Golden Guide pagine da
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GLI EFFETTI DELLA POLVERE DI VIROLA
iniziano pochi minuti dopo
l'assuzione. In primo luogo si ha una sensazione di aumento di
eccitazione. Seguito da un intorpidimento degli arti, un tiramento
della faccia, macanza di coordinazione muscolare, scaricamenti nasali,
nausea, e, frequentemente, vomito. Macropsia - la sensazione di vedere
le cose molto ingrandite - è caratteristica e prende posto nelle
credenze Waikà sugli hekulas, le forze spiritiche che dimorano nella
Virola e gestiscono gli affari dell'uomo. Durante l'inebriamento, gli
sciamani spesso gesticolano selvaggiamente, comabttendo questi hekulas
giganteschi.
LE CAUSE DEGLI EFFETTI NARCOTICI della Virola
sono state dimostrate in
recenti studi, essere un'alta concentrazione di
alcaloidi tripataminici nella resina. La mistura dei Waikà viene
preparata esclusivamente dalla resina di Virola theiodora, che contiene
quasi l'8% di triptamine, in particolare gli 5-methoxy-
N, N-dimethyltryptamine. Due nuovi alcaloidi di tipo differente,ß-
carboline sono stati anche scoperti nella resina; agiscono come
inibitori delle monoammineossidasi e rendono efficace l'assunzione
orale della resina.
ALTRI MODI DI ASSUMERE LA RESINA
oltre a siffarla. I nomadi primitivi della Colombia Maku spesso tolgono
semplicemente la resina alla corteccia, e la leccano nella sua forma
cruda. I Witoto, Bora, e Muinane della Colombia preparano piccole
palline di resina che vengono mangiate, quando, per prepararsi alle
arti magiche o diagnosticare malattie, lo sciamano desidera parlare con
gli spiriti"; l'inebriamento inizia cinque minuti dopo l'ingestione. Ci
sono alcuni riferimenti vaghi, che certi aborigeni venezuelani, la
fumano.
L' USO DI VIROLA COME VELENO della FRECCE
dagli indiani Waikà1 è una
delle più recenti scoperte negli studi di medicina. La resina rossa della
corteccia di Virola theiodora viene unta sulle frecce o sui dardi, che
viene poi accuratamente scaldata nel fumo del fuoco (come mostrato
nell'illustrazione più sotto) per indurire la resina. L'effetto omicida
del veleno è lento. I principi attivi per questo fatto sono
sconosciuti.
Molte altre piante vengono impiegate in Sud America per preparare
frecce avvelenate, molte di esse appartenti alle famiglie delle
Loganiaceae e Menispermaceae.
Gli indiani Waikà impugnano i dardi avvelenati nel fuoco fumante
per solidificare la resina di Virola,
applicata per immersione o spalmata
con le dita.
MASHA-HARI (Justicia pectoralis var.
stenophylla)
è una piccola pianta
coltivata dagli indiani Waikà delle regioni di confine tra il Brasile
ed il Venezuela. Le foglie aromatiche a volte vengono seccate,
polverizzate, e mischiate con la polvere allucinogena ottenuta dalla
resina di Virola. Altre specie di Justicia sono state trovate impiegate
in quelle regioni al solo scopo di inebriamento.
Principi allucinogeni non ne sono stati trovati nella Justicia, ma
se è l'unica pianta utilizzata nel mix con la virola, allora qualche
principio attivo deve averlo. Le 300 speci di Justicia, della famiglia
dell'acanthus, Acanthaceae, cresce ai tropici e nelle zone sub-
tropiacli di entrambi gli emisferi.
JUREMA (Mimosa hostilis)
è un arbusto scarsamente considerato, le cui
radici forniscono il "miracoloso jurema drink," conosciuto nel Brasile
orientale come ajuca o vinho de jurema. Anche altre speci di Mimosa
vengono chiamate jurema. Diverse tribù in Pernambuco -i Kariri,
Pankarurù, Tusha, e Fulnio - consumano questa bevanda nelle cerimonie.
Solitamente connesso alle battaglie, l'allucinogeno fu utilizzato da
una tribù ormai estinta della zona, per passare la notte senza cadere
in preda al sonno, appena prima di partire per la guerra.
Vedrebbero "gloriose visioni della terra degli spiriti... (o)
intravedono qualcuno delle rocce rumorose che distruggono il viaggio
dell'anima verso la morte, o vedono il lampo dell'uccello minaccioso
dall'enrome ciuffo sulla sua testa, che produce un battito simile al
tuono..." sembra che negli ultimi tempi, l'utilizzo della mimosa
hostilis come allucinogeno stia scomparendo.
Poco si sa riguardo alle proprietà allucinogene della pianta, che fu
scoperta più di 150 anni fa. I primi studi chimici trovarono un
alcaloide attivo che fu chiamato nigerina, ma più tardi è stato
dimostrato essere identico al N. N-dimethyltryphmine. Poichè le
triptamine non sono attive se prese oralmente a meno che in presenza
d'un inibitore delle monoamminossidasi, è ovvio che la pozione di
jurema deve contenere alrti ingredienti oltre che la M. hostilis o che
la pianta stessa continene un inibitore nei suoi tessuti.
