L’Italia è un paese le cui radici sono cristiane, dato non indubitabile, più di quell’altro fatto chiamato laicità, a vedere quanto i politici si siano impegnati in difesa del primo e a sentire il silenzio che hanno gettato sul secondo. E così noi, per una volta, in ossequio all’autorità di chi ci governa, ci affidiamo al loro esempio e per iniziare citiamo la Bibbia. O meglio, parliamo di Paolo, che tra i santi della Bibbia è di certo tra i più importanti. Proprio Paolo, in una delle sue tredici lettere che troviamo nel Nuovo Testamento, disse che era diventato uomo di ogni sorta per predicare la buona novella a persone di ogni sorta. Questa metamorfosi, hanno commentato alcuni, era una faccenda di esempio, perchè per convertire era necessario che i pagani vedessero nei cristiani un esempio da seguire, ma perchè l’esempio venga seguito sempre nei cristiani dovevano trovare un qualcosa in comune. Per questo Paolo travestiva la sua fede, non per opportunismo, ma per una sorta di teologia della partecipazione altrui. Certo, l’esempio è una strada a due corsie, e a senso opposto. Infatti quando noi diciamo che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, intendiamo proprio che stando con chi fa il male è più facile finire con l’agire nella stessa maniera. Per questo, sempre nella Bibbia, si dice ai genitori di essere un buon modello per i figli, quasi ci fosse una sorta di simmetria tra ciò che vediamo fare e quello che facciamo.
Ora, sempre in ossequio alle nostre radici cristiane, parliamo di Roma, che a detta del ministro Carfagna prima di essere la capitale italiana è la capitale della cristianità. A Roma, qualche mese fa, era il 29 ottobre, e c’era una manifestazione dell’Onda, e in Piazza Navona arrivò un camioncino pieno di ragazzi armati che, col tacito lasciapassare della polizia, si divertì a malmenare chi armato non era. Qualcuno notò pure che a Roma, lì, proprio a Piazza Navona, la presenza di un camioncino è plausibile quanto quella di un’astronave aliena perchè in quel luogo, zona pedonale da decenni, è assolutamente impossibile entrare con qualsivoglia veicolo nei giorni normali: occorrono permessi, tanti euro per i permessi, ore di fila in uffci e pregare in ginocchio per ottenere un permessino di 3 minuti al carico-scarico. Considerato questo e il fatto che il tratto, per la manifestazione, era completamente blindato, la faccenda del camioncino aveva qualcosa di non identificato, di alieno. O forse, se era alieno alla logica del traffico, non lo era in quella di un governo che già aveva minacciato l’intervento della polizia in università di fronte alle prime occupazioni. E così, infatti, tra alienazioni logiche e contraddizioni politiche, né a chi picchiò né a chi lasciò picchiare – le forze dell’ordine – nulla fu fatto.
A distanza di qualche mese, il 6 luglio 2009, ventun ragazzi del movimento studentesco vengono arrestati. Motivazione? Secondo la Procura, sono loro che durante il g8 universitario di Torino dello scorso 19 maggio hanno rovesciato cassonetti; tirato uova e lacrimogeni contro gli agenti; bloccato il traffico; ferito 24 agenti e danneggiato i negozi. “Hanno usato una violenta paramilitare premeditata”, ha detto Giancarlo Caselli, procuratore capo di Torino. “Hanno usato mazze e picozze. Ci sono prove video e fotografiche inconfutabili”.
