare sul territorio. Accanto a noi. E hanno realizzato spazi ricreativi, e cucine da campo, e magazzini, e sono gli unici che riforniscono gli sfollati non sistemati nei campi, ma rimasti sul territorio. Quelli abbandonati dalla Protezione Civile perchè esenti da strettissimo controllo». La tensione è forte se si pensa che intanto le scosse continuano. L’INGV rileva. Monique sente. E i gruppi spontanei vengono ostacolati. «Il primo ministro ha pensato di inchiodarci così» continua Anna «ma noi andiamo avanti. Anche se i media faranno il loro sporco lavoro. L’apparato sarà come quello di guerra. Si dice che gli sfollati dei campi saranno inibiti dall’uscire dalle tendopoli e che il lavoro, quel poco che c’è, si fermerà, e i cellulari e internet saranno controllati. Il regime svolgerà il suo compito, qui, in questa terra che è diventata la sua palestra. Noi ci proveremo a non essere offuscati per sempre da questo ulteriore terremoto. E i vigili del fuoco manifesteranno accanto a noi».

La necessità dell’emergenza: Impariamo i passi a Potenza che poi andiamo a ballare a L’Aquila.

ale,6

fonti:
http://terremoto09.wordpress.com/
http://miskappa.blogspot.com/