Golden Guide   pagine da 21 a 30


COME VENGONO ASSUNTI GLI ALLUCINOGENI
Le piante allucinogene vengono utilizzate in diversi modi, dipende dal tipo di parte della pianta, dai principi attivi coinvolti, dalle pratiche culturali, e da altre considerazioni. L'uomo, nella società primitiva, ha sempre mostrato grande inventiva e perspicacia nei metodi di utilizzo di queste piante.

LE PIANTE POSSONO ESSERE MANGIATE, fresche o secche, come il peyote ed il teononacatl, o se ne può bere il succo ottenuto dalle foglie schiaccaite, come con la Salvia divinorum (in Messico). A volte possono essere mangiati i derivati della pianta, come con l'hashish. Più spesso se ne fa una bevanda: ayahuasca, caapi, o yajé dalla corteccia del rampicante; il cactus San Pedro; il vino di jurema; iboga; foglie di toloache; o semi macinati dai morning glories messicani. In origine caratteristico delle culture del nuovo mondo, dove era un metodo per assumere il tabacco, fumare ora è un modo assai diffuso per assumere cannabis. Possono essere fumati anche altri narcotici, come la tupa.

SNIFFARE è il metodo preferito per usare diversi allucinogeni - yopo, epena, sébil, rapé dos indios.
Come fumare, sniffare è un costume del nuovo mondo. Alcuni indiani del nuovo mondo prendono gli allucinogeni rettalmente - come nel caso dell' Anadenanthera.
   Un metodo curioso, per indurre effetti narcotici, è l'usanza africana di incidere il cuoio capelluto e strofinarci sopra il succo del Pancratium. Questo metodo è la versione primitiva della moderna cura ipodermica.

   Con alcune piante, si possono utilizzare diversi metodi di assunzione. La resina di Virola, per esempio, può essere leccata così com'è, oppure viene lavorata per essere sniffata, o appallottolata e mangiata, e a volte viene anche fumata.

PIANTE ADDITIVE o miscele da aggiungere alle speci allucinogene principali, sono diventate sempre più importanti nella ricerca delgli effetti. A volte vengono aggiunte piante ausiliarie, alla preparazione, per alterare, aumentare, o prolungare gli effetti narcotici degli ingredienti principali. Infatti, nella preparazione dell'ayahuasca, bevanda di caapi, o yajé, il cui ingrediente principale è Banisteriopsis caapi o B. inebrians, sono spesso aggiunti diversi ingredienti: foglie di Psychotria viridis o Banisteriopsis rusbyana, che contengono anche loro triptamine allucinogene; o Brunfelsia o Datura, entrambi allucinogene.   



ALLUCINOGENI DEL VECCHIO CONTINENTE


   Testimonianze esistenti indicano che l'uomo nel vecchio continente —Europa, Asia, Africa, ed Australia— ha fatto meno uso delle piante locali ed arbusti per le loro proprietà allucinogene rispetto all'uomo del Nuovo Mondo.

   Ci sono pochi motivi per credere che la vegetazione di metà globo sia più povera o più ricca di speci con proprietà allucinogene, rispetto all'altra metà. Perchè, allora, ci devono essere tali diversità? L'uomo del vecchio mondo, semplicemente, non ha scoperto molte piante allucinogene locali? Alcune sono troppo tossiche per essere utilizzate? O l'uomo del nuovo mondo è meno interessato culturalmente ai narcotici? Non abbiamo risposte reali. Ma sappiamo che il vecchio mondo ha poche speci conosciute impiegate come allucinogene rispetto al nuovo mondo: paragonando le solo 15 o 20 speci utilizzate nell'emisfero orientale, nell' emisfero occidentale, le speci usate come allucinogeni, sono più di 100!

   Alcuni allucinogeni del vecchio mondo, ancora oggi mantengono il primato nel mondo. La Cannabis, indubbiamente l'allucinogeno più diffuso, ne è l'esempio più lampante. I vari ingredienti solanacei delgli infusi delle streghe medievali —henbane, morella, belladonna, e mandragora— hanno fortemente influenzato la filosofia, medicina e persino la storia Europea per molti anni. Alcuni hanno svolto un ruolo straordinariamente vitale e religioso nell'antica cultura ariana dell'india del nord.

