Ogni anno quando si avvicina la data del 27 gennaio, compaiono come funghi, interviste, film, documentari riguardanti la Shoa. tutti presentati con la dicitura “per non dimenticare”. Ma è mai possibile dimenticare un fatto storico simile? Un evento che ha spazzato via, come se nulla fosse quasi 20 milioni di persone (già quasi visto che il numero delle vittime è incalcolabile).
Purtroppo più si va avanti e più le mele marce anziché essere un’eccezione stanno diventando la normalità, per non dire la regolarità. Ovunque ti giri vedi razzismo, atti violenti, e il tutto è fomentato dai media che, dando così tanto rilievo a certe notizie, non fanno altro che generare atti emulativi, visto che ormai oggi l’unica cosa che conta è farsi vedere.
Purtroppo più si va avanti e più le mele marce anziché essere un’eccezione stanno diventando la normalità, per non dire la regolarità. Ovunque ti giri vedi razzismo, atti violenti, e il tutto è fomentato dai media che, dando così tanto rilievo a certe notizie, non fanno altro che generare atti emulativi, visto che ormai oggi l’unica cosa che conta è farsi vedere.
L’emulazione è una bella cosa, se si hanno come modello delle persone realmente meritevoli. Se invece, per stupidità ed ignoranza si cerca di emulare o seguire ideali sbagliati la cosa può essere pericolosa. Bisognerebbe sempre prendere a modello i grandi che ci hanno preceduto e magari cercare di superarli. Quando però si imbocca la strada sbagliata, si può solo sperare prima o poi di accorgersi dell’errore, e cercare di aggiustare il tiro, nella speranza di non aver bruciato troppi ponti dietro di te.
Perché a volte si fanno certi errori di valutazione? Perché più si va avanti più si diventa pigri. L’evoluzione tecnologia ci da la possibilità di avere tutto ciò che vogliamo a portata di mano standocene tranquillamente seduti in poltrona, e non c’è più interesse per le storie del passato, e queste prima o poi andranno perse. Le storie sono come polvere, levitano nella corrente, si intrecciano per un momento e poi si perdono nel vento e nessuno le ricorda più. Ma finché ci saranno i riti commemorativi e qualcuno a ricordare, e a prendersi la briga di far ricordare agli altri, il pericolo che le storie vadano perse è scongiurato.
Perché a volte si fanno certi errori di valutazione? Perché più si va avanti più si diventa pigri. L’evoluzione tecnologia ci da la possibilità di avere tutto ciò che vogliamo a portata di mano standocene tranquillamente seduti in poltrona, e non c’è più interesse per le storie del passato, e queste prima o poi andranno perse. Le storie sono come polvere, levitano nella corrente, si intrecciano per un momento e poi si perdono nel vento e nessuno le ricorda più. Ma finché ci saranno i riti commemorativi e qualcuno a ricordare, e a prendersi la briga di far ricordare agli altri, il pericolo che le storie vadano perse è scongiurato.
Matte
Allora Olocausto etimologicamente è impreciso in questo contesto: significa sacrificio in senso religioso.
Il termine corretto è Shoa, che significa distruzione.
Ciumbia!
Grazie per la correzione
Anche il termine Rivoluzione nel 1789 era etimologicamente sbagliato: sta ad indicare il moto ciclico di un corpo celeste attorno ad un centro di massa.
Poi a volte le metafore si saldano..
no?
Ciabumba!