La specie Mimosa,
molto simile all' Acacia e Anadenanthera,
comprende circa 500 di piante e piccoli arbusti tropicali. La mimosa
appartiene alla sottofamiglia Mimosoideae della famiglia dei fagioli,
Leguminosae. La maggioranza è americana, benché alcune compiaono anche
in Africa ed Asia. Jurema è nativa delle regioni secche del Brasile
orientale.
YOPO o PARICA (Anadenanthera
peregrina o Piptadenia peregrina)
è un'albero sud Americano della famiglia del fagiolo, Leguminosae. Una
potente polvere allucinogena viene ottenuta dai semi di questa pianta.
La polvere, ora utilizzata principalmente nel bacino di Orinoco, fu
riportata dall'Hispaniola nel 1496, dove gli indiani Taino la chiamano
cohoba. Il suo utilizzo, che è scomparso nelle indie occidentali, fu
introdotto, indubbiamente, nell'area Caraibica dagli invasori indiani
del Sud America.
I principi allucinogeni trovati nei semi di A. peregrina includono
N. N-dimethyltryptamine, N-monomethyltryphmine, 5-
methoxydimethyltryptamina, e diverse basi relative. Anche la
Bufotenina, è presente nei semi di A. peregrina, apparentemente non è
allucinogena. Delucidazioni sulla composizione chimica dei semi di yopo
sono state compiute solo recentemente. Studi futuri possono aumentare
le nostre conoscenze dei loro principi attivi.
LA PREPARAZIONE DELLA POLVERE DI YOPO
varia da tribù a tribù. I
bacelli, che vengono prodotti abbondantemente dall'albero, sono piatti
e molto pressati nel seme. Grigi neri una volta maturi, i semi si
aprono, mostrando da 3 a 10 bacelli piatti. Vengono colti durante
Gennaio e Febbraio, solitamente cerimonialmente in grandi quantità.
Vengono prima pestati finemente fino a creare un'impasto, che viene
tostato lentamente a fuoco lento finchè i semi sono secchi e tostati
del tutto. A volte, i fagioli cengono fatti fermentare prima di essere
impasstati. Dopo la tostatura, la pasta indurita può essere tenuta per
usi successivi. Alcuni indiani tostano i fagioli e li macinano senza
impastarli, su una piastra in legno duro fatta apposta per lo scopo.
Molti esploratori antichi descrissero il processo. Nel 1801
Alexander von Humboldt, l'esploratore e naturalista tedesco, riportò i
dettagli della preparazione dello yopo dai Maipures dell'Orinoco. Nel
1851, Richard Spruce, un esploratore inglese, visitò i Guahibos,
un'altra tribù dell'Orinoco, e scrisse: " nella preparazione
dell'impasto, i semi tostati di niopo vengono messi in basso piatto di
legno che viene tenuto sul ginocchio da un manico tenuto saldamente con
la mano sinistra; poi vengono schiacciati con un pestello di legno duro
di pao d'arco ... che viene stretto tra le dita ed il pollice della
mano destra."
La polvere grigio-verdastra ottenuta viene quasi sempre mischiata
con la stessa quantità (pressapoco) di mistura di alcune sostanze alkaline, che possono
essere, calce del guscio della lumaca, o ceneri di sostanze vegetali.
Apparentemente, la cenere è formata da una grande varietà di vegetali:
bruciano i frutti della monkey pot, la corteccia di diverse viti ed
alberi, e perfino radici di sedge. L'aggiunta delle ceneri ha
probabilmente uno scopo meramente meccanico: per mantenere il preparato
riparato dall'umidità del posto.
L'aggiunta di calce o cenere agli stimolanti narcotici è un'
abitudine molto diffusa in entrambi gli emisferi. Vengono spesso
aggiunti betel masticato, pituri, tabacco, epena, coca, etc. Nel caso
della mistura di yopo, la mistura alcalina sembra non essere
essenziale. Alcuni indiani, come i Guahibos, assumono, occasionalmente,
la polvere da sola. L'esploratore Alexander von Humboldt, che incontrò
l'uso dello yopo nell'Orinoco 175 anni fa, erroneamente spiegò che "...
non deve credersi che i baccelli dell'acacia di niopo siano la causa
principale degli effetti stimolanti della mistura... Gli effetti sono
dovuti alla calce fresca.' ai suoi tempi, di certo, la presenza delle
triptamine nei semi era sconosciuta.
La mistura di Yopo viene inalata attraverso ossa cave d'uccelli o
tubi di bamboo. Gli effetti iniziano immediatamente: stiramento
muscolare, leggere convulsioni, e perdita della coordinazione
muscolare, seguito da nausea, allucinazioni visive, e sonno disturbato.
E' frequente un anormale esagerazione delle dimensioni degli oggetti
(macropsia). In un antico racconto, gli indiani dicono che le loro case
sembrano "... essere capovolte, e gli uomini camminano coi piedi in
aria".
Un albero di yopo (Anadenanthera peregrina) nel Brasile Amazzonico
I semi di questo albero sono la fonte di ua mistura altamente
allucinogena.
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