   Il ruolo degli allucinogeni nello sviluppo culturale e sociale di molte aree del vecchio mondo viene studiato solo ora. Costantemente, la sua estensione e complessità sono diventate più evidenti.     


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AGARICO MUSCARICO, Amanita muscaria potrebbe essere uno dei più vecchi allucinogeni conosciuti dall'uomo. Con i suoi strani effetti, hanno contribuito, probabilmente, all'idea primitiva di divinità.

   L'Amanita Muscaria cresce nelle regioni temperate dell'emisfero nord. Il tipo euro-asiatico ha una bellissima cappella che va dall'arancio intenso, al rosso-sangue chiazzato di verruche bianche. La cappella del fungo nord americano varia da crema a giallo-arancio. Ci sono anche differenze chimiche tra i due: il fungo del nuovo mondo è privo dei pesanti effetti allucinogeni rispetto al suo sosia del vecchio mondo.

L'uso di questo fungo come inebriante orgiastico e sciamanico fu scoperto in Siberia nel 1730. In seguito, il suo utilizzo è stato notato fra diversi gruppi isolati di persone Finno-Ungariche (Ostyak e Vogul) nella Siberia Occidentale, e fra le tribù primitive (Chuckchee, Koryaki, e Kamchadal) nel Nord-est della Siberia. Queste tribù non possedevano altri inebrianti fino a che non conobbero l'alcool.
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   Questi siberiani, mangiano il fungo da solo, o seccato al sole o tostato lentamente sul fuoco, o lo prendono col latte di renna o con il succo di qualche pianta selvatica, come una specie di Vaccinium ed una specie di Epilobium. Quando lo mangiano da solo, il fungo viene inumidito in bocca ed ingoiato, o le donne lo inumidiscono e lo arrotolano in pallottole per farlo ingoiare agli uomini.

   Una pratica molto antica e curiosa di questi uomini è la bevuta rituale dell'urina dell'uomo che si è intossicato col fungo. I principi attivi passano attraverso il corpo e vengono scartati senza mutamenti o con ancora i derivati attivi. Di coneguenza, poco fungo inebria molte persone.


L'Amanita muscaria
di solito cresce nei betulleti.


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Un Chukchee siberiano con un recipiente di legno per l'urina, per il riciclaggio e il prolungamento dell'intossicazione da Amanita Muscaria.


   Il tipo d'inebriamento varia, ma uno o diversi funghi provocano una condizione solitamente contrassegnata da tiramenti, fremiti, leggeri convulsioni, intorpimento delle braccia, ed una sensazione di sollievo caratterizzata da felicità, un desiderio di cantare e ballare, visioni colorate, e macropsia (vedere le cose molto ingrandite). La violenza, fa strada ad un profondo sonno. I partecipanti al rito, a volte vengono colti da curiose convinzioni, come un membro anziano della tribù, che sosteneva di essere appena nato! L'inebriamento è spesso accompagnato da entusiasmo religioso.

   Recenti studi, ipotizzano che questo fungo fu il Dio misterioso - Soma narcotico dell'antica India. Migliaia di anni fa, i conquistatori Ariani, che scorazzarono per l'India, adoravano il Soma, bevendolo nelle cerimonie religiose. Molti inni dei Rig-Veda indiani sono dedicati al soma e descrivono la pianta ed i suoi effetti.

   L'uso del soma scomparì, e la sua identità fu un enigma per 2,000 anni. Durante i secoli passati, sono state ipotizzate più di 100 piante, ma nessuna corrisponde alla descrizione cantata in molti inni. Le più recenti investigazioni degli etnobotanici, portano alla sua identificazione come A. muscaria; in più, queste idee sono rafforzate dai riferimenti nei veda alle bevute cerimoniali di urina, visto che il principio intossicante fondamentale, muscimolo (trovato solo in questo fungo), è l'unico allucinogeno naturale che passa immutato nel corpo.
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   Solo negli ultimi anni, è stata scoperta la chimica inebriante di questo principio attivo. Per un secolo, si credeva essere la muscarina, che però è presente in piccole concentrazioni e non agisce come inebriante. Ora è riconosciuto che, nella seccatura o estrazione, del fungo, l'acido ibotenico forma diversi derivati. Uno di questi, il più importante farmacologicamente, è il muscimolo. Sono stati anche trovati, in concentrazione minore, altri composti, che possono contribuire all'inebriamento, come il muscazone.

