Golden Guide   pagine da 81 a 90


  GLI EFFETTI DELLA POLVERE DI VIROLA iniziano pochi minuti dopo l'assuzione. In primo luogo si ha una sensazione di aumento di eccitazione. Seguito da un intorpidimento degli arti, un tiramento della faccia, macanza di coordinazione muscolare, scaricamenti nasali, nausea, e, frequentemente, vomito. Macropsia - la sensazione di vedere le cose molto ingrandite - è caratteristica e prende posto nelle credenze Waikà sugli hekulas, le forze spiritiche che dimorano nella Virola e gestiscono gli affari dell'uomo. Durante l'inebriamento, gli sciamani spesso gesticolano selvaggiamente, comabttendo questi hekulas giganteschi.

  LE CAUSE DEGLI EFFETTI NARCOTICI della Virola sono state dimostrate in recenti studi, essere un'alta concentrazione di alcaloidi tripataminici nella resina. La mistura dei Waikà viene preparata esclusivamente dalla resina di Virola theiodora, che contiene quasi l'8% di triptamine, in particolare gli 5-methoxy- N, N-dimethyltryptamine. Due nuovi alcaloidi di tipo differente,ß- carboline sono stati anche scoperti nella resina; agiscono come inibitori delle monoammineossidasi e rendono efficace l'assunzione orale della resina.

  ALTRI MODI DI ASSUMERE LA RESINA oltre a siffarla. I nomadi primitivi della Colombia Maku spesso tolgono semplicemente la resina alla corteccia, e la leccano nella sua forma cruda. I Witoto, Bora, e Muinane della Colombia preparano piccole palline di resina che vengono mangiate, quando, per prepararsi alle arti magiche o diagnosticare malattie, lo sciamano desidera parlare con gli spiriti"; l'inebriamento inizia cinque minuti dopo l'ingestione. Ci sono alcuni riferimenti vaghi, che certi aborigeni venezuelani, la fumano.

  L' USO DI VIROLA COME VELENO della FRECCE dagli indiani Waikà1 è una delle più recenti scoperte negli studi di medicina. La resina rossa della corteccia di Virola theiodora viene unta sulle frecce o sui dardi, che viene poi accuratamente scaldata nel fumo del fuoco (come mostrato nell'illustrazione più sotto) per indurire la resina. L'effetto omicida del veleno è lento. I principi attivi per questo fatto sono sconosciuti.

   Molte altre piante vengono impiegate in Sud America per preparare frecce avvelenate, molte di esse appartenti alle famiglie delle Loganiaceae e Menispermaceae.

Clicca per ingrandire
Gli indiani Waikà impugnano i dardi avvelenati nel fuoco fumante
per solidificare la resina di Virola,
applicata per immersione o spalmata con le dita.



Clicca per ingrandire

MASHA-HARI (Justicia pectoralis var. stenophylla) è una piccola pianta coltivata dagli indiani Waikà delle regioni di confine tra il Brasile ed il Venezuela. Le foglie aromatiche a volte vengono seccate, polverizzate, e mischiate con la polvere allucinogena ottenuta dalla resina di Virola. Altre specie di Justicia sono state trovate impiegate in quelle regioni al solo scopo di inebriamento.

   Principi allucinogeni non ne sono stati trovati nella Justicia, ma se è l'unica pianta utilizzata nel mix con la virola, allora qualche principio attivo deve averlo. Le 300 speci di Justicia, della famiglia dell'acanthus, Acanthaceae, cresce ai tropici e nelle zone sub- tropiacli di entrambi gli emisferi.




  JUREMA (Mimosa hostilis) è un arbusto scarsamente considerato, le cui radici forniscono il "miracoloso jurema drink," conosciuto nel Brasile orientale come ajuca o vinho de jurema. Anche altre speci di Mimosa vengono chiamate jurema. Diverse tribù in Pernambuco -i Kariri, Pankarurù, Tusha, e Fulnio - consumano questa bevanda nelle cerimonie. Solitamente connesso alle battaglie, l'allucinogeno fu utilizzato da una tribù ormai estinta della zona, per passare la notte senza cadere in preda al sonno, appena prima di partire per la guerra. Vedrebbero "gloriose visioni della terra degli spiriti... (o) intravedono qualcuno delle rocce rumorose che distruggono il viaggio dell'anima verso la morte, o vedono il lampo dell'uccello minaccioso dall'enrome ciuffo sulla sua testa, che produce un battito simile al tuono..." sembra che negli ultimi tempi, l'utilizzo della mimosa hostilis come allucinogeno stia scomparendo.

   Poco si sa riguardo alle proprietà allucinogene della pianta, che fu scoperta più di 150 anni fa. I primi studi chimici trovarono un alcaloide attivo che fu chiamato nigerina, ma più tardi è stato dimostrato essere identico al N. N-dimethyltryphmine. Poichè le triptamine non sono attive se prese oralmente a meno che in presenza d'un inibitore delle monoamminossidasi, è ovvio che la pozione di jurema deve contenere alrti ingredienti oltre che la M. hostilis o che la pianta stessa continene un inibitore nei suoi tessuti.