Ammesso anche che tutto questo sia vero, e davvero così documentato, vien da pensare che il problema sia che non avessero un camioncino e che non si sian messi a picchiare chi armato non era. Perchè per il resto, cristianamente parlando, non stavan facendo altro che seguire il buon esempio che qualcun altro già aveva dato. Ma il nostro Stato, come il buon Dio, prima detta i comandamenti e poi si elegge il popolo eletto, e così non è scandalo se il settimo dice di non ammazzare e se poi il Signore degli eserciti comanda a Israele di andare e conquistare sette nazioni che devono essere “votate alla distruzione” (a chi fosse curioso leggersi Deutoronomio). Accade quando la giustificazione del credo è fondata sulle assurdità, per il resto è soltanto contesto. Per questo, cristianamente parlando, dico che questi ventun ragazzi sono stati giustamente arrestati, perchè hanno seguito l’esempio del dio giusto ma hanno agito in nome di dei pagani, e poi avevano i capelli troppo lunghi. Li avessero avuti rasati, fossero stati a Roma e con le mazze colorate a tricolore avessero picchettato le teste dei blasfemi – perchè le onde, si sa, non sono mai state ortodosse – tutto si sarebbe risolto con un assoluzione. E magari dio li avrebbe pure benedetti. Sia sempre lodato. O come dicono oggi, “per fortuna che c’è”…
Ora, sempre in ossequio alle nostre radici cristiane, parliamo di Roma, che a detta del ministro Carfagna prima di essere la capitale italiana è la capitale della cristianità. A Roma, qualche mese fa, era il 29 ottobre, e c’era una manifestazione dell’Onda, e in Piazza Navona arrivò un camioncino pieno di ragazzi armati che, col tacito lasciapassare della polizia, si divertì a malmenare chi armato non era. Qualcuno notò pure che a Roma, lì, proprio a Piazza Navona, la presenza di un camioncino è plausibile quanto quella di un’astronave aliena perchè in quel luogo, zona pedonale da decenni, è assolutamente impossibile entrare con qualsivoglia veicolo nei giorni normali: occorrono permessi, tanti euro per i permessi, ore di fila in uffci e pregare in ginocchio per ottenere un permessino di 3 minuti al carico-scarico. Considerato questo e il fatto che il tratto, per la manifestazione, era completamente blindato, la faccenda del camioncino aveva qualcosa di non identificato, di alieno. O forse, se era alieno alla logica del traffico, non lo era in quella di un governo che già aveva minacciato l’intervento della polizia in università di fronte alle prime occupazioni. E così, infatti, tra alienazioni logiche e contraddizioni politiche, né a chi picchiò né a chi lasciò picchiare – le forze dell’ordine – nulla fu fatto.
A distanza di qualche mese, il 6 luglio 2009, ventun ragazzi del movimento studentesco vengono arrestati. Motivazione? Secondo la Procura, sono loro che durante il g8 universitario di Torino dello scorso 19 maggio hanno rovesciato cassonetti; tirato uova e lacrimogeni contro gli agenti; bloccato il traffico; ferito 24 agenti e danneggiato i negozi. “Hanno usato una violenta paramilitare premeditata”, ha detto Giancarlo Caselli, procuratore capo di Torino. “Hanno usato mazze e picozze. Ci sono prove video e fotografiche inconfutabili”.
Ammesso anche che tutto questo sia vero, e davvero così documentato, vien da pensare che il problema sia che non avessero un camioncino e che non si sian messi a picchiare chi armato non era. Perchè per il resto, cristianamente parlando, non stavan facendo altro che seguire il buon esempio che qualcun altro già aveva dato. Ma il nostro Stato, come il buon Dio, prima detta i comandamenti e poi si elegge il popolo eletto, e così non è scandalo se il settimo dice di non ammazzare e se poi il Signore degli eserciti comanda a Israele di andare e conquistare sette nazioni che devono essere “votate alla distruzione” (a chi fosse curioso leggersi Deutoronomio). Accade quando la giustificazione del credo è fondata sulle assurdità, per il resto è soltanto contesto. Per questo, cristianamente parlando, dico che questi ventun ragazzi sono stati giustamente arrestati, perchè hanno seguito l’esempio del dio giusto ma hanno agito in nome di dei pagani, e poi avevano i capelli troppo lunghi. Li avessero avuti rasati, fossero stati a Roma e con le mazze colorate a tricolore avessero picchettato le teste dei blasfemi – perchè le onde, si sa, non sono mai state ortodosse – tutto si sarebbe risolto con un assoluzione. E magari dio li avrebbe pure benedetti. Sia sempre lodato. O come dicono oggi, “per fortuna che c’è”…
Paolino
sì.