   L'agarico muscario viene chiamato così perchè il suo antico compito in Europa era di uccidere le mosche. Il fungo veniva lasciato in un piatto scoperto. Le mosche venivano attratte e si posavano su di esso, e venivano tramortite, soccombendo alle proprietà insetticide del fungo.


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La mappa dell'Eurasia Settentrionale mostra le regioni di betulle e pini, dove solitamente cresce l'Amanita muscaria, e le aree abitate dai gruppi etnici che usano il fungo come allucinogeno.


AGARA (Galbulimima Belgraveana) è un alto albero da bosco della Malaysia ed Australia. A Papua, i nativi ne fanno una bevanda bollendo le foglie e la corteccia con le foglie di ereriba. Quando lo bevono, vengono violentemente inebriati, cadendo infine in un sonno profondo durante il quale vivono visioni e fantastici sogni. Da questo albero sono stati isolati 28 alcaloidi, e benchè siano biologicamente attivi, i principi attivi sono ancora sconosciuti. Agara è una delle quattro speci di Galbulimima ed appartiene alle Himontandraceae, una rara famiglia imparentata con la magnolia.



ERERIBA, una specie indeterminata di Homalomena, è una pianta grassa con effetti narcotici quando le sue foglie vengono prese insieme alle foglie e la corteccia di Agara. I principi attivi sono sconosciuti. Ereriba è un membro della famiglia delle aroidi, Araceae. Ci sono 140 speci di Homalomena native dell'Asia tropicale e del Sud America.
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KWASHI (Pancratium trianthum) è considerata psicoattiva dagli abitatori dei boschi nel Dobe, Botswana. Il bulbo di questa pianta perenne, viene, a quel che si dice, strofinato sopra un'incisione nella testa, per provocare allucinazioni visive. Non si sa niente della sua composizione chimica. Delle altre 14 specie di Pancratium, principamente dell'Asia e Africa, molte contengono pricipi psicoattivi, prevalentemente alcaloidi. Alcune speci sono potenti veleni cardiaci. Il Pancratium appartiene alla famiglia degli amarilli, Amarillidaceae.


GALANGA o MARABA (Kaempferia galanga) è un erba ricca di oli essenziali. Gli aborigeni della Nuova Guinea mangiano il rizoma della pianta come allucinogeno. Viene usato come condimento, e come le altre 70 speci del genere, viene usato nella medicina tradizionale locale, bollendolo e applicandolo in testa, per curare e sollecitare la guarigione delle bruciature e delle ferite. Apaprtoene alla famiglia dello zenzero, Zingiberoceae. Studi Fitochimici non hanno rilevato principi psicoattivi.

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Campi di canapa in Afghanistan, mostrano parte del raccolto e della cimatura della Cannabis indica che cresce in quei luoghi.

MARIHUANA, HASHISH, o CANAPA (specie del genere Cannabis), anche chaimate Kif, Bhang, o Charas (questi sono i nomi delle diverse lavorazioni della resina), è una delle più vecchie piante coltivate. E' anche una delle erbe più ampiamente disseminate, cresce spontanea dovunque, fatta eccezione per le regioni polari e nelle umide foreste tropicali.

   La Cannabis è la fonte della fibra di canapa, di un frutto commestibile, un olio industriale, una medicina, ed un narcotico. Nonostante la sua veneranda età, e la sua importanza economica, la pianta è ancora scarsamente studiata ed accettata.

   La Cannabis è una rigogliosa pianta annuale che è estremamente variabile e può raggiungere un'altezza di 3 metri. Fiorisce meglio in cattività, ricca di azoto, vicino alle abitazioni umane, viene anche chiamata "camp follower,"(seguace dei campi) spostandosi con l'uomo nelle nuove aree.

   Normalmente è dioica — cioè, il maschio e la femmina sono piante differenti. Il maschio, o la pianta staminea è solitamnete più debole della femmina o delle painte pistillate. I fiori femminili, portanti il seme, sono composti da un calice contenete un ovulo pendulo e da uno o due pistilli. E' nel calice che si trova la più alta concentrazione di resina ed è lì che, in caso di fertilizzazione, comincia a formarsi il seme.



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