   La specie Mimosa, molto simile all' Acacia e Anadenanthera, comprende circa 500 di piante e piccoli arbusti tropicali. La mimosa appartiene alla sottofamiglia Mimosoideae della famiglia dei fagioli, Leguminosae. La maggioranza è americana, benché alcune compiaono anche in Africa ed Asia. Jurema è nativa delle regioni secche del Brasile orientale.

Clicca per ingrandire

YOPO o PARICA (Anadenanthera peregrina o Piptadenia peregrina) è un'albero sud Americano della famiglia del fagiolo, Leguminosae. Una potente polvere allucinogena viene ottenuta dai semi di questa pianta. La polvere, ora utilizzata principalmente nel bacino di Orinoco, fu riportata dall'Hispaniola nel 1496, dove gli indiani Taino la chiamano cohoba. Il suo utilizzo, che è scomparso nelle indie occidentali, fu introdotto, indubbiamente, nell'area Caraibica dagli invasori indiani del Sud America.

   I principi allucinogeni trovati nei semi di A. peregrina includono N. N-dimethyltryptamine, N-monomethyltryphmine, 5- methoxydimethyltryptamina, e diverse basi relative. Anche la Bufotenina, è presente nei semi di A. peregrina, apparentemente non è allucinogena. Delucidazioni sulla composizione chimica dei semi di yopo sono state compiute solo recentemente. Studi futuri possono aumentare le nostre conoscenze dei loro principi attivi.
Clicca per ingrandire


  LA PREPARAZIONE DELLA POLVERE DI YOPO varia da tribù a tribù. I bacelli, che vengono prodotti abbondantemente dall'albero, sono piatti e molto pressati nel seme. Grigi neri una volta maturi, i semi si aprono, mostrando da 3 a 10 bacelli piatti. Vengono colti durante Gennaio e Febbraio, solitamente cerimonialmente in grandi quantità. Vengono prima pestati finemente fino a creare un'impasto, che viene tostato lentamente a fuoco lento finchè i semi sono secchi e tostati del tutto. A volte, i fagioli cengono fatti fermentare prima di essere impasstati. Dopo la tostatura, la pasta indurita può essere tenuta per usi successivi. Alcuni indiani tostano i fagioli e li macinano senza impastarli, su una piastra in legno duro fatta apposta per lo scopo.
Clicca per ingrandire
   Molti esploratori antichi descrissero il processo. Nel 1801 Alexander von Humboldt, l'esploratore e naturalista tedesco, riportò i dettagli della preparazione dello yopo dai Maipures dell'Orinoco. Nel 1851, Richard Spruce, un esploratore inglese, visitò i Guahibos, un'altra tribù dell'Orinoco, e scrisse: " nella preparazione dell'impasto, i semi tostati di niopo vengono messi in basso piatto di legno che viene tenuto sul ginocchio da un manico tenuto saldamente con la mano sinistra; poi vengono schiacciati con un pestello di legno duro di pao d'arco ... che viene stretto tra le dita ed il pollice della mano destra."

   La polvere grigio-verdastra ottenuta viene quasi sempre mischiata con la stessa quantità (pressapoco) di mistura di alcune sostanze alkaline, che possono essere, calce del guscio della lumaca, o ceneri di sostanze vegetali. Apparentemente, la cenere è formata da una grande varietà di vegetali: bruciano i frutti della monkey pot, la corteccia di diverse viti ed alberi, e perfino radici di sedge. L'aggiunta delle ceneri ha probabilmente uno scopo meramente meccanico: per mantenere il preparato riparato dall'umidità del posto.

   L'aggiunta di calce o cenere agli stimolanti narcotici è un' abitudine molto diffusa in entrambi gli emisferi. Vengono spesso aggiunti betel masticato, pituri, tabacco, epena, coca, etc. Nel caso della mistura di yopo, la mistura alcalina sembra non essere essenziale. Alcuni indiani, come i Guahibos, assumono, occasionalmente, la polvere da sola. L'esploratore Alexander von Humboldt, che incontrò l'uso dello yopo nell'Orinoco 175 anni fa, erroneamente spiegò che "... non deve credersi che i baccelli dell'acacia di niopo siano la causa principale degli effetti stimolanti della mistura... Gli effetti sono dovuti alla calce fresca.' ai suoi tempi, di certo, la presenza delle triptamine nei semi era sconosciuta.
Clicca per ingrandire
   La mistura di Yopo viene inalata attraverso ossa cave d'uccelli o tubi di bamboo. Gli effetti iniziano immediatamente: stiramento muscolare, leggere convulsioni, e perdita della coordinazione muscolare, seguito da nausea, allucinazioni visive, e sonno disturbato. E' frequente un anormale esagerazione delle dimensioni degli oggetti (macropsia). In un antico racconto, gli indiani dicono che le loro case sembrano "... essere capovolte, e gli uomini camminano coi piedi in aria".
Clicca per ingrandire
Un albero di yopo (Anadenanthera peregrina) nel Brasile Amazzonico
I semi di questo albero sono la fonte di ua mistura altamente allucinogena.


Sommario      Pagina seguente