Legge 194: Trent’anni dopo.

Era il 22 maggio del 1978 quando in Italia si legalizzava l’aborto, per la legge: l’interruzione volontaria della gravidanza (IGV). Passati quindi trent’anni, un mese fa per intenderci, il congresso della Sigo ha esaminato la situazione attuale confrontandola con quella di allora. Purtroppo la situazione che ne è uscita non è delle più rosee. Un po’ di numeri: prima del ’78 si stimavano circa 250.000 aborti clandestini l’anno, oggi invece sono “solo” 15.000. Nonostante i numeri siano tutti in calo, gli aborti legali nel 1982 furono oltre 230.000 calando del 45,9% fino ai 127.038 del 2007, ci sono ancora donne che ricorrono a tecniche illegali e pericolosissime per la salute. I motivi? L’aumento negli ospedali dei così detti obiettori, ovvero quel personale medico che rifiuta per motivi etici o morali di operare in determinati casi. A questo si aggiunge un rapporto, a dir poco problematico, tra i consultori e gli ospedali che causano tempi d’attesa lunghissimi e dove i protocolli di collaborazione, esistenti solo nel 71% dei casi, vivono solamente sulla carta. E per finire l’approccio ancora poco amichevole che le donne italiane hanno con la contraccezione. C’è che decide di non usarli, chi non li conosce proprio e infine chi ne fa un uso sbagliato. Concludendo. Purtroppo le donne italiane subiscono gli effetti di una cultura che fatica ancora a digerire una pratica come l’aborto, che sbagliato o no eticamente, in molti casi andrebbe a risolvere molte situazioni spiacevoli.

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