Mentre papa Ratzinger invoca una “libertà cristiana” nell’Università, il monsignore Celestino Migliore (rappresentante della Santa Sede alle Nazioni Unite, New York) si esprime contrario alla depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo. E’ così che dal Vaticano si riesce in un giorno solo a parlare insieme di liberazione e discriminazione.
“La validità di una riforma universitaria non può che avere come riscontro la sua libertà”, afferma il santo padre nell’incontro con alcuni studenti e docenti di Parma. E ancora: “Questo non significa isolamento dell’Università dalla società, né autoreferenzialità, né tanto meno perseguimento di interessi privati approfittando di risorse pubbliche. Non è certo questa la libertà cristiana!” Dispiace osservare che queste frasi non spostino di un millimetro il baricentro della questione politica. Tra baroni e diritto di studio-ricerca, tutto è compreso. Ciò che rimane è l’imbarazzante constatazione di avere ascoltato una tautologica retorica priva di argomentazione.
Di tale assenza esplicativa è tuttavia ulteriore contenitore il discorso di Migliore. “Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni.”
La proposta di depenalizzare l’omosessualità nel mondo, agita dalla Francia, verrà (con molta probabilità) intavolata il 10 dicembre prossimo. Quel giorno verranno celebrati i 60 anni della dichiarazione dei diritti umani. Le parole del rappresentante ecclesiastico alle Nazioni Unite a questo punto (qualora non risultassero gravi di per sé) raggiungono l’apice della malsanità nel tentivo successivo di argomentarle.
“Per esempio gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come ‘matrimonio’ verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni.”
Comandamento n.6: non commettere atti impuri.
“La validità di una riforma universitaria non può che avere come riscontro la sua libertà”, afferma il santo padre nell’incontro con alcuni studenti e docenti di Parma. E ancora: “Questo non significa isolamento dell’Università dalla società, né autoreferenzialità, né tanto meno perseguimento di interessi privati approfittando di risorse pubbliche. Non è certo questa la libertà cristiana!” Dispiace osservare che queste frasi non spostino di un millimetro il baricentro della questione politica. Tra baroni e diritto di studio-ricerca, tutto è compreso. Ciò che rimane è l’imbarazzante constatazione di avere ascoltato una tautologica retorica priva di argomentazione.
Di tale assenza esplicativa è tuttavia ulteriore contenitore il discorso di Migliore. “Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni.”
La proposta di depenalizzare l’omosessualità nel mondo, agita dalla Francia, verrà (con molta probabilità) intavolata il 10 dicembre prossimo. Quel giorno verranno celebrati i 60 anni della dichiarazione dei diritti umani. Le parole del rappresentante ecclesiastico alle Nazioni Unite a questo punto (qualora non risultassero gravi di per sé) raggiungono l’apice della malsanità nel tentivo successivo di argomentarle.
“Per esempio gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come ‘matrimonio’ verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni.”
Comandamento n.6: non commettere atti impuri.
Rughe
Ultimi commenti