[ I ] È difficile parlare in termini generali di Grillo e del Movimento5stelle. Analizziamo solo un caso concreto.
Il parlamentare M5S Alessandro Di Battista dice, in merito alla questione dell’odiatissima Adele Gambaro: «Abbiamo tanti nemici all’esterno, ma da sempre il vero pericolo è all’interno abbiamo la possibilità combattendo di cambiare la storia di questo paese in macerie e tu accusi Beppe, un esempio di attivismo, un italiano che rischia la vita per far diventare questo paese normale?» La citazione è tratta dal Corriere del 12 giugno, dall’articolo “Tempesta nel M5S, la senatrice accusa Grillo” – la punteggiatura non è delle migliori, mannaggia al giornalista.
Perché proprio questa dichiarazione? Beh, costituisce un magnifico esempio di igiene politica, recuperando quella radice dei termini politica, polizia, polis. Sarà perché ho appena studiato Schmitt e dunque sono molto sensibile alla parola nemico, sarà che per studi precedenti mi si rizzano le antenne quando ascolto le parole esterno e interno, ma mai avrei sperato di trovare un parlamentare grillino che dica «il vero pericolo è all’interno» – o forse tanti l’hanno già detto e io me li sono persi tutti. Sì, è vero, «abbiamo tanti nemici all’esterno», ma il vero nemico, il nemico per antonomasia, è quello all’interno. Proprio chi mi è più vicino può portarmi il colpo più grave, il tradimento – altra parola non nuova per il grillini – più dannoso. È proprio con il fratello che si deve stringere patti di alleanza perché è lui che può colpirti alle spalle. E proprio contro il fratello si scatena l’odio e si criminalizza la sua figura.
Ora, se la sfera turbolenta è la sfera interna, quella in cui possono albergare i più temibili nemici, perché l’esterna, tutto sommato, è vista come una sfera di contrapposizione chiara e distinta, quasi che i parlamentari indossino divise, è chiaro che lo spazio interno deve essere soggetto a un’operazione di polizia permanente. La continua igiene, la continua epurazione, la continua polizia interna, le continue dichiarazioni di hostis interno – quindi nemico pubblico nella sfera interna, riconosciuto pubblicamente nemico –, lasciano presagire che solo nel momento in cui si sarà fatto ordine all’interno, solo quando regneranno ordine e calma, senza il minimo conflitto e disappunto, il movimento5stelle potrà fare il proprio lavoro. Solo la perfetta omogeneità ordinata e normalizzata, assolutamente non tumultuosa e rivoltosa, solo l’omogeneità che respinge e marginalizza eterogeneità e novità inaspettate, solo quando si sarà fatto Uno, si sarà pronti a giocare il gioco della politica parlamentare.
[ II ] Come insegnano le logiche del Terrore, dopo un po’ il boia ci prende gusto, e il popolo anche, nei pochi istanti (sempre più numerosi) in cui partecipa all’esecuzione come giudice o spettatore. Che gustosa la giustizia, che desiderio di giocare al giustiziere e al polizziotto. Il M5S permette di essere spettatore e giudice – la magia del web e della politica streaming –, e invita ad esserlo quotidianamente; ora il leader propone addirittura un referendum online sulla sua figura. Quale momento imperdibile, quale epifania di partecipazione, quale saldatura tra il leader e la massa, magari al prezzo irrisorio di qualche cane sciolto, subito bandito, reso scoria.
La vera domanda è: quando l’epurazione e la continua operazione di polizia interna avranno lasciato solo il leader Grillo, il suo guru Casaleggio e il filosofo Becchi, chi rimarrà? Highlander (1986 – stasera me lo riguardo) ricorda che «ne rimarrà uno solo». Dieci euro su Casaleggio che si aggancia a una scia chimica e fugge via.
Brusa T. !!11!
Non capisco perché Beppe “rischia la vita” – forse Alessandro Di Battista ha letto Arendt, nel passaggio sul coraggio politico e la sicurezza della sfera privata, ma lo escludo.
Ultimi commenti