Corrispondenza con un numero

P Greco:

Ciao a pagina 13.
Eccovi un altro articolo di politica estera, ma gli altri andavano bene?

Grazie

Ale,6:

Ciao p greco,
pensavo di averti risposto agli articoli prima, probabilmente mi sono
confuso con altri.
Si, gli articoli andavano bene. Sono stati già pubblicati entrambi (quello
sul day without gay e quello sulla 194). Lunedì pubblicheremo questo della
thailandia, perchè pagina13 esce dal lunedì al giovedì (se no ci ammazziamo
di volontariato!)
Precisazione personale (e quindi di Alessandro): pagina13 è nato senza una
precisa idea partitica, etica, estetica, filosofica o letteraria. Ciò
significa che ogni articolo che riceviamo da parte di studenti, docenti,
personale amministrativo, eccetera, non passerà di certo da alcun filtro.
Che ci piaccia o meno a noi che impaginiamo, pubblichiamo sul blog,
stampiamo e distribuiamo, non crediamo che avere l’arroganza di accettare o
scartare articoli sia la cosa giusta per un “quotidiano studentesco?”.
Questo pensiero contagia un po’ tutta pagina13, infatti anche la testata ha
un logo che varia nel tempo a seconda di studenti che propongono il loro.
In buona sostanza, alla domanda “gli articoli andavano bene?” la risposta è
sempre la stessa: si. Piuttosto sta domanda dovresti farla a te stesso/a.

Che poi io personalmente non sia daccordo con ciò che hai scritto, se ne
potrà parlare! Magari con un birrino 😉

un saluto
Ale,6

ps: aggiorniamo il blog ogni giorno, quindi se non riesci a vedere pagina/13
in giornata, puoi consultarla all’url: http//pagina3dici.blogspot.com

P Greco:

Ciao pagina 13 precisamente alessandro.
Sono contento che abbiate scelto questa filosofia nel vostro giornaletto, ma credo che un articolo per “andare bene” abbia un certo tipo di caratteristiche e selezionare quegli articoli che magari per quel giorno sono fuori luogo e tolgono spazio ad altri che sono più inerenti, non credo sia del tutto sbagliato. Non parlo di censura, potete pubblicare tutti gli articoli su internet. E parlo anche dei miei. Se un giorno vi manderò un articolo che magari non c’entra niente o che è fatto male nel senso più tecnico possibile e voi deciderete di non pubblicarlo, di sicuro avrete ragione voi, non mi sentirò ne “tradito” ne censurato. Anzi rimandatemelo con in evidenza le cose che non vanno bene e cercherò di correggierlo. Penso che per migliorare sè stessi uno dei modi sia essere messi di fronte ai propri errori. Senza problemi e senza tragedie. Sono d’accordo sul fatto che un giornale studentesco non debba avere una linea di qualsiasi genere ed è giusto che ognuno abbia la possibilità di vedere il proprio articolo pubblicato e non è certo di arroganza che si sta parlando, ma di scelte ponderate.

Ciao.
Pi Greco.

P.S. Non sei d’accordo su cosa? Il dialogo è alla base dello sviluppo.

Ale,6:

ciao p greco,
ciò che scrivi sarebbe condivisibile se si parlasse di un giornaletto.
mi spiego meglio:
“ma credo che un articolo per “andare bene” abbia un certo tipo di
caratteristiche e selezionare quegli articoli che magari per quel giorno
sono fuori luogo e tolgono spazio ad altri che sono più inerenti, non credo
sia del tutto sbagliato.”
Pagina/13 non segue la filosofia del contenitore. Non ha un formato
stabilito. Non è come un qualsiasi periodico che parte con l’idea di un
numero fisso di pagine e tali deve riempire. Se anche solo per un giorno
necessiterà di 2 pagine per pubblicare articoli o altro, pagina13 può farlo.

“E parlo anche dei miei. Se un giorno vi manderò un articolo che magari non
c’entra niente o che è fatto male nel senso più tecnico possibile e voi
deciderete di non pubblicarlo, di sicuro avrete ragione voi, non mi sentirò
ne “tradito” ne censurato.”
pagina13 non ha un tema quotidiano al quale deve girare intorno (quindi non
esistono articoli che non c’entrano). Di termini tecnici non ne abbiamo mai
parlato. pagina13 è qualcosa di sperimentale. Qualcosa che vuole anche
andare oltre a ciò che dovrebbe essere un normale quotidiano (questo è il
motivo del punto di domanda alla fine di “quotidiano studentesco”). Se si
tengono strette le regole tecniche difficilmente si riuscirà a fare
pagina13.

“Penso che per migliorare sè stessi uno dei modi sia essere messi di fronte
ai propri errori.”
Verissimo. Questo movimento è quello che crea il normale, cioè quella linea
informe che divide il giusto dall’errore. Per creare questa linea-limite,
questa normalità, c’è bisogno di dichiarare qual’è il giusto e qual’è lo
sbagliato sulla base di regole che nel caso di un articolo si chiamano
tecniche – facciamo linguistiche. Pagina13, ovviamente in maniera ingenua,
vuole un po’ giocare con questa linea e vedere cosa ne può risultare nel
tirarla da una parte all’altra, spezzarla, ricongiungerla, curvarla e
ricurvarla. E’ sull’onda di discussioni simili – ma molto più ampie – che
pagina13 pubblica anche ciò che per pagina13 è errore – tecnico,
linguistico, lessicale, sintattico.

“Non sei d’accordo su cosa?”
Forse non ho ben capito il vero intento dell’articolo circa il riferimento
alla Thailandia.
Sembra un po’ una frecciatina a qualcosa che di certo non si può ridurre al
“troppo”.
Preferirei poi parlarne piuttosto che scriverne. Ci sei in settimana in
università?

scappo al lavoro!
buon pomeriggio,
Ale,6


P Greco:

Parto dal fondo.
Il “non sei d’accordo su cosa” era una mezza battuta su quello che potevo aver scritto e visto che anch’io odio le faccette, aveva senso solo buttarla lì.Cosa che non ha funzionato, meglio così.
Io purtoppo faccio fatica ad essere all’università vista la mia distanza fisica e logistica, ma credo di aver capito il vostro obiettivo. Non avendo mai visto una copia stampata di pagina13 non posso immaginare come sia, e un po’ le voci e un po’ di immaginazione mi ero creato l’immagine di un giornaletto nella più classica delle accezioni. Però mi piace questa idea del modellare il confine e temo che non sia neanche tanto facile come sembra. A fare queste cose si corre sempre il rischio di cadere nel caos, non quel bel caos che ringiovanisce ma il caos deleterio che porta confusione e smarrimento per tutti.Quindi tanto di cappello ragazzi, sono contento di provare a contribuire a questo abbattimento della concezione di informazione. Concludo precisando che odio le “cose tecniche” e proprio per questo dubitavo del contenuto dei miei articoli.

grazie delle delucidazioni.
Alla prossima.

Pi Greco